domenica 30 settembre 2012

IL PERSONAGGIO: TRAP


Uno degli allenatori più amati di sempre nel calcio italiano è sicuramente il Trap. Giovanni Luciano Giuseppe Trapattoni nasce a Cusano Milanino (MI), il 17 marzo 1939. Come calciatore è stato una colonna portante del Milan degli anni ’60 e ha aiutato la squadra a vincere diversi trofei tra cui due scudetti e due Champions League. Normalmente giocava come centrocampista difensivo, o meglio mediano, ma è stato impiegato anche diverse volte come difensore centrale e terzino. In una partita della nazionale del 1963 pare che Trapattoni fosse stato l’unico giocatore in grado di fermare Pelè, addirittura fino al punto di farlo sostituire. Nel 2000 lo stesso Pelè affermò che in realtà a fargli chiedere la sostituzione fu un mal di pancia ma ciò non toglie che durante quella partita Trapattoni fosse stato grande. Il Trap, uomo di grande eleganza, ancora prima delle dichiarazioni del brasiliano aveva affermato che Pelè era un vero marziano e che in quella partita avesse giocato male poiché stanco e mezzo infortunato.
Da allenatore ha avuto una carriera florida, allenando le tre squadre più importanti d’Italia e anche la nazionale azzurra. A livello di club è il tecnico con più vittorie, avendo conquistato dieci titoli nazionali in quattro paesi diversi e, con la Juventus, tutte le competizioni UEFA per club. Detiene oltretutto un record molto difficile da superare: infatti è l’unico allenatore insieme a Jose Mourinho e a Ernst Happel ad aver vinto almeno un campionato nazionale in quattro paesi diversi (nello specifico in Italia, Germania, Austria e Portogallo). La sua carriera di commissario tecnico comincia al Milan, subentrando a Cesare Maldini verso la fine della stagione 1973-1974. Alla corte rossonera però non riesce a ripetere le vittorie avute da giocatore e nella stagione 1976-1977 viene assunto dalla Juventus. Questo è stato il suo periodo migliore visto le numerose vittorie conseguite: 6 scudetti, 2 Coppe Italia, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa UEFA, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Mundialito Club. Dopo le notevoli conquiste in ambito italiano ed europeo decide di andare ad allenare l’Inter, con la quale vince un campionato (quella è l'Inter dei record con 58 punti su 68 disponibili con le vittorie a 2 punti), una Supercoppa italiana e una Coppa UEFA. Successivamente ritorna alla Juventus, nella stagione 1991-1992 ma non risulta un’esperienza splendida quanto la prima: infatti le vittorie tardano ad arrivare e la "sola" vittoria della Coppa UEFA non riesce a placare gli animi di un ambiente che avrebbe voluto di più dal tecnico milanese. Nel 1994 arriva alla guida del Bayern Monaco con la quale vince un campionato tedesco, una Coppa di Lega e una Coppa di Germania. Famosissima la sua conferenza stampa, del 10 marzo 1998 nella quale accusa, in un tedesco pittoresco, tre calciatori di mettere poco impegno. Dal 1998 al 2000 si siede sulla panchina della Fiorentina con la quale riesce a conquistare un grandioso terzo posto, qualificando così l’anno successivo la squadra per la UEFA Champions League. Poi inizia il periodo forse più sfortunato per il Trap: arriva a guidare la nazionale italiana ma sotto la sua direzione la squadra esce in malo modo sia nel Campionato del Mondo che nell' Europeo. Nel 2002 la squadra esce contro la Corea del Sud dopo una contestatissima partita diretta dall’arbitro Byron Moreno mentre nel 2004 l’Italia non passa il girone e viene eliminata, siamo al famoso "biscotto" di Svezia e Danimarca all'ultima gara che grazie al pareggio 2-2 eliminano gli azzurri vincenti sulla Bulgaria . Il Trap fu molto contestato non solo per le scarse prestazioni degli azzurri ma anche per le esclusioni di Roberto Baggio nel 2002 e di Gilardino nel 2004. La Nazionale italiana sotto la sua gestione ha giocato complessivamente 44 partite, vincendone 25, pareggiandone 12 e perdendone 7. Nel 2004 arriva sulla panchina del Benfica dove riesce a vincere il campionato al primo anno. L’anno dopo firma per lo Stoccarda ma viene poi esonerato a febbraio; si siederà poi sulla panchina del Salisburgo dove riuscirà a vincere il campionato anche in terra austriaca. Dal 2008 è alla guida della nazionale Irlandese con la quale non è riuscito a conquistare grandi risultati ma ha sempre espresso un ottimo calcio. Impeccabile dal punto di vista umano, ha sempre lavorato con grande umiltà e ha sempre usato un atteggiamento severo nei confronti dei giocatori ma non per questo è stato etichettato come un tecnico "mangia" giocatori. Anzi i suoi calciatori lo hanno sempre descritto come una vera guida, un punto di riferimento sia per quanto accadeva nel rettangolo di gioco che per quello che succedeva al di fuori. Le sue conferenze stampa saranno ricordate per sempre.





venerdì 28 settembre 2012

Concluso il sondaggio: "Qual'è il miglior '91 in circolazione?"...Eden Hazard


Si è concluso il sondaggio che chiedeva a voi lettori di ProssimiCampioni di indicare quale sia il milgior talento classe '91 in circolazione. Una piccola analisi sia per potenziale sia per quanto effettivamente sia determinante il giovane in questione. La vittoria è andata al talento belga Eden Hazard, neo acquisto dei Campioni d'Europa in carica del Chelsea che pagano una cifra astronomica per averlo in rosa.
Avevamo già trattato tempo fa l'estrosa ala (qui potete leggere la scheda di ProssimiCampioni redatta il 3 luglio 2010) ai tempi in cui si stava imponendo nel campionato francese, fino ad arrivare alla vittoria finale con il Lille.
Oggi lo attende la difficile sfida di confermarsi in uno dei campionati più difficili al mondo, quello inglese, ma soprattutto deve rendere conto dei quaranta milioni di euro spesi per lui dal patron dei Blues Roman Abramovich. In questo avvio di campionato, però, Eden ha già convinto tutti gli scettici del suo talento, cercando di imporsi anche come leader e provando a prendere in mano la squadra nei momenti chiave. Purtroppo per lui e per i suoi compagni sono arrivate due brutte sconfitte nelle due più importanti partite di questo avvio, cioè la Community Shield contro il Manchester City, ma soprattutto la pesante sconfitta in Supercoppa Europea contro l'Atletico Madrid di Falcao. In queste due partite Eden non ha brillato, come tutta la squadra d'altronde, e i suoi detrattori hanno usato le due prestazioni come esempio della follia commessa dal Chelsea a spendere tutti questi soldi per lui. Il numero 17 si è però riscattato nelle prime 5 giornate di Premier League dove ha messo a segno 1 gol e ha realizzato la bellezza di 6 assist conducendo squadra e compagni al primo posto con quattro vittorie e un pareggio. La stagione è ancora molto lunga e sono attese anche le più importanti sfide di Champions, ma i tifosi del Chelsea hanno già un nuovo beniamino in squadra con cui sperare di poter tornare sulle vette più alte d'Europa.

Ecco le percentuali del sondaggio concluso:

1) Eden Hazard (62%)
2) Thiago Alcantara (14%)
3) Mattia Destro (10%)
4) Oscar (7%)
5) Xherdan Shaqiri (4%)
6) James Rodriguez (2%)

Si piazzano alle spalle del belga il centrocampista blaugrana Thiago Alcantara e il neo romanista Mattia Destro. Per Thiago, nato qui in Italia, di passaporto brasiliano ma spagnolo per scelta non c'è molto da aggiungere se non che si sta ritagliando con calma e pazienza il suo ruolo nella regia del Barcelona imparando quanto più possibile dai due mostri sacri che ha davanti: Xavi e Iniesta. Per lui si prospetta un futuro roseo, da protagonista assoluto anche con la maglia della Spagna.
Al terzo posto si piazza il nostrano Mattia Destro, appena acquistato dalla Roma di Zeman dopo un campionato da protagonista a Siena. Nonostante abbia saltato gli Europei per poco si sta iniziando anche ad imporre nella Nazionale maggiore seguendo la linea verde intrapresa da Cesare Prandelli. Tutti si aspettano molto da lui questa stagione visto l'arrivo in panchina del tecnico boemo e del suo calcio offensivo.

Nel prossimo sondaggio ProssimiCampioni vi chiede quale sia l'allenatore italiano emergente che vi ha più impressionato sia nel gioco che nei risultati.
Le scelte sono ricadute su:

-Andrea Stramaccioni (Inter)
-Vincenzo Montella (Fiorentina)
-Fulvio Pea (Padova)
-Giovanni Stroppa (Pescara)
-Michele Serena (Spezia)
-Rolando Maran (Catania)

Havard Nielsen

Nome: Havard Kallevik Nielsen
Data di nascita: 15 luglio 1993, Oslo
Nazionalità: Norvegia
Altezza: 187cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Red Bull Salisburgo - Bundesliga austriaca
Ruolo: Ala sinistra - destra, punta centrale
Valore: 2.000.000€



Da sempre la scuola nordica produce solidi giocatori abili in ogni zona del campo. Sono molte le conferme che arrivano da grandi campioni che hanno calcato i campi del nostro campionato, o anche buoni giocatori che si sono fatti conoscere in provincia. Negli ultimi anni le varie Selezioni scandinave stanno ben figurando nei vari tornei grazie al loro gioco offensivo e pratico, e sono molte le società che si stanno muovendo per cercare di accaparrarsi i migliori prospetti. Il giovane di oggi non è mai stato accostato a qualche club italiano, il che è un peccato, ma sicuramente se dovesse imporsi in Austria non tarderà ad arrivare l'interesse di grandi società.


Havard nasce ad Oslo, capitale della Norvegia, ed inizia a giocare a calcio nella piccola società dell'Oppsal. All'età di quattordici anni effettua un provino per entrare nel Valerenga, una delle più famose, se non la più famosa, squadre della capitale. Diventa subito titolare in ogni formazione giochi grazie al suo possente fisico e al notevole bagaglio tecnico. In poco tempo diventa il trascinatore della squadra e viene notato dai Commissari Tecnici delle varie Nazionali giovanili norvegesi che lo convocano immediatamente. Durante la stagione 2009 (in Norvegia come in quasi tutti i Paesi del nord il campionato si gioca da marzo a novembre) visto l'enorme impatto che sta avendo con la formazione giovanile viene premiato con una convocazione in prima squadra che diventa il suo debutto nel mondo del professionismo il 5 ottobre 2009 contro il Viking, diventando così il più giovane giocatore ad aver mai giocato con la maglia della sua squadra. La stagione seguente torna a giocare con la formazione giovanile, ma sul finire del campionato di massima serie viene nuovamente convocato e gli viene concessa un'altra opportunità di misurarsi con il meglio del calcio norvegese. Nella stagione 2011 viene definitivamente promosso in prima squadra realizzando tutta la preparazione precampionato con i suoi nuovi compagni. Inaspettatamente parte titolare alla prima partita della nuova stagione e dopo circa trenta minuti di gioco trova il suo primo gol da professionista. Per tutto il resto della stagione vedrà il campo con molta continuità, arrivando a saltare una sola partita in tutta la stagione. Chiude il primo anno nella massima serie norvegese con un bottino di 28 presenze, 3 gol e 2 assist, con un minutaggio medio di poco superiore ai sessanta minuti a partita. L'inizio della stagione 2012 è quello della consacrazione definitiva nel campionato del suo Paese. Riparte ancora da titolare, saltando solo pochi minuti di gioco a partita, ed ormai è a tutti gli effetti un pilastro della squadra e realizza 6 gol e 1 assist nelle prime 16 partite di campionato ed arriva anche a giocare in Europa fino al terzo turno di Europa League. Proprio all'apice della stagione arriva l'offerta da parte dei Red Bull Salisburgo per l'acquisto a titolo definitivo del promettente attaccante. La società accetta i 2.8 milioni offerti ed il giovane si trasferisce in Austria per continuare la sua crescita. Poco dopo il suo arrivo è già in campo nella Bundesliga austriaca giocando i minuti finali della seconda giornata. La partita successiva parte titolare in casa contro il Rapid Vienna ma incappa in una brutta prestazione collettiva e in una sconfitta. Si riscatta la giornata successiva dove realizza una fantastica tripletta nel pirotecnico 4-4 in casa dell'Admira Wacker. Ad oggi è titolare fisso della formazione austriaca e conta 7 presenze, 3 gol e 1 assist.

L'attaccante norvegese ha molti qualità che gli potrebbero permettere di sfondare nel grande calcio. Grazie ai suoi 187 centimetri e all'ottima facilità di corsa è un giocatore molto temibile dal lato fisico. Ma sono gli aspetti tecnici la parte migliore di lui. Un destro naturale che calcia con molta facilità anche di mancino, dotato di un senso della posizione, soprattutto negli inserimenti, che lo rende molto temibile soprattutto se unito alla freddezza sotto porta di cui dispone. In poche parole è un attaccante completo che potrebbe fare la differenza anche ai livelli più alti. Preferisce giocare da ala sinistra, ma può svariare sull'altra fascia con naturalezza o giocare al centro dell'attacco in caso di bisogno. La cosa di cui ha maggior bisogno è esperienza nel grande calcio e nei palcoscenici europei, soprattutto a livello di club visto che con le Nazionali giovanili norvegesi vanta molte presenze.

Visto il suo impatto con le giovanili del Valerenga prima, e con la prima squadra in seguito, Havard ha sempre avuto un grande seguito nelle Selezioni giovanili del suo Paese, a cominciare dall'Under 15 dove realizza 4 presenze per poi passare all'Under 16 dove segna 7 gol in 10 partite. Nel 2010 arriva la chiamata dell'Under 17 con 8 apparizioni e 2 marcature prima di passare lo stesso anno all'Under 18 dove realizza 3 gol in 15 incontri. Nel 2011 viene convocato in Under 19, diventandone in seguito anche capitano, grazie alle 15 presenze e ai 4 gol realizzati. Oggi Havard fa parte della formazione Under 21 ed ha preso parte e 3 incontri validi per le qualificazioni ai prossimi Campionati Europei di categoria.

Il suo nome non è molto noto al pubblico italiano, ma questo è proprio il tipo di giocatore che nel nostro campionato potrebbe trovare la consacrazione definitiva. Purtroppo per noi si parla di un futuro in Germania per il talento norvegese, con diverse squadre di Bundesliga che avrebbero già messo gli occhi su di lui. Finora l'affare l'ha fatto il Salisburgo che per meno di tre milioni si è portato a casa un gioiellino che farà molto bene in campionato e che sarà rivenduto come minimo al triplo ad un futuro acquirente.







giovedì 27 settembre 2012

FIFA 13 o PES 13 ?

Riparte il campionato e quindi torna il dilemma pre-autunnale che ogni anno accompagna la vita di tutti i video-giocatori appassionati di calcio: scegliere tra il videogame FIFA dell'Electronic Arts o PES della Konami.
Anche quest'anno, come sempre, il pubblico si divide, ma se nella prima decade degli anni 2000 i giapponesi avevano soppiantato FIFA, dalla versione 2009 l'Electronic Arts è riuscita a riprendersi la fetta di maggioranza del mercato, complici gli spostamenti di molti programmatori da una parte all'altra, fino alla consacrazione assoluta degli ultimi due titoli FIFA 11 e FIFA 12. Quest'anno, dopo aver curato ai minimi dettagli la strategia mediatica durante tutta l'estate, i due titoli principi della simulazione calcistica hanno presentato le loro demo e occupato le pagine on-line dei più importanti siti specializzati che hanno testato entrambi i prodotti e pubblicato i primi verdetti.
ProssimiCampioni vi fornisce una rapida scheda di confronto tra i due giochi che non vuole andare ad analizzare punto per punto le peculiarità tecniche dei titoli ma cercare di evidenziare quei caratteri fondamentali che ogni appassionato vorrebbe gli fossero offerti. Le caratteristiche vengono descritte dopo aver testato ampiamente le due demo e si concludono con alcune anticipazioni tratte dal sito Games.it

FISICA e ANIMAZIONE

Per quanto riguarda la "fisica" FIFA 13 non ha fatto altro che migliorare ulteriormente l'ottimo prodotto della passata edizione. Ora il contatto tra giocatori e quello con il pallone è ancora più realistico ed arricchito dal fatto che sono state moltiplicate le varianti a seconda della posizione del corpo, di come viene colpito il pallone, dalle condizioni della partita. L'interazione tra giocatori determina molto più concretamente i movimenti con e senza palla e il controllo della sfera e il tiro sono curati davvero nei minimi dettagli. In questo senso PES 2013 ha fatto grandi passi avanti rispetto alle lacune del titolo 2012, la gamma delle possibilità di contatto sono state ampliate ma permangono sostanziali dubbi sul realismo di determinate giocate, principalmente nei colpi di testa e nei tiri, ancora troppo "meccanici".
Il gameplay di FIFA 13 è stato perfezionato sfruttando la grande qualità raggiunta nell'ultimo biennio mentre PES 13 ha dovuto fare passi più concreti nella gestione della palla a 360 ° che nella passata edizione era approssimativa.
I movimenti di FIFA 13 sono fluidi e convincenti mentre PES 13 continua a proporre animazioni troppo statiche, giocatori che si muovono un po' a scatti e un pallone che rotola troppo pesantemente sul campo.


FIRST TOUCH CONTROL e il DYNAMIC FIRST TOUCH

FIFA 13 con il first touch control garantisce imprevedibilità al gioco, infatti ogni giocatore in base alle proprie caratteristiche riuscirà o meno a stoppare la palla dopo un lancio e un passaggio permettendo anche di eludere, anche qual'ora lo stop non fosse preciso, l'intervento dell'avversario. Il dynamic first touch di PES 13 è invece una mossa di abilità che permette al giocatore di andare via all'avversario con il primo tocco, è più una mossa aggiuntiva facente parte del gameplay.


INTELLIGENZA ARTIFICIALE e GRAFICA

In FIFA 13 è stato migliorata l'intelligenza del portiere e i compagni di squadra risultano essere più aggressivi e propositivi. La fase di gioco "corale" è splendida anche se permane la superiorità dell'inserimento degli attaccanti nei cross nei confronti dei difensori. In PES 13 la fase difensiva è molto realistica mentre la fase offensiva è molto più confusa.


MODALITA' MANAGERIALE e ONLINE

In FIFA 13 la modalità manageriale è stata arricchita con nuovi obbiettivi da conseguire, la possibilità di inserire calciatori nelle trattative, la propensione maggiore e minore degli atleti a "sposare o meno" un progetto (difficile vedere Buffon che chiude la carriera al Siena o Messi che si trasferisce al Real). Sostanzialmente sono state apportate migliorie alla versione passata. In PES 13 la Master League è sempre appassionante con le licenze Libertadores e Champions League che completano una modalità offline probabilmente superiore a FIFA.
Quest'ultima invece ha puntato molto sull'online e si può dire che con l'espansione Ultimate Team, ampiamente apprezzata nei due titoli precedenti, ha fatto centro (stesso dicasi per la PRO club). I valori dei giocatori verranno aggiornato settimanalmente e verrà proposto anche il migliore match della settimana in versione virtuale. PES 13 latita ancora in questa fase potendo contare quasi esclusivamente su una Master League online con poche opzioni.


GRAFICHE e LICENZE

FIFA 13 pecca un pò nei volti in quanto solo un discreto numero sono stati realizzati minuziosamente mentre gli altri sono stati realizzati un po' approssimativamente. Nel complesso la grafica è ottima ma da l'impressione che si sarebbe potuto fare di più. PES 13 è leggermente più curato nel dettaglio e maggiormente attento alle proporzioni fisiche dei giocatori oltre a proporre presentazioni delle partite quasi epiche (in questo senso FIFA scarseggia di qualità). In merito alle licenze, FIFA conserva come sempre tutti i campionati principali e i minori più significativi (quest'anno si aggiunge il Campionato arabo, un all-stars Adidas e dell'MLS). PES 13 è ancora profondamente limitato con pochissimi campionati disponibili (difficile poter accettare di non avere la Premier ). PES ha in più la Champions e la Libertadores ma certo difficile che possa bastare.



CONCLUSIONI 

Siamo convinti che FIFA 13 abbia giustamente mantenuto quelle peculiarità che l'hanno riportato al top delle vendite negli ultimi anni. Le migliorie sono evidenti e la qualità del gameplay è la più elevata mai realizzata finora con possibilità on-line molto interessanti. Peccato perché con qualche piccolo sforzo in più si sarebbe potuto offrire un prodotto indimenticabile (magari aggiungendo il campionato argentino e perfezionando ulteriormente la modalità carriera). PES 13 è migliorato tantissimo e finalmente riesce a rialzarsi dopo le batoste delle ultime due edizioni ma mantiene lacune a nostro avviso incolmabili per questa edizione. La grafica è ottima e probabilmente più curata rispetto al prodotto dell'Electronic Arts ma le licenze limitate e la mancanza di fluidità del gioco sono delle pecche gravissime.  

FIFA 13 voto: 9,5
PES 13 voto 8


martedì 25 settembre 2012

Risultati 4°Giornata Campionato Primavera


4 Giornata – Risultati GIRONE A

Cagliari - Fiorentina 1 a 1
Marcatori: Pusceddu 21’ (C) Zohore 62’ (F)
Empoli – Novara 4 a 3
Marcatori: Tempesti 4’ (E), Frugoli 6’ (E), Panzeri 10’ (N), Tempesti 36’ (E), Bellino 48’ (N),
Sorrentino 59’ (N), Menichetti 88’ (E)
Genoa – Sampdoria 1 a 0
Marcatori:
Grosseto – Juventus 0 a 0
Marcatori:
Pro Vercelli – Parma 2 a 0
Marcatori: Paz 14’ (PV), Paz 44’ (PV)
Siena – Livorno 1 a 1
Marcatori: Biasci 56’ (L), Rossetti 63’ (S)
Torino – Spezia 5 a 1
Marcatori: Aramu 28’ (T), Izzillo 53’ (S), Cibrario 57’ (T), Diop 67’ (T), Aramu 80’ (T), Diop
87’ (T)

Scappa in classifica il Genoa che vince il derby della lanterna e si porta da sola a 12 punti
in classifica. Partita dalle grandi emozioni ad Empoli dove la padrona di casa si porta sul
due a zero, ma il Novara non si fa intimorire e nel secondo tempo pareggia e si porta sul 3
a 3 ma allo scadere Menichetti subentrato nella ripresa rimette le cose a posto e sigla il 4
a 3 finale. Toro a valanga sullo Spezia con le rispettive doppiette di Aramu e Diop. Prima
vittoria invece per la Pro Vercelli che vince 2 a 0 contro un Parma che non riesce ancora a
mettere a segno nessun punto in classifica chiudendo a quota 4 le sconfitte in campionato.

CLASSIFICA:


Girone APuntiGiocateVNP
Genoa124400
Empoli94301
Torino84220
Cagliari74211
Fiorentina74211
Juventus74211
Spezia64202
Novara44112
Sampdoria44112
Siena44112
Grosseto44112
Livorno44112
Pro Vercelli34103
Parma04004


Top 3 - Marcatori del Girone:
- Ahmed Said (Genoa) 4
- Michele Chelo (Cagliari) 3
- Abou Diop (Torino) 3





4 Giornata – Risultati GIRONE B

Milan – Varese 3 a 2
Marcatori:
Sassuolo – Inter 1 a 3
Marcatori: Berselli 26’ (S), Zaro 45’-57’ (I), Forte 91’ (I)
Atalanta – Modena 3 a 0
Marcatori:
Brescia – Padova 2 a 0
Marcatori:
Cesena – Cittadella 2 a 3
Marcatori:
Chievo – Bologna 0 a 3
Marcatori:
Udinese - Verona
Marcatori:

Vince a fatica il Milan di mister Dolcetti che soffre molto un ottimo Varese che dopo esser
stato in svantaggio per due reti, rimonta sui rossoneri ma nel finale sigla il 3 a 2 e porta
a casa tre punti importanti per la classifica. Vittoria facile per l’Inter che chiude con un
bel 3 a 1 la partita di Sassuolo; ottime le prestazione di Zaro e del romano Francesco
Forte. Grandi prestazioni di Bologna e Atalanta le quali rifilano un netto 3 a 0 alle rispettive
squadre Chievo e Modena; i bergamaschi ora sono soli al secondo posto in classifica
dietro all’Inter di mister Bernazzani.

CLASSIFICA:

Girone BPuntiGiocateVNP
Inter124400
Atalanta94301
Bologna74211
Chievo Verona64202
Sassuolo64202
Varese64202
Cittadella64202
Milan64202
Modena64202
Brescia44111
Padova44111
Hellas Verona44111
Cesena34103
Udinese24022


Top 3 - Marcatori di Girone:
- Guido Gomez (Sassuolo) 3 reti
- Francesco Forte (Inter) 3 reti
- Fabio Alba (Verona) 2 reti



4 Giornata – GIRONE C

Ascoli – Crotone 3 a 2
Marcatori: Gragnoli 33’ (A), Coluccio 55’ (C), Cosentino 87’ (C), Giovannini 92’ (A), Caruso
94 (A)
Ternana – Catania 0 a 2
Marcatori:
Bari – Lanciano 2 a 2
Marcatori:
Juve Stabia – Lazio 1 a 1
Marcatori:
Palermo – Reggina 3 a 1
Marcatori:
Pescara – Napoli 3 a 1
Marcatori:
Roma – Vicenza 2 a 2
Marcatori: Vendrametto 31’ (V), Bruno 41’ (V), Pagliarini 47’ (R), Ferrante 75’ (R)

Si ferma il Napoli del baby Insigne che perde a Pescara per 3 a 1 e lascia la testa della
classifica a favore di una Lazio che pareggia con la Juve Stabia e adesso è sola davanti a
tutti. Partita che ha dell’incredibile invece ad Ascoli dove il Crotone all’87 si porta sull’ 1 a
2 ma prima Giovannini al 92’ e poi Caruso al 94’ ribaltano il risultato a favore dei padroni
di casa riuscendo ad imporsi per 3 a 2. Prima vittoria per il Catania che dopo tre pareggi
porta a casa i primi tre punti della stagione a Terni. Roma che fatica in casa e si riprende
solo nel finale; dopo essere andata in svantaggio per 2 a 0 riporta il risultato in pareggio
senza però mordere nei minuti finale.

CLASSIFICA:

Girone CPuntiGiocateVNP
Lazio104310
Napoli94301
Juve Stabia84220
Roma74211
Palermo74211
Catania64130
Pescara64202
Reggina64202
Bari54121
Ascoli44112
Crotone34103
Ternana34103
Vicenza24022
Virtus Lanciano14013


Top 3 - Marcatori del Girone:
- Roberto Insigne (Napoli) 4 reti
- Antonio Rozzi (Lazio) 4 reti
- Ambrogio Sorriso (Juve Stabia) 3 reti

NOTA: A breve verranno aggiornati i marcatori delle partite.

ProssimiCampioni vi da appuntamento con la quinta giornata che si giocherà il 29
Settembre.





lunedì 24 settembre 2012

Tonny Trindade de Vilhena

Nome: Tonny Emilio Trindade de Vilhena
Data di nascita: 3 gennaio 1995, Maassluis
Nazionalità: Olanda
Altezza: 175cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Feyenoord Rotterdam - Eredivisie
Ruolo: Trequartista, esterno sinistro
Valore: 350.000€



La storica tradizione olandese dei giocatori offensivi, e particolarmente dei centrocampisti, non la scopriamo negli ultimi anni. Da sempre la scuola Oranje crea giocatori estremamente tecnici, pronti fin da subito alla mischia delle grandi competizioni. Nella massima serie dei Paese Bassi non è raro infatti vedere giocatori under 18 titolari, o ad esempio il trequartista della scheda di oggi: classe '95 con già diverse presenze all'attivo.

Tonny nasce a Maassluis, un piccolo sobborgo nella periferia di Rotterdam, ed inizia a giocare nella squadra locale: il VDL-Maassluis all'età di otto anni. Dopo un solo anno nella piccola società entra a far parte dello storico, e florido, settore giovanile del Feyenoord, la squadra più rinomata e blasonata della sua città. Qui gioca per le varie squadre giovanili, assimilando a pieno lo stile olandese nell'allenamento dei giovani. Tanto lavoro di tecnica personale e di meccanismi di squadra legati più alla posizione in campo e ai movimenti offensivi che ai tatticismi, soprattutto in fase di ripiego. Molto spesso gioca con ragazzi più grandi di lui in modo da abituarsi presto alle sfide fisiche del vero calcio. Nonostante il fisico "leggero" riesce a farsi notare sia dalle altre squadre che dai commissari tecnici delle Nazionali giovanili olandesi. Arriva così la chiamata da parte dell'Under 17 oranje per alcune partite amichevoli e per l'Europeo di categoria del 2011 giocato in Serbia. Parte nell'undici titolare fin dalla prima partita del girone vinta contro la Germania, ed è fondamentale nella seconda grazie al gol vittoria contro la Romania. A qualificazione ottenuta resta a riposo per la terza partita del girone per presentarsi al meglio nella semifinale contro l'Inghilterra. Qui Tonny mette in mostra tutto il meglio del suo repertorio ed aiuta i suoi a conquistare la meritata finale contro la Germania. Nell'ultima partita del torneo Tonny è l'assoluto protagonista e mattatore della vittoria finale dei suoi per 5-2 grazie ad una splendida doppietta e a due assist. Chiude il torneo da capocannoniere insieme ad altri quattro giocatori. Un mese dopo è nuovamente protagonista con la sua Nazionale in un altro palcoscenico importante: il Mondiale under 17. In quest'occasione però i giovani olandesi non riescono a riprodurre il fantastico gioco dell'Europeo e non riescono a passare il tutt'altro che irresistibile girone eliminatorio. All'inizio della stagione 2011/2012 è ancora aggregato alla formazione giovanile, quando a gennaio arriva la convocazione per la prima squadra dopo un periodo di allenamento con i giocatori professionisti. il 22 gennaio 2012 ha la possibilità di debuttare nel calcio professionistico giocando i dieci minuti finali nella partita persa in casa del VVV-Venlo. Dopo altre due panchine è nuovamente in campo nella sfida contro il Psv dove ha la possibilità di giocare per venti minuti. Alla terza presenza gioca la sua prima partita da titolare restando in campo per tutti i novanta minuti nella trasferta contro il Twente. Chiuderà la sua stagione di debutto con la prima squadra con 6 presenze all'attivo. Al termine dell'Eredivisie è nuovamente impegnato con la Nazionale Under 17 al Campionato Europeo giocato in Slovenia. Parte titolare nelle prime due partite del girone e salta la terza per riposarsi, proprio come l'anno precedente. Risulta decisivo nella semifinale contro la Georgia, dove realizza un assist, ma purtroppo per gli olandesi non riescono ad imporsi in finale, nuovamente contro la Germania, arrendendosi però solo ai calci di rigore.
Durante l'ultimo precampionato si è allenato con la prima squadra, e la volontà dell'allenatore è di dargli nuove occasioni questa stagione. Finora ha giocato una sola partita in Eredivisie, oltre ad un'altra presenze nel preliminare di Champions contro la Dinamo Kiev. Sicuramente entro fine stagione riuscirà a ritagliarsi ulteriore spazio.

Il giovane classe '95 è il tipico trequartista scuola olandese. Dotato di una tecnica personale eccezionale, grazie ai vari allenamenti, dispone di un ottimo senso della posizione e di una grande visione di gioco. Sa farsi trovare pronto al momento della conclusione ma deve migliorare nei tiri da fuori area per essere più incisivo. Atleticamente è un giocatore formato, nonostante la giovanissima età, ha buona corsa e resistenza, inoltre regge bene agli impatti con giocatori più grossi di lui. Nel Feyenoord gioca esclusivamente in posizione di trequartista nel classico 4-2-3-1, mentre in Nazionale Under 17, ed in seguito Under 19, gioca prevalentemente in posizione di ala sinistra, con la libertà di accentrarsi invece di attaccare gli spazi. Un prospetto sicuramente molto interessante visti gli ampi margini di crescita e la notevole esperienza nonostante non abbia ancora raggiunto la maggiore età.

Tonny è stato a lungo tempo un pilastro fondamentale della Selezione Under 17 con la quale vanta 20 presenze e 8 gol, oltre alla vittoria dell'Europeo nel 2011. Oggi fa parte della formazione Under 19 con la quale ha debuttato il 7 settembre 2012 con la Grecia. Fino ad oggi ha quell'unica presenza all'attivo.

Sicuramente in futuro sentiremo parlare di questo precoce trequartista che sta velocemente bruciando le tappe. La grande maturità tattica e le sue doti naturali gli stanno facendo raggiungere rapidamente le più alte vette del pallone. Sono molte le squadre interessate a lui, con in testa l'immancabile Arsenal, ma il Feyenoord non ha nessuna intenzione di privarsi rapidamente, e ad un prezzo basso, del suo giovane gioiello.




venerdì 21 settembre 2012

Nick Powell

Nome: Nicholas Edward Powell
Data di nascita: 23 marzo 1994, Crewe
Nazionalità: Inghilterra
Altezza: 1, 83 m
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Machester United - Premier League
Ruolo: Trequartista, centrocampista centrale
Valore: 3.000.000 €




Alex Ferguson ha sempre saputo lavorare con i giovani e nella sua carriera nei Red Devils ha coltivato centrocampisti che hanno scritto la storia degli ultimi vent'anni di questo glorioso club. Quando il tecnico scozzese punta tutto su un giovane, questi difficilmente fallisce ed è quello che potrebbe succedere con il ragazzo che vi presentiamo oggi, l'astro nascente Nick Powell, trequartista che in estate è stato strappato a tutte le altre big dal Crewe Alexandra.

Nicholas Edward Powell nasce a Crewe, nella contea del Cheshire (nel nord-ovest dell'Inghilterra). Cresce nelle giovanili del Crewe Alexandra, società riconosciuta come una delle più attive e capaci del panorama giovanile inglese, una sorta di Atalanta d'Inghilterra che ha prodotto molti ottimi giocatori tra i quali Danny Murphy e soprattutto l'ex Juve, Sampdoria e Arsenal David Platt (ora assistente allenatore di Mancini al City). A Crewe si distingue nelle varie formazioni giovanili, nel ruolo di attaccante, fino alla promozione in prima squadra nella stagione 2012/2011. In questa stagione non vede mai il campo ma si allena con i compagni più grandi e gioca con le riserve. Nel corso degli allenamenti avviene il passaggio di ruolo dall'attacco alla trequarti prima, ed al centrocampista centrale in seguito. Nella nuova posizione il giocatore ha maggior fortuna e riesce ad esprimere al meglio le sue capacità. Debutta da titolare nella prima del campionato di League 2 all'inizio della stagione 2011/2012, ed è nuovamente titolare nella successiva sfida valida per la League Cup. Nel nuovo ruolo comincia ad essere un elemento molto importante per i meccanismi di gioco della squadra ed il suo minutaggio subisce una crescita inarrestabile. Al termine della stagione, la prima vera importante per il giovane inglese, porterà a casa il notevole bottino di 43 presenze condite da 15 gol e 8 assist, oltre ad una media prossima agli ottanta minuti giocati per incontro.
Durante l'estate parte l'immancabile asta per il giocatore da parte di tutte le Big d'Inghilterra, e come già detto, è il Manchester United di Sir Alex Ferguson che si assicura le prestazioni di Nick ad un prezzo di circa 7 milioni e mezzo di euro. Il centrocampista si unisce subito alla prima squadra, ed a sorpresa viene convocato per la panchina per la terza giornata di Premier League. Una settimana dopo arriva il debutto nella massima serie quando gli vengono concessi i venti minuti finali nelle sfida casalinga contro il Wigan, e dove il giocatore ha la possibilità di firmare il gol del 4-0 finale segnando così la sua prima marcatura al debutto all'Old Trafford.

Nick è principalmente un centrocampista offensivo, molto abile negli inserimenti, con il vizietto del gol. Dispone di un tiro potente e preciso con entrambi i piedi e ciò lo rende un'arma temibile dalla media-lunga distanza. Il cambio di ruolo gli ha sicuramente fatto bene, adesso è più libero nella posizione se gioca dietro le punte ed inoltre la sua tecnica è molto più utile alla squadra in fase di costruzione. Non è un giocatore molto rapido ma ha dalla sua un fisico forte e robusto e un notevole senso della posizione che gli permette di farsi trovare al posto giusto e smarcato. Gli inserimenti e la tempistica sono le sue principali armi offensive, e la maggior parte dei gol segnati con il Crewe ne sono la testimonianza. Lo United si è assicurato un giocatore molto temibile per il futuro, e sicuramente a Manchester sapranno trattare la sua crescita nel migliore dei modi.

Il promettente trequartista ha avuto modo di avvicinarsi alle Selezioni giovanili inglesi già durante la sua militanza nel Crewe, che come già detto è uno dei più floridi vivai britannici. Debutta nel 2009 con la formazione Under 16 dove realizza 1 gol in 7 presenze. Dal 2010 passa all'Under 17 con la quale realizza 3 presenze e 1 gol al Campionato Europeo di categoria e 5 presenze e 2 assist nei Mondiali del 2011 in Messico. In totale ha totalizzato 17 presenze e 5 gol con questa maglia. In seguito gioca una sola partita con l'Under 18 prima di passare all'Under 19 dove finora conta 1 presenza e 1 gol.

A Manchester sono in molti a credere nelle qualità del ragazzo, e questo giustifica la grande spesa fatta per il suo acquisto. Ferguson sa far crescere le qualità naturali dei centrocampisti a sua disposizione, e sicuramente Powell crescerà molto nello United. Addetti ai lavori hanno già pronosticato per lui una splendida carriera in Nazionale e in Premier League, cose sicuramente alla sua portata, ma il lavoro ed i sacrifici come sempre sono molti.








giovedì 20 settembre 2012

Next Generation Series: Primi Risultati

Ecco i risultati delle prime giornate della Next Generation Series, scattata ufficialmente il 15 agosto 2012 (per vedere i gironi di quest'anno clicca qui). Ricordiamo che la manifestazione ha un calendario particolare in quanto accompagna gli impegni delle squadre nei rispettivi campionati nazionali. Fatica una discreta Juventus al debutto contro il Fenerbache (3-3) il 29 agosto mentre si riscatta alla grande nella seconda partita di ieri contro il Paris Saint Germain (2-0). Debutto ieri anche per i campioni in carica dell'Inter che hanno giocato con superiorità nei confronti del Liverpool, mai realmente in partita fino agli ultimi minuti, complice un calo dei nerazzurri dopo che i Reds avevano accorciato con una punizione capolavoro (3-2 il risultato finale per gli uomini di Bernazzani). Ecco i risultati completi:


(15 agosto 2012)
Aston Villa 1 - 3 Sporting Clube de Portugal
Barcelona 1 - 1 Anderlecht
PFC CSKA 2 - 1 Molde

(22 agosto 2012)
Wolfsburg 2 - 3 Tottenham Hotspur

(28 agosto 2012)
Athletic Club 4 - 0 Olympiacos
Chelsea 1 - 2 PFC CSKA

(29 agosto 2012)
Juventus 3 - 3 Fenerbahce
marcatori: Padovan 27' (Juv), Simsek 38' (Fen), Padovan 50' (Juv), Simsek 75' (Fen), Sahat 85' (Fen), Lanini 94' (Juv).

Arsenal 3 - 0 Marseille
PSV Eindhoven 1 - 0 Aston Villa



(30 agosto 2012)
Manchester City 0 - 2 Paris St. Germain

(6 settembre 2012)
Celtic 1 - 2 Sporting Clube de Portugal

(12 settembre 2012)
Anderlecht 1 - 2 Wolfsburg
Marseille 2 - 1 Athletic Club
Olympiacos 2 - 0 Arsenal

(13 settembre 2012)
Manchester City 3 - 1 Fenerbahce
Molde 0 - 1 PFC CSKA
Tottenham Hotspur 0 - 2 Barcelona

(19 settembre 2012)
Aston Villa 2 - 1 Celtic
Molde 0 - 5 Ajax

Juventus 2 - 0 Paris St. Germain
marcatori: Ruggiero 57' e Bonatini 91' (Juv).

Inter 3 - 2 Liverpool
marcatori: Forte 16' (Int), Adorjan rig.33' (Liv), Belloni 40' (Int), Garritano 80' (Int), Adorjan 89' (Liv).



Devono ancora debuttare Borussia Dortmund e Rosenborg. Vi abbiamo informato attraverso Twitter dell'accordo tra la Next Gen e l'emittente Eurosport per trasmettere alcune partite in diretta. Per tutti gli appassionati annunciamo che il 26 settembre 2012 verrà trasmessa Inter - Borussia Dortmund alle ore 19. Il 31 ottobre 2012 invece sarà la volta della Juventus in casa contro il Manchester City. Vi terremo comunque aggiornati costantemente con i risultati di tutte le partite della competizione.

Continuate a seguirci !

mercoledì 19 settembre 2012

La tecnologia nel calcio

In questi ultimi anni sul tavolo di discussione ci sono state molte proposte da parte di Presidenti di società calcistiche, organi istituzionali o da semplici appassionati di calcio per l’introduzione di tecnologie o migliorie che possano aiutare a rendere il nostro sport ancora più avvincente e corretto.
Al momento la tecnologia che più appassiona e divide le opinioni pubbliche riguarda i sensori di porta e il grande problema dei goal “fantasma”. In Italia la scorsa stagione, il “non goal” di Muntari nella partita tra Milan e Juventus ha tenuto banco un campionato intero e tutt’ora ha lasciato una ferita aperta tra le due società. Anche nei restanti campionati come la Premier League
o addirittura in una partita dei Mondiali 2010 in Sudafrica, il “goal fantasma” la fece da padrone; il goal non convalidato a Lampard in Germania – Inghilterra sul punteggio di 2 a 1 ha alimentato le
polemiche nei confronti dell'errore di arbitro ed assistenti come se questi non fossero uomini ma macchine ai quali non è concesso nessun errore. Ora il calcio “elettronico”, dopo anni di polemiche, ha intrapreso una nuova strada, quella dell’innovazione; siamo nel 2012 e le nuove tecnologie potrebbero realmente darci una mano a calmare le acque agitate dalle diatribe che negli anni si susseguono e dare un’impronta più reale ed equilibrata ai nostri campionati.
Nell’ultimo periodo infatti, dopo gli Europei in Ucraina, la FIFA ha preso un’importante decisione e cioè quella di aprire le porte alle nuove tecnologie e per la precisione alla moviola dell’ hawk-eye e ai sensori sulle porte con il microchip. Purtroppo, come detto in precedenza, molti risultati di partite importanti in Italia sono stati “falsati” a causa di errori arbitrali o sviste da parte dei guardialinee, quindi da quest’anno l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) ha deciso di inserire gli arbitri di porta durante le partite di Campionato per cercare di aiutare i direttori di gara nelle decisioni e comunque mettersi alla pari con la media del calcio europeo. Andiamo a vedere da vicino però le tecnologie che sono al vaglio, partendo dai sensori di porta e dal microchip passando per l’hawk-eye fino alla classica “moviola”.

Sensori di porta e microchip

L’idea è tutta italiana e consiste nell’inserire dei sensori all’interno nella porta da calcio i quali
lavorerebbero assieme ad un microchip inserito nel pallone. Ogni qual volta che il pallone supera
la linea di porta i sensori e il microchip andrebbero ad interagire assieme inviando all’arbitro
tramite un apposito bracciale, un segnale per indicare se il pallone sia entrato o no. La struttura è
molto dettagliata e anche il patron dell’Udinese Gianpaolo Pozzo aveva al tempo proposto questa
tecnologia provandola insieme a degli addetti FIFA ancora nel 2011. Inizialmente questo sistema
era stato bocciato dalla FIFA. Ora grazie anche agli studi Italiani del Cern di Bari è stato aperto
un contenzioso sulle valutazioni fatte dalla FIFA e tutt’ora la nostra tecnologia assieme all’Hawk-
Eye sono le sole ad esser state prese in considerazione per la scelta riguardo al goal fantasma. Un
pizzico di soddisfazione sicuramente tutta italiana.

Hawk-Eye
Questa tecnologia è già presente in altri sport come nel tennis e nel cricket e la prima apparizione
infatti avvenne proprio nel 2001 in una partita di cricket tra Inghilterra e Pakistan.
L’Hawk-eye o semplicemente occhio di falco consiste nel calcolare la traiettoria della palla tramite
l’aiuto di una serie di telecamere posizionate su vari angoli del campo con altrettante inquadrature
le quali trasmettono ad un computer i fotogrammi catturati calcolando quindi se la palla è entrata
nello specchio di porta o no. Il computer riprodurrebbe la traiettoria che la palla andrebbe a fare.

Queste sono le due tecnlologie “scelte” da parte dell’International Board (IFAB) che è l’organo di
modifica e decisione sul regolamento calcistico le quali verranno intromesse in futuro nel calcio riguardo al problema del goal fantasma.
Sicuramente è un grande passo in avanti per il nostro calcio ma siamo sicuri che queste tecnologie
non possano togliere a questo sport il suo fascino che dal 1800 porta con sé?

Anche la “moviola” in campo tanto richiesta tra i salotti sportivi Italiani è al vaglio nelle istituzioni
calcistiche europee ma al momento non vi sono sviluppi e per il momento dobbiamo pazientare
ancora ma possiamo renderci soddisfatti per il grande traguardo raggiunto con il “goal fantasma”.
Un’annotazione va fatta per differenziare le tipologie di aiuto poichè la moviola, è una sequenza di
fermo-immagini del campo e viene utilizzata sia per i goal fantasma ma anche per i falli non visti
dagli arbitri e da altre piccole scorrettezze commesse durante le partite mentre i sensori e l’occhio
di falco riguardano esclusivamente il “goal fantasma” e utilizzano una tecnologia differente; nello
specifico la moviola si differenzia dall’occhio di falco in quanto quest’ultimo come già detto ricrea
la traiettoria del pallone in base ai fotogrammi che vengono calcolati a differenza della moviola che
sono semplici fermi-immagini.

Annotiamo anche una miglioria che in Italia potremmo vedere a breve ma non fa parte delle
tecnologie “elettroniche”. La FIFA ha già dato il via libera per l’utilizzo; stiamo parlando della
bomboletta spray da far usare agli arbitri per segnalare la linea esatta della barriera sulla quale i
giocatori dovranno fare riferimento.
Già usata da molto tempo in Sud-America potremmo finalmente vederla anche in Italia tra non
molto. Gli arbitri verrebbero dotati di questa piccola bomboletta la quale emette una vernice
colorata non nociva per marcare sul campo la linea da tenere tra la barriera e il giocatore che calcia
la punizione. Una volta spruzzata, la vernice svanirebbe dopo appena un minuto proprio per non
influire sull’andamento della partita.

lunedì 17 settembre 2012

Daniel Carvajal

Nome: Daniel Carvajal
Data di nascita: 11 gennaio 1992, Leganés
Nazionalità: Spagna
Altezza: 1, 71 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Bayer Leverkusen - Bundesliga
Ruolo: Terzino destro
Valore: 6.000.000 €




Come spesso accade, i prodotti del settore giovanile del Real Madrid non riescono a trovare spazio tra le fila madridiste, in completa controtendenza rispetto agli acerrimi rivali del Barcellona. Della rosa a disposizione di Mourinho per la stagione 2012/2013, gli unici giovani provenienti dalla cantera delle merengues sono: Casillas (l'unico titolare), il suo vice Antonio Adan, il difensore Nacho Fernandez (inutilizzato) e l'attaccante Alvaro Morata (13 minuti nella sconfitta per 2-1 contro il Getafe). Per trovare maggiore fortuna è necessario trasferirsi o andare in prestito, è il caso di Callejon (tornato alla base dopo essere stato ricomprato dall'Espanyol), Pablo Sarabia (ora in prestito al Getafe) e soprattutto del profilo che vi presentiamo oggi, Daniel Carvajal, terzino destro del Bayer Leverkusen.

Daniel Carvajal Ramos nasce a Leganés, nella comunità autonoma di Madrid, e muove i primi passi in un piccolo club della sua città, l'ADCR Lemans. Nel 2002 entra nel settore giovanile del Real Madrid nel quale comincia la sua crescita professionale che lo porta al debutto nella formazione riserve, il Real Madrid Castilla nella stagione 2010/2011 (nella Segunda Division B, paragonabile alla nostra Lega Pro). Alla prima stagione tra i professionisti riesce fin da subito ad imporsi nel ruolo di titolare della fascia difensiva destra e conquista anche le prime convocazioni con la Spagna Under 19. La stagione 2011/2012 lo vede disputare una grande annata culminata dalla promozione in Segunda Division, la nostra serie B, e dalle convocazioni in pianta stabile nella selezione Under 19 spagnola (12 presenze totali, 2 reti e la conquista del Campionato europeo Under 19 nel 2011 con la vittoria per 3-2 in finale contro la Repubblica Ceca). Le ottime prestazioni non gli valgono la riconferma nel Real di Mourinho alla fine dell'ultima stagione e il ragazzo decide di accettare le avances del Bayer Leverkusen che lo seguiva da diverso tempo. La società di Florentino Perez decide di cederlo a titolo definitivo per 5 milioni di € ma con la possibilità di contro-riscatto a salire fino al 2015 (contro-riscatto fissato a 6,5 milioni per la prossima stagione, 7 milioni fra due annate e 8, 5 milioni di € se le merengues lo rivogliono nel 2015). Sbarcato in Bundesliga il giovane terzino ha all'attivo due buone presenze in questo inizio stagione con le "aspirine" di Leverkusen.

Daniel Carvajal è un terzino destro molto solido e in possesso di buone doti tecniche per il ruolo. E' un difensore attento e con un'ottima scelta di tempo ma non disdegna la spinta sulla fascia da buon giocatore iberico. Possiede un buon calcio di destro anche se deve migliorare nei cross e nella marcatura a palla inattiva, in questo senso il campionato tedesco potrà solo fargli bene. Avrebbe potuto benissimo svolgere il ruolo di vice Arbeloa, non irresistibile quest'anno, con la possibilità di ritagliarsi uno spazio in prima squadra anche se Mourinho pare abbia scelto diversamente.

Il futuro del terzino spagnolo è nelle sue mani, in Germania ha la possibilità di giocare in una buona squadra e in un campionato che concede molto spazio ai giovani. Assieme a Martin Montoya del Barcellona (classe 91 già di grande esperienza) e all'ancora inespresso Hugo Mallo del Celta Vigo (altro 91 di grandissimo potenziale) rappresenta il futuro della fascia destra della Spagna. Vedremo se il Real sarà costretto nuovamente a ricomprare un proprio giovane.



sabato 15 settembre 2012

Il personaggio: Pierluigi Collina

Questa settimana vogliamo proporvi un personaggio carismatico che ha avuto grande successo nel mondo del calcio pur non essendo un calciatore: si tratta dell’ex arbitro Pierluigi Collina.

Nasce il 13 febbraio del 1960 da una modesta famiglia a Bologna. Dopo il conseguimento della maturità scientifica si iscrive a economia e commercio sempre nella sua città e nel 1984 si laurea con 110 e lode. Da ragazzo gioca a calcio dapprima nella squadra della parrocchia e poi in una importante società dilettantistica di Bologna. Qui, dopo un infortunio che gli impediva di giocare, inizia ad arbitrare le partitelle infrasettimanali di allenamento e un suo compagno del liceo gli propone di partecipare ad un concorso per arbitri nel 1977. Dopo averlo superato inizia la sua vera carriera arbitrale e fin da subito esibisce un talento fuori dal comune tanto che nel giro di tre anni raggiunge la massima serie regionale, ovvero il campionato di Promozione. Nella stagione 1983-1984 inizia a spostarsi per molte regioni essendo passato al livello nazionale e nel campionato 1988-1989 approda in serie C con notevole anticipo rispetto alla media degli arbitri di allora. Più o meno in questo periodo inizia a perdere i capelli per colpa della malattia nota come alopecia e ciò nonostante Collina dovrà anche a questo la sua enorme notorietà.
Nel 1991-1992 viene chiamato in ritiro a Sportilla insieme a tutti i grandi arbitri del momento e come prima esperienza in serie B gli viene affidato l’incontro tra Avellino e Padova; dopo sole 5 partite riesce ad arbitrare qualche incontro di serie A che a fine anno saranno 8. Il 1995 è l’anno in cui Collina, dopo aver diretto 43 partite di serie A, viene promosso internazionale.
Nell‘anno successivo gli viene affidato il fischietto della finale dei giochi olimpici di Atlanta tra Nigeria e Argentina. Nel 1999 arbitra la finale di Champions League fra Bayern Monaco e Manchester United: la partita si risolverà a favore degli inglesi che grazie a due gol segnati dopo i 90’ minuti rimonteranno il gol di svantaggio.

Nel 2002 l’italiano dirige la finale del campionato del Mondo che vede affrontarsi il Brasile trascinato da Ronaldo e la Germania guidata da Oliver Khan, che tra l’altro vince il premio come miglior giocatore del torneo.
Tra le altri finali ha arbitrato anche quella di Coppa Uefa del 2004 tra Marsiglia e Valencia. Dotato di grande professionalità e carisma, non è stato esente da contestazioni: infatti una delle maggiori fu quella al campionato europeo del 2000; i tifosi della Repubblica Ceca, dopo la concessione di un rigore a favore dell’Olanda, in un incontro successivo hanno indossato una maschera di carta che riproponeva le fattezze di Collina.
Sempre nel 2000 ha diretto la partita decisiva per lo scudetto tra Perugia e Juventus: quest’ultima si trovava in vetta alla classifica del campionato a sole due lunghezze dalla Lazio. Alla fine del primo tempo Pierluigi sospende l’incontro a causa di un violento nubifragio e poi dopo 70’ lo fa riprendere. La partita è stata vinta poi dal Perugia e il campionato vinto dalla Lazio. Le polemiche sono state notevoli poiché per alcuni si doveva rinviare l’incontro. A distanza di alcuni anni Collina ha ammesso di essere un tifoso della Lazio ma questo non ha mai influito sul suo arbitraggio.
 Il 29 agosto 2005 rassegna le sue dimissioni dopo una aspra polemica riguardante la pubblicazione di un articolo della gazzetta dello sport sui suoi contratti di sponsorizzazione ed in particolare a quello della Opel che all’epoca legava anche il Milan.

La sua carriera arbitrale, durata 38 anni, vanta 240 gare in Serie A, 79 in Serie B, 42 in Coppa Italia, 2 in Supercoppa Italiana e 109 internazionali. Dal 2007 lavora per l’Associazione Italiana Arbitri in qualità di designatore delle gare di serie A e B. Collina è stato il miglior arbitro secondo la federazione mondiale degli storici e statistici del calcio dal 1987 al 2010.
Era dotato di grande carisma, determinazione e veniva rispettato da tutti i giocatori. Questa in particolare è un aspetto da non sottovalutare visto che parole sono soliti usare i calciatori nei confronti degli arbitri. Inamovibile sulle sue decisioni, è stato inserito dal Times nei 50 calciatori più cattivi di tutti i tempi.
E’ stato oltretutto un grandissimo personaggio mediatico: ci si ricorda di lui nelle copertine di alcuni vecchi Pro Evolution Soccer (videogioco di calcio per chi non lo sapesse) e in alcune pubblicita televisive. Le polemiche che ha avuto sull’essere o meno “anti-juventino”, sull’essere simpatizzante del Milan oppure sull’aver favorito la Lazio in occasione del suo secondo scudetto sono sicuramente non fondate e i premi da lui vinti sono in assoluto una piccola dimostrazione di questo. Non si viene eletti 7 volte miglior arbitro secondo i calciatori per errore e tantomeno miglior arbitro della storia.

venerdì 14 settembre 2012

Nico Lopez

Nome: Nicolàs Federico Lopez Alonso
Data di nascita: 1 ottobre 1993, Montevideo
Nazionalità: Uruguay
Altezza: 175cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: As Roma - Serie A
Ruolo: Attaccante centrale, seconda punta
Valore: 600.000€



La Roma dei giovani. La Roma offensiva. In poche parole la Roma di Zeman. Da quest'estate il noto, e controverso, tecnico boemo si è accomodato sulla panchina giallorossa accomunato da una voglia di rivincita condivisa dalla società e soprattutto da un progetto che riguarda una formazione giovane e votata all'attacco e alla spettacolarità. In quest'ottica durante l'ultimo calciomercato sono stati chiusi diversi colpi importanti, ma uno dei colpi che in futuro potrebbero portare le maggiori soddisfazioni è avvenuto durante la scorsa stagione, quando la società acquista il giovane uruguaiano Nico Lopez.

Nico nasce a Montevideo, capitale dell'Uruguay, ed inizia a muovere i primi passi calcistici nel Montevideo Wanderers. Qui purtroppo non credono molto nel ragazzo, definito troppo esile per un eventuale salto di categoria. Nel 2010 si unisce al Nacional e grazie ad una rapida crescita e alle sue notevoli qualità naturali si mette in mostra nella formazione Under 19 segnando nel campionato di categoria e in diversi tornei, anche contro formazioni straniere. Tutto questo gli vale la prima chiamata nella massima serie del suo Paese il 24 aprile 2011 cominciando da titolare la sfida contro l'Espanol segnando addirittura al debutto il gol del definitivo 3-1. Dopo due panchina consecutive rivede il campo nella partita casalinga contro il Defensor, dove entrando in campo a venticinque minuti dalla fine realizza una fantastica doppietta. Tutti stravedono per il giovane Nicolàs, a cominciare dal suo allenatore, Juan Carrasco, una specie di Zeman d'Uruguay, votato anche lui al calcio offensivo. A questo punto la società offre un contratto al giovane attaccante ed i genitori, dato che Nico era ancora minorenne, decidono di accettare l'offerta e firmano. A questo punto il procuratore del ragazzo, Pablo Betancur, accusa la società di aver fatto firmare ai genitori del giovane un contratto illegittimo e, con il benestare dei parenti, porta Nico in Europa in cerca di un nuovo ingaggio. A questo punto il Nacional si rivolge alle autorità competenti ed arriva ad accusare il procuratore di rapimento.
In Europa la Roma è molto interessata al promettente attaccante, neo maggiorenne, e decide di aggregarlo alla primavera in attesa della finestra di mercato di gennaio per poterlo tesserare. A gennaio 2012 Nico Lopez è ufficialmente un giocatore giallorosso con un contratto con scadenza fissata per il 2016. Inoltre la società ha girato un milione di dollari al Nacional come premio di formazione.
Dopo un periodo di ambientamento la punta inizia a conquistare la fiducia di mister De Rossi che lo fa partire titolare alla diciassettesima giornata contro il Pescara ed il giovane Nico non lo delude realizzando il gol vittoria che vale il 2-1 finale. E' nuovamente titolare l'incontro successivo in casa della Reggina ed in questa occasione realizza in pregevole doppietta, ma fa ancora meglio la giornata seguente quando realizza una tripletta contro la Nocerina. Grandissimo impatto con il calcio giovanile italiano per l'uruguaiano che conclude la stagione regolare con 14 gol in sole 10 partite. Approda alle finali scudetto con i giallorossi ma non parte titolare nella sfida dei quarti contro il Varese, dove realizza comunque un gol entrando a mezz'ora dalla fine, e purtroppo per i suoi non può nulla nella semifinale persa contro la Lazio.
In seguito all'ottima esperienza in primavera, al suo arrivo il boemo lo aggrega subito alla prima squadra per tutta la preparazione precampionato. Durante il ritiro conquista sempre più anche la fiducia di Zeman che gli concede minuti durante le amichevoli estive ed in seguito anche il debutto nella Serie A italiana alla prima giornata contro il Catania. Nella sfida contro i siciliani entra a sei minuti dal termine ma trova il tempo di realizzare il gol del definitivo 2-2, continuando così la sua serie di gol al debutto.

La Roma ha sicuramente fatto un ottimo affare tesserando questo promettente attaccante dalle indiscusse qualità tecniche. "El conejo", come viene soprannominato, è una punta moderna che fa molto movimento e sa finalizzare. Il ruolo di terminale gli si addice di più rispetto a quello di seconda punta lontana dall'area di rigore. Dispone di buone qualità tecniche, ed il suo punto debole storico, il fisico gracile, non è più un problema vista la crescita del ragazzo. Nico possiede un buon dribbling e un ottimo senso della posizione, suo vero punto di forza, ed è sicuramente una delle migliori qualità che si possano riscontrare in un finalizzatore. A Trigoria parlano molto bene di lui, viene descritto come un ragazzo silenzioso, a volte fin troppo, e tranquillo con un costante desiderio di crescere e migliorarsi. Sicuramente il suo nome sarà da tenere sotto controllo con l'arrivo di Zeman sulla panchina.

A causa soprattutto dei suoi trascorsi burrascosi a livello burocratico Nicolas non ha mai preso parte ad alcuna partita con qualche Selezione giovanile del suo Paese. Voci parlano di una possibile chiamata dell'Under 20 o dell'Under 21. Dovesse tenere questi ritmi e questi numeri sicuramente non tarderanno ad arrivare.

La Roma ha praticamente blindato la punta con un contratto fino al 2016. L'ultima estate era molto vicino al Catania in prestito ma alla fine lo stesso Zeman ha deciso di farlo restare in gruppo e di dargli l'opportunità di giocarsi le sue carte. Un gol al debutto ed una panchina con l'Inter non sono affatto male come inizio, ma sicuramente durante questa stagione sentiremo parlare diverse volte di Nico Lopez.



mercoledì 12 settembre 2012

Calciatori o assassini: i casi Hall, Bruno e Edmundo


Il calcio è più di uno sport. Il calcio è una cultura, un sogno, un mezzo attraverso cui c'è democrazia e libertà. E' una condizione che tutti possono raggiungere. E' una chimera che ci rende la settimana lavorativa, impegnativa e problematica molto più sopportabile. Troppo spesso, però, negli ultimi anni in questo meraviglioso universo sono scoppiati scandali che allontanano le persone da esso. Si potrebbe dire che il problema del calcio è il calcio stesso. In continuo conflitto con se stesso, Dottor Jeckyl e Mister Hyde si affrontano non per avere la meglio sull'altro, ma per coesistere perché, come ha detto qualche tempo fa Yohan Cruijff: “Il calcio non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget”.
Qualsiasi bambino sogna di diventare un giorno un calciatore professionista, sia perché può rappresentare il lavoro più bello del mondo, sia perché potrebbe risolvere per sempre qualsiasi problema economico, ovviamente a certi livelli, sia perché è il mezzo migliore e più rapido per diventare famosi in Europa. Una condizione di esteriorità che purtroppo sottolinea nel migliore dei modi le nuove generazioni, sempre più legate ai soldi, alla televisione e alle banalità. Soldi, potere e visibilità: un trinomio che chiunque aspira. Un trinomio forse troppo facile da raggiungere e da farsi sfuggire. Ebbene, sì. Molti, troppi calciatori hanno dovuto dire addio ai propri sogni per infortuni o, cronaca degli ultimi anni, scandali. L'ultimo scandalo, solo in ordine cronologico, è l'arresto con l'accusa di omicidio di Andrew Hall, giovane talento 18enne di belle speranze dello Stoke City, un dramma che ha rovinato la vita di più persone, non solo dello stesso promettente calciatore. Ma andiamo con ordine. Era il 9 Giugno quando il talento inglese, in compagnia della sua fidanzata, Megan Leigh Peat, 15enne, legata al giovane da dieci mesi, si reca ad una festa ad Ampthill, in Bedforshire. Dopo poco, Hall viene notato da alcuni di questi fuggire via tutto sporco di sangue. La domanda che ovviamente si pongono tutti è cosa fosse successo in quella tranquilla villetta dell' Inghilterra orientale. La risposta è molto semplice: Hall ha ucciso la sua fidanzata, in uno scatto di futile gelosia con ben 60 coltellate. La scorsa settimana è stato condannato dal giudice Richard Foster all'ergastolo. Una condanna giusta, una decisione che rovinerà la vita a colui che ne ha rovinate altre e che si è precluso una carriera sportiva dalle ottime premesse.


Ma, purtroppo, non è l'unico caso di arresto per omicidio nel mondo del calcio. Possiamo registrare altre due situazioni simili che hanno come protagonisti calciatori brasiliani, uno dei quali con un glorioso e vincente passato in Italia. Il primo, forse anche quello meno famoso, è relativo a Bruno Fernando de Souza, più comunemente conosciuto come Bruno, ex portiere e capitano del Flamengo, forse il club più famoso in Brasile. Giusto due anni prima dell'omicidio di Megan, il 9 Giugno 2010 l'amante di Bruno, la modella 25enne Eliza Samudio, scomparve. In un primo momento il calciatore fu ritenuto estraneo ai fatti, ma durante le indagini un parente dello stesso rivelò che Bruno e altre sette persone, tra i quali la moglie del calciatore, ne erano i colpevoli. Infatti, il brasiliano aveva sequestrato la donna, torturata, uccisa e data in pasto ai suoi rottweiler nel tentativo di eliminare ogni prova del delitto. Il movente era legato al fatto che la modella era rimasta incinta di Bruno dopo una notte di sesso e aveva rifiutato la possibilità di aborto. Gli otto entrarono in azione quattro mesi dopo la nascita del figlio illegittimo, rapendo la donna dall'hotel in cui soggiornava e segregandola in un'abitazione a Belo Horizonte, di proprietà dei coniugi Souza. Anche l'avvocato capì che era una causa persa e decise di non rappresentarlo più in tribunale. Bruno fu accusato di omicidio, sequestro di persona, corruzione di minori e creazioni di una band criminale.
Il secondo, invece, è molto famoso. Si tratta di Edmundo, ex bomber della Fiorentina e del Napoli, con una storia importante in nazionale. In questo caso la situazione è molto meno, si fa per dire, drammatica. Infatti, Edmundo è stato accusato il 15 Giugno 2011 per omicidio colposo nell'incidente di cui fu protagonista e nel quale morirono tre persone nel 1995 a Rio de Janeiro. Il 2 Dicembre di quell'anno, infatti, morirono tre persone: una ragazza che viaggiava con lui e una coppia in un'auto investita dal fuoristrada del giocatore. Altre tre ragazze, che si trovavano sul mezzo guidato da Edmundo, rimasero ferite gravemente. Nell'Ottobre del '99 il calciatore era stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere in regime di semilibertà, ma è sempre riuscito a rimanere fuori di galera grazie ai continui ricorsi presentati. Ovviamente Edmundo ha chiesto il ricorso e non si è presentato alla polizia. Abbiamo analizzato tre storie di calciatori assassini, casi analoghi e allo stesso tempo diversi che si accomunano soprattutto per un'unica conclusione imprescindibile: la rovina di vite proprie e altrui.




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