E' l' 8 gennaio 2010 e l'Angola si appresta ad accogliere la ventisettesima edizione della Coppa delle nazioni Africane (10-31 gennaio 2010). Il Pullman del Togo, che da programma avrebbe dovuto raggiungere in aereo l'Angola, attraversa l'enclave angolana di Cambinda (regione a nord del paese ricca di petrolio).
Succede tutto cinque minuti dopo che il pullman passa la frontiera con il Congo quando dei colpi di mitraglia, diretti verso il veicolo, vengono fatti esplodere in una vera e propria guerriglia che coinvolge anche la scorta dei calciatori.
I calciatori hanno successivamente testimoniato che ai primi colpi di proiettile si sono gettati a terra per proteggersi e subito dopo hanno visto molto sangue attorno a loro.
Il bilancio della sparatoria è disastroso: 3 morti (l'autista del mezzo, Abalo Amélété dello staff tecnico e Stan Ocloo dell'Ufficio stampa) e 9 feriti tra cui il più grave sarà il portiere Kodjovi Obilalé.
Ecco le dichiarazioni immediatamente successive all'accaduto:
FIFA - “La FIFA e il suo presidente, Joseph Blatter, sono profondamente commossi di quanto accaduto alla squadra nazionale del Togo, al quale esprimono la loro simpatia estrema”.
Thomas Dossevi, centrocampista togolese dello Swindon Town - “E' incredibile e vergognoso. Abbiamo ringraziato Dio per essere rimasti vivi. Vogliamo tornare a casa e chiediamo che la Coppa non si giochi”.
Souleymane Habuba, responsabile della comunicazione CAF (African Football Confederation): “La nostra più grande preoccupazione sono i giocatori ma la manifestazione avrà luogo.
In seguito il Togo lascerà la Coppa d'Africa con Adebayor e compagni visibilmente sotto shock e verrà appurato che i responsabili dell'attentato furono i ribelli del Fronte per la liberazione dell'enclave di Cabinda, che volevano sfruttare la visibilità della coppa affinché si facesse pressione per l'indipendenza della ricca regione angolana.
Che fine ha fatto Kodjovi Obilalé?
Il giovane ex portiere del Pontivy (squadra della quarta serie francese) ha riportato due ferite alla schiena e all'addome e grazie all'intervento dei medici attraverso quattro operazioni chirurgiche si è scongiurata la paralisi totale. Nell'ospedale Milpark di Johannesburg (Sudafrica) il portiere ha svolto una breve riabilitazione ma i dottori non hanno assicurato un completo recupero delle funzioni motorie.
Oggi, a circa un anno dalla tragedia, la situazione di Kodjovi è pressoché disperata. Il ragazzo riversa in pessime situazioni economiche, il contratto con il Pontivy non è stato rinnovato, e la Federazione africana e quella togolese non l'hanno sostenuto ed aiutato come promesso. Obilalé non riesce a reggersi sulle gambe, infatti è costretto in una sedia a rotelle o a muoversi in stampelle, e le terapie che segue sono molto dolorose e costose.
Nonostante compagni di squadra più blasonati come Adebayor lo aiutino economicamente non è possibile per Kodjovi andare avanti in questa situazione. Pagare le strumentazioni sanitarie (si sta curando a Loirent in Francia) e al contempo mantenere una famiglia con moglie e due figli piccoli non è facile.
Fortunatamente la federazione francese, Adebayor e la FIFA si sono adoperati nel garantire un supporto economico al giocatore, ma c'è da dire che il comportamento della Federazione africana e quella del Togo (gli sono stati inviati solo dei fiori) è vergognoso.
Kodjovi Obilalé tornerà quasi sicuramente ad una vita normale, ma non potrà più giocare a pallone e dovrà garantirsi un futuro lontano dal calcio giocato. La sua storia dimostra come certe istituzioni ancora non funzionino.
Kodjovi Obilalé: “Tutte le notti ho l'incubo di quella sparatoria. E' orribile. Ricordo che salendo sul pullman mi colpì il fatto che eravamo scortati da un esercito di poliziotti congolesi. Avevo una telecamera e ripresi parte del percorso. La strada era in mezzo ad una giungla. All'improvviso, cominciarono gli spari. Mi chiedo ancora perché siamo stati esposti a questo rischio. In quella strada anni fa furono ammazzati otto cinesi. Perché è successo tutto questo? Chi ha sbagliato ?”
I migliori auguri a Kondjovi!
-ProssimiCampioni non dimentica le tragiche uccisioni di Abalo Amélété (Staff tecnico), di Stan Ocloo (Ufficio stampa) e dell'autista, morti in quel maledetto 8 marzo.
Bell'articolo, ci sono storie come queste che dovrebbero essere ricordate soprattutto dai media.
RispondiEliminaComplimenti, vi seguo sempre.
Chissà magari la ricerca in un prossimo futuro dirà che il miglior modo per guarire siano un mazzo di fiori e attestati di simpatia estrema...scandaloso...
RispondiEliminaECCO IL CALCIO DI SERIE B, QUELLO DI CUI NON SI PARLA MAI. PERCHè ALLA FINE LA GIOCARONO QUELLA COPPA D'AFRICA?
RispondiEliminaCaro Antonio come ben sai il calcio è mosso dagli interessi economici. Sponsor e strutture con tutte le sue componenti equivalgono a costi e investimenti. Difficilmente si riesce a rinviare qualcosa in Europa, figurati in un continente come l'Africa. La cosa ancora più triste è che chi si indigna, spesso non ha alternative, lo fa sottovoce...
RispondiEliminaOK CERTO MA SE IL CALCIO O COMUNQUE UNA MANIFESTAZIONE IN GENERALE NON SONO IN GRADO DI FERMARSI UN ATTIMO DAVANTI A QUESTI AVVENIMENTI DOVE ANDREMO A FINIRE?. CERTO SI DAREBBE FORSE TROPPA IMPORTANZA AGLI ATTENTATORI MA CI SONO COSE BEN PIù IMPORTANTI DI UNA PARTITA DI PALLONE. UN PO COME ALL'OLIMPIADE DI MONACO.
RispondiEliminaAH COMUNQUE COMPLIMENTI PER L'ARTICOLO, VERAMENTE BEN SCRITTO. HO A CHE FARE UN PO CON IL CALCIO GIOVANILE (MI OCCUPO DEI PULCINI DI UNA SQUADRA) E MI PIACCIONI I VOSTRI ARTICOLI IN GENERALE. COME IN OGNI AMBIENTE è GIUSTO DARE IMPORTANZA AI GIOVANI PERCHè SONO IL FUTURO, E VE LO DICE UN CINQUANTASEIENNE.
RispondiEliminaCerto Antonio sono d'accordissimo con te e condivido i dubbi sul futuro del calcio, soprattutto nei confronti di un' etica sempre più delegittimata dal "Dio denaro".
RispondiEliminaCi hanno fatto grandissimo piacere i tuoi complimenti e ci spingono a fare sempre di più e sempre meglio (ricordando sempre che lo facciamo con passione). Ci interessa molto il fatto che alleni una squadra di piccoli sportivi. Colgo l'occasione per chiederti la disponibilità a partecipare ad un articolo in fase di svolgimento che riguarda il calcio giovanile e nella quale sono coinvolti altri tre allenatori di giovanissimi calciatori. Ti invito quindi, se può interessarti, a contattarci nella nostra mail: (fezemassi@hotmail.it) in modo da spiegarti brevemente tutto. E' una cosa molto semplice e breve, circoscritta all'esperienza di un allenatore con dei giovani in formazione. Ci ha fatto davvero piacere Antonio, con la speranza di sentirti e di leggere altri tuoi commenti ti saluto.