lunedì 30 gennaio 2012

Paulo Dybala


Nome: Paulo Dybala
Data di nascita: 15 Novembre 1993, Laguna Larga
Nazionalità: Argentina
Altezza: 168 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Instituto AC Cordoba - Primera B Nacional
Ruolo: Seconda punta
Valore: 2.500.000€



Il calcio argentino ogni anno regala giovani promesse, beniamini dei tifosi, che inseguendo un sogno mettono in mostra tutto il loro talento e fanno parlare di sé tutto il mondo. La retrocessione di una big argentina in Primera B Nacional come il River Plate ha sicuramente aperto le porte ai giovani della cadetteria argentina e dopo Lucas Ocampos, proprio del River Plate, adesso è l'ora di Paulo Dybala.

Paulo è nato a Laguna Larga, vicino Cordoba, il 15 Novembre del '93 e ben presto il padre, deliziato dalle giocate palla al piede del figlio, lo spinge a provare per il Newell's Old Boys dove però rimane solo un anno. Infatti, Dybala si trasferisce all'Instituto che dista a soli 50 km dalla sua città natale. A 15 anni però perde il padre e quindi decide di trasferirsi a Cordoba dove vive nella pensione del club argentino, situato nel campus The Augustine. Esordisce in prima squadra all'età di 17 anni e nelle prime 12 partite ufficiali segna ben 8 gol.

Dybala è un attaccante mancino molto mobile, dotato di grande rapidità ed una più che discreta tecnica. Abile nel lanciare i suoi compagni a rete, gioca spesso sulla linea del fuorigioco e con i suoi movimenti continui ed intelligenti riesce a smarcarsi spesso e volentieri per realizzare gol da rapinatore d'area. Su crogiola nel gioco di squadra. Bravissimo infatti negli uno-due con i compagni e, come detto, è bravissimo ad attaccare gli spazi.

Il giocatore è ormai ad un passo dall'Inter che avrebbe offerto ben 3 milioni di euro per strapparlo alla concorrenza di Milan e Napoli. In passato un'agenzia di investimenti, la Gustavo Mascardi, si è vista rifiutare un'offerta di 3,5 milioni di euro dall'Instituto. A breve potrebbe acquisire il passaporto italiano e questo lo rende ancora più appetibile per i club italiani.

Per fisico e caratteristiche tecnico-tattiche somiglia non poco al nostro Antonio Di Natale, magari quello di qualche anno fa, meno goleador più fulcro del gioco della squadra. Il talento è palpabile ma bisogna capire se riuscirà a confermarlo in un campionato difficile e una categoria sicuramente superiore come la Serie A.








Pubblicato il 30/01/2012

venerdì 27 gennaio 2012

Mario Sampirisi


Nome: Mario Sampirisi
Data di nascita: 31 ottobre 1992, Caltagirone
Nazionalità: Italia
Altezza: 185cm
Piede preferito: n/d
Squadra: Genoa CFC - Serie A
Ruolo: Terzino sinistro, difensore centrale, mediano
Valore: 75.000€



Sono molti gli affari degli ultimi anni tra Milan e Genoa, molti di essi riguradano scambi di contropartite tra giovani promettenti del settore giovanile. Cosa avvenuta anche nel caso di Mario Sampirisi, giovane difensore del settore giovanile rossonero trasferitosi in Liguria a poche ore dal termine del mercato estivo del 2011.

Il giovane classe '92 nasce a Caltagirone, in provincia di Catania, ma si trasferisce ancora giovanissimo in Lombardia con la sua famiglia. Inizia a giocare nell'Us Aldini Bariviera, società nota a livello dilettantistico e affiliata proprio con il Milan, nella quale milita fino alla categoria allievi. In seguito entra a far parte dei Beretti Nazionali dei rossoneri per poi passare definitivamente nella Primavera. Dopo un inizio di stagione stentato acquista sempre di più la fiducia di Mister Stroppa che inizia a concedergli sempre più spazio nel finale della stagione, dove approda alle Final Eight per il titolo giocando anche nella sconfitta con la Roma. In questa stagione, la sua ultima con la Primavera del Milan, realizza 10 presenze in Campionato e arriva per lui anche la prima chiamata con l'Under 19. Come già detto si trasferisce al Genoa l'ultimo giorno di mercato, dopo aver fatto il ritiro prestagionale con la squadra di Allegri. In rossoblu viene inserito nuovamente in Primavera, dove gioca 8 partite con un gol all'attivo realizzato contro i pari età della Fiorentina, prima di entrare nell'orbita della Prima Squadra. Dopo diverse tribune e qualche panchina debutta da titolare nella sfida valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia contro l'Inter. Il Genoa esce da San Siro sconfitto ma la prestazione del giovane siciliano è molto incoraggiante, dopo un inizio difficoltoso aumenta il ritmo con il passare del tempo, come da lui dichiarato al termine della partita: "Prima della partita ero un po' teso ed emozionato. Diciamo un bel po'. Poi in campo mi sono sciolto. Ringrazio il mister e tutti i compagni per l’assistenza e gli incoraggimenti".
L'allenatore genoano, Pasquale Marino, è un tecnico che da fiducia ai giovani, come si è potuto notare a Catania e a Udine, e decide di riconfermare il ragazzo anche per la partita di Campionato giocata tre giorni dopo in casa del Palermo. Purtroppo in sicilia la squadra fatica ad ingranare e all'intervallo, in svantaggio, Sampirisi viene sostituito da Kucka. Sicuramente quanto di buono mostrato finora nelle giovanili e in seguito nella partita di Coppa non verrà eliminato da una brutta prestazione e Marino saprà ridare fiducia al difensore al momento opprotuno.

Sampirisi nasce centrocampista centrale, ruolo che ha ricoperto anche nell'Under 19 italiana, ma una volta arrivato al Milan viene dirottato terzino sinistro e in seguito al Genoa all'occorrenza anche difensore centrale. A conferma della sua duttilità, la caratteristica principale del giocatore, si può notare come nel caso della partita contro l'Inter abbia giocato da terzino destro. E' dotato inoltre di buon atletismo e resistenza, qualità preziose per un giocatore di fascia. Ha doti offensive naturali, spinge molto cercando i cross dal fondo, e cosa da non disprezzare assolutamente ha il vizio del gol. Si distingue bene anche in fase di copertura, anche se deve migliorare in fase di non possesso e sicuramente sulle situazioni di fuorigioco. Diverse volte contro il Palermo si è trovato fuori posizione con la linea difensiva.

All'epoca del Milan è arrivata la convocazione in Under 19 con la quale ha disputato 4 incontri realizzando un gol. Il 16 novembre 2011 ha debuttato con l'Under 20 di Luigi Di Biagio, con la quale finora conta 2 apparizioni.

Riguardo la risoluzione della comproprietà del ragazzo tra Genoa e Milan non ci sono notizie fino ad oggi. Il giocatore, dalla sue dichiarazioni, afferma di volersi consolidare in rossoblu e continuare a guadagnarsi la fiducia di Marino. Non è da escludere un possibile prestito in Serie B o magari in una squadra minore in Serie A la prossima stagione cosi da permettergli di giocare con più continuità per fare esperienza nel grande calcio.



In azione contro l'Inter








Pubblicato il 27/01/2012

mercoledì 25 gennaio 2012

L'insostenibile leggerezza dell'essere... Adriano



Questa è la storia di un imperatore e del suo regno, fatto di gloria e di esaltazione, ma al contempo di smarrimento e profonda solitudine...
Abbiamo aperto la rubrica come fosse un racconto di un grande condottiero, celebrato per la sua forza e per la sua capacità, idolatrato mentre svela la sua grandezza al cospetto di coloro ai quali la natura non ha donato tali capacità. Come spesso accade nella realtà, dietro un eroe che conduce una vita ai limiti del sogno, si nasconde un uomo schiavo dei suoi complessi, delle sue insicurezza e di un' infazia che l'ha visto vivere in situazioni difficili, nelle quali il confine tra bene e male si mescola pericolosamente. “L'insostenibile leggerezza dell'essere”, riprende l'omonimo romanzo di Milan Kundera (Adelphi, 1985) ma il soggetto di questa storia non è il Tomas o Franz, due dei quattro protagonisti del libro, ma Adriano Leite Riberiro, attaccante brasiliano che è stato Imperatore in campo e presto si è rivelato schiavo della bottiglia. Un uomo che vive senza possibilità di prova, né ripensamento, non riuscendo a sostenere una vita il cui peso lo opprime.

Adriano nasce a Rio de Janeiro il 17 febbraio 1982 e trascorre gran parte della sua infanzia a Vila Cruzeiro, favela di Rio, tra minorenni che si prostituiscono a cielo aperto, esecuzioni pubbliche e un giro di droga degno dei migliori cartelli colombiani. Inizia a muovere i primi passi nella squadretta del luogo fondata dal padre Adelmir, l' Hang Football Clube, senza per forza risultare il più bravo degli altri. Nel 1992 il padre rimane coinvolto in una sparatoria tra poliziotti e narcotrafficanti e si becca un colpo nella testa. L'uomo si salverà ma continuerà a vivere con una pallottola infilata nel cranio, impossibile da asportare chirurgicamente, combattendo per anni le forti emicranie con l'alcol. Il giovane Adriano rimane traumatizzato dell'accaduto, anche perché il padre è stato da sempre il suo modello e la sua guida, colui che l'ha protetto dal dolore della favela e che l'ha introdotto alle amicizie locali. Nel 1998 entra nel settore giovanile del Flamengo e dimostra di aver un discreto talento con i piedi, supportati da un fisico e da una potenza fuori dal comune. Con i Rubro-Negro conquista diverse convocazioni nelle selezioni giovanili, attirando su di sé le attenzioni dei club europei, e debutta nella massima serie brasiliana nella stagione 2000/2001 nella quale segna 7 reti in 19 presenze. Il talento dell'attaccante è sotto gli occhi di tutti ma non riscuote comunque grandissimo successo tanto che l'Inter se lo aggiudica, insieme ad un altro giovane, in un proficuo scambio con la meteora nerazzurra Vampeta.
L'avventura nerazzurra comincia nell'estate 2001, tra la curiosità generale, in quella fatidica amichevole estiva del Trofeo Bernabéu contro il Real Madrid.Entra nel secondo tempo e dopo due guizzi interessanti decide il match con una punizione a dieci minuti dal termine. La potenza del tiro è strabiliante e il giorno dopo i giornali titolano la nascita di una stella. Il ragazzo è comunque molto giovane, a 19 anni da poco compiuti non è facile imporsi nel campionato italiano.
Nel gennaio 2002 passa in prestito alla Fiorentina, ottimo girone di ritorno con 6 reti in 15 partite, e al termine della stagione viene ceduto frettolosamente al Parma in comproprietà. In Emilia inizia ad esprimere tutto il suo talento trascinando i gialloblu con 23 reti in 37 presenze in un anno e mezzo con la casacca gialloblu, fino al suo ritorno a Milano nel gennaio 2004. A Parma comincia però a rivelare qualche piccolo problema di comportamento e le frasi di Arrigo Sacchi nel 2003 (al tempo direttore sportivo dei ducali) risulteranno alquanto profetiche: “Adriano è un grande giocatore, quando vuole, il problema è che tira terribilmente male, da qualche mese”.

Il 3 agosto 2004, la morte di Aldemir Leite Ribeiro (dopo un malore improvviso nella sua casa a Rio), è l'inizio della parabola discendente di Adriano. L'Inter gli fa sentire tutto il suo affetto.Mancini e compagni lo aiutano e lo incoraggiano e il ragazzo sembra reagire alla grande sul campo. Adriano è un vero e proprio ariete d'attacco in quegli anni: un metro e ottantanove centimetri per ottantacinque chili di muscoli che scardinano le difese avversarie al minimo contatto, conditi da un mancino che spara proiettili nelle reti dei malcapitati portieri. Il successo, i soldi e la fama circondano il numero 10 della squadra di Moratti che in prima persona lo accudisce e rifiuta offerte faraoniche (si parlava di 80 milioni pronti dal Chelsea). Siamo al cospetto di un talento potenzialmente tra i più forti del mondo. La pressione e la bella vita sono però delle disgrazie per giovani fragili ed immaturi come il bomber verdeoro. Adriano si sente solo, non riesce a vivere serenamente perché in lui persiste la mancanza di qualcosa tuttora ancora difficile da decifrare: una guida come lo era stata nel bene e nel male il padre, l'affetto di amicizie sincere, la protezione di coloro che l'hanno visto crescere, la sua terra. Non è ancora dato a sapere.L'imperatore inizia a rifugiare le sue frustrazioni nell'alcol, nelle pessime amicizie e negli eccessi di feste e scorribande milanesi. Lo staff dell'Inter prova a sostenerlo: chiude un occhio quando il calciatore si allena male ed ingrassa, ne chiude due quando invece si presenta ancora ubriaco agli allenamenti e a nulla vale il prestito semestrale al San Paolo in Brasile per rigenerarsi tra le mura amiche. Dopo l'ennesimo ritorno all'ombra della madonnina regala una stagione disastrosa, oltre il limite di un qualsiasi professionista sportivo, annessi pettegolezzi e festini fuori dal campo. Rescinde infine il contratto con i nerazzurri (aprile 2009) che gli augurano di ritrovare la felicità e la serenità come uomo.

Per mesi si paventa l'ipotesi di un ritiro dal calcio giocato ma Adriano decide di riprovarci e tornato a Rio, firma un ricco e complesso contratto con il Flamengo, articolato da una serie di obblighi ma anche zeppo di bizzarre concessioni.Per lui il club carioca cambia luogo d'allenamento, dislocato più vicino alla sua abitazione di Vila Cruzeiro e si allena solo al pomeriggio per permettere al figliol prodigo di dormire la mattina. Gli viene inoltre concesso di saltare allenamenti, cosa che puntualmente avviene senza giusta causa. Vive di rendita sia nel rapporto con i compagni che in quello con i tifosi che nonostante tutto acquistano a migliaia la sua maglietta e accettano prestazioni penose, avvalorate da una sua condizione fisica a dir poco approssimativa. Adriano è grasso e trascina faticosamente la sua mole di oltre cento chili, boccheggiando nei rari scatti che si concede sia in allenamento che in partita. Ai compagni di squadra viene imposto il silenzio ma è evidente che una parte non accetta la situazione e l'altra la cerca di ridimensionare il tutto per rispetto e forse anche un po' per pietà, anche perché Adriano è un ragazzo generoso che tende a farsi voler bene nel rapporto con i compagni.
Intanto iniziano a girare le voci che vogliono Adriano intrattenere rapporti con la malavita del luogo e in particolare con Eneas Maluco, uno che ha letteralmente fatto a pezzi un giornalista infiltrato nel suo giro a colpi di katana nel 2002. Iniziano a girare foto di sacchetti di droga con stampata l'immagine del giocatore, storie sui regali che l'ex attaccante nerazzurro avrebbe fatto a numerosi criminali del suo quartiere che lo proteggono con ferocia da qualsiasi curioso pronto a proferire illazioni circa la sua vita extracalcistica. Vila Cruzeiro è ormai diventata “off limits” per tutti coloro che vogliano indagare sulla condizione del luogo, con una polizia incapace di gestire la situazione a meno di tragici bagni di sangue e costretta ad accordi con la malavita che concede qualche retata per criminali di basso profilo del quartiere. Adriano vive qui, nella sua prigione dorata, protetto da una comunità nella quale molti amici d'infanzia coincidono con narcotrafficanti ed assassini. Vive come un ragazzo comune che gira tranquillo in ciabatte ma in realtà è colui che più di tutti ha fatto fortuna e rappresenta una vera e propria calamita. L'Imperatore organizza party indecenti, tra prostitute, orge leggendarie (nelle quali si sostiene abbiano partecipato animali e nani), alcol e droga. E' ancora un calciatore e in quanto campione sa ancora come essere decisivo, infatti nonostante gli eccessi segna e conduce il Flamengo al vittoria del Brailerao (19 reti in 32 presenze) ma il tutto non fa che legittimare un comportamento autodistruttivo fuori dal terreno di gioco.

La stagione successiva ricomincia la sua parentesi italiana. Firma un triennale con la Roma ma è il lontano parente del corazziere visto in maglia Inter, sia per condizione fisica che mentale. In Italia è un'altra cosa e non ci si può permettere . Dopo appena 5 presenze (zero reti), molteplici infortuni e il ritiro della patente (ubriaco al volante in Brasile), rescinde con il club allora presieduto dai Sensi e torna in patria firmando per il Corinthias il 28 marzo 2011.
Nelle fila del Timao sembra di assistere ad un film già visto. Dopo appena 23 giorni si rompe il tendine d'Achille del piede sinistro ma nel bel mezzo della convalescenza va a ballare e per giunta senza il tutore al piede. Continua in seguito a saltare allenamenti, suscitando le ire di staff e tifosi, stufi di una condotta non professionale. A salvarlo è ancora una volta il suo talento che gli permette di segnare il goal decisivo nel due a uno contro l'Atletico Mineiro che vale il primato in classifica e successivamente risulterà determinante per la vittoria del campionato 2011. Tutto questo però non basta perché Adriano è sempre meno partecipe del gioco e il suo lento ma costante declino rischia di avere ripercussioni tragiche a breve termine. La versione 2012 dell'ex Imperatore è quella di uomo alla deriva, preda delle sue debolezze, senza rapporti stabili e completamente incapace di gestirsi. L'ultimo episodio lo vede complice di un gioco con un'amica che lo accusa di averle sparato ad una mano. Poco importa che l'attaccante si sia dichiarato innocente, il punto cruciale è che un uomo di quasi 30 anni dovrebbe iniziare ad abbandonare un certo tipo di vita. Molte delle persone che gli volevano bene l'hanno lasciato al loro destino, esasperate dall'inconsistenza delle sue promesse, e ora ci chiediamo quale sarà il limite ultimo delle sue bravate. Per molti la risposta è una sola e coincide con la fine di tutto.





La bomba all'esordio in Inter - Real Madrid. La traversa sta ancora tremando (agosto 2001).


Il mitico goal all'Udinese in Inter - Udinese 3 a 1 (17 0ttobre 2004)

lunedì 23 gennaio 2012

Lucas Ocampos


Nome: Lucas Ariel Ocampos
Data di nascita: 11 luglio 1994, Quilmes
Nazionalità: Argentina
Altezza: 187cm
Piede preferito: Destro
Squadra: CA River Plate - Primera B Nacional
Ruolo: Ala sinistra
Valore: 4.000.000€



Nonostante il River stia passando il periodo più buio della sua storia continua a mantenere la fama di essere una delle più grandi fucine di talenti di tutta l'Argentina. A causa della retrocessione e dei problemi economici sono partiti Lamela e Lanzini, ma questo ha favorito l'esplosione del giovanissimo Lucas Ocampos, titolare fisso a soli diciassette anni nella squadra di Matias Almeyda.

Il nome di Lucas Ocampos è salito alla ribalta durante il Campionato del Mondo Under 17, dove la selezione argentina non ha particolarmente brillato, ma il giovane del River pur non avendo segnato ha attirato le attenzioni degli addetti ai lavori e degli osservatori con grandi giocate e assist. L'avventura è terminata ai quarti di finale ma da allora sono arrivati sondaggi da tutte le principale squadre europee nella sede dei "Millonarios".
Il giovane esterno d'attacco approda nelle giovanili della storica società di Buenos Aires nel 2008, prelevato dal Quilmes, ed inizia a giocare come esterno di centrocampo. Viste le spiccate doti offensive viene avanzato nel tridente offensivo con Federico Andrada e Lucas Pugh, suoi compagni anche nella Selezione Under 17, dove inizia a dare spettacolo a suon di gol e giocate.
Con la retrocessione del club in Primera B e l'arrivo di Almeyda in panchina, Lucas viene promosso in prima squadra con l'idea di buttarlo nella mischia fin da subito. L'occasione di poter fare esperienza nel proprio club nella serie inferiore fa bene fin da subito al giocatore che gioca tutte le 18 partite fin qui disputate mettendo a referto 4 gol e 5 assist, dati che hanno portato il River a offrire al giocatore il rinnovo di contratto, anche per cautelarsi dal crescente interesse per il giocatore.
La prima società ad essersi mossa per l'attaccante è stata il Palermo che nel gennaio 2011 aveva opzionato il giocatore, come dichiarato dal DS dei rosanero Luca Cattani. La squadra siciliana aveva deciso di acquistare il giovane quando a causa della retrocessione la società del River ha deciso di avvalersi di un opzione di controriscatto per trattenerlo e cosi l'intero affare è saltato. Ad oggi non esiste l'intenzione di privarsi di Ocampos e la sua valutazione di mercato secondo "La Banda" è ben superiore ai dieci milioni.

Le qualità, soprattutto fisiche, del giovane esterno offensivo sono incredibili, tenendo conto anche della sua giovane età. Ben strutturato e possente (187cm) è comunque un giocatore rapido e veloce, difficile da controllare quando parte in progressione. E' un destro naturale, anche se calcia bene anche con il mancino, ed inoltre è un pericoloso colpitore di testa. Dotato di una tecnica ben al di sopra della media, può svariare su tutto il fronte offensivo, anche se per caratteristiche naturali preferisce disimpegnarsi sulla fascia sinistra accentrandosi poi per cercare la conclusione o il passaggio. La caratteristica per la quale viene cosi apprezzato da Almeyda è lo spirito di sacrificio. In fase di non possesso rientra sempre ad aiutare in fase difensiva, inoltre chi lo conosce bene lo definisce un ragazzo serio che si allena sempre con impegno e costanza, e con una grandissima voglia di vincere e sfondare nel calcio che conta.

Ad oggi Lucas ha vestito la maglia della Nazionale Under 15 con la quale non ha passato il girone eliminatorio del Campionato Sudamericano Sub15, e quella dell'Under17, dove oltre agli ottavi del Mondiale di categoria ha raggiunto un terzo posto nel Sudamericano Sub17 del 2011. Ad oggi ha siglato 3 gol in 8 presenze.

Come già accennato sono molte le squadre interessate a Ocampos, tra le ultime in ordine cronologico ci sono Inter, Napoli, Juventus e Chelsea, con i Blues intenzionati a ripetere l'affare Piazon. Il Presidente Passarella però è stato categorico: "Fino alla promozione non si parla di cessioni". Sicuramente in un futuro non troppo lontano Lucas sbarcherà in Europa, solo il tempo ci dirà quale squadra riuscirà a spuntarla.











Pubblicato il 23/01/2012

venerdì 20 gennaio 2012

Ricardo Rodriguez


Nome: Ricardo Rodriguez
Data di nascita: 25 agosto 1992, Zurigo
Nazionalità: Svizzera
Altezza: 1, 80 m
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Wolfsburg - Bundesliga tedesca
Ruolo: Terzino sinistro, esterno sinistro
Valore: 7.500.000 €



La Svizzera è un paese calcisticamente in ascesa, vero e proprio serbatoio di talenti in rampa di lancio come Shaqiri e Xhaka del Basilea o prospetti dal futuro radioso come Koch e Mehmedi dello Zurigo. Oggi vi parliamo di un altro promettente giocatore "made in Zurigo", recentemente acquistato dal Wolfsburg per la sessione invernale 2011 del mercato, ci riferiamo al terzino sinistro della nazionale elvetica Ricardo Rodriguez. Il tornante mancino è approdato in Bassa Sassonia dopo un corteggiamento lungo mesi che ha battuto una folta concorrenza volta ad accaparrarsi uno dei terzini più promettenti del panorama europeo.

Ricardo Rodriguez nasce a Zurigo ma come suggerisce il suo cognome ha origini spagnole. Nel 2001 entra a far parte delle giovanili dell' FC Schwamendingen, squadra di un distretto urbano di Zurigo e vi trascorrerà tre stagioni fino al passaggio nel 2004 alla blasonata squadra dell'FC Zurigo. Nella società del presidente Ancillo Canepa il giovane difensore muove i primi passi nel calcio giovanile che conta in Svizzera, trascorrendo 5 preziosi anni trovando la collocazione adatta in campo, quella di terzino sinistro di spinta, e crescendo repentinamente fino alla promozione in prima squadra nel 2009. L'esordio assoluto avviene il 21 marzo 2010 nella vittoria interna contro il Bellinzona (2-0) ed è la prima di 35 presenze totali in maglia bianco-azzurra, con 2 reti, fino al trasferimento al Wolfsburg nel gennaio 2011. La più grande soddisfazione della giovane carriera di Rodriguez però avviene con la Svizzera Under 17, composta da una moltitudine di talenti tra cui anche Xhaka e l'ex palermitano Kasami, nella quale ha conquistato il titolo mondiale di categoria nell'edizione 2009 ai danni dei padroni di casa della Nigeria (1-0).

Ricardo Rodriguez è un terzino sinistro molto rapido e dotato di ottima tecnica. Ha ottime doti sia in fase di spinta che in fase di costruzione della manovra e questo gli conferisce anche un certa duttilità in quanto può ricoprire con discreta efficacia anche il ruolo di centrale difensivo destro e sinistro. Il meglio di sé lo esprime sulla fascia mancina che copre con disinvoltura ma si dimostra ancora un po' acerbo quando viene puntato nell'uno contro uno da giocatori d'esperienza. Ha tutto per diventare un terzino fra i top in Europa e l'esperienza in Germania può essere perfetta per apprendere quei dettami tattici e sviluppare quell'atletismo fondamentali per i terzini delle grandi squadre.

Dopo la vincente parentesi nella Svizzera Under 17, ha collezionato 10 presenze e 4 reti nell'Under 18, 15 presenze e 5 reti nell'Unger 19 mentre il 7 ottobre 2010 ha fatto il suo esordio con la Svizzera nelle qualificazioni agli Europei in Polonia ed Ucraina del 2012 (sconfitta per 2-0 contro il Galles di Gareth Bale e Ramsey che hanno segnato le reti dell'incontro). Il Ct della Svizzera Ottmar Hitzfeld l'ha ormai inserito in pianta stabile nella rosa facendogli giocare altri 3 incontri fino ad ora.
Prima del trasferimento del ragazzo al Wolfsburg il Napoli aveva manifestato un grande interesse per lui ma nonostante il suo manifesto gradimento a spuntarla è stata la squadra di Felix Magath che potrà plasmare il giovane elvetico e renderlo un campione degno dei grandi palcoscenici. Siamo curiosi di vedere la sua crescita in Bundesliga.





mercoledì 18 gennaio 2012

Il Calcio Femminile




Da sempre il calcio femminile più che dal business o dalla fama e spinto dalla passione e dall'amore per questo sport. Molte volte in passato le varie organizzazioni sono state ostracizzate da una cultura prettamente maschilista, ma nonostante tutto con molti sforzi il calcio femminile è stato giustamente riconosciuto dalle massime organizzazioni mondiali di questo sport.

Tutto comincia a Londra il 23 marzo 1895, data della prima testimonianza del calcio femminile inteso chiaramente come calcio moderno, ovvero quello codificato in Inghilterra dal 1863, la partita vede contrapposte le giocatrici di Inghilterra del Nord e Inghilterra del Sud, terminata con un 7-1 per le prime. Bisogna però attendere il 1917 per avere una squadra organizzata, ma non riconosciuta, quando le operaie della Dick, Kerr and Co. Ltd fondano un team (le Dick, Kerr Ladies) per giocare partite di beneficenza contro altre formazioni femminili molto spesso improvvisate. La particolarità è che la squadra del gentil sesso indossa le divise, compresi i calzoncini per l'epoca molto audaci, della formazione maschile già esistente.
Nel 1919 in Francia viene organizzato un primo torneo Nazionale sotto l'egidia della Federation des Societes Feminines Sportives de France, vinto ad onor della cronaca dal Femina Sport di Parigi.
Il 29 aprile 1920 si ha la prima testimonianza ufficiale di una partita internazionale, avvenuta a Manchester, dove si sono affrontate le Dick, Kerr Ladies ed una rappresentativa francese. Dati di cronaca riportano un pubblico di ben venticinque mila spettatori. L'anno seguente in Inghilterra si contano la bellezza di centocinquanta squadre femminili.
Il 5 dicembre 1921 la Football Association (la storica federazione inglese) bandisce il calcio femminile e vieta a tutte le squadre di dare in concessione i propri campi di gioco. Cinque giorni dopo, spinti dall'accaduto, nasce la Ladies Football Association con ben sessanta squadre affiliate alla neonata federazione.
Nel febbraio del 1933 il calcio femminile sbarca in Italia: in via Stoppani 12 a Milano prende vita il Gruppo Femminile Calcistico, primo club organizzato dove le ragazze giocavano in gonna e sottana. Il Gruppo durò solo nove mesi, dove ci fu anche un servizio de "Il Calcio Illustrato" che promuoveva con un'intera pagina di foto delle giocatrici la manifestazione, quando intervenne il CONI che per evitare il diffondersi di tale attività impedì lo svolgersi di tornei e amichevoli dirottando le giocatrici verso sport quali l'atletica più consoni ad una donna.
Bisogna aspettare il 1946 per avere nuovamente squadre femminili, a Trieste nascono la Triestina e il San Giusto, che girano per tutta l'Italia promuovendo lo sport con partite amichevoli contro ragazze interessate al fine di far conoscere il gioco.
Nel 1950 a Napoli, con l'aiuto della Baronessa Angela Altini, nasce l'Associazione Italiana Calcio Femminile, oltre a diverse società quali Napoli, Roma, Lazio, Vomerese e Secondigliano.
Nel 1955 si formano delle federazioni anche in Olanda e nella Germania Ovest, ma come avvenuto precedentemente in Inghilterra le federazioni Nazionali maschili cercano di bloccarne la nascita intimando alle squadre di non permettere di usare i loro campi per le partite. L'anno seguente si affrontano due Selezioni Nazionali di questi due Paesi in un incontro amichevole davanti a diciotto mila spettatori.
Il 7 febbraio 1959 di fatto l'AICF (Associazione Italiana Calcio Femminile) di fatto cessa di esistere in seguito ad una partita tra Roma e Napoli finita in rissa.
Nel 1965 si sciolgono le storiche Dick, Kerr Ladies dopo ben 853 incontri in quasi conquant'anni. Nello stesso periodo in Italia viene giocato un incontro Bologna-Inter, anche se tutte le giocatrici in campo sono giovani ragazze milanesi. Intanto sulla nota rivista dell'epoca "Amica" viene realizzato un servizio per promuovere il calcio femminile e cercare nuove giocatrici, all'annuncio rispondono centinaia di ragazze e nascono cosi il Genova e le Giovani Viola di Firenze.
Nel 1968, in pieno periodo rivoluzionario per la condizione femminile, nascono la Federazione inglese, dopo un divieto che durava dal 1921, e la Federazione Italiana Calcio Femminile di cui il Genova si fregia del primo titolo. L'anno seguente viene organizzato un primo torneo Internazionale promosso dalla Federazione Italiana. Uno speciale quadrangolare con Italia, Francia, Inghilterra e Danimarca che perde la finale 3-1 proprio contro le azzurre.
Nel 1970 in Italia avviene una divisione tra FICF e la neonata Federazione Femminile Italiana Giuoco Calcio, o FFIGC, con la prima che disputa il campionato di massima divisione e la seconda la Serie B. Proprio la FICF organizza una prima Coppa del Mondo, dove possono giocare solo le sue tesserate, e l'Italia perde la finale contro la Danimarca. L'anno seguente si disputa nuovamente la Coppa del Mondo vinta nuovamente dalle giocatrici danesi.
L'esperimento ha tale successo che nascono anche delle competizioni continentali per Nazionali, dopo l'Europeo nel 1975 si gioca la prima Coppa d'Asia vinta dalla Nuova Zelanda.
Nel 1980 avviene la svolta storica nel nostro Paese: la FIGCF, successore della FFIGC, viene affiliata alla FIGC per un periodo di prova di quattro anni. Nasce l'Associazione Italiana Giocatrici di Calcio. Tre anni dopo la FIGCF verrà riconosciuta dal CONI, mentre bisognerà attendere il 1986 prima del riconoscimento da parte della FIGC che aggregherà la lega femminile alla Lega Nazionale Dilettanti.
Nel 1984 si gioca il primo Campionato Europeo ufficiale, ovvero riconosciuto dall'UEFA, dove trionfa la Nazionale svedese che si impone sulle inglesi ai calci di rigore.

Nel 1991 si gioca il primo Campionato del Mondo riconosciuto dalla FIFA, a vincere in territorio cinesi sono le giocatrici statunitensi che battono 2-1 in finale le norvegesi. La prima apparizione della Nazionale femminile a stelle e strisce è avvenuta a Jesolo nel 1985 in occasione del "Mundialido" vinto dall'Italia. Solo nel 1989 nasce a Seattle la Women's Soccer Foundation, la Federazione statunitense.
Dal 1991 si disputa ufficialmente il Campionato del Mondo con la classica cadenza quadriennale, vincitrice della seconda edizione fu la Norvegia che poi cedette nuovamente lo scettro alle statunitensi nel 1999. Da allora due vittorie consecutive della Selezione germanica e la vittoria della Nazionale giapponese nell'estate 2011.
Dal 1996 il calcio femminile entra a far parte anche delle discipline olimpiche, proprio in casa ad Atlanta furono le americane a conquistare il primo oro.
Nel 2000, nel nuovo statuto della FIGC, viene ufficialmente riconosciuto il calcio femminile e vengono poste le basi per un'autonomia all'interno della Federazione. Nel 2001 nasce la WUSA, il campionato professionistico americano, ad oggi considerato il miglior campionato del Mondo.

Per quanto riguarda il Campionato italiano bisogna dire che oggi è una Lega autonoma, con un proprio Presidente eletto nel 2009. Il Campionato di Serie A è dal 2004/2005 un torneo a 12 squadre in un girone all'italiana. Le ultime due classificate retrocedono in A2 mentre la vincitrice è automaticamente classificata alla UEFA Women's Champions League, competizione nata nel 2001/2002 dove si affrontano le vincitrici dei vari campionati Nazionali.
Esistono due leghe inferiori nazionali, la Serie A2 e la Serie B, oltre ad altri due campionati regionali e provinciali, C e D.

Ad oggi ormai il calcio femminile è riconosciuto ed affermato, basti pensare che in occasione della cerimonia del Pallone d'Oro FIFA viene premiata anche la miglior giocatrice. Ciò che ha dovuto affrontare questo sport e le varie federazioni e partecipanti va ben oltre il lato sportivo. Sono state abbattute molte barriere culturali e sociali, non per soldi, ma per passione.




Fonti: www.calciodonna.it


Pubblicato il 18/01/2012

domenica 15 gennaio 2012

Amidu Salifu


Nome: Amidu Salifu
Data di nascita: 20 settembre 1992
Nazionalità: Ghana
Altezza: 1, 80 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Fiorentina - Serie A italian
Ruolo: Centrocampista centrale, mediano davanti la difesa
Valore: 700.000 €

La storia di questo talento ghanese fa parte di quegli aneddoti che arricchiscono le particolarità degli operatori di mercato e delle strategie che si adottano durante la campagna acquisti. Salifu arriva dall'Africa a 16 anni, viene notato dal Vicenza che non può acquistarlo ufficialmente fino alla maggiore età, viene nascosto nella primavera veneta per due stagioni fino al tesseramento e debutta alla grande nella serie cadetta senza sfuggire all'occhio attento di Corvino che impiegherà solo qualche mese per metterci le mani. Questa è in sintesi la storia legata ad Amidu Salifu, roccioso centrocampista in ascesa della Fiorentina, una sicurezza del presente e del futuro viola su cui sta facendo sempre più affidamento Delio Rossi. Vediamo nel dettaglio il percorso di chi potrebbe rappresentare un investimento assolutamente azzeccato.

Nasce ad Accra, capitale del Ghana, da una famiglia numerosa con una sorella maggiore e altri tre fratelli più piccoli. Cresce nella gloriosa formazione locale degli Hearts of Oak, squadra che ha allevato una vecchia conoscenza del calcio italiano come Stephen Appiah, e viaggia con la squadra giovanile nei diversi tornei internazionali a cui è invitata. Nel 2008 raggiunge l'Italia, in particolare Montecchio Maggiore (VI) per partecipare al "Trofeo Romeo e Giulietta", riservato alla categoria allievi. Nel torneo vicentino la formazione ghanese desta una grandissima impressione anche perché infarcita di talenti che avrebbero presto firmato per le squadre di serie A: Boakye al Genoa e Acquah al Palermo. Salifu viene notato dal Vicenza che non potendo tesserarlo, il regolamento delle squadre di serie B infatti è piuttosto complesso e nel caso del piccolo Amidu non permetteva il tesseramento fino alla maggiore età, decide comunque di portalo nella città del Palladio, forte delle relazioni estasiate dei propri scout. La società veneta quindi lo nasconde in gran segreto nella formazione primavera nella quale il ragazzo si allena e non si espone agli occhi di altri osservatori. Dopo due stagioni di crescita costante il giovane ghanese viene finalmente tesserato e non ci metterà molto tempo a debuttare, 19 novembre 2010 in un Padova-Vicenza vinto per 2-1 dai padroni di casa, sotto la guida del fiducioso tecnico Maran. Cinque giorni dopo arriva anche il debutto con goal in Coppa Italia a Genova (Genoa- Vicenza 3-1) e la grande fiducia di tutto l'ambiente che gli garantirà altre 7 presenze in prima squadra con i bianco-rossi. Nel gennaio 2011 viene acquistato dalla Fiorentina che investe su di lui 2 milioni e mezzo di euro per la comproprietà. Con i viola Primavera allenati da Buso disputa 7 presenze in campionato, sfiora il titolo nazionale ma vince la Coppa Italia di categoria e il 23 aprile 2011 l'allora allenatore Mihajlovic gli regala il debutto in serie A nella vittoria esterna per 2-1 contro il Cagliari. La stagione seguente si apre con la conquista della Supercoppa Italia Primavera ai danni della Roma (3-2 il risultato finale) ma la fiducia del tecnico Mihajlovic viene limata dal brutto avvio di Montolivo e compagni. Con il cambio di allenatore si riaprono le porte della prima squadra e Salifu viene schierato nei 10 minuti finali della bella vittoria casalinga contro la Roma (3-0) e successivamente per quasi un tempo nella sconfitta esterna con l'Inter (2-0). La partita seguente invece lo vede titolare nel pareggio contro l'Atalanta (2-2) e dimostra come Delio Rossi abbia grande fiducia nelle qualità del ragazzo.

Amidu Salifu è un centrale di centrocampo moderno, forte fisicamente e dotato tecnicamente. Possiede un'ottimo senso dell'anticipo che deriva dal suo passato di difensore, ma si dimostra abile anche nel fraseggio in mezzo al campo e più che discreto in fase di impostazione. Deve acquisire più esperienza, fondamentale nel ruolo che ricopre, ma possiede un'ottima personalità. E' ancora un diamante grezzo ma fa parte di quella categoria di atleti che conservano un enorme potenziale che gli conferisce il frettoloso ma non così ingiustificato appellativo di "nuovo Essien".

L'esperienza di Salifu nelle nazionali giovanili africane è pressoché nulla. Fa parte del giro del Ghana Under 20 ma non ha ancora debuttato e su questo potrebbe influire il biennio di anonimato in gare ufficiali a cui è stato sottoposto nel recente passato in Veneto. Probabilmente le recenti ottime apparizioni in serie A gli varranno ben più che l'Under 20 del proprio paese ma il tutto è rimandato agli impegni successivi all'imminente Coppa d'Africa.
L'attenzione su Salifu è comunque raddoppiata dal suo esordio nella stagione corrente e le big del nostro campionato, unite a quelle inglesi, lo seguono con grande attenzione. Il futuro di questo ragazzo che studia Montolivo e ammira De Rossi sta tutto nella sua serietà e nella professionalità del tecnico Delio Rossi, maestro di calcio che recentemente ha saputo svezzare talenti del calibro di Pastore, Ilicic ed Hernandez a Palermo.




venerdì 13 gennaio 2012

John Guidetti


Nome: John Alberto Guidetti
Data di nascita: 15 aprile 1992, Stoccolma
Nazionalità: Svezia, con passaporto italiano
Altezza: 185cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Feyenoord - Eredivisie (in prestito dal Manchester City)
Ruolo: Attaccante
Valore: 4.000.000€



Da quando il talento di Zlatan Ibrahimovic è esploso la Svezia sta cercando un attaccante che in futuro sia in grado di supportarlo e poi prenderne il posto in Nazionale. Sono in molti a sostenere che quel ruolo potrebbe andare a John Guidetti, talento offensivo di proprietà del City di Mancini ma in prestito agli olandesi del Feyenoord. Il cognome della punta non può che tradire origini italiane, il nonno paterno infatti è un nostro connazionale emigrato in Svezia a metà del secolo scorso. Seppur il ragazzo ha dichiarato di ammirare la Nazionale azzurra ha sempre ribadito la sua volontà di vestire la maglia svedese.

John nasce a Stoccolma nel 1992 ma si trasferisce quando è ancora piccolo in Kenya, nella capitale Nairobi, a causa del lavoro del padre in una scuola svedese nel Paese africano. Inizia proprio qui ad innamorarsi del pallone, gioca nell'accademia Ligi Ndogo, uno dei centri più importanti del Paese, e definisce le partite con i ragazzi più grandi dello "Slum" come una delle esperienze formative più importanti della sua carriera. Nel 2007 torna in Svezia ed entra nel settore giovanile del Brommapojkarna, squadra della capitale che nella stagione 2008/09 si è affacciata per la prima volta nel massimo campionato svedese. Resta una sola stagione nel Brommapojkarna, giocando anche due partite nelle serie inferiori, prima di trasferirsi viste le diverse squadre interessate alla giovane punta: Inter, Juventus, Sampdoria, Lazio, Roma e Ajax Cape Town (l'omonima squadra del Campionato sudafricano) provano ad assicurarsi le prestazioni di Guidetti, ma alla fine la spunta il Manchester City che lo ingaggia nel 2008 con un contratto di tre anni.
Ai Citizens viene aggregato alla formazione Under 18 dove al primo anno segna 13 gol in 13 presenze, rivelando le sue doti di finalizzatore che gli valgono la convocazione nella squadra riserve dove al debutto realizza una tripletta al Burnley.
All'inizio della stagione 2010 per il Campionato svedese il Djurgårdens IF ha fatto di tutto per prendere il giocatore in prestito, ma la sua volontà era quella di tornare al Brommapojkarna. Accontentato dal City realizza in un mese 3 gol e 4 assist in 8 partite nella massima serie svedese. Durante l'estate 2010 il tecnico Roberto Mancini ha chiamato il giocatore nel ritiro pre-campionato e lo ha aggregato alla squadra nella Tournèe estiva negli Stati Uniti, dove fa il suo debutto con la prima squadra in un incontro con lo Sporting Lisbona. Poco tempo dopo, il 22 settembre, fa il suo debutto ufficiale nel match di League Cup contro il West Bromwich Albion dove partendo dal primo minuto realizza un assist nella sconfitta per 2-1. Il 25 novembre 2010 viene mandato in prestito al Burnley dove in 5 partite realizza una rete.
Verso la fine della stagione 2010/11 è al centro di un piccolo giallo di mercato: John sarebbe andato in scadenza di contratto con il City il 30 giugno. Il Twente interessato al giocatore invita lui e il padre a visitare il centro sportivo per iniziare a trattare un possibile trasferimento. Alcuni network olandesi e svedesi iniziarono a riportare la notizia del trasferimento al Twente del giocatore, quando il suo procuratore ,Per Jonsson, smentì il tutto. Dopo poco arrivò la dichiarazione del Twente che affermò di aver trattato con il giocatore e il padre mettendo in dubbio la posizione dell'agente. Nel frattempo la società olandese aveva dato mandato a uno studio legale svedese di redigere il contratto in modo di non incorrere in sanzioni avvalendosi della legge Bosman. Poco dopo la firma sul contratto preliminare il Presidente del Twente dichiarò: "Per noi il contratto è valido, aspettiamo John il primo luglio per iniziare gli allenamenti". Il 9 luglio però il Manchester City ha rilasciato delle fotografie della squadra nel tour prestagionale in Nord America dove compariva anche John, che rinnovò il suo contratto il 19 luglio per altre tre stagioni in Inghilterra. Di fatto l'affare col Twente saltò, il pre contratto non fu mai ritenuto valido.
L'ultimo giorno di mercato, il 31 agosto 2011, City e Feyenoord si accordarono per un prestito di un anno, cosi il giocatore si è trasferito in Olanda, seppur ai rivali del Twente. L'11 settembre, al debutto contro il NAC Breda, realizza la sua orima marcatura con un tiro dal dischetto. Ad oggi in 12 presenze ha realizzato 11 gol e 3 assist con una tripletta proprio al Twente che ha permesso al Feyenoord di vincere 3-2.

John è una punta fisica ma non statica, non si staziona in area di rigore aspettando il pallone ma varia su tutto il fronte d'attacco supportando i centrocampisti nella gestione. E' dotato di un ottimo dribbling e di un buon atletismo, inoltre sa leggere molto bene l'azione facendosi trovare al posto giusto. E' un destro naturale ma si sa disimpegnare bene anche col mancino con cui questa stagione ha realizzato due gol, inoltre è un vero specialista dei calci di rigore. Nelle gerarchie di Ronald Koeman è ormai la prima scelta, anche se l'esperto tecnico non vuole aggravare il giovane con troppe responsabilità. Caratterialmente viene definito come un leader, un uomo spogliatoio dalla forte personalità e in campo è un trascinatore, doti sicuramente poco comuni per un ragazzo di diciannove anni.

Fin dall'Under 17 è membro fisso delle varie nazionali giovanili svedesi. Proprio con l'Under 17 ha realizzato 11 presenze e 8 gol, 5 apparizioni e 5 marcature in Under 19, 2 apparizioni e 1 gol in Under 18 e dal 15 novembre 2011 è membro della Selezione Under 21 con la quale ha realizzato marcature in 10 presenze.

Sicuramente il ragazzo ha un ottimo potenziale e il prestito in Olanda gli può fare solo che bene. Gli unici dubbi riguardano il futuro una volta tornato a Manchester. Difficilmente avrà molto spazio a disposizione nel folto attacco dei Citizens e diverse stagioni in giro per l'Europa rischiano di bruciare un giovane che ha bisogno di un ambiente in cui sviluppare il suo gioco.








Pubblicato il 13/01/2011

mercoledì 11 gennaio 2012

RagazzE di talento 2

A grande richiesta torna la rubrica dedicata alle fidanzate e alle mogli dei calciatori. Visto il successo della prima edizione, RagazzE di Talento, non potevamo esimerci dal presentare altre splendide compagne le quali contribuiscono ad accudire i campioni che ci fanno divertire nel week-end. Come in passato non mancheranno le nostre brevi ed acute descrizioni...



Federica Nargi (fidanzata di Alessandro Matri)
Da bambina sognava di fare la ballerina o la psicologa. Ora "balla" e motiva Matri a fare sempre meglio... Una bella storia italiana!



Raffaella Fico (fidanzata di Mario Balotelli)
Ha messo all'asta un perizoma con scritto VERGINITA' per realizzare i suoi sogni. Poi ha preso lezioni di portoghese ma è stata bocciata dal suo insegnante. Si è iscritta in seguito ad un corso di inglese ma ha preso 5 in condotta perché ha fatto scoppiare la "Bomba Cavani" in classe ed ha incolpato il prof Mario che in realtà stava giocando a freccette. Bocciata.


Antonella Roccuzzo (fidanzata di Lionel Messi)
Dopo essere stata molestata in vacanza da un portoghese di un metro e 86 che le diceva: "dai...lascia il tuo fidanzato, sono io il migliore"... Ha deciso di chiudersi in casa a dedicarsi alla sua più grande passione: lucidare l'argenteria e programmare il classico viaggio annuale in Francia, a spese di France Football.


Tamara Gorro (fidanzata di Ezequiel Garay)
E' salita alla ribalta come protagonista del film: "Non ti serve la camiseta... per fare una vita Real". E' diventata una celebrità, idolo delle ragazzine, per il sequel: "Merengue per un giorno... Patatas per tutta la vita".


Oksana Andersson (moglie di Christian Wilhelmsson)
Da piccola scriveva tutti i libri che sono presenti sui mobili in vendita in una nota azienda svedese. Poi è cresciuta e non scrive più come un tempo.


Sarah Bradner (fidanzata di Bastian Schweinsteiger)
Ha vinto il premio: "Tedesca che più tedesca non si può". Si è messa con Schweistiger ma ha messo in chiaro che una volta sposati non prenderà mai l'intero cognome del marito ma solo Tiger. Per lei... "Fa figo !" (Si dovevavo sposare nel 2006 ma lui non se l'è sentita, delusioni nel lavoro. Stesso disorso nel 2010).


Melissa Satta (fidanzata di Kevin Price Boateng)
Le piace presentarsi allo stadio un giorno prima del derby di Milano e convincersi che possa essere il giorno giusto. Poi insiste via Twitter nell'esprimere dubbi che il derby sia effettivamente di domenica senza pensare che basterebbe aprire qualsiasi calendario delle partite e... leggere... Ecco la dimostrazione che per dipingere una parete grande... non ci vuole un pennello grande... TUTTI AL DERBY!


Lara Alvarez (fidanzata di Sergio Ramos)
Ha conosciuto il fidanzato ad una festa in maschera a tema sui personaggi della Disney. Lei era vestita da Biancaneve, lui da Pocahontas. Hanno superato una piccola crisi sfociata nel momento che Sergio, dopo mesi, le ha affermato di non sapere chi fosse Pocahontas e di non averlo mai visto. Ora sono felici e si dice che lui guardi sempre il cartone dopo un Classico.


Camila Morais (MOMENTANEA fidanzata di Marco Borriello)
Apparentemente nulla da dire... Ma non sapete che lei non tira l'acqua dopo essere stata in bagno. Marco sta seriamente pensando di cambiarla. Camila non preoccuparti, a casa mia (e a casa di tutti i lettori credo) puoi anche non aprire la finestra.


Abbey Clancy (moglie di Peter Crouch)
C'è chi sostiene si sia messa con il fidanzato solo per montargli in spalla durante i concerti. Ora che si sono sposati ci sono due teorie: Crouch fa le coccole come nessuno in Inghilterra oppure è proprio vero che il basket d'oltremanica ha giocatori sfigati. Sembra sia lei l'autrice del testo della canzone "Blue" degli Eifell 65.

lunedì 9 gennaio 2012

Paul Pogba


Nome: Paul Labile Pogba
Data di nascita: 15 marzo 1993, Lagny-sur-Marne
Nazionalità: Francia
Altezza: 186cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Manchester United Riserve - Premier League Riserve
Ruolo: Mediano, Centrocampista centrale
Valore: n/d



Proprio in questi giorni il giovane mediano francese è balzato agli onori della cronaca. Non per le sue prestazioni in campo o un debutto in Premier League che non è ancora arrivato, ma per la spinosa situazione sul rinnovo di contratto con i Red Devils e le voci mercato che parlano di un possibile approdo in Italia.

Paul nasce da una famiglia di origini guineane (dispone infatti del doppio passaporto) nella periferia parigina. Inizia a giocare a sei anni nell'Us Roissy-en-Brie, piccola società della zona in cui vive, per poi passare nel 2006 al Torcy, dove fin da subito gli viene affidata la fascia di capitano del team Under 13. Dopo solo una stagione viene ingaggiato dal Le Havre, nota società della Normandia, dove guida la selezione Under 16 fino alle fasi finali del Campionato Nazionale di categoria. Arrivarono secondi solo al Lens, piazzandosi davanti alle più rinomate Lione e Nancy. Proprio in questo periodo inizia ad attirare le prime attenzioni su di se, società come Arsenal, Liverpool e Juventus iniziano a fare sondaggi al Le Havre. Alla fine, nel 2009, la spunta il Manchester United che ingaggia il giovane nella sua Academy. Qui iniziano i guai: il Le Havre si ribella e presenta un esposto alla FIFA dove prova che il giocatore aveva già un accordo firmato con loro ed inoltre parla di sistemi illeciti usati dal Manchester che avrebbe offerto ai genitori anche una casa ed un assegno da 87.000 sterline, quando ad un minorenne non si possono fare offerte di questo tipo. La massima organizzazione del calcio mondiale inizia ad indagare ed intanto blocca il trasferimento di Pogba che resterà fermo sei mesi in attesa del giudizio definitivo. Entra nella querelle anche il Torcy, la precedente società del giovane centrocampista, che tramite il proprio sito internet afferma che lo stesso Le Havre avrebbe usato mezzi simili per acquistare il giocatore. La "English Football tapping up controversy" del 2009 entra nel vivo quando anche il Chelsea e un loro giovane, Gael Kakuta, vengono indagati per presunti illeciti. Il 7 ottobre del 2009 il Manchester United viene assolto dal tribunale della FIFA che dichiara di non aver rinvenuto legami contrattuali tra il giocatore ed il Le Havre e pertanto il giovane è libero di trasferirsi. La società transalpina decide di non fare ricorso e si accorda con lo United per il trasferimento, i termini dell'accordo sono confidenziali.
Il 10 ottobre il francese veste finalmente la maglia dei Red Devils nella sconfitta per 2-1 contro il Crewe Alexandra nella Premier Under 18, che concluderanno al primo posto nel girone ma con la sconfitta ai rigori contro l'Arsenal nelle semifinali dei Playoff. Al termine del campionato Paul conta 19 presenze e 7 gol. Nell'aprile 2010 guida la sua squadra alla riconferma del titolo nel Torneo Calcio Memorial Claudio Sassi a Sassuolo.
All'inizio della stagione 2010/2011 continua a giocare nella Academy, quando a novembre viene convocato dalla squadra riserve per fargli fare un ulteriore salto di qualità. Debutta nella vittoria per 3-1 contro il Bolton. Gioca tutta la stagione con la seconda squadra, eccetto quando guida la selezione Under18 nella FA Youth Cup (la versione giovanile della Coppa Nazionale). Il 10 gennaio segna proprio in questa competizione un gol, definito "da urlo", che gli vale i primi titoli sui giornali.
L'ottima stagione gli vale, insieme ad altri quattro membri delle giovanili, la convocazione da parte di Sir Alex Ferguson al quinto turno della Fa Cup contro il Crawley Town, gli viene assegnata la maglia numero 42 ma non entra in campo. Viene convocato nuovamente nella sfida del 22 febbraio contro il Wolverhampton, anche in questa occasione senza entrare in campo. In seguito viene aggregato nuovamente alla selezione giovanile per la Fa Youth Cup, dove conduce la squadra alla decima vittoria in questa competizione.
All'inizio della stagione 2011/2012 Sir Alex Ferguson dichiara: "Entro due anni il contratto di Pogba scadrà, e se vogliamo mantenerlo dobbiamo dargli l'ooportunità di mostrare il suo talento in Prima Squadra". Il giovane francese viene riconfermato nella squadra riserve anche per l'attuale stagione, dove finora ha disputato 10 partite segnando 2 gol e realizzando 4 assist. Il 19 settembre viene convocato in Prima Squadra per il match di League Cup contro il Leeds, e finalmente ha la possibilità di debuttare nel professionismo giocando l'intero secondo tempo. Viene riconfermato anche per la successiva sfida del 25 ottobre contro l'Aldershot Town dove gioca gli ultimi trenta minuti e nella partita sempre di League Cup persa il 30 novembre 2-1 contro il Crystal Palace. Il 2 novembre viene convocato per la sfida di Champions League casalinga contro l'Otelul Galati, entra all'undicesimo minuto a causa dell'infortunio occorso a Michael Owen giocando una buona partita.

Sono molti i giocatori a cui Pogba è stato accostato nella sua giovane carriera, ma il paragone più ricorrente è sicuramente quello con il connazionale Patrick Vieira. In effetti assomiglia all'ex-Juventus sotto diversi punti, primo su tutti l'aspetto fisico: altezza, corporatura longilinea e grandi capacità atletiche. Ma anche dal punto di vista tecnico ha alcune somiglianze, ad esempio il ruolo di mediano, le capacità di interditore di gioco e la grande quantità che mette in ogni partita. Eppure Pogba si distacca nettamente da Vieira dal punto di vista i costruttore di gioco. Il giovane dello United nasce come centrocampista centrale dalle spiccate doti offensive, poi vista la supremazia fisica è stato arretrato di qualche metro, ma le doti di costruttore di gioco gli sono rimaste. E' dotato di una buona tecnica personale, ha visione di gioco e un pericolosissimo tiro da lontano che gli permettono di essere una temibile arma offensiva. Inoltre tutti i suoi allenatori lo hanno definito un leader naturale, non a caso ha vestito la fascia di capitano nella maggior parte delle squadre in cui ha giocato. Proprio il suo carisma lo spinge a voler giocare ed avanzare di livello sempre più e questo sta alla base dei suoi problemi di rinnovo con i Red Devils.

Paul è sempre stato molto apprezzato anche dai vari selezionatori delle varie Nazionali giovanili francesi: ha indossato per 17 volte la maglia dell'Under 16 segnando un gol, 10 e 2 gol nell'Under 17 con un secondo posto all'Europeo di categoria del 2010, 6 apparizioni e una marcatura in Under 18 ed altre 5 in Under 19 di cui fa tutt'oggi parte.

Il caso Pogba rischia di diventare una delle questioni di mercato della prossima estate, il Manchester non ha assolutamente intenzione di perdere il giocatore e pare abbia un'opzione per trattenerlo ancora un anno. Le intenzioni del giovane sono quelle di cambiare aria e in quest'ottica ha dato mandato della sua procura a Mino Raiola. Sono molte le squadre interessate a lui: Arsenal e Manchester City in Inghilterra e Milan e Inter in Italia. Proprio le due milanesi, stando alla stampa britannica, sarebbero in pole position per il giocatore, con l'Inter in vantaggio visto che Raiola è stato avvistato ad Appiano Gentile pochi giorni fa per parlare proprio del suo giovane assistito. Sicuramente la questione sarà spinosa e bisognerà attendere quest'estate con tutta probabilità per capire il futuro del giocatore.










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