
Nell'agosto del 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, i nazisti stavano occupando da oltre un anno Kiev, la capitale dell'Ucraina, e decisero di organizzare un torneo di calcio tra squadre formate da ex prigionieri (per la maggior parte russi) e selezioni composte da soldati tedeschi delle varie Armi. Il torneo non era stato organizzato per manifestare la nobiltà del calcio anche in tempo di guerra e neppure in dimostrazione di virtù sportive, ma solo ed esclusivamente per affermare la superiorità fisica e strategica degli occupanti, che investirono entusiasmo e risorse al fine di rendere lampante "il credo" del popolo nazista hitleriano.

Accettare di partecipare ad un torneo organizzato dai tedeschi in quegli anni non era facile, infatti si poteva essere accusati di collaborazionismo, ma la Start era fortemente motivata nel combattere, anche solo sul campo e senza armi, i tedeschi e la loro convinzione di superiorità. Il portiere e capitano Nikolai Trusevich (Foto 2) aveva inoltre recuperato della stoffa rossa con la quale cucire divise che rappresentassero al meglio l'antitesi del nero delle divise naziste oltre che il colore della bandiera dell'Unione Sovietica.

Il 9 agosto allo stadio Zenit di Kiev era tutto pronto e le squadre si stavano cambiando negli spogliatoi come da consuetudine. I giocatori della Start sapevano bene che il torneo era stato organizzato dai tedeschi e che il pubblico composto da soldati dell'SS, poliziotti locali ed agenti della Gestapo non avrebbe concepito una sconfitta della Flakelf. A conferma di ciò ci fu la visita dell'arbitro, un ufficiale dell'SS, che senza giri di parole fece capire agli ucraini quale dovesse essere l'esito dell'incontro.La partita cominciò e subito si capì il trattamento di favore rivolto dall'arbitro verso la squadra tedesca che tra entrate violente, falli generosamente concessi e dubbie decisioni a favore passò in vantaggio. Nella testa dei giocatori della Start scattò qualcosa: in rapida successione raggiunsero il pareggio, andarono in vantaggio e triplicarono le marcature terminando il primo tempo in davanti per 3 a 1. Inutile dire che negli spogliatoi venne ricordata loro la conseguenza di un eventuale vittoria contro la squadra ariana e infatti al ritorno in campo la Flakelf non faticò a riportarsi velocemente in parità.

Ci piacerebbe raccontare il finale del film "In fuga per la vittoria", la cui storia ha preso ispirazione dalla Start, ma i giocatori della compagine ucraina non si confusero tra il pubblico, scappando dall'amaro destino, come i giocatori del film di John Houston. Pochi giorni dopo vennero presi uno per uno, torturati e mandati nei campi di prigionia. Se ne salvarono soltanto tre e solo Goncharenko a distanza di anni riuscì a raccontare l'incredibile storia di quella magnifica squadra.
Lo stadio Zenit, che dal 1981 ci chiama Start Stadium, conserva un monumento in onore dei ragazzi coraggiosi che hanno battuto i nazisti quel 9 agosto del 1942 e la Dinamo Kiev ha eretto un busto per Goncharenko (che aveva realizzato la doppietta del 3 a 1) con la dedica: "A uno che se lo merita".

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