Fin da quando si è bambini si sogna di
giocare nella propria squadra del cuore, ma non solo: in tantissimi
hanno sempre sognato di poter indossare
un giorno la favolosa maglia bianca del Real Madrid Club de
Futbol.
La storia di questa squadra è
direttamente collegata con il successo: da quando il club è stato
fondato,
ovvero nel 1902, i Merengues sono
sempre stati un riferimento per il calcio europeo; sono sempre stati
tra
le squadre più forti e il fatto di
essere la società più vincente di Spagna ne è la prova. Il loro
primo trofeo
risale al 1905, una coppa del re, e
vinsero anche le consecutive tre edizioni.
Il settore giovanile del Real Madrid è
molto prolifico, avendo prodotto circa una 60 di giocatori che si
trovano nel calcio che conta. Per
quanto riguarda la fase offensiva nel gioco del calcio, la Spagna è
la scuola
migliore come lo è l’Italia per la
fase difensiva.
La cantera si sviluppa intorno ad un
concetto che purtroppo noi in Italia forse non adottiamo: i Blancos
cercano nelle giovanili il bel gioco,
non il risultato; quello è una cosa che per la mentalità iberica
arriva
in un secondo momento. L’obbiettivo
diventa poi vincere giocando bene. In ogni caso il Castilla (prima
squadra filiale) è la più importante
formazione b del campionato spagnolo, vantando una Segunda Division
e una finale in coppa del re persa
proprio contro il Real Madrid.
Il settore giovanile dei Galacticos si
sviluppa nei movimenti offensivi seguendo questi punti focali: recupero della palla e giocata sicura,
giocata in ampiezza per cercare la superiorità numerica, sfruttare
il concetto di dentro fuori per creare
spazi, fattore sorpresa attraverso la partecipazione di più uomini e
finalizzare aggirando la linea
difensiva attraverso il cross. Questi movimenti sono curati nei
minimi dettagli
dagli allenatori di tutte le formazioni
del Real; questa è l’essenza del loro calcio.
Per quanto riguarda lo scouting
addirittura venti osservatori nella solo capitale sono pronti a
visionare
giocatori di tutte le età, aiutati
dalle giornate di prova a cui si assiste a delle vere e proprie lotte
per farsi
anche semplicemente notare. Questo è
il caso del centrocampista Guti che entro nel club a nove anni, dopo
la partecipazione a una di queste
giornate.
Fino ai 14 anni i ragazzini si allenano
per il 90% del tempo con il pallone, mentre fino ai 12 anni gli
allenamenti vengono visti più come un
gioco. Frequentemente gli allenatori dei Merengues misurano
i propri elementi nel calcio 5 contro 5
poiché ciò li abitua a giocare in spazi stretti e migliora la
tecnica
individuale. Un aspetto che il club
cura è la cura dell’errore: essendo umano errare non si
redarguisce il
giocatore per aver sbagliato una volta,
ma solo quando persevera. Inoltre il Real Madrid ha stipulato un
accordo con un istituto privato per far
conciliare l’attività sportiva a quella scolastica, perché
bisogna essere
preparati nel fisico come nella mente.
Il cuore dei Blancos è il centro
sportivo Ciudad de Valdebebas, inaugurato il 30 settembre 2005
durante la
presidenza di Florentino Perez. Le
dimensioni sono mastodontiche: 1200000 m² di cui solo 30000
sviluppati.
Il centro, costato 70 milioni di euro,
include 12 campi d’allenamento e lo stadio del Castilla intitolato
ad
Alfredo Di Stefano.
Il Real Madrid ha una fortissima
rivalità non solo con l’Atletico Madrid ma anche con il
Barcellona.
Infatti fin dall'inizio i due club
erano visti come le rappresentanti delle due regioni rivali in
Spagna, Castiglia e Catalogna, così
come delle due città. La rivalità raggiunse nuovi livelli negli
anni in
cui Franco era al potere, quando Franco
cercò di sfruttare i successi internazionali del Real Madrid; ad
ogni
modo, durante la stessa guerra civile
spagnola, membri del Real Madrid vennero giustiziati per mano delle milizie di Franco. Il presidente del
Real Rafael Sánchez Guerra, un insigne repubblicano, fu imprigionato
e torturato. Le milizie arrestarono e
uccisero anche un vicepresidente e un tesoriere del Real e fecero
scomparire un sostituto presidente.
Il Real Madrid, durante la prima
presidenza di Florentino Perez, sono stati nominati i Galacticos:
questo era
dovuto alle numerose stelle presenti in
squadra. La filosofia di allora era prendere giocatori all’apice
della
carriera ogni anno (Zidane, Ronaldo,
Beckham, Owen, Robinho) e affiancarli ai giocatori provenienti dalle
giovanili. I veri campioni però non
sono solo quelli acquistati ma anche quelli cresciuti negli ottimi
settori
giovanili. Ce ne sono stati talmente
tanti che vi proponiamo “solo” i più recenti:
Esteban Cambiasso, centrocampista
argentino di quantità e qualità. E’ uno dei pilastri dell’Inter
sia in
campo che nello spogliatoio; era
arrivato in Italia a parametro zero.
Iker Casillas, capitano del Real Madrid
e autentica bandiera. Ha giocato in tutte le formazioni giovanili
della
società ed è quarto nella classifica
delle presenze di sempre.
Raul Gonzalez Blanco, l’uomo che ha
totalizzato più presenze nel club (741) e che ha fatto più gol
(323).
E’ oltretutto il giocatore con più
presenze(144) e gol della Champions League (71), miglior marcatore di
sempre delle competizioni Uefa (77) e
il secondo miglior realizzatore con la Spagna (44), alle spalle di
David
Villa
Samuel Eto’o, vero e proprio
attaccante, di quelli che non perdonano se lasci loro un piccolo
spazietto. Ha
vinto tutto il possibile con il
Barcellona e poi con l’Inter. Ora gioca per i russi dell’Anzhi ma
forse era troppo
presto per andare in un campionato così
poco competitivo.
Juan Manuel Mata, approdato l’anno
scorso al Chelsea. Possiede un mancino precisissimo ed è dotato
di una tecnica decisamente superiore
alla media. E’ molto veloce e solitamente gioca come esterno di
centrocampo o mezz’ala.
Roberto Soldado, attaccante su cui il
Real non ha voluto puntare. Quando poi è approdato al Valencia ha
fatto sentire tutto il suo peso:
fin’ora la sua media realizzativa è di un gol ogni due partite.
Scusate i problemi grafici, li risolveremo al più presto
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