Muore un ragazzo di 23 anni e la sensazione che provi è quella che tu sia di fronte ad un'ingiustizia. Non è mai il momento giusto per morire ma hai la sensazione che per Miki Roque la vita non abbia mantenuto le sue promesse.
Miki Roque nasce a Lleida in Catalogna l'8 luglio 1988. Muove i primi passi nella squadra locale per poi passare al Liverpool di Benitez dal 2005 al 2009. E' una promessa della difesa (sia al centro che nel ruolo di mediano), debutta anche in Champions League, ma in Inghilterra non riesce ad imporsi e torna in Spagna prima in prestito in alcuni club e poi successivamente a titolo definitivo al Betis. A margine di un controllo di routine per dolori alla schiena nel marzo 2011 gli viene diagnosticato un tumore alle ossa e viene operato d'urgenza il giorno successivo (vi avevamo parlato della sua storia in termini fiduciosi nella rubrica "un calcio al cancro"). Purtroppo dopo una lunga convalescenza a nulla sono valse le cure mediche. Muore il 24 maggio 2012 a due settimane dal suo ventiquattresimo compleanno.
Scriviamo un post per Miki perché se n'è andato un piccolo calciatore (ciò che tratta il nostro sito), una promessa, un giovane atleta che però è stato strappato alla vita.
Scriviamo un post per Miki perché l'abbiamo visto crescere al Liverpool e ci siamo chiesti dove sarebbe potuto arrivare, perché era il nostro eroe quando lo acquistavamo a Scudetto (nel videogame) e diventava un pilastro della nostra squadra del futuro (chi si ricorda anni fa in quella versione la difesa composta da Micah Richards, Paletta, Miki Roque, Traoré...), perché fa male sapere che non è più tra noi.
Scriviamo un post per Miki perché quando c'è una disgrazia come questa i più sensibili sentono il peso della vita, che in realtà è quello delle scelte che hanno fatto e quindi, come per Morosini, può essere una buona occasione per fermarsi e riflettere.
Non è un urlo alla vergogna del nostro calcio, agli eccessi degli atleti, al disarmo etico di questo sport, ma piuttosto una voce sottile che vive dentro ogni appassionato e che la morte di un calciatore di 23 anni riesce ad amplificare. Chi non la sente, passi oltre, chi invece capisce ciò di cui stiamo parlando può riflettere in silenzio.
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