lunedì 30 luglio 2012

Jonatan Lucca

Nome: Jonatan Lucca
Data di nascita: 2 giugno 1994, Meia
Nazionalità: Brasile
Altezza: 1,86 m
Piede preferito: Destro
Squadra: AS Roma - Serie A italiana
Ruolo: Centrocampista centrale, volante
Valore: n/d




Il mercato della Roma dall'avvento della nuova proprietà è indirizzato soprattutto sui giovani talenti. Il primo anno con Luis Enrique ha visto sbarcare nella capitale promesse di stampo mondiale come Bojan Krkic e Lamela anche se il tecnico catalano non è riuscito a valorizzare a pieno il talento a sua disposizione, complice un po' di sfortuna e una difesa tutt'altro che solida. Per valorizzare questo talento la società si è appena affidata a Zeman, il quale sembra il più indicato a costruire un progetto volto allo spettacolo e al calcio offensivo. Con Zeman sono arrivati Tatchidis, Castan, Bradley, Dodo e Destro ma questi sono solo i giocatori più importanti che la proprietà americana ha messo a disposizione del boemo. Oggi vogliamo parlarvi di un'altro acquisto, un ragazzino brasiliano prelevato in sordina per la primavera ma che promette di raggiungere in breve periodo la prima squadra, Jonatan Lucca.

Jonatan Lucca nasce calcisticamente a Santo Angelo, nello stato del Rio Grande do Sul (la cui capitale è Porto Alegre). Cresce nell'Internacional, l'ex squadra degli "italiani" Pato e Juan e del neo acquisto del Chelsea Oscar e mostra tutto il suo repertorio come volante di centrocampo, ruolo molto importante in Brasile. Viene notato nella formazione allievi biancorossa (della quale era il capitano) dagli scout di mezza Europa con italiane e inglesi in testa, ma la più lesta di tutti è la Roma che trova l'accordo con il manager Fernando Otto e lo porta in Italia pagando un'indennizzo di circa 700.000 € e sfruttando la sua doppia nazionalità (italo-brasiliana) che gli consente l'ingaggio da comunitario. Il 10 luglio 2012 lo stesso procuratore racconta all'edizione on-line del giornale brasiliano Jornal Das Missoes che il ragazzo era ambito da Manchester City, Juventus, Fiorentina e Atalanta e che ha deciso di optare per la Roma perché rappresenta uno dei tre club migliori d'Italia ed ha creduto nel ragazzo.

In Brasile Lucca viene descritto come il classico numero 5, volante davanti la difesa con grandi proprietà di palleggio, velocità di pensiero e fisicità da vendere. In un'intervista per GazzettaGialloRossa.it il consulente di mercato Stefano Paolini lo descrive come un centrocampista che "cerca spesso il tiro da fuori, gioca sempre a testa alta ed è bravo nel dribbling sullo stretto, ma a volte tiene troppo la palla". E' un ragazzo molto giovane che probabilmente ha bisogno di ambientarsi nel nostro calcio ma promette davvero bene e con un allenatore come Zeman potrà solo migliorare. Intanto la società ha dimostrato di credere fortemente in lui (5 anni di contratto) e ne ha già saggiato il talento prima a Riscone di Brunico dove era in prova ed ha convinto tutti e poi negli Stati Uniti dove ha preso parte alla tournée della prima squadra e dove è stato presentato assieme a Tatchidis, Castan, Dodo e Bradley davanti a 20.000 tifosi. Probabile un suo inizio in primavera ma con Zeman non si sa mai.




      

venerdì 27 luglio 2012

Geoffrey Kondogbia

Nome: Geoffrey Kondogbia
Data di nascita: 15 febbraio 1993, Nemours
Nazionalità: Francia (con passaporto centrafricano)
Altezza: 188cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: FC Siviglia - Liga BBVA
Ruolo: Mediano, difensore centrale, terzino sinistro
Valore: 3.000.000€



Parlando di settore giovanile, soprattutto a livello federale, la Francia non ha niente da invidiare agli altri Paesi del mondo. Le strutture della Federazione sono di altissimo livello così come lo standard di tutte le squadre professionistiche transalpine. Il Lens negli anni, dopo aver passato un bel periodo alla fine degli anni '90 culminato con la vittoria della Ligue 1, ha deciso di puntare sempre di più sul settore giovanile al fine di contrastare la crisi societaria che li ha visti tra l'altro sprofondare in Ligue 2. Così nelle ultimissime stagioni oltre a Raphael Varane, attualmente difensore del Real Madrid, e a Thorgan Hazard, fratello di Eden cresciuto nella rivale Lille e neo acquisto del Chelsea, è uscito dalle giovanili della squadra del nord Geoffrey Kondogbia, mediano di grande prospettiva.

Geoffrey nasce a Nemours, un piccolo paesino non troppo distante da Parigi, da genitori originari della Repubblica Centrafricana. Inizia a giocare a calcio all'età di sei anni nel Nandy, squadra del paese vicino, dove resta per quattro stagioni prima di passare nel 2003 al Sénart-Moissy. Qui dopo solo una stagione viene notato dagli attenti osservatori del Lens che lo inivitano subito ad unirsi al loro club. Geoffrey prosegue la sua crescita nel settore giovanile fino a quando nella stagione 2010/2011 viene inserito nella formazione B del Lens. A novembre della stessa stagione viene promosso nella formazione principale che all'epoca affrontava la sua ultima stagione in Ligue 1. Il 21 realizza la sua prima presenza totalizzando otto minuti di gioco nella sfida casalinga contro il Lione. Non vedrà più il campo della serie maggiore fino alla fine del campionato quando gioca le ultime due partite con il Lens già condannato alla Ligue 2. Nella serie cadetta francese il giovane mediano trova l'opportunità di continuare a crescere nel club trovando anche spazio in prima squadra in un campionato impegnativo. Fin dalla prima giornata è titolare ed il suo minutaggio sarà tra i più alti di tutta la squadra per tutta la stagione. Il centrocampista realizza due assist nel corso della stagione ma fatica a trovare il primo gol. La marcatura tanto attesa arriva il 13 aprile in casa del Tours. Chiude così la sua prima stagione con 36 presenze 1 gol e 2 assist, ma soprattutto cosa ben più importante delle statistiche a fine anno si guadagna la fiducia dell'allenatore a furia di ottime prestazioni grazie alla sua importanza a livello tattico e di talento personale.
Alla fine della stagione, come già successo per Varane, il Lens si trova costretto a cedere il giocatore per far fronte ai problemi societari. All'epoca si parlò anche di un interessamento della Juventus e di Beppe Marotta molto attratti dal giocatore. Alla fine non se ne fece nulla e Geoffrey si trasferisce al Siviglia, dopo aver ammesso che l'unica alternativa poteva essere il Reading e che nessuno lo ha cercato nel Campionato francese.

L'aspetto principale che colpisce subito in Kondogbia è l'incredibile strapotere fisico del giocatore. Alto, possente e atletico è praticamente insuperabile faccia a faccia e difficile da seminare in velocità. Tecnicamente è un giocatore valido, nei settori giovanili francesi l'aspetto tecnico è considerato di vitale importanza, e dispone di un ottimo sinistro anche dalla lunga distanza. All'occorrenza può giocare anche da difensore centrale o terzino vista l'attitudine difensiva, ma nel corso dell'ultima stagione è stato provato anche in posizione di trequartista a confermare l'enorme duttilità tattica del ragazzo. I problemi principali si incontrano in fase di possesso e costruzione, dove riscontra ancora alcune difficoltà nei momenti di gestione della palla. Nel complesso si tratta comunque di un giocatore di grande prospettiva dalle ottime caratteristiche naturali.

Da sempre il giocatore si trova conteso dalle Nazionali francesi e centroafricane che non hanno mai rinunciato alla possibilità di convocare il giovane talento. Il giocatore però ha sempre scelto la Nazionale transalpina vestendo 5 volte la maglia dell'Under 16 segnando anche 1 gol. Realizza altre 6 presenze in Under 17, 16 presenze e 7 gol in Under 18 e 12 presenze e 1 gol in Under 19 con la quale ha partecipato anche all'ultimo Europeo di categoria giocato in Estonia.

Kondogbia è un centrocampista dal grande futuro. Caratteristiche fisiche e talento naturale si fondono alla perfezione nel neo acquisto sivigliano. Potrebbe fare molto bene nel campionato spagnolo, anche se per caratteristiche avrebbe potuto affrontare molto bene anche il campionato italiano. Sicuramente il Siviglia ha fatto un ottimo affare sfruttando un momento di difficoltà del Lens per accaparrarsi il giocatore.



giovedì 26 luglio 2012

Il calcio a Londra 2012



Mancano pochi giorni all’avvio delle Olimpiadi di Londra 2012 e tutti gli appassionati di sport si siederanno davanti alle proprie TV di casa per ammirare lo spettacolo che le Olimpiadi riserva a tutti gli sportivi.
Arrivati alla XXX Edizione le Olimpiadi quest’anno saranno di casa nel Regno Unito e la sede di comando sarà proprio Londra. La cerimonia di apertura si terrà Venerdì 27 Luglio ma già da oggi potrete seguire l’inizio dei giochi del calcio. I giochi finiranno il 12 Agosto. Come detto i giochi sono arrivati alla XXX edizione e Londra sarà la capitale dello sport in questo periodo; l’assegnazione dei giochi al Regno Unito avvenne nel 2005 dopo aver sconfitto le dirette rivali come Francia, Spagna, Stati Uniti e Russia in lotta anche loro per l’organizzazione. I numeri di questa Olimpiade saranno da capogiro: 302 competizioni su 26 sport, 200 Nazioni qualificate, 10500 atleti partecipanti. Tra i 26 sport sicuramente il calcio sarà uno degli sport più seguiti sia a livello maschile che a quello femminile. A contendersi le medaglie di oro argento e bronzo, 12 squadre, per il torneo femminile, 16 invece per quello maschile. Le squadre maschili saranno formate da atleti Under 23 con la possibilità però di avere 3 fuori quota da inserire. Le nazionali femminili invece non avranno limiti d’eta rispetto alla loro compagine maschile.



Il torneo maschile sarà suddiviso in quattro gruppi da quattro squadre:

Gruppo A: Regno Unito, Senegal, Uruguay, Emirati Arabi Uniti

Gruppo B: Messico, Svizzera, Corea del Sud, Gabon

Gruppo C: Nuova Zelanda, Egitto, Brasile, Bielorussia

Gruppo D: Spagna, Marocco, Giappone, Honduras



Il torneo femminile sarà invece suddiviso in tre gruppi da quattro squadre:

Gruppo E: Brasile, Regno Unito, Camerun, Nuova Zelanda

Gruppo F: Sudafrica, Giappone, Canada, Svezia

Gruppo G: Stati Uniti, Francia, Colombia, Corea del Nord



La fasi finali si concluderanno con i quarti di finale, semifinali, finale e finale per il terzo e quarto posto. Gli stadi che ospiteranno gli eventi saranno gli storici impianti Inglesi e Scozzesi che tutti gli anni ammiriamo in Europa; l’Old Trafford del Manchester United, il St.James Park del Newcaste, l’Hampden Park di Glasgow, la Ricoh Arena di Coventry il Millennium Stadium di Cardiff e il maestoso stadio Wembley di Londra dove si giocheranno anche le rispettive finali. Ricordiamo che le squadre del Regno Unito saranno formate sia da giocatori Inglesi che da quelli Scozzesi.
L’Italia purtroppo non figura tra le squadre partecipanti, infatti l’Under 21 del CT Casiraghi è stata eliminata dalla Bielorussia nei gironi di qualificazione. Sarà un’olimpiade all’insegna di grandi talenti anche, negli anni sono esplosi giovani come Messi, e noi di ProssimiCampioni vogliamo darvi qualche consiglio su chi tenere sott’occhio; Juan, Oscar e Lucas del Brasile, Koke, Munian, Tello della Spagna questi ragazzi potranno fare la differenza per le loro Nazionali. Sarà una grande Olimpiade di calcio e di sport e noi saremo pronti a viverla con tutti voi quindi vi aspettiamo ad Agosto per il resoconto e le discussioni finali.




martedì 24 luglio 2012

Concluso il sondaggio: "Qual'è il miglior centrocampista Under 21 nel 2012 ?"




Mario Gotze si aggiudica il sondaggio di ProssimiCampioni che vi chiedeva quale fosse il miglior centrocampista Under-21; Avete risposto in molti al sondaggio e il gioiellino del Borussia Dortmund vince con un ampio margine rispetto ai suoi colleghi. La scheda del ragazzo di Memmingen era stata redatta ancora tempo fa ed oggi vi riproponiamo uno spezzone della stessa.
Götze è un centrocampista avanzato dall'ottima tecnica di base, dotato di un buon dribbling ed una facilità di calcio eccezionale (è ambidestro). Ha militato fino ai 6 anni nelle giovanili dell' Sc Ronsberg (nel sud della Germania), ma poi si è trasferito a Dortmund a causa del lavoro del padre. Dopo aver mosso i primi passi nell'Fc Eintracht Hombruch è stato notato dagli espertissimi talent-scout del Borussia (uno dei migliori settori giovanili della Germania), e a 9 anni è entrato a far parte della BvB Academy con la quale vanta uno score di reti altissimo a dispetto di un ruolo non propriamente finalizzato al goal. 
Il piccolo trequartista si è fatto notare anche nelle selezioni giovanili nazionali: 2 presenze con la nazionale Under 15, 8 presenze (3 goal) con l'Under 16 e 9 presenze (2 goal) con la Germania Under 17. Quest'ultima è il vero capolavoro della Federazione tedesca perchè si è laureata campione all'Europeo di categoria ed ha messo in vetrina giovani una serie di ragazzini promettentissimi come Christopher Buchtmann, Reinhold Yabo, Lennart Thy, Florian Trinks e soprattutto il numero 10, Mario Götze.

Il 21 novembre 2009 Mario Götze ha fatto il suo esordio in Bundesliga contro il Mainz, e ora vanta già 5 presenze con la prima squadra di Jürgen Klopp, allenatore che punterà sicuramente su di lui in futuro. 
Il giovane Mario ha un roseo futuro dinnanzi a sè, deve forse irrobustirsi per competere in un calcio sempre più fisico ma il talento è assolutamente indiscutibile e la base è già da grande giocatore. Nell’ultima stagione Mario è stato soggetto ad alcuni fastidi muscolari e ad un’infiammazione all’osso pubico, che l'ha tenuto fuori dai campi quasi per metà stagione. In campionato quest’anno infatti ha collezionato solo 17 presenze ma realizzando ben 6 reti. A fine stagione saranno 26 le presenza tra campionato e coppe condite appunto da 6 reti.

Ecco le percentuali del sondaggio concluso:

Mario Gotze (44%)
Thiago Alcantara (28%)
Jack Wilshere (18%)
Xherdan Shaqiri (4%)
Christian Eriksen (3%)
Julian Draxler (3%)
Casemiro (0%)


Salgono sul podio rispettivamente come secondo classificato e terzo classificato, Thiago Alcantara e Jack Wilshere. Il talentino della cantera del Barcellona quest’anno ha mostrato grandi numeri in campionato e nelle coppe, dimostrando così tutto il suo valore con assist e giocate di alto livello. In campionato ha collezionato bel 26 presenze realizzando 2 goal dimostrando dunque la forte volontà della squadra blaugrana di puntare decisamente sul suo gioiellino. Situazione diversa invece per il ventenne dell’Arsenal che quest’anno ha dovuto rimanere lontano dai campi per un susseguirsi di fastidi e operazioni alla caviglia a causa prima di una slogazione, successivamente l’intervento, per concludere poi con una ricaduta ed una frattura da stress proprio alla stessa. Rientrerà per la preparazione e per l’inizio del nuovo campionato dove sicuramente lo vedremo protagonista con la sua Arsenal.

Il Prossimo sondaggio che ProssimiCampioni vi propone è: Quale sarà l’attaccante debuttante più interessante del prossimo campionato?

Vi chiediamo di scegliere tra Dybala (Palermo), Longo (Inter), Immobile (Genoa), Sua (Cagliari) e Boyake (Juventus).

lunedì 23 luglio 2012

Matthias Ginter

Nome: Matthias Ginter
Data di nascita: 19 gennaio 1994, Friburgo
Nazionalità: Germania
Altezza: 188cm
Piede preferito: Destro
Squadra: SC Friburgo - Bundesliga
Ruolo: Difensore centrale, Mediano
Valore: 1.500.000€



Se la Nazionale di calcio tedesca è sempre stata ai più alti livelli del calcio mondiale, la stessa cosa non si può dire del suo campionato. Negli ultimi anni la Bundesliga ha fatto passi da gigante dopo anni opachi grazie agli investimenti negli impianti e nel sempre florido vivaio giovanile che ha fatto la fortuna attuale di diverse squadre di vertice. Proprio per questo motivo può capitare ad un giovane difensore classe '94, come Matthias Ginter, di giocare diverse partite difendendo l'area della squadra della città dove è nato e cresciuto a diciotto anni appena compiuti.

Matthias come detto nasce a Friburgo ed inizia a giocare all'età di otto anni nell'SV March, squadra della città, prima di trasferirsi nel 2005, a undici anni, nel settore giovanile dell'SV Freiburg squadra di Bundesliga. Percorre tutta la trafila del settore giovanile fino ad arrivare all'under 17 nel 2009. Nel suo primo campionato di categoria, a quindici anni, mette insieme 12 presenze e 2 gol. La stagione successiva viene promosso in under 19 dopo sole quattro partite (dove aveva peraltro realizzato una marcatura) ed arriva l'esplosione: in 25 partite tutte giocate da titolare realizza ben 14 gol da difensore centrale e mediano in alcune occasioni, dimostrando una notevole maturità tattica nonostante la giovanissima età. All'inizio della stagione 2011/2012 viene convocato per il ritiro estivo con la prima squadra ma inizia il campionato ancora con la formazione under 19 dove gioca praticamente fino a febbraio totalizzando 7 reti in 14 partite. L'incredibile media realizzativa ed il gioco espresso gli valgono la prima chiamata nel calcio professionistico il 21 gennaio 2012. Entra al settantesimo minuto della sfida casalinga contro l'Augusta, giocando da centrocampista, e dopo soli diciotto minuti realizza il suo primo gol nel calcio che conta con un colpo di testa, regalando così la vittoria alla sua squadra. La successiva partita di campionato è in campo dal primo minuto di gioco nuovamente in posizione di mediano. Purtroppo l'incontro non finisce bene per il Friburgo e il giovanissimo Ginter non rivede il campo per altre tre partite, complice una prestazione non buona. Da marzo però è nuovamente in campo e gioca le restanti partite nell'undici titolare in posizione di difensore centrale. Chiude così la sua prima stagione da professionista con un bottino di 13 partite, con una media minuti molto alta, e 1 gol.

Ginter è un difensore molto potente fisicamente e al tempo stesso atletico e discretamente rapido. Si distingue in fase di anticipo e sulle palle alte suo autentico punto di forza. Grazie a ciò ha una notevole pericolosità offensiva per un difensore, soprattutto sulle situazioni di palle ferme. Da queste occasioni infatti nascono la maggior parte dei gol segnati a livello giovanile e la sua prima marcatura in Bundesliga. Grazie ad una buona tecnica personale e alla facilità di contrasto può giocare anche da mediano da schermo davanti la difesa. Può e deve ancora affinare l'aspetto tecnico del suo gioco, particolarmente in fase di costruzione di gioco, caratteristica sempre più ricercata in un difensore moderno.

Nonostante le grandi prestazioni a livello giovanile finora ha vestito solo la maglia della Germania Under 18 allenata da Christian Ziege, con la quale ha realizzato 6 presenze.

Il Friburgo pare abbia deciso di affidargli il futuro del reparto difensivo, ma ci sono già diverse squadre interessate al giocatore. Per quanto riguarda le italiane bisogna registrare un interesse della Juventus, che però finora si è limitata ad osservare il ragazzo senza avanzare proposte. Il fatto che giochi nella squadra della sua città che tifa fin da quando era bambino, unita alla volontà di affermarsi nel campionato tedesco e di conquistare così la Nazionale non dovrebbe fargli cambiare squadra con molta facilità.




Il suo primo gol in Bundesliga

venerdì 20 luglio 2012

Pablo Sarabia

Nome: Pablo Sarabia Garçia
Data di nascita: 11 Maggio 1992, Madrid
Nazionalità: Spagna
Altezza: 1,77m
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Getafe - Liga BBVA
Ruolo: Trequartista, ala destra, ala sinistra
Valore: 4.500.000€




 Nella storia del calcio internazionale solo la Spagna è stata capace di conquistare il triplete Euro 2008-Mondiali 2010-Euro 2012. Trionfo assoluto, risultato dell'ottimo lavoro fatto con i giovani nelle varie cantere dei maggiori club della Liga spagnola. Oggi vi proproniamo la scheda di Pablo Sarabia, sicuro futuro craque.

Pablo Sarabia inizia la sua carriera nell'Escuela de Futbol Madrid Oeste de Boadilla del Monte, scuola di calcio satellite del Real Madrid che lo tesserano solo nel 2004. Fa tutta la trafila nel settore giovanile, per poi esordire con il Real Madrid Castilla in Segunda Division il 3 Gennaio 2010 contro l'Alcorcon. Due settimane dopo segna anche il primo gol nella vittoria per 5-2 contro il Racing Santander B. Le sue ottime prestazioni convincono il tecnico della prima squadra, Pellegrini, a farlo allenare con i big nel Dicembre dello anno, mese in cui arriva l'esordio in Champions League contro l'Auxerre, vinta 4-0, subentrando a Cristiano Ronaldo. Nel frattempo diventa titolare nel Castilla, con cui conclude la stagione 2010/2011 con 12 gol, dietro a Joselu e Morata. I dirigenti dei catalani capiscono che ha bisogno di fare esperienza, perciò viene ceduto a titolo definitivo per 3 milioni di euro al Getafe, ma il Real Madrid ha una clausola di riacquisto da esercitare entro Giugno 2013. Nel piccolo club di Madrid trova difficoltà nel vedere il campo, chiuso da Pedro Leon, tornato in prestito proprio dai Merengues. Alla fine dell'anno saranno 20 le presenze totali con i catalani. 

Pablo Sarabia ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. Due gol in 3 presenze con l'Under-16, un terzo posto e miglior giocatore del torneo nel Mondiale Under-17 (5 gol in 20 presenze), due presenze con l'Under-18, otto gol in 16 presenze con l'Under-19. Il 10 Novembre 2011 ha esordito con gol nell'Under-21 di Milla nel 6-0 all'Estonia. Finora un gol in tre presenze.

Pablo Sarabia è un centrocampista offensivo di grandissimo talento, veloce e dal dribbling funambolico. Ha un tocco di palla con il sinistro davvero impressionante e una grande visione di gioco che gli permette di sfornare assist a iosa. La sua posizione ideale è quella di trequartista, dove può sfruttare al meglio la sua capacità di ricevere palla tra i piedi per poi lanciare i compagni a rete. Molti credono che somigli a Kakà per le movenze, altri a Silva per la favolosa tecnica e il geniale sinistro. Sa giocare molto bene anche come esterno, proprio perché può sfruttare al meglio la sua capacità di crossare in corsa e le sue giocate per saltare gli avversari, grazie alla rapidità nell'accelerazione e all'imprevedibilità delle giocate. Fisicamente è ancora da migliorare, deve acquisire muscolarità e, soprattutto, deve provare più volte a tirare a porta. Deve diventare più concreto. Non sa inserirsi, ma sa battere egregiamente i calci piazzati. E' un assistman, non un finalizzatore.

Un grande talento non poteva di certo che attirare le attenzioni dell'Arsenal di Arsenè Wenger che non è riuscito però a strapparlo al club di Perez. Il Real Madrid da parte sua deve sfruttare al più presto la clausola di riacquisto, perché ci troviamo di fronte ad un giovane dal futuro assicurato che potrebbe diventare un giorno il nuovo Silva.


mercoledì 18 luglio 2012

Campionato Europeo Under 19 - Estonia 2012


Dopo l'Europeo delle Nazionali maggiori, vinto come purtroppo ben sappiamo dagli spagnoli di Del Bosque, si è giocato l'Europeo di categoria Under19 in Estonia. 
La competizione riservata ai giocatori nati dopo il primo gennaio 1993, è iniziata il 3 luglio per concludersi con la finale del 15 giocata al "Le Coq Arena" di Tallin.

Le qualificazioni si sono svolte tra 48 squadre, divise in 12 gruppi di 4, le prime due classificate di ogni girone, insieme alla migliore terza, accedono ad uno speciale turno chiamato "Elite" dal quale poi sarebbero uscite le qualificate per la competizione. Estonia, in quanto Paese ospitante, Francia, Inghilterra e Spagna accedono automaticamente al turno Elite. L'Italia riesce a passare al turno successivo con un secondo posto maturato alle spalle della Romania e davanti ad Azebaigian e Svezia. Purtroppo i giovani azzurri si piazzano al secondo posto nel girone del Turno Elite dietro la più quotata Spagna.
Alla fine le otto squadre qualificate sono:
-Estonia
-Croazia
-Francia
-Grecia
-Inghilterra
-Portogallo
-Serbia
-Spagna

con gli iberici, campioni in carica, favoriti grazie anche alle cinque vittorie nelle otto precedenti partecipazioni.
Le prime tre squadre classificate dei due gironi da quattro accedono automaticamente al Mondiale Under20 del prossimo anno.

Fase a Gruppi 

Gruppo A

Le quattro partecipanti del Gruppo A sono: i padroni di casa dell'Estonia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. La prima partita ha visto contrapposti Grecia e Spagna, con la vittoria di quest'ultimi per 2-1. Il Portogallo invece ha sconfitto per 3-0 i padroni di casa. La seconda giornata inizia con la vittoria convincente della Grecia per 4-1 sull'Estonia, mentre il match più atteso tra Spagna e Portogallo si conclude con un roboante 3-3 con una grande prestazione dello spagnolo Jesé Rodriguez, attaccante del Real Madrid, autore di una pregevole tripletta.
La giornata conclusiva vede la Spagna vincente sull'Estonia per 2-0, ma tutti gli occhi sono sull'ultimo incontro tra Portogallo e Grecia in lotta diretta per la qualificazione alle semifinali. Al ventesimo del primo tempo le squadre si trovano sull'1-1, poi gli ellenici trovano il break decisivo poco prima dell'intervallo e chiudono definitivamente i giochi a venti dalla fine. Inutile il gol lusitano a recupero inoltrato. Vince la Grecia 3-2.



Gruppo B

Il secondo gruppo vede contrapposte Inghilterra, Francia, Croazia e Serbia. Nella partita di apertura Inghilterra e Croazia si annullano a vicenda sull'1-1, ne approfitta la Francia che batte 3-0 la Serbia. La seconda giornata si apre con i transalpini ancora vincitori grazie all'1-0 sulla Croazia, mentre l'Inghilterra batte 2-1 la Serbia grazie al gol vittoria di Redmond.
All'ultima giornata una Croazia fuori dai giochi per il passaggio in semifinale si gioca ancora la qualificazione al Mondiale Under20 e riesce a sconfiggere la Serbia con un perentorio 3-0.
La sfida clou vede contrapposte Francia e Inghilterra in piena lotta per il primo posto nel girone. La partita si decide di fatto nella prima metà di gara che si conclude con il risultato (in seguito finale) di 2-1 per gli inglesi che trovano il vantaggio al sedicesimo minuto. I "galletti" recuperano lo svantaggio al trentesimo ma dieci  minuti dopo i britannici sono ancora in rete conquistando così risultato e primo posto.



Semifinali


INGHILTERRA-GRECIA

A sorpresa i greci riescono nell'impresa di approdare alla finalissima dopo una partita lunga e tesa, risolta solo ai tempi supplementari.
Sono proprio gli ellenici a trovare il vantaggio con Bougaidis al trentottesimo minuto, sfruttando una prima metà di gara spenta e abulica degli inglesi. La ripresa si apre diversamente con i britannici alla ricerca del pareggio, trovato poi al cinquantaseiesimo minuto con Afobe. I tempi regolamentari si chiudono così sull'1-1, ma al centottesimo minuto è la Grecia a trovare la zampata decisiva con Lykogiannis e a conquistare così la loro prima finale in cinque partecipazioni.



SPAGNA-FRANCIA

Sicuramente la partita più entusiasmante e più attesa di questo turno, vede le due principale candidate iniziali alla vittoria finale affrontarsi una partita giocata a viso aperto senza timori.
Sono i transalpini a trovare il vantaggio al ventiseiesimo minuto con il difensore Samuel Umtiti, a cui risponde al sessantunesimo minuto Gerard Deulofeu. La partita è giocata all'attacco da entrambe le formazioni ben determinate a trovare la vittoria finale, ma è la Spagna a portarsi in vantaggio al settantottesimo con Paco Alcacer. La vittoria iberica sembra a portata di mano ma al novantunesimo minuto è ancora Umtiti a riportare in corsa i suoi con un pareggio più che cercato. Durante l'extra time è la Spagna a trovare ulteriormente il vantaggio nuovamente con Deulofeu al centododicesimo, ma la Francia risponde ancora con il centrocampista Paul Pogba a tre minuti dalla fine. Servono quindi i calci di rigore a risolvere questa entusiasmante sfida. Gli spagnoli sbagliano il primo rigore ma successivamente grazie a delle ottime esecuzioni e agli errori di Umtiti e Kondogbia riescono a vincere 4-2 dagli undici metri dopo il 3-3 finale.



Finale


SPAGNA-GRECIA

La paura di perdere è il tema principale dell'incontro. Nonostante gli spagnoli cerchino di trovare il vantaggio ripetutamente la Grecia riesce a difendersi senza correre particolari rischi. Dopo due semifinali giocate fino ai tempi supplementari è la stanchezza ad impadronirsi dei giocatori. All'ottantesimo minuto gli spagnoli riescono a trovare un varco nell'attenta difesa ellenica e passano in vantaggio grazie alla più classica delle azioni spagnole. E' Jesé Rodriguez il marcatore che consegna alla Spagna il suo sesto successo in questa manifestazione. L'attaccante del Real Madrid conquista anche il premio di capocannoniere della competizione e diventa il terzo attaccante spagnolo consecutivo a vincere questo premio.




Il gol di Jesé Rodriguez in finale.


Gli highlights della sfida più bella del torneo: Spagna-Francia

lunedì 16 luglio 2012

Ola John

Nome: Ola John
Data di nascita: 19 Maggio 1992, Zwedru
Nazionalità: Liberia - Olanda
Altezza: 1,80 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Benfica, Superliga (Portogallo)
Ruolo: Ala sinistra, ala destra
Valore: 7.000.000 Euro




Nonostante la deludente eliminazione dalla fase a gironi di Euro 2012 in Polonia e Ucraina con zero punti, l'Olanda continua ad essere al top per quanto riguarda la produzione di giovani talenti. Soprattutto per ciò che riguarda gli attaccanti esterni che hanno come modello Arjen Robben, gli Orange dimostrano come l'Eredivisie sia una competizione che favorisce la crescita del reparto offensivo. Dopo Elia, che ha molto deluso alla Juventus ma possiede comunque un buon talento, il nuovo enfant prodige "made in Twente" è sicuramente Ola John.

Ola John ha una storia molto particolare, visto che all'età di due anni fugge dalla Liberia per rifugiarsi in Olanda con i suoi fratelli, tra i quali il calciatore Collins, e la madre, mentre il padre fu ucciso durante la Seconda guerra civile liberiana. Comincia la sua carriera nelle giovanili del DES Nijverdal, per poi trasferirsi nel 2002 al Twente. Dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili della squadra di Enschede, la stagione 2008-2009 lo consacra come capocannoniere del campionato Primavera con 20 gol. Si classifica così al secondo posto come miglior giovane olandese che ovviamente convince il tecnico Preud'homme a convocarlo per il ritiro, dove comincia a dimostrare il suo grande talento. Debutta in prima squadra contro l'AZ Alkmaar il 20 Novembre 2010. Con il passare delle partite guadagna sempre più spazio, fino a segnare il suo primo gol il 13 Marzo 2011 contro il VVV-Venlo. L'anno successivo con il nuovo tecnico Adriaanse diventa titolare inamovibile nel tridente, segnando il suo primo gol ufficiale in campo internazionale il 16 Febbraio 2012 nella vittoria a Bucarest contro lo Steaua in Europa League. In due anni da professionista con il Twente conquista due Coppe d'Olanda e una Supercoppa olandese, per poi trasferirsi ad inizio Luglio 2012 a Lisbona, firmando un quinquennale con il Benfica che sborsa ben 9 milioni di euro per strapparlo alla concorrenza europea, blindandolo con una clausola rescissoria fissata a 45 milioni di euro. Con la maglia del Twente segna in totale 10 gol in 73 partite. Ola John ha vestito diverse maglie delle nazionali giovanili olandesi. Ha esordito con l'Under-17 contro la Svezia, segnando tra l'altro il gol decisivo. Sarà l'unico gol in tre presenze, perché il 2 Ottobre 2010 esordisce con l'Under-19 contro la Germania, finita 2-2. I tre gol in nove partite, in aggiunta alle ottime prestazioni in Eredivisie, gli fanno guadagnare il salto di categoria ed esordisce con l'Under-21 il 1 Settembre 2011 contro la Bulgaria, vinta 1-0. Al momento è nel giro della nazionale maggiore di Van Marwijk.

Ola John è quasi la fotocopia di Elia. Fisicamente ben strutturato, è velocissimo e bravissimo nel dribbling. Tecnicamente abbastanza dotato, non è un goleador ma è capace di essere precisissimo nel cross in corsa o da fermo con entrambi i piedi. Come l'esterno della Juventus è troppo fumoso, si perde in giocate talvolta inutili che dimostrano mancanza di concretezza sotto porta, causa dei pochi gol nella sua carriera. Dovrebbe migliorare anche tatticamente, visto che nel corso della partita spesso perde la posizione risultando un corpo estraneo alla squadra. E' un giocatore a cui piace ricevere il pallone tra i piedi, quasi allergirco all'inserimento.

Il trasferimento al Benfica potrà sicuramente giovare il forte esterno olandese che deve affinare le sue capacità tecniche, solo dopo potrà aspirare al salto di qualità. La squadra di Lisbona l'ha preferito proprio ad Elia che è stato trattato a lungo con la dirigenza bianconera. Ora seguono tutte le big d'Europa. La speranza è che non si perda come sembra essersi perso Elia, da colpo della campagna acquisti estiva a bidone da piazzare in qualche modo, ma c'è da dire che fin dal principio non aveva avuto la fiducia del tecnico che non l'ha praticamente mai utilizzato. In Portogallo c'è quel tipo di calcio che favorisce lo sviluppo degli esterni offensivi (vedi ad esempio James Rodriguez) e siamo sicuri che almeno un paio di stagioni potranno giovare a questo talento. Vedremo dove potrà arrivare ma le premesse sono più che buone.




sabato 14 luglio 2012

Il personaggio: Gabriel Omar Batistuta


Da oggi inizia una nuova rubrica che si concentrerà su personaggio del mondo calcistico: un particolare dirigente, giocatore o allenatore che ha, a suo modo, cambiato o migliorato il mondo dello sport che tanto ci fa sognare e divertire.

Uno dei calciatori più amati del nostro calcio è sicuramente Gabriel Omar Batistuta, per tutti Batigol. Questo calciatore fenomenale è l’attaccante che tutti avrebbero voluto avere nella propria squadra: tiro di destro, tiro di sinistro, colpo di testa, movimenti smarcanti e calci di punizione erano i suoi punti forti. Questa completezza lo ha portato ad essere inserito fra i migliori 125 giocatori della storia del calcio secondo Pelé, nonostante nella sua carriera non abbia raccolto  neanche la metà dei trofei che avrebbe meritato.

Gabriel nasce ad Avellaneda l’1 febbraio 1969 da padre macellaio e madre segretaria. Fino ai sedici anni non si interessa del calcio ma anzi pratica pallavolo e basket; si avvicina a quello che sarà il suo sport grazie ad un amico che gli regalò il poster di Diego Armando Maradona. Leggermente sovrappeso gli venne dato dapprima il soprannome di “gordo” e poi per la sua folta chioma bionda quello di “gringo”.

Dopo una stagione incoraggiante ai Newell’s Old Boys passò al River Plate dove si fermò un solo anno visto la mancanza di feeling con la società. Infatti andò alla più grande rivale che si possa pensare in Argentina: il Boca Juniors. Qui passò due splendide stagioni dove in un totale di 41 partite collezionò 18 gol. Durante la prima stagione non riuscì ad esprimersi al meglio per colpa di una scarsa forma fisica ma il secondo anno  con Oscar Tabarez vinse il campionato e si aggiudicò il premio come capocannoniere con 13 gol.

Dopo una stagione simile venne convocato dall’Argentina alla Copa America del 1991: anche qui vinse la classifica marcatori con 6 gol totali di cui uno al Brasile ed uno in finale. Grazie a questo stupendo anno attirò su di se l’attenzione di Cecchi Gori, allora presidente della Fiorentina, che spese 12 miliardi delle vecchie lire per aggiudicarsi uno tra i più interessanti giocatori giovani dell’epoca.

La prima stagione a Firenze si conclude con 13 gol in 27 partite, ma ancora Omar non aveva fatto vedere tutto il suo valore. Infatti, si pensò di lui come ad un giocatore promettente, dotato di grande potenza ma un po’ mancante in tecnica.

Batistuta è stato un grande giocatore anche grazie alla sua continua voglia di migliorarsi: lui stesso in un’intervista quando era giocatore della Roma afferma che per mantenere i suoi livelli si dovesse allenare il doppio rispetto a tutti gli altri. Questa è probabilmente la dimostrazione di dove si possa arrivare nel mondo del calcio grazie alla forza di volontà e alla dedizione.

Nella seconda stagione invece inaspettatamente e contrariamente a tutti i pronostici la Fiorentina retrocede in  serie B nonostante i 16 gol segnati dall’argentino in 32 gare ufficiali. Con la nazionale, invece, rivince la Copa America regalando una doppietta ai tifosi nella finale. Mentre un giocatore dotato delle stesse ambizioni di Batistuta avrebbe probabilmente cambiato squadra, lui non decise di abbandonare la nave e in serie B affinò le proprie doti: segnò non più solo di potenza, ma anche di fino e in acrobazia.

Nella stagione della promozione alla massima serie, 1994-1995, Batigol si consacra di fronte a tutto il calcio mondiale: 26 gol che gli valsero il titolo di capocannoniere e un record molto interessante, ovvero quello di giocatore a segno per più partite consecutivamente (11, ndr).

Nelle stagioni successive Gabriel si rese protagonista indiscusso della squadra, tanto da diventare idolo e simbolo non solo per i tifosi ma per un’intera città: la dimostrazione di questo fu la costruzione di una statua a lui dedicata esposta davanti alla curva Fiesole. La Coppa Italia stagione 1995-1996 fu vinta dai viola eliminando in semifinale l’Inter: gran parte del merito andò a Batistuta che segnando 4 gol complessivi (3-1 e 1-0) li portò in finale. Qui contro l’Atalanta segnò sia all’andata che al ritorno e dimostrò quanto fosse decisivo nei momenti chiave. L’anno dopo la squadra non riuscì a qualificarsi per le coppe europee ma uscii nella Coppa delle Coppe in semifinale contro il Barcellona; al Camp Nou segnò un gol che rimase tra i suoi più belli e zittì i tifosi blaugrana che fin lì lo avevano fischiato.


La stagione 1997-1998 si concluse con 21 gol in 32 partite per Batistuta ma ci furono diversi problemi: la squadra era allora allenata da Malesani e la dirigenza decise di sostituirlo. Gabriel non fu assolutamente d’accordo con questa decisione poiché ritenne sbagliato esonerare un allenatore con il quale la squadra si trovava bene. Quasi sul punto di andarsene fu convinto dal neo allenatore Trapattoni a rimanere e la decisione non poteva che essere delle migliori: infatti un allenatore del calibro del Trap non poteva che puntare su di lui e Gabriel lo ripagò con 17 gol nelle prime 17 partite. La squadra si collocò al primo posto nel girone di andata ma complice un infortunio dello stesso argentino la squadra perse diverse punti e arrivò terza. Batigol arrivò secondo nella classifica marcatori dietro a Amoroso con 21 gol in sole 28 partite.

L’anno successivo entrò negli annali: la squadra competendo in Champions League arrivò a giocarsi il passaggio del girone contro l’Arsenal nello storico Wembley e qui Batistuta segnò un gol da antologia insaccando con un tiro da posizione defilata dopo aver dribblato un giocatore.  La Fiorentina è l’unica squadra ad aver vinto contro l’Arsenal a Wembley. Nel girone successivo non riesce a passare ma realizza comunque prestazioni di tutto rispetto e il “Re Leone” riesce a terminare la sua avventura con 11 presenze e 6 gol.

Verso la fine del campionato si realizzò il suo trasferimento dettato dalla voglia di vincere un trofeo prestigioso e dal poco feeling con la società. Tutti i tifosi andarono in crisi e si divisero sulle motivazioni: chi diceva che sene fosse andato poiché mercenario e chi invece dava la colpa alla società. All’ultima partita di campionato Batigol si presentò con 149 reti con la maglia viola, a due passi dal record di gol di 151 di Kurt Hamrin. Durante la partita segna il primo gol dopo un’incursione solitaria, il secondo dopo una gran botta su punizione. Il record era ormai raggiunto ma la sua voglia di raggiungere e superare il record era troppa: dopo un lancio dalla destra riuscì a infilare per la terza volta il portiere del Venezia e così a scrivere il suo proprio primato. Gli anni alla fiorentina si conclusero con  un totale di 332 partite giocate e 207 gol.

L’approdo alla Roma fu accolto con grande clamore dai tifosi ansiosi di vedere uno dei giocatori più forti in circolazione.  La prima stagione conclusasi con 20 gol suoi fece conquistare il tanto sognato e sudato scudetto alla squadra della capitale. Questo sarà il suo più grande trofeo conquistato con la maglia di un Club. Purtroppo nelle due successive stagioni non potè esprimersi al meglio per colpa dei suoi problemi alle caviglie. Dopo una brevissima parentesi durata metà stagione all’Inter Gabriel decise di giocare per una squadra del Qatar: qui segnò 25 gol in 18 partite ma la stagione successiva si dovette ritirare per colpa delle solite caviglie.


La grande umiltà e rispetto che riscuoteva presso tutti i tifosi del mondo lo resero uno dei giocatori più amati di sempre. La sua carriera si è svolta prevalentemente alla Fiorentina e siamo sicuri che se non  lo avesse guidato il cuore nelle scelte ora staremo parlando di un giocatore molto più titolato. Ma in fondo forse l’importante non è il numero di trofei in bacheca ma il ricordo che si lascia di se, quello di un grande campione.

venerdì 13 luglio 2012

Jannik Vestergaard

Nome: Jannik Vestergaard
Data di nascita: 3 Agosto 1992, Copenaghen
Nazionalità: Danimarca
Altezza: 1,97 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: TSG 1899 Hoffenheim, Bundesliga (Germania)
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 5.000.000 Euro




La Danimarca, nonostante l'eliminazione dalla fase a gruppi, è stata tra le rivelazioni di Euro 2012 in Polonia e Ucraina, capace di battere l'Olanda, perdere solo all'ultimo minuto con il Portogallo e perdere con dignità con la Germania. Da anni produce giovani talenti (Eriksen su tutti) che probabilmente saranno protagonisti ai prossimi Mondiali in Brasile. Ha fatto parte della spedizione polacco-ucraina il difensore centrale Jannilk Vestergaard, senza però scendere in campo.

Jannik Vestergaard nasce il 3 Agosto 1992 a Copenaghen da padre danese e madre tedesca. In realtà Jannik è figlio d'arte, in questo caso forse è meglio dire nipote d'arte, visto che il nonno, Hannes Schrorer e lo zio Jan, da parte di madre, sono stati ex calciatori del Fortuna Dusseldorf (il nonno). Con questi idoli ha iniziato la sua carriera nel Vestia Copenaghen, per poi passare poco dopo prima al BK Frem, poi al Boldklub, entrambe squadre periferiche della capitale danese. Le ottime prestazioni nelle squadre giovanili minori attirano le attenzioni nei suoi confronti del Brondby, una delle squadre più prestigiose del campionato danese, che decide di farlo aggregare nella Primavera. Nel 2010 l'Hoffenheim decide di acquistarlo, inserendolo però in un primo momento nella seconda squadra, con la quale esordisce il 12 Agosto 2010, nella vittoria per 5-1 contro il Wormatia Worms, città storica tedesca. Dopo dieci giorni, il 22, Vestergaard segna anche il primo gol contro il Mermmigen. La seconda squadra del piccolo club tedesco vola con Vestergaard e la coppia d'attacco Firminio-Terrazzino, ma il giovanissimo danese fa spola con l'Under-19, dove dimostra la sua superiorità fisica che gli vale il trofeo Talento Arla-U19. Le sue continue ottime prestazioni portano il tecnico della prima squadra, Marco Pezzaiuoli, a farlo esordire il 16 Aprile 2011 nella vittoria contro l'Eintracht Francoforte. L'anno successivo viene aggregato ufficialmente in prima squadra e nel girone di ritorno diventa titolare della compagine tedesca. E il 2 Febbraio 2012 arriva anche il primo gol nel prestigioso pareggio con il Werder Brema (1-1). Finora può contare 2 gol in 20 presenze. Il danesino con origini tedesche è un punto fermo delle nazionali giovanili, carriera caratterizzata dai repentini salti di categoria. Infatti ha esordito il 26 Aprile 2010 con l'Under-18 nella sconfitta per 2-1 contro l'Italia. Dopo quattro presenze, condite da un gol, il 2 Settembre ha esordito con l'Under-19 nel pareggio contro il Belgio, valido per le Qualificazioni agli Europei di categoria. In totale sette presenze con gli Under-19 che gli valgono l'esordio nell'Under-20 il 18 Marzo 2011 nel pareggio contro il Portogallo. Dopo solo due presenze, Vestergaard passa nell'Under-21 con la quale esordisce il 10 Agosto dello stesso anno in amichevole. Al momento è nel giro della nazionale maggiore, con la quale però non ha ancora esordito.

Jannik Vestergaard è il classico difensore centrale danese, potente fisicamente, altissimo e praticamente imbattibile di testa. Il colpo di testa e l'elevazioni sono le doti principali di colui che molti considerano come il nuovo Agger. Non è rapidissimo, ma nemmeno lento, si distingue per la calma e la sicurezza che mostra in campo. Difficile che rischi la giocata, anche perché sa sempre dove posizionarsi in campo nel progredire del gioco. Ha grande personalità ed è soprattutto maturo, nonostante l'età molto giovane. Non è troppo dotato tecnicamente, deve sicuramente migliorare con il destro e magari nell'anticipo. Inutile dire che essendo veramente alto soffre i giocatori brevilinei. Vestergaard è destinato a giocare anche la prossima stagione con la maglia bianco-blu dell'Hoffenheim. E' un giocatore di talento ma ha bisogno di almeno un'altra stagione da assoluto protagonista con l'Hoffenheim, prima di essere pronto al definitivo salto di qualità.



mercoledì 11 luglio 2012

La polemica tra stelle e scritte


Per mesi si è dibattuto sulla possibilità o meno che la Juventus mettesse la terza stella sulla maglia, simbolo dei 30 scudetti che i tifosi bianconeri e la società torinese sentono propri, in contrasto con la sentenza di Calciopoli che ha revocato quelli del 2004 e del 2006 e che ufficialmente riconosce 28 titoli nazionali alla squadra allenata da Conte. Oggi vogliamo fare chiarezza sulla questione che riguarda le stelle e le scritte sulle maglie che continuano a suscitare polemiche e trovano nei tifosi terreno fertile per ulteriori contrasti e malumori.

E' necessario dire che non esiste alcuna norma specifica che disciplini l'utilizzo della stella in una divisa calcistica. Anzi l'utilizzo di ogni stella, che indica dieci scudetti vinti, è entrato nel calcio per mezzo di una consuetudine introdotta proprio da un presidente bianconero, Umberto Agnelli, che nel 1958 propose l'applicazione della stessa. La richiesta al Consiglio Federale della FIGC fu accolta e la delibera del maggio 1958 stabilì la creazione di un «particolare distintivo» per la vittoria di 10 scudetti che un mese dopo venne riconosciuto nella forma della stella. 
Da questo momento sia in Italia che all'estero l'utilizzo di questa simbolo ha assunto molteplici ruoli:

Germania: i club più titolati dal 2004 possono fregiarsi di una o più stelle nello stemma e nelle divise della squadra (1, 2, 3 o 4 stelle a seconda di 3, 5, 10 o 20 titoli vinti in Bundesliga). Il Bayern è l'unico club a possedere 4 stelle (in virtù dei 22 Meisterschale), segue la Dinamo Berlino (3 stelle con 10 campionati, anche se la squadra dopo la riunificazione della Germania è sprofondata nelle serie minori) e un nutrito gruppo di formazioni con 2 stelle (guidate da Norimberga a 9 titoli, Borussia e Dinamo Dresda a 8).

Francia: solamente il Saint Etienne porta una stella che celebra i 10 titoli vinti. Il Marsiglia invece ne indossa una per la Champions conquistata.

Olanda: In Eredivisie si adotta la prassi italiana dal 2007. L'Ajax possiede 3 stelle (30 campionati, l'ultimo nel 2011), il PSV 2 (21 titoli) e il Feyenoord 1 (14 titoli)

In altri campionati gli usi sono simili mentre per le restanti importanti federazioni l'utilizzo di simboli è piuttosto libero e considerato poco importante. In generale le stelle sono concesse da una federazione o sono una decisione unilaterale delle società che sceglie di adottarle per diversi motivazioni. Dopo i Mondiali del 1998 la FIFA decise di regolarizzare l'utilizzo di questo simbolo anche per le nazionali. Fino ad allora il Brasile aveva adottato la stella come simbolo dei tre Mondiali vinti ma successivamente  venne deciso che ogni coppa poteva godere di una stella celebrativa. Inutile ma sempre bello ricordare le prime 3 dell'albo d'oro che vede il Brasile primo (5 Coppe e 5 stelle), l'Italia seconda (4) e la Germania terza (3).


Non esistendo alcuna nota che disciplini l'utilizzo della stella si deve quindi fare riferimento al "Regolamento delle Divise da Gioco" nel quale la Lega si propone come l'organo garante del rispetto delle regole, vagliando ed approvando ogni singola maglia secondo quanto stabilito dall'art. 10. Il Regolamento citato però non dice nulla in merito all'utilizzo della stella che, pertanto, sembrerebbe essere rimesso ad una sorta di "consuetudine" in auge tra i vari partecipanti. La volontà della società di Agnelli avrebbe sottoposto quindi la maglia bianconera ad un attento controllo e probabilmente avrebbe ottenuto parere contrario a fronte di una vicenda che: suscita enormi polemiche, va contro quanto ufficialmente riconosciuto dalla stessa Lega (28 scudetti) e subisce un vuoto normativo. L'art. 1 comma 2 del medesimo Regolamento, che recita così: "Tutto ciò che non è esplicitamente consentito dal presente Regolamento, deve intendersi come espressamente vietato", è l'ulteriore conferma di quanto detto in precedenza. 
E' notizia di oggi che la Juventus ha deciso di non porre nessuna stella sulla maglia ufficiale in quanto non riconosce il conteggio ufficiale degli scudetti dopo la sentenza di Calciopoli.


Molti tifosi bianconeri che avrebbe voluto le tre stelle sul petto della maglia della Juventus hanno risposto alle critiche dei tifosi avversari dicendo che la scritta "il club più titolato al mondo" apposto sulle maglie del Milan (in virtù dei 18 successi internazionali) fosse, come le tre stelle, contro il regolamento. Nel Regolamento non è vi alcuna disposizione circa le scritte sulle maglie ma solo nelle sottomaglie che possono contenere solo sponsor o logo societario. La differenza sostanziale tra la scritta e la stella si identifica nella motivazione secondo la quale si utilizza. I 10 titoli non ufficialmente riconosciuti, con tutto quello che ne va dietro e che ci accompagna dal 2006 ad oggi, impediscono alla Juventus di poter utilizzare arbitrariamente tale simbolo. Per accontentare i tifosi e per ostentare comunque il concetto espresso da Agnelli e da tutto il popolo juventino, la società bianconera ha deciso di apporre una scritta: "30 sul campo", aggirando il problema.
La Juventus però non è il solo club che quest'anno utilizzerà la scritta, peculiarità che è stata inaugurata dal Milan alcune stagioni or sono. Da questo campionato anche Lazio, Genoa e Parma si aggiungono alla nuova tendenza di matrice tutta italiana. La Lazio ha deciso di inserire "La prima squadra della Capitale" (essendo nata 27 anni prima della Roma) mentre il Genoa ha inserito: "La squadra più antica d'Italia" (fondata nel lontano 1893). Curiosa l'iniziativa di marketing del Parma che per 59 euro offre la possibilità ad ogni tifosi di poter avere il proprio nome inserito nella divisa ufficiale della squadra del Presidente Ghirardi (i nomi verranno inseriti nelle trame della maglia).
Che siano posto come provocazione nei confronti di una rivale, per fidelizzare i tifosi, per rimarcare l'orgoglio societario o per marketing, le scritte appaiono ai più come elemento che svilisce il valore storico di una divisa. In un momento come questo, nel quale il calcio italiano avrebbe bisogno di un grande rinnovamento tecnico e culturale, dovrebbero essere altre le innovazioni da proporre al nostro calcio. Le società e le aziende che producono materiale tecnico sono le prime responsabili delle polemiche createsi e non fanno nulla per ridimensionare il problema e anzi inneggiano le folle. I tifosi immancabilmente poi fanno la loro parte.





lunedì 9 luglio 2012

Kostantinos Fortounis

Nome: Konstantinos (Kostas) Fortounis
Data di nascità: 16 Ottobre 1992, Kalambaka
Nazionalità: Grecia
Altezza: 1,83 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Kaiserslautern, Zweite Liga (Germania)
Ruolo: Ala, Trequartista
Valore: 3.000.000 Euro




Il calcio ellenico dal 2004 ha registrato una clamorosa impennata che ha portato nel campionato stesso giocatori di un certo livello, alcuni dei quali rivelatisi campioni alla fine della propria carriera. Ma soprattutto dalla Grecia sono usciti diversi giovani talenti che potranno dire la loro nel calcio che conta. Un esempio è il nuovo acquisto del Parma, Sotiris Ninis, talento purissimo frenato da parecchi infortuni. Un altro pronto a sbocciare è considerato il nuovo fenomeno ellenico, Konstantinos Fortounis, per tutti Kostas.

Kostas Fortounis nasce a Kalambaka, periferia di Trikala corrispondente al Peloponneso, il 16 Ottobre 1992. Attira subito le attenzioni dell'Olympiakos, nella quale compie tutta la trafila delle giovanili per poi iniziare la sua carriera nell'AO Trikala FC (12 gol in 30 presenze in due anni). Le ottime prestazioni offerte sono un deterrente alla convocazione nella nazionale Under-17, con la quale mette in mostra tutto il suo talento. Viene visionato molto attentamente da Vangelis Vlachos, allenatore dell'Asteras Tripolis, che decide di puntare su di lui, pagando il Trikala 25.000 euro. Con l'Asteras esordisce l'11 Settembre 2010 contro il Paok Salonicco, finita 0-0. Alcuni giorni prima, il 4 Settembre, aveva esordito anche con la nazionale Under-21 nella partita vinta 2-1 contro la Macedonia, valida per le Qualificazioni agli Europei di categoria. Colleziona 24 presenze, segnando il suo primo gol in Superlega (campionato ellenico) il 19 settembre del 2010 nel 2-2 in casa dell'AEK Atene. Sarà il suo unico gol con la maglia del club di Tripoli, retrocesso alla fine della stagione nella serie minore. Nonostante tutto, Kostas disputa l'Europeo Under-19 in Romania, segnando l'unico gol della partita contro i padroni di casa e guadagnandosi il trasferimento ai tedeschi del Kaiserslautern, che pagano 250.000 euro per portarlo in Germania. Lanciato per la prima volta nel calcio dei grandi, esordisce il 6 Agosto 2011, nella partita persa contro il Werder Brema 2-0. Ogni volta che viene chiamato in causa risponde alla grande e con il passare delle giornate diventa titolare per il tecnico Kurz. Nel frattempo è il fiore all'occhiello dell'Under-21, con la quale colleziona 4 gol in 14 presenze che ovviamente, insieme alle ottime prestazioni in Germania, attirano le attenzioni di Fernando Santos, ct della nazionale ellenica maggiore, che lo fa esordire il 29 Febbraio 2012 contro il Belgio, pareggiata 1-1, valida per le Qualificazioni agli Europei. I 5 assist in 28 presenze in Bundesliga sono abbastanza per far parte della spedizione in Polonia e Ucraina, finita con la sconfitta nei quarti di finale contro la Germania. Ma non bastano per salvare il Kaiserslautern che quindi retrocede in Zweite Liga. Per ora può contare già 5 presenze con la nazionale maggiore.

Kostas Fortounis è un ala, destra e sinistra con grandi doti tecniche e atletiche. Nonostante sia un fantasista, è molto alto e possiede un'ottima velocità che gli permette di saltare i diretti avversari. E' un uomo-assist, non un goleador, perciò è perfetto nel ruolo di trequartista, dove mostra una grandissima visione di gioco. Fisicamente è un po' minuto, dovrebbe quindi acquisire maggiore massa muscolare ma la base è ottima. Pecca molto sotto porta, quasi come se avesse timore di segnare (tipico della maggior parte dei giovani di quest'età), nonostante abbia un sinistro davvero preciso. Usa con altrettanta disinvoltura anche il destro, tanto che molti pensano che sia ambidestro.

Le ottime prestazioni offerte soprattutto in Bundesliga hanno attirato le attenzioni di tantissimi club europei. Soprattutto in Italia piace a Lazio e Juventus e, prima che andasse al Kaiserslautern, in passato è stato ad un passo dall'Atalanta. La squadra più vicina al giocatore al momento sembra però il Betis Siviglia che ha offerto circa 2 milioni per convincere i tedeschi a cedere il proprio gioiello. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio talento ancora accessibile come investimento per il futuro. Fortounis non è ancora pronto per il salto definitivo in una big, proprio per la sua mancanza di freddezza sotto porta ma ha tutto per diventare un ottimo giocatore. Il prezzo è appettibile e l'età è espressione di grande potenzialità. Con Ninis, il roccioso Papadopoulos, Fortounis e i baby Kapino e Mavrias la Grecia è in ottime mani.



domenica 8 luglio 2012

ESCLUSIVA: ProssimiCampioni intervista Colin Coosemans


Oggi ProssimiCampioni.com intervista il giovane portiere del Belgio Under 21, Colin Coosemans, estremo difensore di proprietà del Club Brugge in rampa di lancio verso il calcio che conta. Di seguito le sue parole direttamente al nostro sito: 

- Ciao Colin, hai all'attivo 34 presenze in due stagioni nella massima serie del campionato belga con il Club Brugge, con 6 partite totali anche in Europa League. Da gennaio sei stato ceduto in prestito al Waasland-Beveren, appena promosso in Jupiler League assieme allo Charleroi. Qual'è il bilancio della tua carriera fino ad ora? 

Sono felice di aver giocato per una delle più belle squadre in Belgio, questo mi ha dato molta esperienza. Ho giocato tante partite in Serie A belga a un livello molto alto e anche in Europa League. L’ultima stagione non è andata come avrei voluto, non ho giocato tutta la stagione ma ho imparato tanto in questo periodo. Adesso mi sto preparando per una stagione con il Waasland-Beveren in cui proverò a fare vedere il meglio di me.  

- Parliamo dell'inizio della tua carriera, quali sono state le persone più importanti per te nel diventare un calciatore professionista? 

Prima di tutto Adrie Koster, il mio allenatore in quel momento. Lui mi ha dato la possibilità di giocare al livello più alto e per questo farei tutto per lui. Oltre a Koster, anche Dani Verlinden, allenatore dei portieri a Bruges. Come ultimo, Geert De Vlieger, che ha avuto una grande carriera.


- In due stagioni hai conquistato prima la maglia del Belgio Under 19 e poi quella dell' Under 21. Cosa significa per te rappresentare i colori del tuo Paese? 

E' la cosa più bella che ci sia e sogno di giocare anche per la Nazionale maggiore. Mi ha emozionato molto guardare l' Italia giocava ai Campionati Europei. Spero un giorno di ritrovarmi a giocare nel vostro Paese.

- Qual è il giocatore al quale ti ispiri? Quali sono i tuoi idoli? 

Gianluigi Buffon. Se ci fosse un giocatore con cui vorrei veramente giocare, è proprio lui. Secondo me lui e Casillas erano i portiere più bravi degli Europei. 

- Sappiamo che studi italiano all'Università e quindi riesci a conciliare il professionismo con lo studio, a dimostrazione che non tutti i giocatori lasciano la scuola quando diventano professionisti. Come riesci a trovare il tempo di studiare ed allenarti? Qual'è il tuo rapporto con l'Italia? 

Quando non c’è l’allenamento, vado a scuola o studio a casa. Molto del tempo libero che ho lo utilizzo per studiare. Inoltre la mia ragazza è italiana dunque posso esercitarmi a casa sua con la sua famiglia. 

- In passato si vociferava dell'interesse della Roma nei tuoi confronti, una squadra con un progetto nuovo che vuole investire nei giovani talenti. Confermi dell'interesse della Roma? C'è per caso un interesse di qualche squadra italiana? 

Mi piacerebbe molto giocare per la Roma però io personalmente non ho avuto contatto coi dirigenti giallorossi. In questo mercato i miei agenti hanno parlato in Italia ma quando è venuta la proposta del Waasland-Beveren non ho esitato e ho firmato subito. In futuro sicuramente vorremmo rivedere le varie possibilità per venire a giocare in Italia. 

- Il Belgio sembra essere una nazione in ascesa. La nuova generazione ha recentemente offerto ottimi giocatori come Kompany, Vertonghen, Fellaini o potenziali campioni come i tuoi ex compagni in Under 21 Hazard, Courtois e Lukaku. Quale futuro vedi per questi tre giocatori e per il Belgio?

Questi tre giocatori sono già di proprietà del Chelsea. Vuole dire che sono ottimi giocatori che hanno un grande futuro davanti a loro. Penso che insieme a Vertonghen, Kompany, Fellaini e Witsel avranno un ruolo importanza se il Belgio si qualificasse per i mondiali... 

- In conclusione, qual'è il tuo progetto per il futuro e il tuo più grande sogno?

Un giorno vorrei misurarmi con i giocatori della Serie A in Italia, giocare belle partite e incontri importanti. Sogno di giocare per una grande squadra e di vincere lo scudetto, questo è veramente quello che desidero di più. Se ci fosse la possibilità di andare a giocare in Italia sicuramente lo considererei. 

Ringraziamo il giovane talento Colin Coosemans per la disponibilità e la simpatia. Ci piacerebbe poter ammirare le sue qualità nel nostro campionato e gli auguriamo tante vittorie e le più belle soddisfazioni per la sua carriera, con la speranza che torni in futuro a parlare con noi di ProssimiCampioni indossando una maglia prestigiosa ed avendo vinto tanti titoli. 






venerdì 6 luglio 2012

Ibrahima Mbaye

Nome: Ibrahima Mbaye
Data di nascita: 19 novembre 1994, Guédiawaye
Nazionalità: Senegal
Altezza: 187cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Fc Inter Primavera - Campionato italiano Primavera
Ruolo: Difensore centrale, terzino sinistro, mediano
Valore: 500.000€



L'Inter quest'anno ha dominato in varie competizioni e campionati del settore giovanile. La vittoria di maggior prestigio è avvenuta con la conquista della Next-Gen grazie agli ottimi talenti offensivi in rosa e ad una difesa solida e molto affidabile nonostante la giovane età. Uno degli elementi sul quale il giovane tecnico Stramaccioni ha costruito il reparto arretrato è Ibrahima Mbaye, da tutti chiamato Ibra, senegalese classe '94, con un biglietto da visita promosso da Josè Mourinho.

Ibrahima nasce a Guédiawaye, un piccolo sobborgo nella periferia di Dakar (capitale del Senagal), a due passi dalla spiaggia. Proprio di fronte al mare inizia a giocare a calcio con gli amici ed un pallone di fortuna prima di iniziare a calcare un campo da gioco. Il giovane Ibra gioca in alcune squadre della zona prima di essere notato nel 2009 da alcuni osservatori del club nerazzurro. Nel 2010 arriva in Italia ma per motivi burocratici non può essere messo sotto contratto dalla società meneghina. Il giovane infatti è ancora minorenne, ed i trasferimenti di minori extracomunitari sono estremamente complessi vista la necessità di portare la famiglia insieme al ragazzo e al provvedere alla sussistenzza della stessa fornendo lavoro ai genitori. Josè Mourinho, all'epoca sulla panchina nerazzurra, osserva il ragazzo diverse volte in allenamento e consiglia ripetutamente alla società di tesserarlo prima di perdere un giovane talento del suo calibro.
Il contratto arriva nel gennaio del 2011ed Ibra, all'epoca ancora centrocampista, gioca per sei mesi negli Allievi Nazionale. Durante questo periodo arretra la sua posizione in campo, passando prima da mediano davanti la difesa e finendo in seguito a giocare da difensore centrale. Il cambio di ruolo sembra adattarsi a pennello ed il giovane inizia ad esprimere al meglio tutte le sue capacità. Dopo soli sei mesi viene promosso nella Primavera appena affidata al nuovo tecnico appena giunto da Roma, Andrea Stramaccioni, che fin dal ritiro estivo decide di provare Ibra da terzino invece che da difensore centrale, in modo da permettergli di sfruttare all'occorrenza il suo strapotere fisico. Durante la prima parte di stagione in Primavera il giovane Ibra fatica a ritagliarsi spazio, vista anche la giovanissima età, ma pian piano conquista sempre più la fiducia di Stramaccioni che lo fa debuttare alla quarta giornata ed in seguito lo richiama alla decima. Da quella partita Ibra non lascerà più il campo praticamente. Si alterna con indifferenza su tutta la linea difensiva giocando da centrale, da terzino sinistro o destro senza problemi, e proprio la duttilità è la caratteristica che colpisce maggiormente Stramaccioni che plasma la difesa attorno a lui a seconda delle necessità. Trova il primo gol in campionato nel derby contro i pari età rossoneri, marcatura del momentaneo 1-0, e si ripete anche in Next-Gen durante i quarti di finale quando realizza il gol che vale la qualificazione contro lo Sporting Lisbona. Autore di un finale di stagione da protagonista, si distingue durante le fasi finali della Next-Gen fino alla finale contro l'Ajax giocata da titolare. In campionato contribuisce alla qualificazione dei suoi per le Final Eight di campionato dove ai quarti di finale si trovano contrapposti al Palermo che viene liquidato proprio grazie ad una sua doppietta. Vittoria in semifinale contro il Milan e vittoria finale contro la Lazio. Alla sua prima annata in Primavera Ibra conquista lo Scudetto e la Next-Generation Series.
Dall'avvento di Stramaccioni sulla panchina della prima squadra nerazzurra si è iniziato a parlare di quali giovani, protagonisti con lui della storica vittoria, sarebbero stati promossi nel team principale. Mbaye è stato convocato per il ritiro estivo e lo stesso Stramaccioni ha dichiarato che la prossima stagione non sarà difficile vederlo nel massimo campionato. Quasi sicuramente la sua non sarà una promozione a "tempo pieno" vista la giovane età e la possibilità di giocare ancora con la Primavera , ma sicuramente Ibra si farà notare in zona San Siro.

La prima cosa che colpisce di questo giovane è l'incredibile potenza fisica e altetica. Il fatto che sia solo un classe '94 rende sbalorditivo lo strapotere fisico che esercita. Alcuni suoi detrattori potrebbero affermare che in Primavera si è imposto proprio grazie alla sua potenza muscolare, ma chi conosce bene il ragazzo sa che non è così. Ibra nasce centrocampista centrale e negli anni in questa posizione ha affinato la tecnica e la visione di gioco. Le sue caratteristiche migliori però si notano in fase difensiva dove spicca per anticipo e senso della posizione. Stramaccioni per unire il meglio delle due posizioni ha deciso di spostarlo terzino e la mossa ha giovato sicuramente al giovane. Sulla fascia è libero di mostrare la sua potenza fisica e la notevola facilità di corsa insieme alla tecnica necessaria e alla cura della zona difensiva in fase di non possesso. Il giovane tecnico romano ha dimostrato molta lungimiranza nella scelta ed inoltre ha creato un autentico jolly offensivo che in un futuro non troppo lontano potrebbe fare la fortuna dell'Inter.

Il giovane Mbaye non ha mai giocato con nessuna rappresentativa del suo Paese natìo, ma questo è un fatto del tutto comune. Raramente Federazioni africane convocano giovani che hanno lasciato il Paese in tenera età (non scordiamo che Ibra è arrivato in Italia a quattordici anni) e nonostante il fatto che possano giocare in settori giovanili importanti gli vengono preferiti ragazzi che giocano ancora nelle squadre del luogo.

Dopo solo un anno di Primavera sono arrivate già molte richieste all'Inter riguardanti prestiti o tentativi di comproprietà per il giovane, ma la società ha già chiuso tutte le porte riguardo eventuali trasferimenti. La dirigenza crede in lui e soprattutto Stramaccioni credi in lui quindi quasi sicuramente non rientrerà in nessun affare estivo ed in questo senso l'Inter ha già mandato un chiaro segnale quando il suo nome è comparso sul sito della società alla voce "Prima Squadra". Probabilmente si deciderà riguardo una definitiva promozione solo dopo il ritiro estivo ma la volontà della dirigenza è chiara, puntare su Mabye ad occhi chiusi.

mercoledì 4 luglio 2012

Berretti, Allievi e Giovanissimi 2012



E' stata un'altra stagione esaltante e piena di sorprese nei campionati giovanili minori. Infatti non esiste solo il campionato Primavera che visto la vittoria dell'Inter contro la Lazio ma anche le categorie Berretti (Juniores), Allievi e Giovanissimi. Il percorso è molto lungo e vede i giovani calciatori delle squadre professionistiche misurarsi contro i parità in tornei nazionali suddivisi a gironi, a seconda delle regioni di provenienza, che vanno a coprire tutto il territorio. Come per la Primavera le più forti di ciascun girone si affrontano nelle fasi finali per decretare la squadra campione d'Italia della categoria. ProssimiCampioni oggi riassume brevemente gli esiti dei campionati delle tre categorie:   


CATEGORIA BERRETTI 

Il campionato nazionale giovanile Dante Berretti, nato nel 1965 per commemorare l'omonimo vicepresidente della FIGC e riservato ai ragazzi di 17/18 anni, ha registrato la grande vittoria dell'Inter che ha battuto in semifinale il Napoli, vincitore dell'edizione 2011, e poi in finale l'Atalanta, vittorioso sul Pescara, in una doppia sfida davvero emozionante che ha rischiato di mettere in dubbio il ko dell'andata. I migliori giocatori della fase finale sono sicuramente stati Garritano, Belloni, il primavera M'Baye e il trequartista Yago Del Piero (Inter). Da tenere d'occhio anche l'attaccante Bocar (Inter) e il centrocampista Marcarini (Atalanta). 

SEMIFINALI SERIE A - SERIE B ANDATA - 01/05/12 

- ATALANTA – PESCARA 1-0 

- INTER – NAPOLI 4-0 

RITORNO - 05/05/12 

- PESCARA – ATALANTA 3-3 

- NAPOLI – INTER 1-0 

FINALI SERIE A - SERIE B ANDATA - 12/05/12 

- INTER – ATALANTA 3-0 

RITORNO - 19/05/12 

- ATALANTA – INTER 3-4 

Ecco le formazioni di Atalanta-Inter, finale di ritorno che ha sancito la vittoria dei nerazzurri: 

ATALANTA (4-2-3-1): 1 Zanotti; 2 Lallo, 5 Caldara, 6 D'Amico, 3 Djibo; 8 Marcarini, 4 Verzelletti; 7 Tonon, 10 Agazzi, 11 Intrieri; 9 Praprotnik. A disposizione: 12 Buscafusco, 13 Schelotto, 14 Molognini, 15 Nava, 16 Bani, 17 Colombo. Allenatore: Bergomi. 

INTER (4-3-3): 1 Dalle Vedove; 2 Bandini, 6 Guglielmotti, 5 Pasa, 3 M'Baye; 4 Benassi, 10 Gabbianelli, 8 Del Piero; 7 Belloni, 9 Terrani, 11 Garritano. A disposizione: 12 Cincilla, 13 Marini, 14 Amoruso, 15 Martinelli, 16 Tonsi, 17 Bangura, 18 Bocar. Allenatore: Zanetti. 




CATEGORIA ALLIEVI NAZIONALI 

Il campionato nazionale giovanile Allievi Nazionali, nato nel 1959 e riservato agli Under-16, si è concluso con la vittoria della Sampdoria. La finale di Montepulciano con l'Empoli è stata infinita. I doriani sono riusciti a battere la prima classificata del Girone A, dove d'altronde era stata inserita la stessa Sampdoria. Dopo i gol di Porro e Rovini nei tempi regolamentari, non sono serviti i 30 minuti di extra time. Solo dopo venti rigori i doriani hanno festeggiato il tricolore. Una vittoria inaspettata ma giusta, visto che la Sampdoria ha battuto durante i play-off Milan e Lazio, prime classificate del Girone B e del Girone C ma soprattutto l'Inter di Tassi che si è arresa in semifinale allo scadere dopo una gara combattuta che volgeva al pareggio. 

FINALE SERIE A – B 

- SAMPDORIA – EMPOLI 10-9 (d.c.r) 

Ecco le formazioni di Sampdoria-Empoli, finale che ha sancito la vittoria dei blucerchiati: 

EMPOLI (4-1-4-1) Pacini, Risaliti, Agrifogli (Brumat '24), Thiongo (30' Cacciapuoti), Bachini (C), Zavatto, Rovini, Menichetti (Sbarcea 27' S.T.), Frugoli, Gargiulo (VC), Silvestri (Angeli, 8' S.T.S.) A disposizione: Cardelli, Dinardo, Salerno, Taddei, Niccoli, Cacciapuoti Allenatore: Cecchi Mario 

SAMPDORIA (4-3-3) Falcone, Maggiali, Tamburello (Fenati 12'st), Lombardo (C), Porro (VC), Caracciolo, Ivan, Placido, Oneto (Coraini 34' st), Rolando (Corsini 19' st), Necchi (Cocorullo 27'st) A disposizione: Massolo, Termine, Fazio, Richieri, Valenzise Allenatore: Beruatto Paolo 




CATEGORIA GIOVANISSIMI NAZIONALI

Il campionato nazionale giovanile Giovanissimi Nazionali, nato nel 1983 e riservato agli Under-15, ha fatto gioire per la quarta volta in questa stagione l'Inter. Alle fasi finali si sono qualificate Reggina, Fiorentina, Empoli e Milan, che hanno formato il Gruppo A, e Lazio, Roma, Inter e Sampdoria, che hanno formato il Gruppo B. A sopresa è passata anche la Reggina. I nerazzurri hanno prima battuto il Milan nella semifinale, poi il Napoli in finale grazie ad un grandioso Bonazzoli, autore di una tripletta incredibile. 

SEMIFINALI SERIE A – B 

- NAPOLI – REGGINA 5-4 (d.c.r.) 

- INTER – MILAN 6-5 (d.c.r.) 

FINALE SERIE A - B 

- INTER – NAPOLI 4-1 

Ecco le formazioni di Inter-Napoli che hanno fatto gioire per la terza volta i nerazzurri: 

NAPOLI (4-3-1-2): Mennella (34' st Lamarra); Grillo (23' st D'Ursi), Esposito, Granata, Iovane; G. De Simone, Otranto (12' st Lombardi), F. De Simone (20' st Esposito Lauri); Setola (25' st Selva); De Iorio (31' st Manna), Bifulco (31' st De Masi). A disp.: Napolitano, Fontanella. All.: Muro. 

INTER (4-3-3): Di Gregorio; Arcuri (34' st Gazzotti), Bernardi, Della Giovanna, Di Marco; Tchaoule, De Micheli, Taufer (34' st Opoku); Cassani (25' st Didiba), Bonazzoli (34' st Mitta), Zonta (17' st Brambilla). A disp.: Bourmila, Bondioli, Scienza, Panatti. All.: Cerrone.




Sono stati tre campionati davvero entusiasmanti nei quali sono emerse delle certezze: l'Inter è il migliore settore giovanile d'Italia (quest'anno ha vinto 3 campionati su 4 con Primavera, Berretti, Giovanissimi più la Next Generation sempre con la Primavera mentre con gli Allievi si è fermata solo in semifinale contro la Sampdoria campione), la Juventus è ad un ottimo livello (ricordiamo che ha conquistato il Viareggio 2012 con la primavera ed ha perso la Coppa Italia di categoria solo in finale con la Roma), il Milan sta recuperando alla grande dopo anni di buio ed ha una batteria di giovani tra Allievi e Giovanissimi in rampa di lancio, la Roma e la Lazio hanno un po' deluso nei momenti chiave ma dispongono di talenti che fanno ben sperare e arrivano sempre in fondo e infine il Napoli è la sorpresa di questi ultimi anni a dimostrazione che la società partenopea sta investendo molto nel settore giovanile (semifinale Berretti e finale Giovanissimi premiano il lavoro del club). Empoli, Reggina, Atalanta ma soprattutto Sampdoria tengono in alto il loro buon nome, a dimostrazione che l'eredità di una buona struttura permane nonostante non si disponga di ingenti quantità di denaro o delle sfortune delle rispettive squadre. Sarebbe bello che i loro giovani riportassero questi club dove meritano.
Il prossimo anno molti passeranno di categoria e potrebbero esplodere come non rispettare i pronostici, starà a loro e alle rispettive società crescerli al meglio, senza fretta ma con grande fiducia.     

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