lunedì 31 ottobre 2011

Moritz Leitner


Nome: Moritz Leitner
Data di nascita: 8 dicembre 1992, Monaco di Baviera
Nazionalità: Germania
Altezza: 1, 76m
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Borussia Dortmund - Bundesliga
Ruolo: Centrocampista centrale, Trequartista
Valore: 1.500.000 €



La Germania è la nazione europea nella quale i giovani calciatori riescono ad esprimersi meglio ed in questo contesto i talenti tedeschi possono trovare maggior spazio rispetto che all'estero, godendo della fiducia dei team, anche quelli più blasonati, che non esitano a gettarli nella mischia senza ripensamenti. E' il caso del calciatore di cui parliamo oggi, di origine austriaca ma stabilmente nell'Under 21 tedesca ed ennesima giovane freccia ppuntita dell'arco del Borussia Dortmund.

Moritz Leitner nasce a Monaco di Baviera da padre tedesco e da madre austriaca che gli garantiscono la doppia cittadinanza, quella tedesca l'ha presa nel 2010. Cresce nelle giovanili dell' FC Unterföhring nelle quali fa intendere il suo enorme talento che non passerà inosservato per la ben più blasonata Monaco 1860, la seconda squadra di Monaco dopo il Bayern. Nel settore giovanile della squadra bianco-azzurra trascorre la bellezza di 12 anni (98-2010) nei quali passa in rassegna tutte le formazioni fino ad arrivare alla promozione in prima squadra per la stagione 2010/2011. In quella stagione debutta nella Bundesliga 2 (la serie b tedesca) e impressiona per la sua imprevedibilità e la sua sicurezza in mezzo al campo. Il Borussia Dortmund lo nota e decide di strapparlo alla concorrenza investendo quasi un milione di € e lasciandolo terminare la stagione con il Monaco 1860 (16 presenze totali). Nelle fila dei detentori dell'ultimo titolo di Germania il giovane centrocampista nato in Baviera diventa il vice di un'altro fantastico talento, Kagawa e assieme a Gotze, Gundogan e Bender forma uno dei centrocampi più giovani e talentassi d'Europa. L' esordio arriva il 24 settembre 2011 nella vittoria esterna per 2-1 contro il Magonza. Ad ora ha collezionato 4 presenze in campionato ed una in Champions League.

Leitner è un trequartista duttile e infatti può ricoprire anche i ruoli di centrale, interno di destra ed interno di sinistra del centrocampo. Possiede un'importante tecnica individuale, unita ad una grandissima rapidità. Non ha un fisico robusto e dovrebbe crescere molto muscolarmente ma comunque non ha paura del contatto, anche se il fisico in parte lo limita. Ha grande visione di gioco e grande precisione nel tiro da fuori ma deve migliorare nella potenza. E' sicuramente un centrocampista offensivo moderno nel quale è obbligatorio puntare. E Klopp lo sa bene.

Nonostante possieda il passaporto austriaco ha deciso di passare nella nazionale tedesca. Con l'Under 17 austriaca, in compagnia dell'altro talento Alaba, ha collezionato una presenza. Nel passaggio alla Germania ha preso parte ad 8 partite condite da ben 7 reti con l'Unger 19 e il 9 agosto 2011ha esordito con l'Under 21 nella vittoria interna per 4 a 1 contro i pari età del Cipro.
Con la Germani Under 21 ha all'attivo 3 presenze ed una rete.
Prima del suo passaggio al Borussia hanno tentato di prenderlo Bayern, Schalke e Beyer Leverkusen ma il Borussia è stato più convincente. Permane l'attenzione particolare dei bavaresi alla quale si è aggiunta la concorrenza delle grandi d'Inghilterra, Spagna e Italia. E' un talento di cui sentiremo sicuramente parlare e probabilmente sarà il naturale sostituto di quel Mario Gotze in procinto di trasferirsi in un top club europeo a giugno 2012.








Pubblicato il 31/10/2011

domenica 30 ottobre 2011

Le foto della settimana: 30/10/2011

Joe Cole: fiero del suono nuovo acquisto...


Micah Richards: ..."We're jammin', jamming'...And I hope you like jammin', too".


Sami Khedira, Halil Altintop, Nuri Sahin e Mesut Ozil: il Real ha fatto una prova di corsa. Da quanto abbiamo saputo ha vinto Granero con Benzema subito dietro (davvero!). Questi 4 pare non sappiano guidare tanto bene.

venerdì 28 ottobre 2011

Kurt Zouma


Nome: Kurt Zouma
Data di nascita: 27 ottobre 1994, Lione
Nazionalità: Francia (repubblica Centrafricana)
Altezza: 187cm
Piede preferito: Destro
Squadra: AS Saint-Etienne - Ligue 1
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 400.000



Il campionato francese ha perso quest'estate un giovane talento della difesa, Raphael Varane, approdato alla corte di Josè Mourinho al Real Madrid. Ma proprio in questi giorni sta scoprendo un nuovo talento che a soli diciassette anni promette di tener testa alla grande tradizione transalpina di centrali difensivi, stiamo parlando di Kurt Zouma, roccioso giovane del Saint-Etienne di origine centrafricana.

Nasce a Lione e a undici anni inizia a giocare nella scuola calcio Vaulx-en-Velin, che lascia nel 2009 quando arriva la chiamata del Saint-Etienne. In poco tempo convince i suoi allenatori e il Selezionatore della Nazionale Under 17 che lo convoca per gli Europei di categoria e in seguito per i Mondiali. Alla fine della manifestazione è risultato essere uno dei migliori prospetti nel suo ruolo e il Saint-Etienne decide di cautelarsi facendogli firmare il suo primo contratto da professionista con scadenza nel 2014. Dopo un paio di belle stagioni in Under 18 la società lo promuove in Prima Squadra nell'estate 2011, e dopo un bel precampionato il Manager degli "Stephanois" Cristophe Galtier inizia a coltivare l'idea di lanciarlo nella mischia fin da subito. Il debutto avviene il 31 agosto 2011 nella partita casalinga contro il Bordeaux valida per il primo turno della Coupe de la Ligue (la Coppa Nazionale francese). La partita viene vinta dai "Verdi" per 3-1 e Kurt resta in campo per tutti i novanta minuti del match. Dopo questa bella prestazione arriva il debutto in Campionato nel sesto incontro contro il Lorient. Anche in questa occasione Kurt gioca tutta la partita ma purtroppo la prestazione viene condizionata dal fatto di aver giocato da terzino destro, posizione a lui poco congeniale. Da questa partita Kurt è diventato uno dei perni fissi della difesa del Saint-Etienne, tornando a ricoprire il ruolo di difensore centrale non ha mai saltato un minuto di gioco nelle quattro partite che finora l'hanno visto titolare.

Un colosso, basterebbe questa parola a definire Kurt Zouma. Kurt letteralmente domina il suo avversario dal punto di vista fisico, e non ha ancora la maggiore età. Dotato di una forza e resistenza incredibile dispone anche di un notevole atletismo. A dispetto del fisico massiccio è un giocatore agile e rapido. Si fa apprezzare anche dal punto di vista tecnico, raramente getta via un pallone, ha buone doti di impostazione per essere un difensore e per avere quell'età. Negli aspetti difensivi è un portento nelle palle alte e si sa distinguere anche in fase di anticipo, anche se a volte la troppa esuberanza lo porta fuori posizione. Ciò che di lui davvero colpisce è la presenza in campo e la maturità con la quale affronta le partite. Doti comuni in altri giovani talenti della difesa, ma questo ragazzo ha qualcosa in più, sia per il fatto di essere più giovane, sia perchè si è imposto con notevole facilità in un Campionato in crescita come quello francese. Il suo allenatore è rimasto colpito dalle qualità umane del ragazzo, ha dichiarato infatti che è molto umile ed ha una grandissima voglia di imparare.

Come già accennato prima è il pilastro della attuale Nazionale Under17 francese con 17 presenze e 1 gol, ma visto il modo in cui si sta mostrando al mondo calcistico è lecito aspettarsi una rapida scalata nelle varie Selezioni. Inoltre vanta anche 6 presenze in Under 16.

Il Saint-Etienne l'ha bloccato lo scorso marzo con un contratto valido fino al giugno 2014 e sicuramente non ha alcuna intenzione di privarsene nel prossimo futuro. Certo è che ad ogni partita sono sempre di più gli osservatori ad ammirare le doti del ragazzo e a proporlo a squadre di mezza Europa. Finora non si hanno contatti o notizie ma questo giovane che sta bruciando rapidamente le tappe farà parlare molto presto di sé anche in chiave mercato.




martedì 25 ottobre 2011

Impegno nel sociale: L'Europa e l'Italia con Inter Campus e Fondazione Milan



Molti club sono impegnati nel sociale al fine di utilizzare lo sport come motore di crescita per i giovani, per lo sviluppo del territorio e della comunità. In Inghilterra tutte le formazioni della Premier League, ma anche nelle leghe minori, organizzano periodicamente iniziative che possano sostenere la propria comunità e nei casi delle squadre più importanti queste iniziative si estendono all'estero. Tutte le società inglesi mettono a disposizione i propri giocatori infortunati o fuori per squalifica e li mandano negli ospedali o nelle case per anziani a dare sostegno e fare il tifo assieme ai malati. Il Tottenham ha organizzato una sfilata di Carnevale per avvicinare i bambini della propria comunità allo sport ed è risaputo come l'Arsenal sostenga numerose attività contro il razzismo. Lo stesso vale per le altre "big" d'Oltremanica che attraverso onlus community gestiscono iniziative a favore della propria regione e fuori dall'Inghilterra nei paesi del terzo mondo, il Chelsea ad esempio è molto attivo in Africa.
In Spagna Barcellona e Real non sono solo il simbolo del calcio iberico ma anche i club più impegnati. Quando si pensa al Barcellona vengono subito in mente due cose: la Cantera, che non garantisce solo lo sviluppo di campioni di misura internazionale ma sviluppa moltissimo il territorio catalano, e l'UNICEF, che la squadra azulgrana sponsorizza. In realtà il club del presidente Rossel negli anni ha moltiplicato gli accordi con altre numerose ONG per aiutare i paesi poveri, ed in occasione dell'arrivo di David Villa ha inserito nel contratto dei propri giocatori una clausola anti-razzismo (punizioni severe nel caso mettessero in atto una qualsiasi forma di discriminazione). Il Real Madrid attraverso la Fundación Real Madrid opera in circa quaranta paesi nel mondo. Il progetto è reso possibile dalla collaborazione delle varie amministrazioni pubbliche e dal generoso sostegno sotto forma di mecenatismo e sponsorizzazioni ricevuto da importanti aziende nazionali e internazionali e, soprattutto, grazie ai contributi individuali di migliaia di "Blancos" che in tal modo vogliono esprimere e rafforzare i loro legami con il Real Madrid.
In Germania le attività sociali sono simili all'Inghilterra con un forte interesse nello sviluppo del territorio tedesco. La Bundesliga è probabilmente il campionato nel quale l'interazione tra mondo sportivo e collettività è migliore. Tutti i club hanno una gestione autonoma nella quale si tiene in fortissima considerazione l'aspetto sociale con attività nello stadio (per i disabili), negli ospedali e nelle comunità (la dimostrazione viene data dall'ottima integrazione degli stranieri nati in Germania e dai benefici tratti da questa, vedi Ozil, Khedira, Klose, Cacau, Podolsky, Gundogan, Boateng).
In Francia sono soprattutto i grandi club ad organizzare attività attraverso gli sponsor. Lione, Bordeaux, Marsiglia, Lille e Paris Saint Germain sono impegnate nel favorire un servizio sociale anche extra territoriale ma c'è da dire che è la stessa federazione francese a muoversi attraverso i centri di formazione (vedi Clairefontaine Academy).
E veniamo in Italia. In passato vi abbiamo raccontato la storia dei Liberi Nantes (squadra nata grazie alla Fondazione Don Luigi di Liegro e da alcuni tifosi che accoglie a Roma i migranti e i senza tetto e li integra attraverso il calcio). Ma anche i club della Serie A danno il loro contributo.

Inter Campus e Fondazione Milan

Oggi ci soffermiamo sulle due principali realtà impegnate nel sociale, create e gestite da due delle squadre più blasonate: Inter Campus e Fondazione Milan.
Inter Campus è stata creata dall'Inter nel 1997, fortemente voluta dal presidente Massimo Moratti, ed ha svolto un preziosissimo lavoro in favore dei bambini di paesi distrutti dalle guerre e dall'instabilità territoriale e politica. In 14 anni ha operato seriamente e silenziosamente, come giusto che sia, con ingenti forze messe in campo ed interviene in 24 paesi (esclusa l' Italia nel quale territorio sono presenti diverse sedi operative) con oltre 200 operatori e con tanti volontari formati dallo staff italiano.


I paesi in cui Inter Campus è presente e le attività:

- Angola (progetto iniziato nel 2008): collaborazione con i padri salesiani locali per il recupero sociale ed educativo in particolare dei bambini della "Lixeira", quartiere immondezzaio di Luanda;
- Argentina (progetto iniziato nel 2004): promozione sociale ed educativa di bambini ai margini della società e formazione pedagogica di allenatori;
- Bolivia (progetto iniziato nel 2008): supporto all'attività educativa e ricreativa in favore di bambini dei quartieri periferici disagiati;
- Bosnia Herzegovina (progetto iniziato nel 1999): integrazione etnica, aiuto psicologico iniziato con il recupero dei traumi bellici.Più recentemente, inserimento nell’attività calcistica di bambini dati in affido;
- Brasile (progetto iniziato nel 1998): supporto all'alfabetizzazione, attività calcistica ed educativa nel tempo libero contro devianze sociali, valorizzazione aree carenti;
- Bulgaria (progetto iniziato nel 1999): attività ludiche e ricreative in aree emarginate e isolate, incluse comunità Rom;
- Camerun (progetto iniziato nel 2001): formazione tecnica di allenatori secondo metodologie pedagogiche e integrazione sociale di bambini di aree isolate ed emarginate;
- Cina (progetto iniziato nel 1998): promozione del calcio come gioco e integrazione di bambini delle campagne e formazione calcistica dei tecnici secondo metodologie pedagogiche;
- Colombia (progetto iniziato nel 1999): attività calcistica ed educativa nel tempo libero contro narcotraffico e guerriglia;
- Congo (progetto iniziato nel 2009): integrazione sociale contro situazioni di povertà ed emarginazione estreme;
- Cuba (progetto iniziato nel 2005): promozione del gioco del calcio, formazione tecnica di allenatori secondo metodologie pedagogiche, valorizzazione di aree isolate;
- Iran (progetto iniziato nel 1999) apertura e integrazione internazionale in favore dei bambini, formazione calcistica dei tecnici secondo metodologie pedagogiche;
- Israele e Palestina (progetto iniziato nel 2000): costruzione di un programma condiviso di corsi di formazione e attività ludica destinato a iniziare in parallelo e a terminare in sessioni congiunte;
- Libano (progetto iniziato nel 2006): integrazione religiosa e ritorno alla normalità attraverso attività ricreative con il supporto dell'esercito italiano;
- Marocco (progetto iniziato nel 2005): supporto all'alfabetizzazione e integrazione femminile;
- Messico (progetto iniziato nel 2004): integrazione sociale contro il disagio giovanile;
- Paraguay (progetto iniziato nel 2008): supporto all'integrazione sociale e alla restituzione di spazi ricreativi in favore di bambini abbandonati o orfani;
- Polonia (progetto iniziato nel 2003): attività calcistica nel tempo libero contro l'alcolismo e devianze sociali;
- Romania (progetto iniziato nel 2000): integrazione sociale di bambini di orfanotrofi e recupero psicomotorio;
- Uganda (progetto iniziato nel 2008): supporto alle scuole e all'ambulatorio locali per radunare i bambini con l'attività di calcio e sottoporli alle profilassi contro le malattie dell'acqua inquinata;
- Ungheria (progetto iniziato nel 2010): integrazione sociale di bambini di orfanotrofi e recupero psicomotorio;
- Venezuela (progetto iniziato nel 2010): attività calcistica ed educativa nel tempo libero contro devianze sociali, valorizzazione aree carenti.



Inter Campus è presieduta da Carlotta Moratti, figlia del presidente dell'Inter, e persegue costantemente l'obbiettivo di ’obiettivo di "organizzare, attivare e monitorare interventi sociali e di cooperazione che abbiano tra i principi base l’attenzione per l’educazione scolastica, la valorizzazione delle aree carenti, la flessibilità e la continuità nel tempo". Massimo Moratti ripone importantissime risorse in quest'iniziativa e a volte partecipa personalmente agli incontri nelle varie sedi nel mondo. Gabriele Salvatores (noto tifoso interista) ha dedicato un film-documentario ad Inter Campus, presentato al Festival di Locarno 2008 con il titolo: "Petites Historias das Crianças – Viaggio nel mondo di Inter Campus". Luis Figo ed in particolare Francesco Toldo sono diventati collaboratori in prima linea per Inter Campus e sostengono personalmente l'iniziativa. L' Inter è legata fortemente anche ad Emergency, che aiuta da molti anni, e spesso entra in relazione con le iniziative di Inter Campus.

Fondazione Milan Onlus è un'altra grande realtà sociale. Nata nel 2003 agisce sia in Italia che all'estero e s'impegna a soddisfare il più possibile i bisogni primari delle persone meno fortunate. Il progetto nasce "dalla volontà del Club, da sempre attivo e sensibile nei confronti di chi si trova in situazioni di disagio, di dotarsi di una struttura dedicata, riconoscibile, duratura e affidabile che sostenga con regolarità e impegno costante le realtà sociali che sono di fondamentale importanza per il benessere di tutta la comunità".


Ecco le principali attività:

L'ultima stagione monsonica ha gettato il Pakistan in una catastrofe umanitaria dovuta alle inondazioni e alle precipitazioni (20 milioni di persone coinvolte e 1.600 morti circa). Fondazione Milan ha deciso di sostenere UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) nella sua missione di assistenza al popolo pakistano. Con la donazione della Onlus rossonera è stato possibile acquistare: 180 tende resistenti alle intemperie per altrettante famiglie; 375 kit di sopravvivenza composti da coperte, materassi, set da cucina, pentole e sapone; kit di primo soccorso per 2.400 famiglie.
Fondazione Milan sostiene poi anche Medici senza frontiere nella lotta contro la crisi sanitaria in Myanmar (aggravata da malattie devastanti come la malaria, l’HIV/AIDS e la tubercolosi) e collabora con la Fondazione Stefano Borgonovo Onlus nell'obbiettivo di fornire ai malati di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) un’assistenza globale e multidisciplinare in tutte le fasi della patologia.
Infine il Milan aiuta anche alcune associazioni come Twins International (nel progetto Alice for Children) che ha costruito una casa per 24 bambini orfani degli slums di Nairobi (Kenya). Il finanziamento provvede anche alla copertura delle spese medico-sanitarie per 150 bambini ospiti dell'Alice Village.



Le due società milanesi hanno lavorato assieme in alcuni progetti. L'ultimo si chiama “Rossonerazzurri per L’Aquila” (nel settembre 2011), una speciale settimana di Day Camp nata dalla collaborazione di Milan e Inter a favore di 180 bambini e bambine di L’Aquila e provincia. A due anni dal terremoto che ha colpito l'Abruzzo, Inter Campus e Fondazione Milan hanno unito le proprie forze ed esperienze per continuare a stare accanto ai bambini di L'Aquila.
Un'impegno costante da parte di coloro che non solo godono di ricchezza e privilegi, ma anche svolgono un'importante ruolo mediatico per una società calciofila come la nostra, è fondamentale per poter cambiare qualcosa e dare speranza a coloro che faticano a vedere un futuro davanti a loro.

I siti ufficiali:
Inter Campus

Fondazione Milan

lunedì 24 ottobre 2011

Srdjan Mijailovic


Nome: Srdjan Mijailovic
Data di nascita: 10 novembre 1993, Pozega
Nazionalità: Serbia
Altezza: 178cm
Piede preferito: n/d
Squadra: Stella Rossa Belgrado - SuperLiga
Ruolo: Mediano, centrocampista centrale
Valore: 900.000€



La Serbia, a detta di molti, è la più grande fucina di talenti dei Balcani. Sicuramente le squadre serbe, vista la grande tradizione nelle coppe europee, sono le migliori a preparare i giovani per i grandi palcoscenici di quella regione. Dopo Filip Duricic, Uros Cosic, Adem Ljajic, Matja Nastasic, e Alen Stevanovic ecco un altro talento, non a caso centrocampista, della Stella Rossa di Belgrado, che proprio in questa stagione ha presentato al mondo calcistico Filip Jankovic: Srdjan Mijailovic.

Srdjan nasce a Pozega, ma entra giovanissimo nell'accademia della squadra della capitale serba. Qui inizia da difensore ma crescendo avanza il suo raggio d'azione di qualche metro giocando da mediano davanti la difesa. Sviluppa assieme ai tecnici le basi tecniche e la visione di gioco tipica dei centrocampisti serbi. Come Jankovic gioca insieme a ragazzi più grandi di lui per sviluppare al meglio le sue capacità. Durante la trafila nelle giovanili l'allenatore della prima squadra, il croato Robert Prosinecki, lo segue con molta attenzione, avendo intravisto in lui delle grandi qualità. Dall'estate 2010 inizia a farlo allenare con il team e il 28 novembre di quell'anno lo porta in panchina nell'incontro di campionato contro l'FK Spartak Zlatibor Voda. Dal 17 gennaio 2011 entra a far parte definitivamente della squadra A firmando un contratto valido fino al 2015. Debutta anche in SuperLiga contro l'FK Smederevo e a fine stagione può contare 13 presenze, di cui 5 da titolare e un assist all'attivo, in SuperLiga e due presenze in Pokal Serbien, ovvero la Coppa Nazionale serba.
La stagione 2011/2012 inizia molto bene: è titolare in entrambe le partite dei preliminari di Europa League giocate contro l'FK Ventspils e gioca con regolarità anche le prime in campionato, nonostante alla prima partita sia stato espulso e costretto a scontare tre turni di squalifica proprio contro la squadra contro cui aveva fatto la sua prima panchina. Gioca anche nella seconda sfida del girone di Europa League contro il rennes entrando all'intervallo, e parte titolare nella prima partita di Pokal Serbien. Ormai a soli diciassette anni è a pieno titolo un elemento chiave nelle rotazioni di Prosinecki, e il suo minutaggio aumenta di partita in partita.

Srdjan è un centrocampista di sostanza, a volte un po irruento, ma sicuramente è un lottatore che non molla mai. E' dotato di buoni piedi, eccelle nelle basi tecniche, raramente lo si vede sbagliare un passaggio. Inoltre ha una buona visione di gioco nonostante sia principalmente un interditore. E' un giocatore senza fronzoli, di quelli che in campo fanno sentire la loro presenza, corre e copre tutti i buchi dei suoi difensori, inoltre supporta la squadra in fase offensiva, sebbene non sia un gran finalizzatore. E' un giocatore che macina chilometri e chilometri ad ogni partita sempre al servizio della squadra, ed è proprio questo il motivo per il quale il Mister Prosinecki stravede per lui. Lo definisce un ragazzo serio con la testa sulle spalle, molto maturo per la sua età, ed inoltre un serio professionista che da il massimo sia in partita che in allenamento. Per lui ha scomodato una paragone niente male definendolo il "nuovo Jugovic". Questo rende l'idea sia del tipo di giocatore che della stima dell'allenatore.

Il giovane mediano finora ha rappresentato per 11 volte la Selezione Under 17 del suo Paese, ma già si parla di una sicura chiamata in Under 19 e si vocifera di una possibile convocazione in Under 21 nella prossima amichevole.

Fortunatamente per la Stella Rossa non si hanno notizie di rumors di mercato per Mijailovic, anche se il giocatore ha dichiarato come il suo collega Jankovic di voler continuare la sua crescita a Belgrado prima di cambiare aria. In fondo è pur sempre la squadra che ha tifato fin da bambino e della quale ha vestito la maglia fin dalla tenera età.




domenica 23 ottobre 2011

Addio Campione!


Ora non parliamo di calcio e purtroppo nemmeno di sport. ProssimiCampioni vuole dare l'ultimo saluto ad un campione che si è spento a soli 24 anni e nel suo piccolo abbraccia la famiglia e gli amici di Marco. Il dramma si è consumato oggi 23 ottobre 2011 durante il Gp della Malesia. Vera e propria tragedia che riempie di dolore il mondo dello sport italiano.
Lo ricordiamo come piace fare a ProssimiCampioni: un giovane talento che dava tutto se stesso quando entrava in gara!

Addio Marco.

ProssimiCampioni

venerdì 21 ottobre 2011

Pierrick Cros



Nome: Pierrick Cros
Data di nascita: 23 Giugno 1991, Albi
Nazionalità: Francia
Altezza: 185cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Sochaux - Ligue 1
Ruolo: Portiere
Valore: 1.200.000 €

Oggi vi proponiamo un giovane prospetto del Sochaux, squadra sempre molto attiva nel settore giovanile, che dopo il gran talento di Marvin Martin, miglior assistman della passata Ligue 1 con 18 passaggi decisivi, propone questo interessante portiere classe ’91, Pierrick Cros.

Cros ha iniziato a giocare a calcio all’età di sei anni nella squadra del suo paesino, Labastide Lévis nel Tarn. In realtà ha iniziato come attaccante, ma a causa della sua non abilità, è diventato poi portiere, come suo padre. Proseguendo nel calcio, entra a far parte della squadra della sua città l’US Albi per poi essere integrato nel centro di preformazione Castelmaurou e in seguito per quello del Tolosa. Viene seguito subito già da molti club professionisti e a 15 anni entra a far parte delle giovanili del Sochaux, preferendole a quelle del Tolosa. Nel 2010 raggiunge la finale della Coup Gamberdella, torneo per le squadre Under-19. Ha giocato la sua prima partita in Ligue 1 il 30 Ottobre 2010 contro il Lione di Lloris, suo idolo assieme a Barthez e Bats. Il 5 Novembre ha poi firmato il suo primo contratto da professionista e la squadra francese ha puntato forte sul ragazzo invece di acquistare un altro portiere a causa dell’infortunio del titolare Richert. Può contare già 16 presenze in prima squadra.

E’ stato selezionato per i Mondiali Under 20 del 2011 ma a causa di un infortunio durante la preparazione non scende mai in campo. Il Ct Smerecki lo considera comunque il titolare. Può contare una presenza con l’Under 16 e con l’Under 17. Ben 3 invece sono le presenze con l’Under20, di cui fa parte al momento.

E’ un portiere dalla grande agilità e velocità di reazione. Fisicamente è ben piazzato. Molto spettacolare nelle parate, non ha paura di uscire in maniera pericolosa ma deve migliorare nei tempi d’uscita e soprattutto deve ancora acquisire la capacità di guidare la difesa.

La squadra francese ha già dimostrato di voler puntare sul giovane Cros quando lo scorso anno Richert e Dreyer si infortunarono. Difficile quindi che possa essere ceduto. Il Tolosa si sta mangiando le mani per averlo perso quando era appena 15enne. Continua a seguirlo ma è difficile strapparlo al Sochaux. In estate l’Evian ha provato a chiederlo in prestito ma Cros ha preferito rimanere come secondo di Richert. Lo scorso anno nel periodo in cui giocò titolare il ds del Milan Braida e il ds del Napoli Bigon andarono in Francia per visionarlo da vicino. Piace quindi al Milan e al Napoli, ma anche a Barcellona, Borussia Dortmund, Bayern Monaco e Liverpool.

Può sicuramente diventare un ottimo portiere ma ha bisogno di giocare e quindi un prestito potrebbe essere la cosa più intelligente. In campo somiglia molto a Boruc della Fiorentina.




giovedì 20 ottobre 2011

Concluso il sondaggio: "Qual'è il giovane che più impressionerà nel Campionato 2011/2012?"...Gabriel Torje


Si aggiudica Gabriel Torje, ennesimo giocatore scovato dall'incredibile staff dell'Udinese, il sondaggio di questo mese che chiedeva a voi lettori quale potesse essere il giovane che avrebbe più stupito durante questa stagione.

Torje arriva quest'estate in Friuli con il difficilissimo compito di sostituire tatticamente, e nel cuore dei tifosi, "El Nino Maravilla" Alexis Sanchez. Nato nel 1989 a Timisoara, città vicina al confine con la Serbia, inizia a giocare nelle giovanili della squadra della città, il Politehnica Timisoara. Scoperto nientemeno che da Gheorghe Hagi, il più famoso giocatore romeno della storia, durante un campus estivo, debutta in prima squadra nella stagione 2005/2006 a soli sedici anni e cinque mesi, diventando il terzo debuttante più giovane della storia del campionato romeno. Alla sua seconda partita tra i grandi segna il suo primo gol nel mondo del professionismo. Dopo poco le grandi squadre di Romania, con la Dinamo Bucarest in testa, iniziano a bussare alla porta del Timisoara colpite dalla bravura e dalla personalità di una ragazzino che neanche maggiorenne gioca titolare tutte le partite. Il 15 gennaio 2008 Gabriel si trasferisce nella capitale, proprio alla Dinamo, che ha sborsato due milioni di euro per il giovane che diventa l'acquisto più costoso interno alla Liga del campionato romeno. Nella capitale Gabriel inizia a incantare tutti fornendo ottime prestazioni in campo, ma fuori dal campo la combina grossa: il 22 novembre 2008, durante la festa per il suo compleanno, viene ripreso mentre ubriaco con tre compagni canta l'inno della Steaua Bucarest, rivale storica della Dinamo. I tifosi non la prendono molto bene e minacciano i quattro giocatori costretti a pagare dalla società una multa di 5000 euro ciascuno.
Dopo 130 partite e 20 gol con la maglia biancorossa della Dinamo si trasferisce a Udine il 30 agosto 2011, per una cifra vicina ai sette milioni di euro, e subito alla prima partita si presenta con un assist per Di Natale che vale il gol del 2-0 sul Lecce che di fatto chiude la partita.
Torje si è presentato al Friuli con la stessa personalità e il bagaglio tecnico che hanno fatto di lui una stella in Romania, non a caso è entrato nella Selezione Under21 a soli diciassette anni, diventandone capitano poco dopo e in seguito conquistando la Nazionale maggiore con cui ad oggi conta 11 presenze e 3 gol.
In seguito a queste poche ma buone prestazioni con i bianconeri si sono già presentate le prime voci di mercato sul "Messi di Romania", con Milan e Inter che hanno già dichiarato di apprezzare il giocatore e il Barcelona, che dopo Sanchez, sta pensando di prendere anche il suo erede. Intanto la dirigenza dell'Udinese mette a segno l'ennesimo punto nella casella affari riusciti. Chapeau.

Torje in questo sondaggio ha affrontato diversi giocatori più conosciuti e affermati di lui, uscendone con il 28% delle vostre preferenze.
Ecco le percentuali del sondaggio concluso il 19 ottobre 2011:

1)Gabriel Torje (28%)
2)Arturo Vidal (23%)
3)Stephan El Shaarawi (10%)
4)Erik Lamela (8%)
5)Eran Zahavi (8%)
6)Ricky Alvarez (8%)
7)Bojan Krkic (4%)
8)Maxi Moralez (4%)
9)Eljero Elia (2%)


Una menzione spetta anche al secondo classificato, quell'Arturo Vidal che in poco tempo ha conquistato Antonio Conte e la Juventus a suon di ottime prestazioni e tanta sostanza. Una certezza ormai nel Cile, dal quale è riuscito ad emergere nonostante l'opaca Coppa America.
Al terzo posto Stephan El Shaarawi, il faraone, che dopo la bella annata in B con il Padova è alla prova di maturità niente meno che con il Milan. Allegri lo chiama in causa nella difficile sfida con l'Udinese e lui risponde presente segnando il gol del pareggio.


Nel prossimo sondaggio ProssimiCampioni vi pone una domanda difficile e complessa: Qual'è il giovane che nelle ultime stagioni ha deluso le vostre aspettative?

Tra le opzioni troviamo:

-Freddy Adu, a soli 14 anni fenomeno mediatico e messo sotto contratto dalla Nike, non ha mai veramente raggiunto ciò che molti si aspettavano, nonostante un buon Mondiale Under20 con gli USA. Dopo la MLS ha girato un po l'Europa passando per Benfica, Monaco, Aris Salonicco e Rizespor. Quest'anno è tornato in America nei Philadelphia Union.

-Robert Acquafresca, prodotto giovanile di Torino e Inter, inizia in B con il Treviso fornend alcune buone prestazioni. Arriva a Cagliari e pare sul punto di esplodere con 24 gol in 68 partite di campionato, ma dopo questo il nulla. Invisibile al Genoa, opaco all'Atalanta, torna a Cagliare dove segna poco e gioca male e adesso è a Bologna. Da futuro punto fermo della Nazionale a viaggiatore di provincia.

-Richard Sukuta-Pasu, doveva essere il calciatore rivelazione dell'ottimo settore giovanile del Bayer Leverkusen. Una bestia fisicamente parlando, 188cm di velocità e potenza che si sono persi chissà dove. Male a Leverkusen, ci prova in B con il St Pauli e ora annaspa a Kaiserslautern. Un vero peccato.

-Dominic Adiyiah, una vera meteora del calcio italiano. Arrivato con un alone di mistero al Milan, sul curriculum vantava una Coppa d'Africa e un Mondiale Under20 battendo in Finale il Brasile. A Milano non si è praticamente mai visto nonostante le dichiarazioni di stima e talento. Lo si è visto per 13 partite in B alla Reggina prima di riperderlo tra Partizan e Karsiyaka. Chi l'ha visto?

-Gabriel Agbonlahor, prodotto dell'Aston Villa realizza tre belle annate tra il 2007 e il 2009, prima di scomparire la scorsa stagione. La situazione della squadra non lo ha aiutato di certo ma da quello che aveva fatto vedere ci si aspettava giustamente molto di più.

-Giovanni Dos Santos, lo chiamavano il nuovo Ronaldinho, ed in effetti di talento ce n'era e ce n'è ancora molto, ma non sembra mai in grado di esprimerlo. Sicuramente paga la scelta sbagliata di andare al Tottenham dove hanno fatto tanto per averlo per poi mandarlo in giro in prestito per mezza Europa. Ha sicuramente bisogno di tranquillità e costanza che pare trovare solo in Nazionale, della quale è un punto fermo.

-Fran Merida, lascia il Barcelona due anni dopo Cesc Fabregas per approdare anche lui alla corte di Wenger con l'intenzione di seguire le orme del noto centrocampista. Purtroppo per lui non riesce ad esprimersi a quei livelli, nonostante sia dotato di talento. Nel 2010 l'Arsenal lo scarica e lui passa prima all'Atletico Madrid e ora al Braga. Doveva essere il nuovo fenomeno del calcio iberico, ma per ora è ancora lontano dal suo obbiettivo.

-Sergio Asenjo, "il nuovo Casillas" esce dalla cantera del Valladolid dei quali difende i pali dai 18 ai 20 anni per poi approdare a Madrid sponda Atletico che vuol farne il futuro portiere della Nazionale. A Madrid piano piano si spegne e prima lascia il posto al debuttante De Gea, andando in prestito al Malaga, e ora è secondo nelle gerarchie dietro l'astro nascente belga Thibaut Courtois arrivato in prestito dal Chelsea.

mercoledì 19 ottobre 2011

NUOVO LOOK PER PC




ProssimiCampioni ha rinnovato la veste grafica. Vogliamo ringraziare tutti i nostri lettori per il continuo sostegno e per gli attestati di stima che ci continuano ad arrivare riempiendoci d'orgoglio.

ProssimiCampioni non si ferma qui ma ha in serbo tante importanti novità che a breve avremo il piacere di farvi scoprire. Continuate a seguirci numerosi e partecipate alle nostre iniziative!


Informiamo i lettori che nell'eventualità che si verificassero alcuni piccoli problemi (principalmente nelle visualizzazioni grafiche), questi verrano risolti nel corso dei prossimi giorni.

Buon divertimento da tutto lo Staff di ProssimiCampioni!

Ciao mamma vado da Sir Alex

Macheda, Borini, Rossi, solo per citarne alcuni, i più conosciuti. Stiamo parlando dei giocatori che si sono trasferiti all'estero, per la maggioranza in Inghilterra, in cerca di maggior fortuna e più possibilità rispetto al calcio italiano. C'è poco da stare allegri, rispetto a un tempo i vivai italiani hanno perso spessore e importanza, e i giovani talenti hanno meno occasioni di debuttare o giocare con continuità rispetto agli altri campionati europei. Quindi sempre più spesso capita che giovani del nostro calcio cerchino fortuna oltre la manica, allettati dallo status di professionista che in Inghilterra si può acquistare a diciassette anni, dalle molte sterline offerte, e soprattutto dall'avanguardia degli impianti, dalla miglior gestione e dal valore che sanno dare a un bel giocatore, nonostante la sua età o esperienza.

I primi, i pionieri, del nostro calcio che si sono affacciati con successo alla Premier League sono stati i non più giovanissimi Zola, Vialli, Casiraghi, Di Matteo e Ravanelli. Loro per primi, alla fine degli anni '90, hanno "aperto" le frontiere facendo innamorare i tifosi anglosassoni del calcio italiano, basti pensare che a Gianfranco "The Magic Box" Zola è stata conferita la carica di "Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico", la più alta onorificenza riservata ad uno straniero.
Da allora, e grazie alla libera circolazione all'interno della comunità Europea, le frontiere sono state abbattute e oltre i calciatori affermati hanno iniziato a circolare anche i giovani promettenti, tra Inghilterra e Scozia si trasferirono nel Regno Unito Gattuso, Dalla Bona e Maresca. Fortunatamente a quelli che sceglievano di partire risposero altri che scelsero di affermarsi nel nostro calcio come ad esempio Aquilani, poi comunque andato al Liverpool una volta affermatosi, e D'Agostino, ma molto spesso le società non potevano competere con quanto veniva, e viene, promesso in Premier, al punto che anche la Fifa è dovuta intervenire, grazie anche alle pressioni di altri Stati, soprattutto la Francia. I casi di Pogba e Kakuta hanno fatto la storia del diritto internazionale calcistico, e sono nate contromisure come gli indennizzi e il contributo di solidarietà, che molti comunque continuano a considerare un palliativo. Pensiamo al caso di Giuseppe Rossi: il Parma ha ricevuto un indennizzo tra i 90 e i 150 mila euro per un giocatore che il Manchester United ha rivenduto a 12 milioni e che ora è valutato più di 30. E i casi sono molteplici, cosi che diverse squadre del nostro campionato, la cui valorizzazione dei giovani è uno dei principali mezzi di sussistenza in questo calcio milionario, si vedono private di una risorsa fondamentale. I ducali oltre a Rossi persero nella stessa stagione Arturo Lupoli, che con lo stesso Rossi formava la coppia d'attacco più forte del campionato Nazionale allievi nella stagione 2003/2004.
Nello stesso periodo è arrivato il Chelsea "paperonico" di Abramovich che non ha perso tempo a ingaggiare Borini, Jacopo Sala e Vincenzo Camilleri per il loro settore giovanile. E il caso Macheda, che ha fatto infuriare Lotito e tutti i tifosi biancocelesti, quando ha scelto lo United di Sir Alex.

Noi italiani non siamo però gli unici a lamentarci del modus operandi delle squadre inglesi, molte Nazioni hanno subito lo stesso trattamento, la Francia ad esempio con i già citati casi di Pogba e Kakuta, letteralmente scippati a Le Havre e Lens, o il Belgio che non può assolutamente competere in termini economici. Ma anche una Nazione potente dal punto di vista calcistico come la Spagna ha perso alcuni giocatori importanti come ad esempio Mikel Arteta che dalle giovanili del Barcelona è andato prima al PSG per poi girare il Regno Unito tra Rangers, Everton e ora Arsenal, e i casi eclatanti di Piqué al Manchester United sempre dal Barcelona e Cesc Fabregas perso a 200 mila euro e ripreso a 34 milioni più 6 di eventuali bonus. E negli anni sono molti i giocatori che hanno risposto negativamente alle sirene inglesi.

Manchester United, Arsenal, Chelsea e ultimamente Manchester City sono le principali antagoniste dei settori giovanili di molte squadre europee che non hanno la forza e i mezzi per competere con le loro promesse. D'altro canto se le squadre, nella fattispecie italiane, dessero maggiori garanzie ai giovani forse questo fenomeno sarebbe più circoscritto. Sicuramente la Fifa dovrebbe adottare maggiori contromisure, nonostante abbia le "mani legate" dalla Costituzione dell'Unione Europea, ma sono le dirette interessate che dovrebbero maggiormente tutelare i propri giovani, fornendo strutture adatte, adottando il sistema delle squadre "B" spagnolo o del campionato riserve inglese per preparare meglio i talenti al grande salto.
In Germania l'hanno capito bene ed infatti sono il campionato con la media età più bassa, insieme all'Olanda, i giovani tedeschi si sentono ben preparati e difficilmente abbandonano il Paese, ed inoltre squadre come Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Schalke 04 sono ad alti livelli con molti giocatori dei loro settori giovanili. In Italia abbia ancora molto da imparare e lavorare in questo campo, forse i Presidenti invece che lamentarsi dovrebbero sforzarsi maggiormente di seguire questi modelli vincenti.

Ci auguriamo che voi lettori vogliate commentare in molti facendoci conoscere le vostre opinioni al riguardo. Cosa credete che andrebbe fatto? Quali contromisure adottereste? Le principali colpe sono delle società o della lega? Vi infastidisce il sistema inglese?

lunedì 17 ottobre 2011

Tommaso Ceccarelli


Nome: Tommaso Ceccarelli
Data di nascita: 2 Giugno 1992, Roma
Nazionalità: Italia
Altezza: 1,76 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Lazio Primavera - Campionato Primavera Girone C
Ruolo: Trequartista, Ala sinistra, Seconda punta
Valore: 75.000 €



I settori giovanili, in particolar modo la Primavera delle squadre sono fondamentali. Sono la base del futuro di una società di calcio, o almeno cosi dovrebbe essere. La Lazio purtroppo negli ultimi anni ha perso giovani di grande livello come Macheda e D’Alessandro. Però ha anche portato a casa un talento assoluto come Gonzalo Barreto e ha fatto esordirne altri come Cavanda e Diakitè. Adesso è il momento di Tommaso Ceccarelli, grande protagonista negli ultimi anni con la Primavera della squadra capitolina.

Nasce a Roma, classe ’92, si lega alla Lazio nella stagione 2004/05 proveniente dal Centro Calcio Federale. Fa una rapida scalata passando dai Giovanissimi Coppa Lazio ai Giovanissimi Nazionali. La stagione fondamentale è quella del 2007/08 presso gli Allievi Coppa Lazio quando finisce la stagione con ben 16 reti. Prosegue la sua scalata fino ad arrivare nella Primavera nel 2010/2011. Finisce la stagione con ben 11 reti. Quest’anno invece il grande boom. Solo cinque partite per adesso giocate dal giocatore nel Girone C del Campionato Primavera e ha già messo a segno ben 7 reti. Importante notizia per i tifosi laziali è arrivata in Marzo quando la società biancoceleste ha fatto firmare a Ceccarelli il suo primo contratto da professionista.

Nella stagione 2008/2009 raggiunge la sua prima convocazione con la Nazionale under 17 in amichevole contro il Portogallo. Le sue doti colpiscono gli addetti e viene confermato anche nelle successive partite contro Germania e Spagna. Mister Salerno non si priva del suo giocatore e lo convoca per la qualificazione dell’ Europeo dove giocherà i suoi primi minuti a livello internazionale contro Lettonia, Cipro e Olanda.

Centrocampista offensivo, è molto duttile tatticamente. Può fare l’ala sinistra o la seconda punta ma il suo ruolo principale è quello di trequartista. Mancino naturale, buona tecnica individuale possiede tutte le caratteristiche del prototipo del calciatore completo, moderno fantasioso e imprevedibile in fase di impostazione, ma anche attento e utile alla causa quando invece c'è da contenere l'azione avversaria. Ottima capacità realizzativa e fiuto del gol, nonostante non sia un attaccante vero. Bravo anche nei calcio piazzati. Nonostante sia evidente il passo in più rispetto ai suoi avversari deve migliorare e crescere sotto l’aspetto fisico.

Le sue imprese nel 2007/2008 sorvolano la Manica arrivando fino a Londra dove Chelsea e Tottenham cercano di strapparlo alla società capitolina, ma il ragazzo decide di rimanere alla Lazio proprio per la sua lazialità. Come detto, ha già firmato il primo contratto da professionista con la Lazio che crede molto nelle sue qualità. Il giocatore comunque è ancora seguito in Inghilterra da Manchester United e Chelsea, il Tottenham sembra essersi defilata e in Italia piace molto all’Inter, che in passato ha strappato ai biancocelesti Faraoni. In estate ha sfiorato il passaggio in prestito alla Nocerina, neopromossa in Serie B ma Reja ha fermato tutto perché intende promuoverlo in prima squadra. Anche Zeman lo voleva a Pescara. Lo considerava perfetto per il suo 4-3-3.

E’ doveroso per una società di calcio come la Lazio solidificare le fondamenta in modo convinto al fine di garantirsi un futuro in casa caratterizzato dall’appartenenza e dai valori biancocelesti, valori che rispecchia in pieno proprio Tommaso Ceccarelli, sicuramente uno dei migliori talenti del Campionato Primavera. Il romano sembra essere di un’altra categoria. Sicuramente è un giocatore dal grande talento. Per caratteristiche tecnico-tattiche somiglia un po’ al primo Zarate, ma realisticamente è molto simile ad altri due grandissimi talenti del calcio nostrano, Insigne e El Shaarawy.





Alcune grandi giocate in uno dei tanti derby capitolini in Primavera.


Spettacolare goal su punizione contro la Fiorentina primavera.



Pubblicato il 17/10/2011

domenica 16 ottobre 2011

Le foto della settimana

Andrey Arshavin: che spettacolo Andrey in abiti tradizionali.


Lionel Messi: se non sapessimo cosa sa fare con i piedi...


Andrea Pirlo, Daniele De Rossi, Antonio Cassano e Gennaro Gattuso: qualcuno ci spieghi perché... perché???

venerdì 14 ottobre 2011

Diego Rubio



Nome: Diego Rubio
Data di nascita: 15 maggio 1993, Santiago de Chile
Nazionalità: Cile
Altezza: 1, 80m
Piede preferito: Destro
Squadra: Sporting Lisbona - Superliga
Ruolo: Attaccante
Valore: 1.500.000 €

Quando un attaccante cileno ha queste credenziali: figlio di un'ex stella del Colo Colo (Hugo Rubio, transitato anche a Bologna e in doppia cifra come marcature in nazionale), fratello di altri due calciatori professionisti (Eduardo Rubio e Matias Rubio), fortemente sponsorizzato da Ivan Zamorano, uno dei più grandi calciatori cileni di tutti i tempi (ex Real e Inter) e soprattutto 3 goal in 2 presenze di Libertadores, non può' che essere un talento da monitorare con grandissima attenzione. Diego Rubio è il nuovo craque del calcio cileno e il fiore all'occhiello dell'interessantissima campagna acquisti dello Sporting Lisbona (che ha preso Bojinov, Jeffrén, Diego Capel, Van Wolfswinkel e i terzini Insuà e Arias).

Diego Rubio nasce a Santiago da una famiglia, come detto, votata interamente al pallone. Cresce nelle giovanili dell'Universidad Catolica, una delle squadre più importanti del calcio cileno, ma all'età di 14 anni passa nel club per il quale ha sempre fatto il tifo, il Colo Colo (dove sono passati campioni come Zamorano, Humberto Suazo, Lucas Barrios, Matias Fernandez, Arturo Vidal e Alexis Sanchez). Nella società del presidente Mackenna scala in 3 anni le giovanili fino ad essere promosso nel gruppo della prima squadra nel 2010. Nella pre-season della stagione 2010/2011 segna due reti in un match contro l'Union Espanola (3-1 per il Colo Colo) e questo funge da antipasto per quello che avverrà nelle sue prime presenze ufficiali. Il 20 febbraio 2011 arriva l'esordio nella sconfitta esterna con il San Felipe e poco dopo arriva il debutto in Libertadores. Nel match contro il Santos in Brasile l'esordio è straripante, un goal e ottime giocate, ma non porta la vittoria al Colo Colo che viene sconfitto da Neymar e compagni per 3 a 2. La giornata successiva arriva un'altra grande prestazione di Diego Rubio che trascina il Cacique (soprannome del Colo Colo) nel 4 a 1 al Tachira sempre in Libertadores (2 goal). Le prime reti in campionato arrivano il 10 aprile 2011 nella vittoria interna per 4 a 1 contro il Deportes La Serena (anche qui due e pericoli costanti). Con il Colo Colo ha collezionato in tutto 8 presenze con 3 reti messe a segno. Il 5 luglio 2011 viene acquistato dallo Sporting Lisbona e debutta alla prima giornata nel pareggio interno contro l'Olhanense (1-1). Con lo Sporting ad ora ha giocato solo due partite, complice una distorsione alla caviglia che ne ha limitato la crescita in allenamento, ma si sta ambientando bene e troverà sicuramente spazio perché la società di Lisbona punta moltissimo su di lui.

Diego Ivan Rubio Kostner è una prima punta molto rapida e vede la porta come pochi alla sua età. E' un attaccante di movimento, abile a farsi trovare smarcato e molto freddo in fase realizzativa. Deve utilizzare al meglio le sue doti fisiche, è comunque ben strutturato e deve far esperienza in Europa con difese ancora più chiuse e rocciose. Il suo pregio principale è il non offrire punti di riferimento ai difensori che lo marcano mentre deve essere più continuo nelle sue prestazioni e deve imparare ad utilizzare più il corpo nella protezione del pallone.

Su di lui c'è stato un grandissimo interesse dell'Udinese che sembrava averlo in pugno con un'opzione strappata al Colo Colo ma alla fine l'ha spuntata lo Sporting. Con i portoghesi ha firmato un contratto di 5 anni con una clausola di 30 milioni di €. Avevano effettuato sondaggi pure molte società inglesi e tedesche e la Roma di Luis Enrique che trovava nel Ds Sabatini uno dei suoi più grandi estimatori. Rubio è stato inspiegabilmente snobbato dalle selezioni giovanili cilene e la rivincita se l'è presa a suon di goal e venendo convocato al posto dell'infortunato Pinilla per la Copa America 2011 come il più giovane della compagine. Ha anche debuttato nella sconfitta contro il Messico (1-0).
Il futuro è dalla parte di questo ragazzo e sicuramente il campionato portoghese è la giusta rampa di lancio europea per le sue caratteristiche. Ne sentiremo parlare.



In contrasto con Chiellini nell'amichevole Sporting - Juve in pre-season.


mercoledì 12 ottobre 2011

Il caso Fuentes, doping anche nel calcio?


L’ombra del doping è tornata ad aleggiare minacciosa durante l’estate 2010 nel mondo del calcio e più precisamente nella Spagna appena laureatasi Campione del Mondo ai Mondiali in Sud Africa. A scatenare quello che per poco tempo è stato considerato uno scandalo fu Eufemiano Fuentes, medico accusato nell'operazione antidoping "Galgo", finito, insieme all'ematologo Merino Batres, in tempi non sospetti nell'occhio del ciclone in merito all'inchiesta Puerto, indagine che svelò un traffico di sostanze proibite nel mondo del ciclismo.
La goccia che fece scoppiare il tutto fu una confessione fatta da Fuentes ad un compagno di cella nel tribunale di Plaza Castilla, a Madrid. Queste le sue parole: "Se dicessi quello che so, la Spagna direbbe addio al Mondiale e all'Europeo". Parole davvero clamorose che hanno minacciato per poco tempo l’illeceità delle vittorie della nazionale spagnola di Aragones e Del Bosque. In realtà, al margine dell’inchiesta Puerto, Fuentes, inventore del doping ematico, svelò che anche molti calciatori frequentavano il suo studio sottoponendosi alle sue miracolose pratiche di ossigenazione del sangue, terapie che consentono un'innaturale e veloce recupero fisico. A questo bisogna aggiungere le scottanti dichiarazioni della moglie di Fuentes, Cristina Perez, che affermò nel 2008: “Se mio marito rivelasse ciò che sa, lo sport spagnolo crollerebbe”. Subito partirono le esternazioni e le smentite dei protagonisti delle Furie Rosse che si difesero a spada tratta in tutti i modi. Ancora riecheggiano le dichiarazioni di Del Bosque: "Non siamo dopati. In 43 anni di calcio non ho mai visto o saputo nulla che potesse alimentare sospetti. Non ho mai visto un tentativo di conquistare nello sport un vantaggio con mezzi illeciti", e di Xavi: "è un peccato che succedano queste cose nello sport spagnolo, ma dal mondo del calcio possiamo dire che non c'è nessun tipo di doping. Abbiamo vinto i Mondiali con la certezza di non essere dopati. Siamo tranquilli, non c'è alcun problema".
Ovviamente l’agenzia mondiale antidoping il WADA subito prese una posizione. Come dimenticare le dichiarazioni del presidente John Fahey: "Lavoriamo per garantire che le prove raccolte nell'ambito dell'ultima operazione vengano condivise con le autorità antidoping e nel rispetto della legge spagnola. La Wada si è sentita molto frustrata dalla lentezza della giustizia spagnola nel caso scaturito dall'Operacion Puerto". Indignati e frustrati perché i trionfi spagnoli degli ultimi anni sono tanti e multidisciplinari, vittorie che qualcuno avrebbe dovuto indagare soprattutto quando nel 2006, le indagini per l’inchiesta Puerto, rivelarono il coinvolgimento di Real Madrid e Barcellona, le due big del calcio spagnolo e europeo, che addirittura avevano dei programmi di preparazione scritti a mano dallo stesso Fuentes. Non si andò a fondo della situazione perché non c’erano sufficienti fondi per andare alle Canarie, dove appunto dimorava Fuentes, per controllare l’archivio del computer, nonostante degli indizi forti e univoci. Poco dopo venne fatto il nome del fuoriclasse francese ex Merengues Zinedine Zidane, ma fu subito smentito non perché fosse falso ma perché non si continuò ad indagare. Il motivo di tale decisione è semplice da individuare e capire. Continuare ad indagare avrebbe significato attaccare i vertici del sistema, penalizzando quindi se stessi, cancellando così le proprie vittorie e i propri trionfi, preferendo quindi insabbiare invece di fare giustizia.
Ovviamente Fuentes, proprio per mancanza di prove (infatti una dichiarazione di seconda mano come quella che ha fatto scoppiare il caso non può essere considerato come una prova reale), si difese smentendo le presunte dichiarazioni: “ Smentisco, non ho mai fatto questi commenti. Sono solo uno degli oltre 40 milioni di spagnoli che si sono sentiti orgogliosi e riconoscenti per i successi della Roja, che sicuramente si ripeteranno”. Insomma, questa volta mancavano le prove per incastrarlo e incriminarlo. E, infatti, l’'8 marzo 2011 è tornato a lavorare nel calcio, diventando il medico dell'Universidad Las Palmas club di terza divisione spagnola della sua città natale.



Pubblicato da Ben.

lunedì 10 ottobre 2011

Filip Jankovic


Nome: Filip Jankovic
Data di nascita: 17 gennaio 1995, Belgrado
Nazionalità: Serbia
Altezza: 1,74 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Stella Rossa di Belgrado (SuperLiga)
Ruolo: Centrocampista centrale, Trequartista
Valore: 250.000 €




La Serbia sta arrivando o meglio, sta ritornando ai vecchi fasti di un tempo. E' in procinto di sbocciare una nuova generazione di fenomeni in una patria che ha vissuto numerosi momenti bui, fatti di guerra e povertà, ma alla quale il talento calcistico non è mai mancato. Oggi vi presentiamo un vero e proprio campioncino che si sta imponendo nelle giovanili della storica Stella Rossa ed è stato già convocato in prima squadra. Filip Jankovic è il gioiellino dell'attuale allenatore Robert Prosinečki, ex campione croato che ha militato nel Real e nel Barcellona negli anni 90.

Nasce e cresce a Belgrado ed entra a far parte dello straordinario settore giovanile della Crvena Zvezda (la Stella Rossa) all'età di 8 anni. Il percorso di Jankovic è assolutamente fulmineo tanto che i vari allenatori delle giovanili della squadra della capitale serba non possono che cercare di preservarne le doti il più possibile, per non correre il rischio di bruciarlo. La personalità e la sicurezza del ragazzo però è un'arma a doppio taglio e lo staff tecnico decide di promuoverlo nelle squadre più avanzate al fine di permettergli di sviluppare i propri margini di crescita in campionati più competitivi. Alla partenza per la preparazione per la stagione 2011/2012 il tecnico Prosinečki comunica la decisione di aggregare il ragazzo (nel frattempo diventato leader e capitano della "primavera") alla prima squadra, ma invita tutti a mantenere i piedi ben saldi per terra, in particolar modo al giovanissimo Filip che deve crescere ancora molto per imporsi ai massimi livelli. L'impatto importante che ha avuto Jankovic tra i grandi si concretizza il 4 agosto 2011 quando fa il suo debutto in Europa League nel pur facile terzo turno di qualificazione contro i lettoni del Ventspils (7-0 per la Stella Rossa). Quei 23 minuti giocati da Jankovic segnano un record per il club (il più giovane debuttante della storia in Europa League) e il secondo in assoluto in una competizione europea (il record appartiene all'interista Stankovic). Il piccolo Filip poi debutterà anche in campionato, altri 24 minuti scarsi contro lo Spartak Zlatibor.

Jankovic è il classico centrocampista centrale dalle spiccate doti offensive ma allo stesso tempo ottimo distributore di gioco. E' nato come punta e nelle giovanili era un ottimo marcatore ma le sue doti di palleggio l'hanno presto portato a posizionarsi al centro del gioco. Ha grandi doti tecniche, un buon senso della posizione e buonissima capacità di inserimento. Al momento il suo ruolo naturale è quello di centrocampista offensivo dietro le punte ma siamo convinti che con maggior esperienza possa mostrare grande duttilità e spostare il proprio raggio d'azione al centro del campo con la possibilità di rendersi prezioso in costruzione e pericoloso al tiro da fuori. I suoi idoli sono Dejan Stankovic, che incarna il suo modello e a cui tecnicamente somiglia moltissimo, e Nemaja Vidic. Con la nazionale serba vanta 4 presenze e un goal in Under 16 ed ora è un punto fermo dell'Under 17.

E' costantemente seguito dagli scout di mezza Europa. Tutte le grandi hanno il suo nome segnato sul taccuino e ci sono stati numerosi sondaggi da Spagna (Real e Barcellona), Italia (Inter, Milan, Juventus, Fiorentina) e dall'Inghilterra (City, United e Chelsea).
Ora sembra che anche Bayern e Borussia si siano accodate alle pretendenti ma la Stella Rossa ha prima blindato il proprio gioiello con un pre contratto fattogli firmare a 15 anni ed ora dovrebbe aver chiuso definitivamente per il contratto vero e proprio. Il ragazzo comunque ha sempre confermato di voler crescere nella Stella Rossa ancora per qualche anno e sembra stia dimostrando grande maturità. E' ancora troppo presto per giudicare un ragazzino così giovane ma come per Tassi non possiamo che ammirare le doti di un talento così importante e precoce e sperare che dimostri tutto il suo immenso potenziale. E' bene che rimanga in Serbia almeno per altri 2 anni al fine di permettergli una tranquilla maturazione.

Prosinečki (Allenatore della Stella Rossa): "Non penso che Jankovic sia un serio candidato ora in prima squadra, ma è un grande talento e se mi dimostra di essere meglio dei giocatori che ho a disposizione lo metto in campo".






Alcune giocate nelle giovanili.


Pubblicato il 10/10/2011

domenica 9 ottobre 2011

Le foto della settimana

Cristiano Ronaldo: molto macho...


Kevin Grosskreutz: avvisiamo che l'ala del Borussia non è impazzita, ha festeggiato la vittoria del titolo ed ha pagato pegno. Certo è inquardabile.


Guti: e il premio come più grande faccia da c..o va a....

venerdì 7 ottobre 2011

Mattia Valoti


Nome: Mattia Valoti
Data di nascita: 6 settembre 1993, Vicenza
Nazionalità: Italia
Altezza: 181cm
Piede preferito: Destro
Squadra: AC Milan – Serie A
Ruolo: Centrocampista centrale, trequartista
Valore: 300.000€



Vi presentiamo un altro giovane centrocampista in forza al Milan dopo il noto Merkel, Simone Calvano e Marco Ezio Fossati. Mattia Valoti, aggregato quest’anno alla prima squadra, non è un prodotto del settore giovanile rossonero ma è stato prelevato dai milanesi nel gennaio 2011, i quali hanno acquistato la comproprietà dall’Albinoleffe. Mattia è un figlio d’arte, infatti suo papà Aladino Valoti può vantare una buona carriera tra serie A e B. Al Milan ritrova un altro figlio d’arte: Simone Ganz figlio del noto ex attaccante di Milan e Inter Maurizio.

Mattia nasce a Vicenza visto che all’epoca il padre giocava per la società biancorossa, inizia a giocare a cinque anni alla Lucchese, in seguito ha giocato anche per Cosenza, Palermo, Crotone e Ac Martina, tutto questo seguendo gli spostamenti della carriera del padre che ha giocato proprio in queste società. Nel 2006 arriva la proposta dell’Albinoleffe per entrare nel loro settore giovanile, nel quale gioca fino al 2010, dapprima nella categoria Giovanissimi Nazionali, con cui alla seconda stagione arriva alle “Final Eight” per la vittoria del Campionato, e in seguito nella categoria Allievi Nazionali con i quali non centra le finali uscendo ai sedicesimi contro il Torino. In contemporanea inizia ad affacciarsi anche alla Primavera, e nella stagione 2010/2011 acquista un ruolo da protagonista assoluto con 8 reti in 19 presenze e delle ottime prestazioni.
Il 27 ottobre 2010 debutta in prima squadra nell’incontro di Coppa Italia contro il Crotone e tre giorni dopo debutta anche in Serie B in una partita contro il Novara. Queste resteranno le uniche apparizioni di Valoti con la maglia dell’Albinoleffe prima del trasferimento a Milano, in seguito entra nella Primavera rossonera e dal 12 luglio 2011 viene ufficialmente aggregato alla prima squadra. Ad oggi (7 ottobre 2011) non ha ancora fatto il suo debutto ufficiale, ma in occasione del match contro il Napoli del 18 settembre si è accomodato in panchina.

Mattia è dotato di un ottimo bagaglio tecnico, dei solidi fondamentali e una buona visione di gioco. A detta di molti è uno dei classe ’93 più interessanti del nostro calcio. E’ dotato di un ottimo dribbling e inoltre calcia bene con entrambi i piedi. La sua visione di gioco gli permette di giocare sia a centrocampo, dove si districa come regista, che sulla trequarti, ruolo a lui più congeniale, dove detta il tempo e gli inserimenti con i suoi passaggi filtranti. Fisicamente è un giocatore formato, dovrebbe aggiungere un po’ di massa muscolare, ma possiede un buon atletismo per giocare ad alti livelli.

Il giovane centrocampista ha vestito la maglia della Nazionale Under16, allenata dal CT Rocca, in un’occasione, pur partecipando a diversi stage organizzati dalla Federazione. Inoltre vanta due presenze in Under17 condite da 2 gol, e altrettante in Under19 di cui fa parte tuttora.

Il Milan ha sempre ammirato molto il talento del giovane Valoti, ma non è da escludere un possibile trasferimento in prestito per permettergli di giocare con continuità, come ad esempio nel caso di Simone Verdi. Non è remoto inoltre un accordo di intesa con il Genoa, società amica dei rossoneri e sempre interessata ai giovani talenti del nostro calcio. Le caratteristiche di Valoti gli potranno permettere un giorno di esprimersi ad alti livelli, ma ha ancora bisogno di crescere e maturare la necessaria esperienza.






Gol di Valoti in precampionato dopo un pregevole scambio con Seedorf

mercoledì 5 ottobre 2011

Prossimi Campioni si unisce alla protesta contro la "LEGGE BAVAGLIO"


Per la prima volta dal 23 aprile 2010, data di fondazione di Prossimi Campioni, pubblichiamo un articolo che non ha niente a che fare col mondo del calcio. Ci scusiamo con i nostri lettori ma questo è un atto doveroso CONTRO il comma 29 del noto DDL Intercettazioni.

Cos'è il comma 29?

Citando alla lettera: "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono."

Praticamente ogni gestore di un sito internet (o quotidiano online, blog, ecc...) ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto sulla base di una semplice richiesta (anche per mail) di soggetti che si ritengano lesi. Chi NON rettifica entro 48 ore, mantenendo inalterata la visibilità e la veste grafica, pagherà fino a 12.000 euro di multa. Non serve un ingiunzione di un tribunale, un giudice o anche un avvocato, no basterà che il diretto interessato, o chi per lui, chieda di eliminare una parte di un articolo o di una scheda senza che nessuno possa farci niente, anche se essa è supportata da fonti attendibili.

La proposta è al vaglio in questi giorni al Parlamento e qualora dovesse passare significherebbe un enorme violazione della libertà di informazione, andando contro l'Articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che recita: "Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore."

In questo modo ogni contenuto sul web diventa potenzialmente censurabile, ledendo in questo modo sia il lavoro di Prossimi Campioni (e di milioni di altri siti) che la possibilità di tutti noi utenti della rete di accedervi liberamente.
Inoltre, come fa notare Wikipedia, si ricorda che ogni cittadino è già tutelato dall'Articolo 595 del Codice Penale che punisce il reato di diffamazione.

In un periodo dove la tecnologia permette accesso libero a informazione da e per qualunque parte del mondo il comma 29 rappresenta la più grande oppressione che si potrebbe fare alla libertà, in questo caso nella rete, di una persona. Permetteteci di dire che questa NON è Democrazia!

Noi di Prossimi Campioni non siamo schierati sotto nessuna bandiera politica e il seguente articolo, che sostituisce l'odierna rubrica di mercoledì 5 ottobre 2011, è stato realizzato al fine di informare tutti voi utenti del grande pericolo che stiamo correndo.

Qualora dovesse passare il DDL Intercettazioni potremmo vederci costretti a rimuovere addirittura questo articolo, ci auguriamo che quanti più lettori possibili si siano informati nell'eventualità.

Le scommesse sportive in Italia sono un fenomeno sempre più diffuso tra gli appassionati di sport


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