mercoledì 28 luglio 2010

13 tacchetti tra te e la palla...

Come Cenerentola si riconosce, anche, dalla celeberrima scarpetta, non c’è calciatore senza scarpini, l’elemento distintivo, personale e a volte unico di ogni giocatore.
Da sempre nel professionismo gli scarpini sono l’equipaggiamento più importante, la parte perennemente a stretto contatto con il pallone deve dare la sensibilità giusta per il controllo, una forma confortevole per calciare bene e dare la giusta presa sul campo negli scatti e nella corsa.
Curiosamente i primi scarpini, non ufficiali, furono costruiti in Inghilterra nel 1526 sotto commissione del Re Enrico VIII, il quale chiese al cordaio di corte, tale Cornelius Johnson, di costruire un paio di scarpe per giocare a pallone. Non si hanno immagini di queste calzature, ma possiamo apprendere dai documenti reali che erano molto simili a degli stivaletti.
Circa trecento anni dopo, sempre in Inghilterra, il calcio sta assumendo la sua identità moderna, all’inizio si trattava di un semplice passatempo tra amici di paese o di quartiere, ma qui compaiono le prime scarpe usate per muoversi più facilmente nel prato, si tratta di scarpe pesanti, 1 kg circa, alte fino alle caviglie per proteggerle e dotate di rudimentali tacchetti di ferro.
Con l’avvento del professionismo sportivo anche la produzione di scarpe diventa professionale, compaiono le prime marche (attive tuttora): Gola (1905), Valsport (1920), Hummel (1923). In Germania, i fratelli Dassler reinventano tutto introducendo i primi tacchetti intercambiabili (1925), la prima scarpa da calcio in grado di adattarsi a tutti i tipi di terreno.

Con l’esplosione mondiale del calcio, soprattutto nei paesi latini a partire dal secondo dopoguerra, il calcio diventa meno fisico e più tecnico, di conseguenza gli scarpini si devono adattare a questo cambiamento.
Nel 1948 nascono l’Adidas, fondata da Adolf Dassler, e la Puma di Rudolf Dassler, fratello di Adolf e acerrimo rivale; queste due marche introducono i primi tacchetti di gomma e l’uso di materiali sintetici insieme al cuoio per alleggerire le calzature.
Negli anni ’60 Adidas è il leader mondiale incontrastato nel mercato della scarpa da calcio, al mondiale inglese del 1966 il 75% dei giocatori arrivati alla finale indossava scarpini Adidas, negli stessi anni comunque Pelè calzava Puma. In quegli anni nascono altre marche come: Mitre (1960), Asics (1964) e Joma (1965).
Gli anni ’70 sono anni di grande fermento e cambiamenti nel mondo del calcio e della scarpa da calcio, compaiono i primi contratti milionari di sponsorizzazione, soprattutto per i brasiliani, e si cominciano a vendere i primi scarpini colorati, nel 1977 nasce la nostrana Diadora specializzata in questo settore. Nel 1979 Adidas mette in commercio lo scarpino più famoso di sempre: l’Adidas Copa Mundial, destinato a diventare il modello a cui ispirarsi per gli anni a venire, scarpa leggera e versatile costruita in pelle di canguro.
In seguito nascono l’inglese Umbro nel 1985, l’italiana Lotto e la spagnola Kelme nel 1982.
Sempre l’Adidas mette in commercio nel 1994 il rivoluzionario scarpino Predator che presenta notevoli soluzioni innovative: estrusioni per aumentare il controllo della palla, sistema di allacciamento nascosto per rendere il tiro preciso e potente, tacchetti “a banda” per aumentare l’attrito della scarpa sul terreno e suola flessibile per rendere naturale la corsa.
Nel ’96 la Puma progetta la tecnologia “a celle” cioè una suola particolarmente elastica capace di assorbire gli urti e dare maggior spinta nel salto. Negli anni ’90 scendo in campo altri big mondiali: Mizuno, Reebok, Uhlsport e Nike (rivoluzionarie le Nike Mercurial Vapor del ’98 pesanti appena 200 grammi).
Negli ultimi anni i forti investimenti per la ricerca e lo sviluppo e i contratti di sponsorizzazione hanno rafforzato il dominio dei “Big Three” ossia Adidas, Puma e Nike, comunque le piccole case hanno saputo reagire introducendo soluzioni tecniche all’avanguardia, è il caso della Lotto con i suoi Zero Gravity (scarpini senza allacciatura), Kelme con la sua tecnologia Shark (scarpe in pelle di squalo che migliorano il controllo di palla) e la Nomis con la tecnologia a “controllo di scivolosità” che permette un buon controllo di palla anche sotto la pioggia. Gli scarpini più amati e venduti degli ultimi anni sono: gli Adidas F50, Tunit e Predator; le Nike Mercurial Vapor III, Air Zoom Total 90 e le Tiempo; i Reebok pro Rage e gli Umbro X Boots.
La tendenza degli ultimi anni è stata costruire scarpini sempre più leggeri e flessibili capaci di aumentare il controllo di palla, favorendo lo spettacolo, ma per qualcuno, ledendo la sicurezza dei calciatori, questa sarà la barriera da superare nel futuro, realizzare scarpini flessibili ma in grado di assorbire gli urti dando maggior protezione all’arto del giocatore, e sicuramente l’utilizzo di un integrazione sensoristica elettronica con la scarpa da calcio e l’utilizzo di materiali a memoria di forma.


Un paio di "stivali" da calcio del primo '900



Scarpe in puro cuoio anni '50



Le storiche Adidas Copa Mundial, le scarpe più famose di sempre.



Adidas continua a fare scuola con le Predator del 1994



Nike Tiempo, le vestiva Ronaldo a Francia '98, ogni bambino le ha desiderate.



Definirle futuristiche è un eufemismo, le Nike Mercurial Vapor Superfly 2, in Sudafrica praticamente non si vedeva altro.

2 commenti:


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