Giovedi 19 aprile 2012 ProssimiCampioni ha avuto la possibilità di conoscere e porre qualche domanda all'ex centrocampista della Nazionale italiana Dino Baggio. In occasione di una tappa del tour italiano di promozione dell'autobiografia del campione padovano, scritta a quattro mani con Marco Aluigi, lo staff di PC ha avuto la possibilità di conoscere gli interessanti aneddoti legati alla vita di un grande calciatore, arrivato a conoscere l'emozione di giocare una finale del Campionato del Mondo.
- Cosa l'ha spinta a scrivere questa biografia, "Gocce su Dino Baggio" e cosa ha provato?
Tutto il progetto è nato da delle semplici chiaccherate insieme al mio vecchio amico, Marco Aluigi, il quale ha pensato di scrivere la mia biografia dandomi la possibilità di far conoscere la mia versione su molte storie della mia carriera.
- Qual'è il momento più felice della sua lunga ed importante carriera?
Sicuramente l'onore più grande è stato il giocare la finale del Campionato del Mondo. Purtroppo non abbiamo vinto, ma anche arrivare a conquistare il secondo posto non è un'impresa comune. Non ho molti ricordi della partita, la tensione e l'adrenalina erano troppe, ma ricordo perfettamente un aneddoto accaduto quel pomeriggio in albergo dopo l'incontro: passando davanti alla stanza di Franco (Baresi n.d.r) mi fece cenno di entrare, lui al momento stava mangiando una pizza, e mi disse: "Perdonami se ti ho fatto perdere il Mondiale". Beh io all'epoca avevo poco più di vent'anni e sentirmi dire una cosa del genere da Baresi mi fa venire la pelle d'oca tutt'ora. Gli risposi che gran parte del merito di aver avuto la possibilità di giocare una finale così importante era suo, ed ero io a ringraziarlo.
- Qual'è il miglior giocatore con il quale ha giocato?
Ho giocato con molti campioni nella mia carriera, da Baresi a Roberto (Baggio n.d.r) e molti altri, ma credo che il giocatore che mi abbia impressionato di più sia Lothar Matthaus. Ho giocato insieme a lui durante un anno in prestito all'Inter e lui era alla sua ultima stagione in Italia. Ero molto giovane ma rimasi profondamente colpito dalla sua tecnica e dalla sua eleganza.
- Cosa pensa del calcio giovanile italiano?
Credo che il livello sia calato negli anni. Parte della colpa va ai giocatori che non si applicano abbastanza negli allenamenti. Ricordo che io ed i miei compagni anche quando giocavamo ormai in Serie A o in Nazionale davamo sempre il massimo, nessuno si sentiva arrivato. Oggi basta poco ed i ragazzi si montano la testa. Un'altra fetta di colpa va agli allenatori delle giovanili che cercano a tutti i costi il risultato insegnando troppi tatticismi a discapito della tecnica di base personale.
- Qual'è l'aspetto principale nella valutazione di un giovane talento?
Fino a poco tempo fa si guardava il fisico ed in seguito tutto il resto. Addirittura so di alcune società e di alcuni allenatori che ai provini chiedevano quanto fossero alti i genitori del ragazzo. Dal mio punto di vista credo che l'aspetto tecnico sia fondamentale. La situazione di oggi è tragica, ci sono ragazzi che non riescono a fare più di trenta palleggi o non sanno controllare la palla con il piede debole. Al momento collaboro con il settore giovanile del Padova Calcio, curando proprio l'aspetto tecnico dei ragazzi. Dopo una serie di allenamenti specifici i risultati si vedono, ci sono giocatori che in una stagione cambiano completamente grazie ad una tecnica più solida.
- Che consiglio si sente di poter dare agli atleti che si stanno affacciando al professionismo?
Di non smettere mai di lavorare e di cercare di migliorarsi. La chiave per il successo è spaccarsi la schiena sul campo di allenamento.
- Riesce ad individuare nel calcio italiano un giocatore nel quale riconosce il Dino Baggio centrocampista?
Mi piacciono molto Claudio Marchisio e Riccardo Montolivo. Li seguo ormai da diverso tempo e con merito sono entrati in pianta stabile in Nazionale. In loro vedo alcune delle mie caratteristiche e credo che entrambi siano destinati ad una carriera con molte soddisfazioni.
- Come già detto al momento lei collabora con le giovanili del Padova. Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Sinceramente non ci ho ancora pensato. Mi piacerebbe allenare un giorno una Primavera ed ho anche conseguito il patentino, ma al momento mi piace anche il mio incarico di insegnante di tecnica.
ProssimiCampioni ringrazia Dino Baggio ed il suo collaboratore ed amico Marco Aluigi per la bella serata e la disponibilità dimostrata e consiglia la lettura dell'autobiografia dell'ex Azzurro "Gocce su Dino Baggio" edita da CIESSE Edizioni.
Nella foto scattata direttamente dai nostri ragazzi alla presentazione del libro, Baggio racconta alcuni aneddoti della sua carriera. Alla sua destra l'amico e collaboratore Marco Aluigi.
L'autografo di Baggio a ProssimiCampioni e a tutti i suoi lettori.
Complimenti. Continuate così!
RispondiEliminaSinceramente a me non è mai piaciuto Dino Baggio e non credo che Marchisio e Montolivo gli somiglino.
Perchè dici Rosario?secondo me Dino Baggio invece assomiglia molto a Marchisio: sono entrambi giocatori di sostanza dotati tecnicamente, con il vizietto del gol..
RispondiEliminaSì, è troppo generico però.
RispondiEliminaDino Baggio non aveva quella capacità di inserimento né quella duttilità tattico né la classe di Marchisio.
Dino Baggio è decisamente meglio di Marchisio per non parlare di Montolivo!!
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