Per mesi si è dibattuto sulla possibilità o meno che la Juventus mettesse la terza stella sulla maglia, simbolo dei 30 scudetti che i tifosi bianconeri e la società torinese sentono propri, in contrasto con la sentenza di Calciopoli che ha revocato quelli del 2004 e del 2006 e che ufficialmente riconosce 28 titoli nazionali alla squadra allenata da Conte. Oggi vogliamo fare chiarezza sulla questione che riguarda le stelle e le scritte sulle maglie che continuano a suscitare polemiche e trovano nei tifosi terreno fertile per ulteriori contrasti e malumori.
E' necessario dire che non esiste alcuna norma specifica che disciplini l'utilizzo della stella in una divisa calcistica. Anzi l'utilizzo di ogni stella, che indica dieci scudetti vinti, è entrato nel calcio per mezzo di una consuetudine introdotta proprio da un presidente bianconero, Umberto Agnelli, che nel 1958 propose l'applicazione della stessa. La richiesta al Consiglio Federale della FIGC fu accolta e la delibera del maggio 1958 stabilì la creazione di un «particolare distintivo» per la vittoria di 10 scudetti che un mese dopo venne riconosciuto nella forma della stella.
Da questo momento sia in Italia che all'estero l'utilizzo di questa simbolo ha assunto molteplici ruoli:
Germania: i club più titolati dal 2004 possono fregiarsi di una o più stelle nello stemma e nelle divise della squadra (1, 2, 3 o 4 stelle a seconda di 3, 5, 10 o 20 titoli vinti in Bundesliga). Il Bayern è l'unico club a possedere 4 stelle (in virtù dei 22 Meisterschale), segue la Dinamo Berlino (3 stelle con 10 campionati, anche se la squadra dopo la riunificazione della Germania è sprofondata nelle serie minori) e un nutrito gruppo di formazioni con 2 stelle (guidate da Norimberga a 9 titoli, Borussia e Dinamo Dresda a 8).
Francia: solamente il Saint Etienne porta una stella che celebra i 10 titoli vinti. Il Marsiglia invece ne indossa una per la Champions conquistata.
Olanda: In Eredivisie si adotta la prassi italiana dal 2007. L'Ajax possiede 3 stelle (30 campionati, l'ultimo nel 2011), il PSV 2 (21 titoli) e il Feyenoord 1 (14 titoli)
In altri campionati gli usi sono simili mentre per le restanti importanti federazioni l'utilizzo di simboli è piuttosto libero e considerato poco importante. In generale le stelle sono concesse da una federazione o sono una decisione unilaterale delle società che sceglie di adottarle per diversi motivazioni. Dopo i Mondiali del 1998 la FIFA decise di regolarizzare l'utilizzo di questo simbolo anche per le nazionali. Fino ad allora il Brasile aveva adottato la stella come simbolo dei tre Mondiali vinti ma successivamente venne deciso che ogni coppa poteva godere di una stella celebrativa. Inutile ma sempre bello ricordare le prime 3 dell'albo d'oro che vede il Brasile primo (5 Coppe e 5 stelle), l'Italia seconda (4) e la Germania terza (3).
Non esistendo alcuna nota che disciplini l'utilizzo della stella si deve quindi fare riferimento al "Regolamento delle Divise da Gioco" nel quale la Lega si propone come l'organo garante del rispetto delle regole, vagliando ed approvando ogni singola maglia secondo quanto stabilito dall'art. 10. Il Regolamento citato però non dice nulla in merito all'utilizzo della stella che, pertanto, sembrerebbe essere rimesso ad una sorta di "consuetudine" in auge tra i vari partecipanti. La volontà della società di Agnelli avrebbe sottoposto quindi la maglia bianconera ad un attento controllo e probabilmente avrebbe ottenuto parere contrario a fronte di una vicenda che: suscita enormi polemiche, va contro quanto ufficialmente riconosciuto dalla stessa Lega (28 scudetti) e subisce un vuoto normativo. L'art. 1 comma 2 del medesimo Regolamento, che recita così: "Tutto ciò che non è esplicitamente consentito dal presente Regolamento, deve intendersi come espressamente vietato", è l'ulteriore conferma di quanto detto in precedenza.
E' notizia di oggi che la Juventus ha deciso di non porre nessuna stella sulla maglia ufficiale in quanto non riconosce il conteggio ufficiale degli scudetti dopo la sentenza di Calciopoli.
Molti tifosi bianconeri che avrebbe voluto le tre stelle sul petto della maglia della Juventus hanno risposto alle critiche dei tifosi avversari dicendo che la scritta "il club più titolato al mondo" apposto sulle maglie del Milan (in virtù dei 18 successi internazionali) fosse, come le tre stelle, contro il regolamento. Nel Regolamento non è vi alcuna disposizione circa le scritte sulle maglie ma solo nelle sottomaglie che possono contenere solo sponsor o logo societario. La differenza sostanziale tra la scritta e la stella si identifica nella motivazione secondo la quale si utilizza. I 10 titoli non ufficialmente riconosciuti, con tutto quello che ne va dietro e che ci accompagna dal 2006 ad oggi, impediscono alla Juventus di poter utilizzare arbitrariamente tale simbolo. Per accontentare i tifosi e per ostentare comunque il concetto espresso da Agnelli e da tutto il popolo juventino, la società bianconera ha deciso di apporre una scritta: "30 sul campo", aggirando il problema.
La Juventus però non è il solo club che quest'anno utilizzerà la scritta, peculiarità che è stata inaugurata dal Milan alcune stagioni or sono. Da questo campionato anche Lazio, Genoa e Parma si aggiungono alla nuova tendenza di matrice tutta italiana. La Lazio ha deciso di inserire "La prima squadra della Capitale" (essendo nata 27 anni prima della Roma) mentre il Genoa ha inserito: "La squadra più antica d'Italia" (fondata nel lontano 1893). Curiosa l'iniziativa di marketing del Parma che per 59 euro offre la possibilità ad ogni tifosi di poter avere il proprio nome inserito nella divisa ufficiale della squadra del Presidente Ghirardi (i nomi verranno inseriti nelle trame della maglia).
Che siano posto come provocazione nei confronti di una rivale, per fidelizzare i tifosi, per rimarcare l'orgoglio societario o per marketing, le scritte appaiono ai più come elemento che svilisce il valore storico di una divisa. In un momento come questo, nel quale il calcio italiano avrebbe bisogno di un grande rinnovamento tecnico e culturale, dovrebbero essere altre le innovazioni da proporre al nostro calcio. Le società e le aziende che producono materiale tecnico sono le prime responsabili delle polemiche createsi e non fanno nulla per ridimensionare il problema e anzi inneggiano le folle. I tifosi immancabilmente poi fanno la loro parte.
Io leverei tutto e lascerei solo la toppa scudetto e coppa Italia da inserire. Per quanto riguarda le stelle i regolamenti son chiari ma danno sempre molto spazio alla creatività. Bisogna mettere dei paletti e regole serie, in modo che solo la FIGC possa decidere se e quante stelle mettere.
RispondiEliminaOrmai Regna Un'Anarchia Ingestibile, Le Società Fanno Quello Che Vogliono, Creando Inutili Polemiche Che Di Sicuro Non Fanno Il Bene Del Calcio. Così Facendo, Di Sicuro La Sportività Non Ne Trae Beneficio.
RispondiEliminaOrmai è allo stremo questo calcio. Tra un'po' decideranno anche se dubitare di un risultato di una partita al termine della stessa.
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