mercoledì 7 settembre 2011

La storia di Ivan Klasnic



In molti conoscono Ivan Klasnic: attaccante di tutto rispetto del Bolton Wanderers e della Croazia, ma pochi conoscono a fondo la sua storia, densa di momenti negativi ed estremamente difficili da superare.
Ivan Klasnic nasce in Germania, precisamente ad Amburgo, da genitori croati di origine bosniaca. Fin da piccolo dimostra di avere delle ottime qualità nel calcio e muove i primi passi in qualche formazione dilettantistica locale fino ad entrare nelle giovanili della seconda squadra di Amburgo, l'FC Sankt Pauli (nome del quartiere dove ha sede il club che seppur non abbia mai ottenuto grandi risultati ha molto seguito in Germania).
Nelle giovanili della squadra bianco-marrone Klasnic si impone fino al professionismo e alla prima squadra. Dal 1998 al 2001 risulta essere uno dei migliori attaccanti della Zweite Bundesliga (la Serie B tedesca) e nel 2001 trascina il proprio club alla promozione in Bundesliga con 10 reti.

Lo stesso anno passa alla più ambiziosa Werder Brema ma l'impatto non è dei migliori a causa di uno stato di forma altalenante e due seri infortuni al ginocchio. La stagione 2003/2004 è quella della vera esplosione di Klasnic che, schierato in coppia con il brasiliano Ailton conduce i bianco-verdi al double di Germania (campionato e coppa) permettendo alla squadra allenata da Schaaf di rimettere in bacheca il titolo che mancava da 10 anni. I 13 goal e gli 11 assist valgono al bomber il pass per gli Europei del 2004 in Portogallo con la maglia a scacchi della Croazia e la soddisfazione di aver ricevuto convocazioni anche da Germanie e Bosnia (rifiutate dal giocatore). Agli Europei, vinti dalla Grecia, la Croazia esce con le ossa rotte e in molti lamentano lo scarso utilizzo di Klasnic, mai partito titolare.
La stagione seguente disputa un buon campionato anche se il Werder cede il titolo al Bayern Monaco, e un'ottima Champions League nella quale segna con regolarità e supera la fase a gironi (cammino interrotto dal più forte Lione agli ottavi).

La stagione 2006/2007 è quella nella quale inizia il calvario del giovane attaccante nato ad Amburgo: le sue prestazioni sono opache, perde il posto in nazionale e sente che qualcosa dentro di lui non funziona più bene. Nel novembre del 2006 dopo un controllo gli viene diagnosticata una grave malattia renale che prevede il trapianto come unica soluzione possibile. Nel pieno dello sconforto il calciatore trova nella madre Sima la chiave per continuare a vivere e, chissà, a giocare a pallone. Nel gennaio 2007 gli viene trapiantato il rene donatogli dalla madre ma proprio quando sembra che tutto stia andando per il verso giusto, il corpo dell'atleta rigetta l'organo e lo costringe a ricercare una nuova compatibilità. Nella totale disperazione e nel serio rischio di perdere il figlio, il padre decide di donare il suo rene e tentare un rischioso ma necessario intervento. Il 23 marzo 2007 Klasnic viene operato nuovamente e fortunatamente l'esito è positivo. Ivan Klasnic torna ad essere un uomo normale e inizia la riabilitazione con grande forza di volontà e con la consapevolezza di chi sa di aver rischiato di perdere la cosa più importante.
A distanza di pochi mesi la punta del Werder, che nel frattempo era stato seguito e sommerso dall'affetto di amici, compagni, società e di tutti i tifosi, decide di mettere anima e corpo per tornare a fare il suo mestiere e la sua caparbietà viene premiata in tempi icredibilmente brevi.

Dopo 8 mesi dalla sala operatoria Klasnic torna in campo nell'ovazione generale dei propri tifosi e di quelli avversari. Un mese dopo parte titolare contro il Bayer Leverkusen e torna al goal (grande doppietta nel 5 a 2 finale).
Dopo un indagine effettuato dal professor Ulrich Kunzendorf, si viene a sapere che i medici del Werder avrebbero sottovalutato la gravità dei suoi disturbi renali per permettergli di giocare in un momento importante per la squadra. Viene appurato anche che il trattamento clinico subito dal 2001 al 2007 avrebbe addirittura peggiorato l'insufficienza renale del ragazzo. In seguito a questo l'atleta denuncia i due medici del club e non rinnova il contratto con il Werder Brema.
Ora quello che conta è che l'attaccante croato sia tornato a vivere normalmente ed è bello vedere che può continuare a segnare (prima nel Nantes in Francia e ora nel Bolton). In una intervista Ivan Klasnić ha dichiarato di sentirsi “più veloce” con il rene nuovo, alludendo ad una maggiore leggerezza non fisica ma spirituale. Quando si ricomincia, le energie, sono doppie, perché si è in grado di apprezzare tutto quanto veniva dato per scontato. Prima il rene della madre, poi il rene del padre: Klasnić gioca con qualcosa che gli è stato regalato “dentro”. Un gesto d' amore infinito quello che è stato fatto dai genitori di quest'uomo che ha saputo superare momenti difficili.
Le storie come quelle di Klasnic si presentano come un vincolo tra il passato e il futuro: con l'esperienza che raccontano sono capaci di trasmettere e regalare a tutti noi quello che magari non abbiamo ancora imparato; allo stesso tempo sono in grado di motivare offrendo un obiettivo raggiungibile a medio o lungo raggio, non solo per chi deve affrontare problemi di questo tipo, ma per tutti coloro che vogliono diventare qualcuno nella vita.

Dopo il goal al Leverkusen, simbolo del ritorno alla gioia, ringrazia il cielo e probabilmente anche il padre e la madre.


Dopo un goal con la maglia del Bolton.

1 commento:

  1. Grandissimo davvero Ivan Klasnic, attaccante completo e utile alla squadra anche in fase di manovra, bel sinistro e buoni fondamentali... mi piace come giocatore e fortissimo psicologicamente con quello che ha passato...

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