mercoledì 29 giugno 2011

The Next-Generation Series



Nasce ufficialmente la nuova "Champions League" under 19, prima iniziativa di questo genere che peremetterà ai giocatori delle squadre partecipanti di prendere confidenza con il panorama europeo dei parietà e affrontare i diversi tipi di calcio.
Con questa iniziativa finalmente si avrà un torneo con cadenza annuale, che durerà per tutta la stagione e che permetterà sia alle società di poter valutare il loro modo di lavorare relazionandolo con le tecniche delle altre squadre coinvolte, sia ai giocatori di guadagnare esperienza in un torneo che li impegnerà annualmente, sottoponendoli a lunghe trasferte e, cosa non da poco, ad acquisire la mentalità per giocare il campionato il fine settimana e gli scontri europei nel turno infrasettimanale.

L'iniziativa era stata avanzata diverso tempo fa dall'Amministratore Delegato dell'Inter Ernesto Paolillo, da sempre molto attento alle politiche riguardanti i settori giovanili, che dall'anno scorso ha iniziato a battersi per avere un torneo che mettesse faccia a faccia i giocatori che un domani avrebbero calcato i palcoscenici più importanti del calcio mondiale.
La palla è stata colta al balzo e dal prossimo 15 agosto prenderà il via la Next-Generation Series, il campionato delle prossime generazioni. Sedici le squadre coinvolte, finora sono quindici le confermate con: Inter, Liverpool, Manchester City, Aston Villa, Tottenham, Barcelona, Celtic, Wolfsburg, Olympique Marsiglia, Sporting Lisbona, PSV, Fenerbahce, Basilea, Rosenborg e Molde, più una squadra ancora da decidere (augurandosi che sia italiana), che si affronteranno in quattro gironi all'italiana con andata e ritorno, per poi passare da gennaio alla fase degli scontri diretti sempre con la formula della doppia sfida.
Le squadre potranno categoricamente usare solo giocatori under 19, e inoltre società come Manchester United, Arsenal, Chelsea e Ajax hanno già conferamato la loro partecipazione al torneo 2012/2013, da decidere resta se inserirle oltre le sedici già partecipanti o se farle prendere il posto di qualcuna.

Intervistato dal quotidiano Tuttosport Paolillo ha dichiarato: "Un onore essere una delle prime squadre a giocare la prima Champions giovanile. Ci sono grandi squadre e non sarà facile passare il turno. Sappiamo di avere giocatori di qualità e siamo molto sereni e coscienti delle nostre possibilità. Quando ci sarà la Coppa Italia, scenderà in campo la Beretti, mentre se non ci sarà contemporanea la Primavera. In Europa si viaggia con un anno in meno rispetto all’Italia. L’importante è comunque rientrare con le fasce di età, noi ci stiamo adeguando. Giocheremo il campionato Primavera con i 1994".

Concludendo bisogna ancora elogiare un iniziativa come questa, che non può che fare bene al calcio giovanile e ai giocatori. Congratulazioni all'Inter che rappresenterà l'Italia in questa competizione e a cui bisogna fare tutti i nostri auguri per un bel torneo.
Chiunque volesse tenersi informato sulla competizione può visitare il sito NextGen Series , ove dopo una brevissima registrazione riceverà direttamente le informazioni sulla mail personale.

lunedì 27 giugno 2011

Takashi Usami


Nome: Takashi Usami
Data di nascita: 6 maggio 1992, Kyoto
Nazionalità: Giappone
Altezza: 1,78 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Gamba Osaka (J. League Division 1 giapponese)
Ruolo: Trequartista, Ala sinistra
Valore: 3.000.000 €



Il Giappone si sta dimostrando come terra ricca di talenti calcistici ed una scuola in continua evoluzione e miglioramento rispetto alla crescita e alla maturazione dei giovani calciatori nipponici. Nel nostro Paese il giocatore che ha realmente aperto l'asse Italia-Giappone è stato Nakata (portato al Perugia e campione d'Italia con la Roma), mentre meno fortuna hanno avuto l'ottimo Nakamura (ex Reggina) e Nanami nel Venezia. Dopo anni d'attesa è l'affare Nagatomo (prelevato dal Cesena del bravissimo Ficcadenti e poi ceduto all'Inter) a risvegliare l'interesse per il Sol levante e riaprire una possibilità d'investimenti che fino a pochi anni fa sembrava essersi chiusa irrimediabilmente.Takashi Usami è probabilmente il talento più interessante del campionato giapponese (J.League) e in patria è considerato anche più promettente del vecchio idolo Nakata.

Nasce nella provincia di Kyoto e cresce calcisticamente nel settore giovanile del Gamba Osaka, squadra emergente del calcio giapponese dopo anni di anonimato. Esordisce poco più che diciassettenne nella Champions League asiatica contro i coreani del Seoul (20 maggio 2009) segnando anche una rete, mentre quattro giorni più tardi debutta in J.League nel match interno contro il Kashima Antlers (perso per 0-1). Ad ora ha collezionato 10 presenze e 2 reti in campionato e 7 presenze ed una rete nella Champions League asiatica. Può vantare la vittoria della Coppa dell'Imperatore del 2009 (che ha la stessa formula della F.A Cup inglese) e il titolo di Miglior Giovane del Campionato 2010.

Usami è un trequartista dotato di grandissima tecnica e fantasia. Possiede un buon dribbling con buonissime doti nella fase offensiva della manovra e la sua rapidità gli consente di ricoprire con ottimi risultati il ruolo di esterno d'attacco, ma il meglio di sé lo offre in fase d'impostazione e dietro le punte garantendo un buon tiro, ottima visione di gioco e discrete capacità di realizzazione. E' piuttosto leggero fisicamente per il calcio europeo ma garantisce margini di crescita muscolare abbastanza ampi da poter garantire una preparazione adeguata al calcio più duro.

In nazionale è stato un punto fermo dell'Under 17 giapponese con la quale vanta 11 presenze e 4 reti. Nell'Under 20 invece si è dimostrato fin da subito maturo e decisivo segnando 3 reti in altrettante presenze e riscuotendo pieno successo tra gli osservatori europei che seguono costantemente le rassegne di categoria. E' stato convocato anche nella nazionale maggiore ma non è ancora sceso in campo ufficialmente.

Takashi Usami è uno probabilmente il giocatore più corteggiato del Giappone. In Italia il Cesena ha tentato (in un'operazione congiunta con il Padova) di bissare il successo avuto con Nagatomo ma si è dovuta scontrare con l'interesse del Palermo di Zamparini e con l'inserimento delle big d'Europa con in testa il Bayer Monaco. In particolare la società bavarese attraverso le parole del presidente Rumenigge ha espresso parole di stima verso il talento di Kyoto. Assieme al "gunner" Miyahici è il vero craque della nuova generazione nipponica e siamo sicuri che presto farà parlare di sé.










Pubblicato il 27/06/2011

domenica 26 giugno 2011

Le foto della settimana

John Terry: E' o non è il ritratto della famigliola felice?


Zlatan Ibrahimovic: Se gli mettessimo una lucetta in testa, potrebbe fare tranquillamente da lampione.


Manuel Almunia: Conoscendoti caro Manuel, a guinzaglio invece del cane potresti portare una "papera"... Bella giacca!

venerdì 24 giugno 2011

Edwin Cardona

Nome: Edwin Cardona
Data di nascita: 8 dicembre 1992, Medellìn
Nazionalità: Colombia
Altezza: 1,82m
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Atlético Nacional
Ruolo: Trequartista, Centrocampista offensivo
Valore: 300.000 €




La Colombia Under 20 si è aggiudicata il Torneo di Tolone 2011 battendo in finale la Francia (Italia al terzo posto) e mostrando una formazione davvero promettente. Dei giocatori che si sono evidenziati vi abbiamo già parlato di Rodriguez ed Arias ma un'altro grandissimo talento di centrocampo sta rapidamente scalando le classifiche di gradimento e si sta imponendo anche nel proprio club di appartenenza. Edwin Cardona è il centrocampista del futuro per la Colombia che nel mondiale 2014 potrà rappresentare una vera e propria mina vagante per le big.

Edwin Andrés Cardona Bedoya nasce a Medellìn e raggiunge la maturità calcistica nella squadra della sua città, l'Atlético Nacional. Nella formazione bianco-verde guidata da Santiago Escobar il giovane Edwin viene presto fatto debuttare a 17 anni nel pareggio esterno contro l'América di Cali (2-2). Da lì in poi viene inserito gradualmente nel gruppo della squadra maggiore e solo nell'ultima stagione, a causa di un grave infortunio al ginocchio che l'ha tenuto fuori quasi un anno, è entrato in pianta stabile nella formazione titolare. Ad ora ha collezionato 6 presenze e 2 goal nella prima squadra.

Cardona è un trequartista e un jolly offensivo di centrocampo, all'occorrenza può fungere anche da esterno alto anche se predilige una posizione più centrale. E' un giocatore che calcia benissimo con ambo i piedi e si muove molto rapidamente tra la linea d'attacco e la linea di centrocampo. Somiglia moltissimo al primo Freddy Guarin ai tempi del Saint Etienne (ora al Porto), e infatti è possibile che durante la crescita possa adattarsi a giocare più dietro come volante di qualità a centrocampo. Possiede l'ultimo passaggio e non disdegna l'impostazione del gioco con propensione però alla conclusione. Ha qualità tecniche eccellenti unite ad un'ottima fisicità ma spesso cerca la giocata ad effetto (a volte inutilmente) ed è innamorato del pallone.

In nazionale Cardona è stato uno dei talenti più seguiti dell'Under 17. Ha totalizzato 7 presenze con 7 goal prima di essere stato convocato nell'Under 20. Con l'Under 20 ha segnato 2 reti in 6 presenze ed ha da poco conquistato il Torneo di Tolone. I Los Cafeteros rappresentano potenzialmente una delle formazioni giovanili più interessanti del Sudamerica. Il ragazzo va aspettato e deve migliorare alcuni aspetti caratteriali che denotano personalità (che a volte sfocia in un po' d'arroganza) ma anche immaturità (si è presentato alcune volte in ritardo agli allenamenti).

L'Atletico sa di avere tra le mani un possibile campioncino, infatti già molte società hanno fatto un sondaggio per acquisirne le prestazioni. Sporting Lisbona e Real Saragozza sono i club che più si stanno muovendo per prelevare il talento colombiano anche se viene monitorato costantemente da mezza Europa. Dopo Tolone le quotazioni del giovane sono salite e si attendono novità nel mercato estivo. Genoa e Palermo potrebbero farci un pensierino?






Alcune giocate nell' Atlético Nacional.


Il bellissimo goal al Messico al Torneo di Tolone.



Pubblicato il 24/06/2011

mercoledì 22 giugno 2011

Campionato Primavera 2010/2011




Il Campionato Nazionale Primavera, conosciuto anche come Trofeo Giacinto Facchetti dalla stagione 2006-2007, è la più importante competizione calcistica giovanile del campionato italiano di calcio. E' riservato alle 42 società di Serie A e Serie B, che partecipano con squadre composte da atleti di età compresa tra i 15 e i 20 anni, con l'eccezione di un calciatore senza alcun limite di età impiegabile in ogni partita (ad esclusione della fase ad eliminazione diretta), più 3 fuori quota di 21 anni, mentre nella fase finale si possono impiegare fino a quattro 21enni.
Nella formula attuale il Campionato Primavera prevede una prima fase a gironi dove le squadre partecipanti sono inserite seguendo il criterio delle aree geografiche. Sono composti così 3 gironi da 14 squadre. Al termine della stagione regolare, disputata con partite di andata e ritorno, le prime 5 squadre classificate di ogni girone e la miglior sesta assoluta accedono alla fase successiva. Le 16 squadre qualificate, danno infatti vita agli ottavi di finale, ad eliminazione diretta, con partite di andata e ritorno. Le 8 squadre rimanenti si disputeranno così lo scudetto Primavera, giocando una fase finale composta da quarti di finale, semifinali e finale.
Quest'anno la vincitrice del campionato è stata la Roma che ha battuto nella finale delle Final Eight il Varese per 3 a 2.
Prima di giungere alla finale è bene ricordare l'excursus stagionale del campionato.


GIRONE A:



Dominato sin da subito dal Genoa, predecessore della Roma, non ha avuto grosse rivelazioni. Il Genoa ha vinto il girone con 62 punti in campionato ma non con la migliore differenza reti che è invece stata della Fiorentina (+30), arrivata al 3° posto. Al secondo posto la Juventus che ha cercato in tutti i modi di abbattere la supremazia degli ultimi anni del Genoa. Ai play-off anche Empoli e Torino.
Il Capocannoniere del Girone è stato Iemmello della Fiorentina con le sue 19 reti in 23 presenze stagionali.


GIRONE B:



E' in questo girone che ci sono le vere e proprie rivelazioni e continue sorprese. Infatti è il Varese ad aggiudicarsi il campionato con un solo punto in più rispetto all'Atalanta. Male l'Inter, solo 4°, e il Milan, troppo altalenante arrivata 3° con la miglior differenza reti (+31). Altra sorpresa è il Chievo che, vincendo negli scontri diretti contro l'altisonante Udinese, riesce a qualificarsi ai play-off.
Il Capocannoniere del Girone è stato Lionetti della Triestina con le sue 22 reti in 22 presenze stagionali.


GIRONE C:



Come da copione sono Roma e Lazio a contendersi il primato. Alla fine però è stata la Roma ad arrivare prima con 7 punti di distacco dalla Lazio (62 punti contro i 55) e soprattutto grazie ad un spettacolare equilibrio difesa-attacco (differenza reti +42). Catania e Siena si sono poi qualificate alle fasi finali a discapito di Napoli e Palermo.
Il Capocannoniere del Girone è stato De Vena del Napoli con le sue 17 reti in 24 presenze stagionali.


OTTAVI DI FINALE AD ELIMINAZIONE DIRETTA:

Le partite sono Milan-Empoli, Inter-Torino, Fiorentina-Chievo e Catania-Siena dalle quali dovranno uscire quattro squadre.
Milan-Empoli rispecchia le aspettative. E' il Milan a vincere per 3 a 1, senza troppi problemi, con le reti di Verdi, Calvano e Carmona, e a qualificarsi alle Semifinali.
Partita ostica è invece Inter-Torino. La partita finisce solo dopo i calci di rigore dove risultano fondamentali i rigori trasformati da Crisetig e Duncan dell'Inter che portano i meneghini alle Semifinali.
Come da pronostico la Fiorentina batte il Chievo per 2 a 1 grazie alle reti del capocannoniere del proprio girone Iemmello e il centrocampista Matos.
Il Catania batte invece il Siena 1 a 0 grazie alla rete di Cibele dopo che il compagno Joazhino aveva precedentemente sbagliato un rigore.
Qualificate quindi Milan, Inter, Fiorentina e Catania.


SEMIFINALI PLAY-OFF AD ELIMINAZIONE DIRETTA:


Le partite sono Fiorentina-Catania e Inter-Milan.
La Fiorentina batte il Catania per 3 a 1 grazie alle reti di Matos, Iemmello e Fatticcioni e rispetta così i pronostici che la davano per favorita.
Diversamente Inter-Milan è una partita molto più difficile. Entrambe le squadre vogliono qualificarsi alle Final Eight. Dopo la rete di Dell'Agnello, è Berretta a pareggiare e poi Pasini illude i tifosi di una qualificazione ormai effettuata e in cassa. Invece è Benedetti che pareggia e posticipa il verdetto fino ai rigori dove è il Milan ad aver la meglio e a qualificarsi.
Qualificate quindi Fiorentina e Milan.


FINAL EIGHT:

I quarti di finali stuzzicano molto gli esperti di calcio giovanile a causa delle varie coppie: Roma-Milan, Lazio-Genoa, Fiorentina-Atalanta e Juventus-Varese non precludono una finale scoppiettante.
La Roma riesce a battere il Milan per 1 a 0 grazie alla rete di Montini.
Anche il Genoa riesce a qualificarsi alle Semifinali battendo per 1 a 0 la Lazio grazie alla rete di Alhassan.
Contro ogni pronostico cinquina del Varese sulla Juventus. In rete Miceli, Pompilio, Laazar e doppietta di Ferreira. Rete della bandiera di Giannetti.
Frizzante partita tra Atalanta e Fiorentina conclusasi ai rigori (i tempi supplementari erano finiti 3 a 3) in favore della Fiorentina grazie alle parate del portiere Seculin.
Qualificate Roma, Genoa, Varese e Fiorentina.
Le semifinali sono ancora più belle dei quarti.
Roma e Genoa danno vita ad una partita piena di colpi di classe e giocate, ma alla fine è la Roma a qualificarsi per la Finale grazie alle reti di Antei e di Montini.
Ancora una volta è la sorpresa Varese ad aver la meglio sull'altisonante Fiorentina dopo i calci di rigore. I tempi regolamentari erano finiti 1 ad 1 (reti di Laazar e Carraro).
Una finale quindi a sorpresa tra Roma e Varese che si affrontano per la prima volta in una finale primavera. I pronostici dicono Roma ma il Varese è in vantaggio per 2 a 1 (reti di Montini per la Roma e Laazar e Pompilio per il Varese) fino ai tempi di recupero quando Montini pareggia. E' ancora Montini poi a chiudere la partita nei tempi supplementari sancendo così la vittoria del Campionato Primavera da parte della Roma e lui diventa così il Capocannoniere dei play-off con 5 reti segnate.




Il cammino della Roma è stato inarrestabile (eccezion fatta nella finale persa di Coppa Italia contro la Fiorentina), con il primo posto nel suo girone di competenza e proseguito alle fasi finali battendo in scioltezza prima Milan, poi Genoa e infine Varese. Pigliacelli, Antei, Sabelli, Florenzi, Viviani, Caprari, Ciceretti, Dième, Montini sono solo alcuni dei protagonisti del modulo 4-2-3-1 di Mister De Rossi (papà di Daniele). Seconda piazza per il Varese. La società, cresciuta sia a livello di prima squadra che di settore giovanile, ha fornito a Mister Mangia (neo tecnico della primavera del Palermo) una squadra composta da giocatori tecnici e di assoluto carattere provenienti dalle tre grandi Inter, Milan e Juventus. Micai, Bianchetti, Miceli e Toninelli hanno costituito una buona cerniera difensiva di una squadra votata all’attacco con i vari Scialpi, Jadilson, Ferreira, Pompilio e De Luca, autentico punto di diamante che avrà l’occasione di misurarsi con la prima squadra in cadetteria.
Hanno chiuso i loro cicli vincenti invece Fiorentina e Genoa.
I viola con il record di 50 partite disputate hanno posto una Coppa Italia in bacheca, una finale del Viareggio e un’altra finale mancata solo per la lotteria dei rigori. Camporese già in orbita prima squadra, al quale si potranno aggiungere altri giocatori come Carraro, Iemmello, Acosty, Salifu, Taddei e Piccini.
Il Genoa conclude un biennio strepitoso prima con il triplete (Scudetto, Coppa e Supercoppa) e poi un'altra stagione positiva con il primato nel girone e l’approdo in semifinale. Oltre a El Shaarawy, anche Perin, Polenta,Doninelli e Boakye potranno spiccare il volo per farsi conoscere al calcio che conta.
Si chiude una fase anche per l’Atalanta. L'ormai famoso lavoro del settore giovanile è quello di produrre giovani per le prime squadre. E' il caso di De Leidi, Almici, Baselli, Cortesi, Minotti, Molina, Gatto, Pandiani, Magnaghi, ma la lista è assai più lunga.
Stagione opaca per il Milan che sarà completamente rinnovato. Via Albertazzi, Pasini, Fossati, Beretta, Ganz, Verdi, Merkel e Strasser. Così come i giovani bianconeri che andranno a fare esperienza altrove (Ferrero, Sorensen, Belcastro, Boniperti, Camilleri, Giandonato, Giannetti, Libertazzi). Merita una menzione anche l’Inter campione del Viareggio con i vari Dell’Agnello, Alibec, Faraoni, Bardi, Benedetti, Crisetig, Natalino.
Questi sono stati i protagonisti del Campionato Primavera. Per molti di loro si spalancheranno le porte della prima squadra e della Serie A, altri avranno la possibilità di giocare con continuità in B e Lega Pro. Tutti potranno recitare un ruolo da protagonisti se resteranno con i piedi per terra e se avranno piena fiducia e continuità nelle presenze. L’augurio è che possano fare un’esaltante carriera, la qualità e il carattere non mancano.


Pubblicato da Ben

lunedì 20 giugno 2011

ESCLUSIVA: ProssimiCampioni intervista Luca Caldirola


ESCLUSIVA di ProssimiCampioni che ha contattato il promettente difensore dell'Inter e della nazionale italiana Under 21 Luca Caldirola. Il centrale classe 91 rappresenta uno dei migliori prodotti del settore giovanile nerazzurro e una speranza del calcio italiano che ha sempre formato difensori di livello internazionale. Del giovane difensore lombardo vi abbiamo parlato in tempi non sospetti, nel frattempo il ragazzo ha concluso degnamente l'esperienza in prestito al Vitesse e tornato alla base, è entrato in pianta stabile nella talentuosa Under 21 di Ciro Ferrara. A margine dell'esperienza azzurra al Torneo di Tolone 2011 Luca Caldirola ci ha concesso una breve intervista:



--Partiamo con l'esperienza nell' Under 21 al Torneo di Tolone: ottima prestazione dell'Italia che ha dovuto arrendersi solo in semifinale alla Francia a dispetto di un ottima partita, per larghi tratti giocata meglio rispetto ai cugini d'Oltralpe. Qual'è il bilancio di quest'esperienza e cosa si prova ad essere ormai un punto fermo della nazionale di Ciro Ferrara?

Posso dire che questo torneo ha dato delle conferme importanti. Abbiamo dimostrato di essere un ottimo gruppo e ci stiamo preparando al meglio per le qualificazioni all'Europeo di settembre. Purtroppo non siamo riusciti ad arrivare in fondo anche se, a mio avviso, eravamo la squadra migliore della competizione, ma poco importa, abbiamo fatto un grande torneo considerando anche il fatto che abbiamo giocato 5 partite in 7 giorni e siamo a fine stagione.
Per ora ho giocato tutte le 10 presenze da titolare e senza mai essere sostituito, sono molto felice della mia partenza in Under 21 e di far parte di questo gruppo. Sono convinto che ci toglieremo molte soddisfazioni.


--Da Seregno sei stato prelevato in tenera età dall'Inter nella quale hai svolto tutta la trafila delle categorie giovanili. Cosa vuol dire crescere in una società così importante e trionfare da capitano nei più importanti tornei a livello giovanile?

A mio avviso non c' è società migliore dell'Inter a livello giovanile. Mi sono trovato bene sin da subito e frequentare già da piccolo un ambiente come quello ti fa crescere e maturare. Se oggi sono qui è anche merito loro.


--Quali sono le persone che ti hanno influenzato di più nella tua crescita calcistica?

Al primo posto non posso che mettere la mia famiglia: i miei genitori hanno fatto sacrifici indescrivibili e mi hanno sempre incentivato. Mi hanno fatto tenere sempre la testa sulle spalle perché è facile a quell'età montarsi la testa quindi non posso che ringraziarli infinitamente.


--E' risaputa la stima che nutriva su di te mister Mourinho durante la sua guida tecnica in nerazzurro. Quali sono i consigli più importanti che ti ha dato il tecnico portoghese?

Prima di tutto Mourinho oltre che essere un grande allenatore, come ha dimostrato, è veramente un grande persona. Mi trattava come un giocatore del loro gruppo (Prima squadra), per lui non c'era differenza tra un ragazzo di 18 anni e uno di 30. Mi ha sempre aiutato e mi dava tanti consigli importanti.


--Dopo la primavera dell'Inter hai deciso, in comune accordo con la società, di fare un anno di esperienza all'estero al Vitesse. Quest'occasione ti ha permesso di giocare con discreta continuità in un campionato competitivo come quello olandese. Con quali aspettative sei partito ad inizio stagione e che risultati ritieni di aver conseguito?

E' stato un anno fantastico che se tornassi indietro rifarei altre 1000 volte. Ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, ovvero crescere come uomo e come calciatore. Confrontarmi con un campionato come quello olandese mi ha permesso di tornare in Italia con un bagaglio d' esperienza maggiore.

--Quali sono le differenze principali che hai notato tra il calcio olandese e il calcio italiano?

Il calcio olandese è completamente diverso dal nostro: noi siamo predisposti a difenderci mentre in Olanda si pensa ad attaccare. Poi lì si gioca "a uomo ", cosa che all'inizio mi ha creato qualche difficoltà, ma successivamente ci ho preso la mano e mi sono abituato.


--Quali sono i tuoi punti di forza e quali aspetti del tuo gioco ritieni che vadano ancora migliorati? A quali calciatori ti ispiri?

I miei punti di forza sono il fisico e il colpo di testa. Devo migliorare sicuramente con il piede destro e sulla velocità. Il mio modello è Nesta sin dai tempi della Lazio.


--Il calcio giovanile italiano sta attraversando un periodo difficile, anche se le varie selezioni giovanili azzurre a partire dall'Under 21 fanno ben sperare. Come giudichi personalmente la situazione del calcio giovanile italiano?

Il calcio giovanile italiano sta dimostrando che i giovani nel nostro Paese ci sono e sono pronti a confrontarsi con i vari campionati, basta solo dare loro un po' più di fiducia. Bisogna puntare sul settore giovanile e far crescere i propri ragazzi come fa il Barcellona.


--Che consiglio vorresti dare ad un giovane calciatore che si affaccia ora a questo mondo?

Considerando che ho 20 anni e sono anch'io giovane, l' unico consiglio che posso dare è quello di non sentirsi mai appagati, non pensare di essere già arrivati ed essere consapevoli dei propri mezzi.


--Quali sono i tuoi obbiettivi a breve termine e dove ti vedi tra cinque anni?

L' obiettivo di quest'anno è trovare continuità per poi tornare all'Inter e potermela giocare...



Si ringrazia Luca Caldirola e l'entourage del giocatore per la disponibilità dimostrata.
Vi segnaliamo la possibilità di seguire Caldirola attraverso il suo sito personale.
I migliori auguri a Luca per i prossimi impegni sportivi!

ProssimiCampioni

Raphaël Varane


Nome: Raphaël Varane
Data di nascita: 25 aprile 1993, Lille
Nazionalità: Francia
Altezza: 191cm
Piede preferito: Destro
Squadra: RC Lens - Ligue 1
Ruolo: Difensore centrale, mediano
Valore: 4.000.000€



Avere a soli 18 anni una valutazione di quattro milioni di euro, un anno di esperienza nella massima serie francese e molti top club che ti bussano alla porta non è cosa da poco. Ne sa qualcosa Raphael Varane, difensore centrale del Lens, reduce da un'ottima annata in Ligue 1 nonostante la sua squadra sia appena retrocessa.

Varane nasce a Lille, nota città del nord della Francia, da genitori di origine martinicana. Fin da piccolo si appassiona al calcio e a sette anni comincia a giocare in una piccola squadra locale, l'AS Hellemmes, dove dopo due anni viene notato dagli osservatori del Lens che gli propongono di entrare nel loro settore giovanile. Il Lens gioca nella piccola cittadina omonima vicino Lille, con cui da vita al noto "Derby du nord", quindi Raphael cresce con tranquillità vicino casa senza essere costretto a cambiare vita e abitudini. In seguito si trasferisce nel centro di formazione federale di Lievin, che si occupa di formare i giovani più promettenti del Nord del Paese, per poi tornare a tempo pieno al Lens. Vince il campionato nazionale under 17 e in seguito viene aggregato alla squadra under 19. All'inizio della stagione 2010/2011 firma il suo primo contratto da professionista e viene aggregato alla squadra riserve nel Championnat de France amateur, importante banco di prova per i giovani d'oltralpe.
A sorpresa dopo poco tempo il tecnico Wallemme lo inserisce in prima squadra, e il 6 novembre fa il suo debutto il Ligue 1 contro il Montpellier giocando tutta la partita in sostituzione dell'infortunato Yahia. In seguito torna in campo nella partita che è costata la panchina al tecnico Wallemme, contro il Brest, ma con l'arrivo del nuovo tecnico Lazslo Boloni guadagna ancora più minutaggio e presenze fino a diventare uno dei pilastri della difesa del Lens.
A fine stagione può vantare 23 presenze, di cui 22 da titolare in Ligue 1, con due gol all'attivo e una partita da capitano contro l'Arles-Avignon.

Varane è cresciuto molto nel corso dell'ultima stagione e ha dimostrato ottime potenzialità, schierato quasi sempre da centrale di difesa, anche a 3, si è distrticato anche nel ruolo di mediano in un paio di occasioni. Dotato di un eccellente fisico (191cm x 85kg) è comunque un difensore rapido dotato di un ottimo senso della posizione e molto abile nelle chiusure e nei raddoppi. E' un eccellente colpitore di testa, fattore che lo rende temibile sottoporta in occasione di calci piazzati. Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto nel centro federale di Lievin si nota. In queste strutture il lavoro con il pallone è di primaria importanza, il giocatore impara a prenderne confidenza migliorando il tocco e il controllo, oltre alla capacità di gestirlo e smistarlo, quindi dal punto di vista tecnico è un giocatore formato che ha solo bisogno di esperienza, fattore di vitale importanza per un difensore.

Varane ha giocato per due volte nella selezione francese under 18, realizzando anche una rete, prima di essere chiamato a soli 17 anni nella nazionale under 21 con la quale ad oggi ha totalizzato 3 apparizioni.

Fin dallo scorso gennaio si è iniziato a parlare in un possibile trasferimento di Raphael, con le più importanti squadre del continente a seguire il ragazzo attratte dall'ottima tecnica e dal talento in prospettiva. Ad aprile sembrava che il Manchster United avesse chiuso per il giovane ma ad oggi nessun trasferimento si è ancora concretizzato. E' notizia recente di un interessamento del Real Madrid, con il giocatore direttamente sponsorizzato da niente meno che Zinedine Zidane, ma al momento il Manchester appare ancora la destinazione più probabile. Il giocatore ha comunque dichiarato che la sua preoccupazione maggiore è quella di giocare con continuità, ha infatti dichiarato pochi giorni fa: "Andare al Manchester? Devo pensarci attentamente. A me quello che interessa è giocare. Devo valutare se mi conviene finire in una squadra che mi permette di migliorare. Altrimenti resto in Francia", sicuramente una dimostrazione di carattere da parte del giovane difensore. Lo United dopo l'acquisto di Phil Jones pare intenzionato a dare una "svecchiata" a tutta la squadra, ed il fatto che il Lens sia finito in Ligue 2 potrebbe aiutarli a raggiungere l'obbiettivo. Resta da vedere se il ragazzo avrà le giuste garanzie.








Qui Varane impegnato in una spettacolare chiusura

Concluso il sondaggio: "Qual'è il miglior classe 90 in circolazione?"...Mario Balotelli


La chiusura del sondaggio di Prossimi Campioni che vi chiedeva quale fosse il miglior giocatore nato nel 1990 a calcare i campi d'Europa ha visto trionfare con ampio margine sulla concorrenza il nostrano Mario Balotelli. E' indicativo il fatto che tra i vari sondaggi questo è stato quello con il distacco più ampio tra il primo ed il secondo claassificato, un po perchè da tifosi italiani conosciamo molto bene le doti di supermario, ma anche perchè il suo talento è davvero eccezionale.

Mario nasce a Palermo il 12 agosto del 1990 da Thomas e Rose Barwuah, due immigrati ghanesi, che dopo poco si trasferiscono nell'hinterland bresciano, nel comune di Bagnolo Mella. Qui abbandonano il piccolo Mario nell'ospedale locale dove il personale medico si prende cura di lui fino all'età di due anni. In seguito viene adottato da una famiglia bresciana, i Balotelli di Concesio. Qui insieme ai suoi nuovi fratelli si avvicina al mondo del calcio dimostrando da subito ottime potenzialità, saranno proprio i fratelli Giovanni e Corrado ad aiutarlo in questo mondo e in seguito gli faranno anche da procuratore, fino all'arrivo di Mino Raiola.

Inizia a giocare da piccolissimo, cinque anni appena, nella squadretta del locale oratorio venendo subito aggregato nella squadra dei più grandi. In seguito si trasferisce nel San Bartolomeo, piccola squadra della periferia bresciana.
Nel 2001 approda al Lumezzane dove il 2 aprile 2006, a soli 15 anni, debutta con la prima squadra in C1.
Prima dell'interesse dell'Inter si era fatto avanti il Barcelona, molto interessato al talento del giovanissimo attaccante, ma dopo un provino l'affare non si concretizza per motivi economici. Il 31 agosto 2006 l'Inter batte la concorrenza di Fiorentina, Chelsea, Liverpool e Tottenham acquisendo il giocatore in prestito con diritto di riscatto per la comproprietà.
Dopo appena sei mesi passa dalla squadra allievi alla primavera vincendo a fine stagione il campionato di categoria con un rigore decisivo segnato in finale. L'anno dopo, quando aveva ormai già debuttato in Serie A, aiuta ancora la primavera a vincere il Torneo di Viareggio realizzando ben 7 gol in 6 partite.

Nella stagione 2007/2008 Roberto Mancini, incantato dal talento del giovane, decide di promuoverlo in prima squadra, e il 16 dicembre 2007 lo fa debuttare in Serie A nella partita vinta 2-0 in casa del Cagliari. Tre giorni dopo, il 19 dicembre, nell'ottavo di finale di Coppa Italia contro la Reggina realizza la sua prima rete nel mondo del professionismo e la sua prima doppietta nella stessa partita.
Il 30 gennaio 2008 arriva un'altra doppietta, niente meno che alla Juventus, nella sfida di ritorno dei quarti di finale sempre di Coppa Italia, rendendosi assoluto protagonista nella cavalcata nerazzurra nella competizione.
A fine stagione segna altre 3 reti in campionato e si laurea a soli 17 anni Campione d'Italia con la compagine meneghina.

La stagione successiva inizia con il rinnovo del contratto e la vittoria della Supercoppa italiana contro la Roma. Mario, entrando dalla panchina realizza il secondo gol per la sua squadra e uno dei rigori nella vittoria per 8-7.
La stagione prosegue bene quando il 4 ottobre diventa il più giovane marcatore nelle competizioni europee dell'Inter, segna anche in campionato, ma attorno a lui nascono diverse polemiche quando viene accusato di irridere gli avversari durante una partita contro la Roma, e diventa oggetti di diversi cori razzisti da parte delle tifoserie avversarie. La stagione comunque si conclude con un altro scudetto e un bottino di 8 gol in campionato e 2 in Champions.

La stagione 2009/2010 è stata ricca di soddisfazioni e polemiche, soprattutto con il suo allenatore Jose Mourinho, che ha sempre espresso belle parole sull'incredibile talento del ragazzo ma ha criticato aspramente il suo carattere un po troppo "vivace". Comunque Mario ha continuato a segnare a fornire belle prestazioni, come il gol su punizione da 35 metri al Rubin Kazan che ha permesso all'Inter di qualificarsi per gli ottavi di Champions League. Sul finire della stagione Mario resta in panchina durante la storica finale di Champions che ha visto i nerazzurri riconquistare la coppa dalle grandi orecchie dopo 45 anni, ma suo malgrado è stato protagonista della finale di Coppa Italia quando il capitano della Roma, Francesco Totti, gli ha rifilato senza alcun motivo un calcione da dietro sul finire della partita, gesto ampiamente contestato. Alla fine per Mario, oltre alla conquista del "Triplete", la stagione si è conclusa con 9 gol in campionato, 1 in Coppa Italia e 1 in Champions League.

L'estate che ha preceduto la stagione 2010/2011 lo ha visto protagonista fuori dai campi di gioco per il suo passaggio al Manchester City, dove ha ritrovato il suo vecchio allenatore Roberto Mancini, per la cifra di 28 milioni di euro. Il 19 agosto segna al debutto con la maglia dei "citizens" nella sfida di Europa League contro il Timisoara ma nel finale si infortuna al ginocchio restando fuori fino al 24 ottobre. Il 7 novembre realizza i suoi primi gol nella Premier con una doppietta al West Bromwich, ma nella stessa partita si fa espellere per somma di ammonizioni.
Durante tutta la stagione, tribolata da alcuni infortuni, è stato protagonista dei tabloid inglesi che lo hanno sempre ritratto come un "bad boy" dando ampio risalto alle bravate di Mario, che alcune volte ha esagerato nei comportamenti facendo esasperare in alcune occasioni anche il suo tecnico Mancini, che lo considera il suo pupillo. Alla fine della stagione il City vince la FA Cup e Mario viene eletto "Man of the Match".

Il 7 agosto 2007 ha ricevuto una convocazione per giocare con la maglia del Ghana, ma Mario ha sempre rifiutato dichiarando che avrebbe giocato solo con la maglia azzurra. Per motivi legali ha dovuto aspettare fino al compimento del diciottesimo anno di età per conseguire il passaporto italiano, e pochi giorni dopo ha ricevuto la convocazione per l'under 21 di Pierluigi Casiraghi dove ha totalizzato 6 gol in 16 presenze.
Il 6 agosto riceve la convocazione per la Nazionale maggiore di cesare Prandelli e il 10 agosto parte titolare nell'amichevole contro la Costa d'Avorio. Ad oggi sono 2 le presenze di Mario in maglia azzurra.

Ecco le percentuali del sondaggio "Qual'è il miglior classe 90 in circolazione" scaduto il 19 giugno 2011:

1)Mario Balotelli (47%)
2)Bojan Krkic (15%)
3)David De Gea (11%)
4)Yann M'Vila (9%)
5)Mamadou Sakho (3%)
6)Miralem Pjanic (3%)
7)Alan Dzagoev (3%)
8)Sotiris Ninis (2%)
9)Toni Kroos (2%)

Una speciale menzione anche agli altri partecipanti: l'attaccante Bojan Krkic, enorme talento in parte ancora inespresso in attesa di minutaggio e maggior fiducia per poter finalmente sbocciare. Da tifosi ci auguriamo sia possibile il suo passaggio alla Roma, come si vocifera in questi giorni per poterlo ammirare sui nostri campi. Il terzo classificato, David De Gea, è un giovane portiere che in un anno e mezzo ha conquistato il ruolo di titolare nell'Atletico Madrid, una Europa League e una Supercoppa Europea. La prossima stagione lo vedremo difendere i pali del Machester United. Anche gli altri partecipanti hanno dimostrato un eccezionale talento, come i francesi Sakho e M'Vila che quest'anno sono stati assoluti protagonisti della Ligue 1 attirando le attenzioni di moltissimi club e guadagnandosi di diritto la maglia della Nazionale transalpina.


Nel prossimo sondaggio Prossimi Campioni ha deciso di concentrarsi sul campionato nostrano e vi chiede: "Qual'è stato il miglior giocatore della Serie A 2010/11?"
Le scelte sono ricadute su:

-Edinson Cavani (Napoli)
-Antonio Di Natale (Udinese)
-Samuel Eto'o (Inter)
-Hernanes (Lazio)
-Zlatan Ibrahimovic (Milan)
-Ezequiel Lavezzi (Napoli)
-Alexis Sanchez (Udinese)
-Thiago Silva (Milan)

domenica 19 giugno 2011

Le foto della settimana

Luca Leite (Kakà): dite voi se non è tutto suo papà...


José Manuel "Pepe" Reina: non sono le finali di Champions ad ucciderti, è la vita.


Andrij Voronin: come si dice... "Dio li fa e poi li accoppia"...

venerdì 17 giugno 2011

Dino Špehar


Nome: Dino Špehar
Data di nascita: 8 febbraio 1994, Osijek
Nazionalità: Croazia
Altezza: 176cm
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: NK Osijek (di proprietà del Bayern Monaco)
Ruolo: Seconda Punta, Trequartista
Valore: 500.000€




La Croazia è ormai un realtà affermata come fucina di talenti, dopo Matej Delac portierone del Chelsea, Šime Vrsaljko, il trequartista Mateo Kovačić e l'attaccante Marko Livaja, ecco un altro interessante prospetto offensivo della Nazione balcanica, la seconda punta Dino Spehar.

Dino nasce a Osijek, città natale del più grande attaccante croato di sempre Davor Suker, e del papà di Dino, Robert Spehar, attaccante che tra il 1988 e il 2005 ha girato un po tutta l'Europa con fortune alterne, passando anche per l'Hellas Verona all'epoca allenato da Cesare Prandelli, ma a Osijek è sempre stato considerato un grandissimo giocatore ed oggi è il presidente della squadra nella quale sono cresciuti sia lui che suo figlio.
Dino infatti ha percorso tutta la trafila delle giovanili, dove ha impressionato tutti mettendo a segno la bellezza di più di 300 reti nel corso delle varie selezioni, ed approdando in prima squadra a soli sedici anni. Nell'ottobre 2010 ha siglato il suo primo contratto professionistico e pochi giorni dopo, precisamente il 27 ottobre, ha fatto il suo debutto nella squadra maggiore in Coppa di Croazia. Per quanto riguarda il suo primo gol da professionista non ha dovuto aspettare molto, il 13 novembre entra a partita in corso contro lo Slaven Belupo debuttando cosi nella massima serie croata e dopo soli sette minuti di gioco conquista il record di giocatore più giovane ad aver segnato nella Serie A croata, battuto la settimana dopo dal suo amico, compagno in Nazionale e rivale Mateo Kovačić.
Al termine di quest'ultima stagione Dino ha totalizzato 15 presenze in 1.HNL.

Dino è un attaccante moderno molto rapido, può svariare su tutto il fronte d'attacco arrivando a giocare addirittura ala in un 4-3-3, ma il suo ruolo naturale è quello di seconda punta o all'occorrenza può essere schierato da trequartista come spesso gli capita nella Nazionale under 17. Vede la porta molto bene, sicuramente il senso del gol lo ha ereditato dal padre, che però era più un attaccante d'area di rigore. Dino fa degli inserimenti e della rapidità i suoi punti di forza, e bisogna dire che anche alla voce assist non se la cava di certo male grazie ad un ottimo controllo di palla.

Il suo rapporto con le Nazionali giovanili è sempre stato ottimo, dopo una sola presenza in under 14 passa giovanissimo in under 16 dove realizza 1 gol in 6 partite. Al suo approdo in under 17 diventa subito uno degli elementi cardine della squadra, ad oggi ha totalizzato 13 presenze condite da 8 gol e soprattutto da un ottimo Europeo di categoria con 4 gol in 6 partite. Purtroppo a parte la sua ottima prestazione personale le cose sono andate male alla Croazia che non ha passato il girone eliminatorio, battuta dai vincitori finali dell'Olanda.

L'interesse attorno a Dino è sempre stato molto alto, con gli osseratori delle più importanti squadre europee che non si perdevano una partita del giovane campioncino croato. I primi a manifestare la volontà di acquistare il giovane attaccante sono stati gli inglesi del Manchester United, seguiti a ruota dagli onnipresenti emissari dell'Arsenal. Il padre di Dino ha sempre rifiuto deciso ogni proposta venisse avanzata per il ragazzo, dichiarando che prima avrebbe dovuto pensare a finire la scuola e ad affermarsi nell'Osijek, poi avrebbe pensato ad un eventuale trasferimento.
Ma lo scorso febbraio è arrivata la chiamata che non si poteva rifiutare, il Bayern Monaco ha fatto carte false per assicurarsi Dino, pagandolo una cifra superiore ai 3 milioni di euro e permettendo al giocatore di restare un altro anno in prestito a casa sua.
Proprio il padre alla fine ha acconsentito al trasferimento in Germania, Paese dove la pressione sui giovani è minore e dove potrà affrontare il grande calcio con tranquillità.
Dino è uno dei tanti giovani che stanno calcisticamente nascendo in Croazia e che in futuro difenderanno i colori della loro Nazionale, e a ben vedere il talento che c'è in giro sicuramente saranno una Nazionale molto temibile tra pochi anni.

Con la maglia dell'Osijek



Nella Nazionale under 17



Con papà Robert

mercoledì 15 giugno 2011

La partita della morte: 9 agosto 1942


Nell'agosto del 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, i nazisti stavano occupando da oltre un anno Kiev, la capitale dell'Ucraina, e decisero di organizzare un torneo di calcio tra squadre formate da ex prigionieri (per la maggior parte russi) e selezioni composte da soldati tedeschi delle varie Armi. Il torneo non era stato organizzato per manifestare la nobiltà del calcio anche in tempo di guerra e neppure in dimostrazione di virtù sportive, ma solo ed esclusivamente per affermare la superiorità fisica e strategica degli occupanti, che investirono entusiasmo e risorse al fine di rendere lampante "il credo" del popolo nazista hitleriano.
Una delle formazioni partecipanti al torneo si chiamava Fc Start, e fin da subito destò particolare interesse perché formata da prigionieri ucraini che prima di divenire soldati erano stati tutti calciatori di professione. L'Fc Start era formata da Nikolai Trusevich, Mikhail Sviridovskiy, Nikolai Korotkikh, Aleksey Klimenko, Fedor Tyutchev, Mikhail Putistin, Ivan Kuzmenko e Makar Goncharenko, tutti elementi di spicco dell'allora fenomenale Dinamo Kiev, e da Vladimir Balakin, Vasiliy Sukharev, e Mikhail Melnik provenienti da un’altra squadra della capitale ucraina, la Lokomotiv. C'è da dire che non godevano di condizioni fisiche eccellenti essendo stati in buona parte al fronte o avendo lavorato duramente in una bottega di un panettiere tifoso della Dinamo, ma la loro squadra rappresentava grandissimo talento ed esperienza.
Accettare di partecipare ad un torneo organizzato dai tedeschi in quegli anni non era facile, infatti si poteva essere accusati di collaborazionismo, ma la Start era fortemente motivata nel combattere, anche solo sul campo e senza armi, i tedeschi e la loro convinzione di superiorità. Il portiere e capitano Nikolai Trusevich (Foto 2) aveva inoltre recuperato della stoffa rossa con la quale cucire divise che rappresentassero al meglio l'antitesi del nero delle divise naziste oltre che il colore della bandiera dell'Unione Sovietica.L'Fc Start era nettamente superiore a tutti e vinse alla grande tutte le partite del torneo, trovandosi in finale contro la miglior squadra dell'esercito nazista, la Flakelf, composta dagli ufficiali dell'aviazione tedesche (Luftwaffe). In città non si faceva che parlare del talento dei giocatori ucraini a dispetto dei manifesti della propaganda che riteneva la Flakelf come una squadra invincibile (ignorando la sconfitta subita durante il torneo per 5 reti a 1 proprio dalla Start pochi giorni prima).
Il 9 agosto allo stadio Zenit di Kiev era tutto pronto e le squadre si stavano cambiando negli spogliatoi come da consuetudine. I giocatori della Start sapevano bene che il torneo era stato organizzato dai tedeschi e che il pubblico composto da soldati dell'SS, poliziotti locali ed agenti della Gestapo non avrebbe concepito una sconfitta della Flakelf. A conferma di ciò ci fu la visita dell'arbitro, un ufficiale dell'SS, che senza giri di parole fece capire agli ucraini quale dovesse essere l'esito dell'incontro.La partita cominciò e subito si capì il trattamento di favore rivolto dall'arbitro verso la squadra tedesca che tra entrate violente, falli generosamente concessi e dubbie decisioni a favore passò in vantaggio. Nella testa dei giocatori della Start scattò qualcosa: in rapida successione raggiunsero il pareggio, andarono in vantaggio e triplicarono le marcature terminando il primo tempo in davanti per 3 a 1. Inutile dire che negli spogliatoi venne ricordata loro la conseguenza di un eventuale vittoria contro la squadra ariana e infatti al ritorno in campo la Flakelf non faticò a riportarsi velocemente in parità.Nella mente di un uomo ancorato alla vita si desisterebbe e si tutelerebbe l'unica speranza di sopravvivenza concedendo la vittoria forzata all'avversario. A questo punto invece emerge l'orgoglio degli sportivi. L'orgoglio di quei calciatori professionisti ucraini costretti a giocare al di sotto delle loro potenzialità per sminuire non solo l'autorevolezza della tradizione calcistica sovietica, ma l'identità stessa di campioni ai quali la natura ha concesso un rapporto privilegiato con il pallone. Atleti vissuti attraverso il calcio nella convinzione che quando si gareggia, si lotta sempre per vincere. Un goal e poi subito un altro perché il calcio è sempre il calcio, e quando sai giocare non vorresti smettere più di farlo. La Start non poteva frenare le capacità delle sue pedine e la vittoria era un' inevitabile conseguenza. Il difensore Klimenko verso il termine della partita scartò quasi tutta la squadra in divisa nera superando anche il portiere e bloccando la sua avanzata sulla riga di porta. Non appoggiò la palla in rete ma si girò calciando la palla verso il centro campo. La partita terminò per 5 reti a 3 in favore dell'Fc Start.
Ci piacerebbe raccontare il finale del film "In fuga per la vittoria", la cui storia ha preso ispirazione dalla Start, ma i giocatori della compagine ucraina non si confusero tra il pubblico, scappando dall'amaro destino, come i giocatori del film di John Houston. Pochi giorni dopo vennero presi uno per uno, torturati e mandati nei campi di prigionia. Se ne salvarono soltanto tre e solo Goncharenko a distanza di anni riuscì a raccontare l'incredibile storia di quella magnifica squadra.
Lo stadio Zenit, che dal 1981 ci chiama Start Stadium, conserva un monumento in onore dei ragazzi coraggiosi che hanno battuto i nazisti quel 9 agosto del 1942 e la Dinamo Kiev ha eretto un busto per Goncharenko (che aveva realizzato la doppietta del 3 a 1) con la dedica: "A uno che se lo merita".

lunedì 13 giugno 2011

Nicolás Castillo


Nome: Nicolás Ignacio Castillo Mora
Data di nascita: 14 febbraio 1993, Renca
Nazionalità: Cile
Altezza: 1, 87 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Universidad Católica
Ruolo: Attaccante
Valore: n/d




Il Cile, come tutto il Sudamerica, è terra di grandi speranze calcistiche e sta producendo giocatori davvero interessanti. Tutti conoscono el Niño Maravilla che è in procinto di trasferirsi in una delle grandi d'Europa, ma Sanchez non è l'unico elemento che sta spingendo la "Roja" (nazionale cilena) sempre più in alto. Da anni ormai le formazioni europee si arricchiscono con l'acquisto di prospetti "made in Chile" che riescono ad imporsi ad alti livelli. Isla (Udinese), Vidal (Bayer Leverkusen), Mark Gonzalez (CSKA Mosca) e Gary Medel (Siviglia) sono l'ossatura di una selezione che ha rappresentato una delle mine vaganti, per freschezza e talento, ai recenti Mondiali del 2010.

L'Universidad Católica è una delle società che meglio interpreta il ruolo di fabbrica di talenti. Dopo i già citati Medel e Mark Gonzalez i "Los Cruzados" (soprannome dato dal simbolo della squadra caratterizzato dalla croce) hanno costruito un vivaio di tutto rispetto che vede nel centravanti Nicolás Castillo la punta di diamante che potrebbe fare le fortune del club. Castillo è il nuovo "craque" del calcio cileno e si porta dietro un paragone decisamente ingombrante che lo identifica frettolosamente come il nuovo Zlatan Ibrahimovic.

Cresce proprio nel Club Deportivo Universidad Católica dove dimostra subito la propensione al ruolo d'attaccante ed una straordinaria capacità di protezione della palla. Nelle giovanili della squadra di Santiago scala rapidamente le varie formazioni fino a diventare nel 2010 capitano, goleador e punto di riferimento per la squadra Under17 che vince il campionato di categoria. Viene inoltre nominato come il miglior giocatore Under 20 mai prodotto dalle giovanili del club che nel secondo semestre del 2010 si è affrettato a fargli firmare il primo contratto da professionista. In prima squadra debutta il 10 aprile 2011 nel match casalingo vinto 2 a 0 contro il Cobreloa. Ad ora ha giocato 4 match e segnato un goal con l'Universidad Católica.

Nicolás Castillo è un attaccante rapido e bravissimo nelle palle alte nelle quali sfrutta la sua altezza. Il pregio principale di questo ragazzo è il fatto che si dimostra un grande lottatore che va su tutti i pallone. Abbina a delle buone doti tecniche una grandissima potenza dimostrando di cavarsela bene anche in fase di costruzione. I media cileni sostengono sia potenzialmente devastante e l'hanno definito un Ibra versione sudamericana riponendo grandissima fiducia su di lui. La punta originaria di Renca, nella provincia di Santiago, ha effettivamente molto del primo Ibra: fisicamente imponente, lottatore, buona personalità, ma deve imparare a stare in campo e soprattutto migliorare in fase realizzativa sotto porta.

Con il Cile Under 17 ha vinto il torneo Copa UC Sub 17 2010 (torneo organizzato in Cile che prevede la partecipazione di squadre e nazionali Under 17) da protagonista e trascinatore con 7 goal. Uno dei goal messi a segno in questa manifestazione è stato inoltre premiato come miglior marcatura, punizione all'incrocio dei pali. Dopo essere transitato velocemente nella selezione Roja Under 20 ci sono ottime possibilità che venga convocato dal Ct Borghi per partecipare con la nazionale maggiore alla prossima Copa America come il più giovane della comitiva.

L'Universidad Católica si tiene stretto il ragazzino e lo sta inserendo gradualmente nel calcio che conta per preservarne il talento e tutelare la sua crescita. I "Cruzados" sanno che è solo questione di tempo prima che i club europei si facciano seriamente avanti e vadano oltre i sondaggi già effettuati in questi mesi. Lo vedremmo benissimo in formazioni come Genoa, Palermo o Udinese e chissà che Preziosi, Zamparini o Pozzo, sempre attenti ai talenti sudamericani, non ci abbiano già fatto un pensierino.

domenica 12 giugno 2011

Le foto della settimana

Fernando Torres: Un Niño maleducato...


Robinho: Il fantasista rossonero esulta a suo modo anche dopo il lieto evento.


Thierry Henry: Dite voi se non sembrano padre e figlio... Lebron James durante la cresima del piccolo Thierry.

venerdì 10 giugno 2011

Santiago Arias


Nome: Santiago Arias
Data di nascita: 13 gennaio 1992, Medellin
Nazionalità: Colombia
Altezza: 1, 76m
Piede preferito: Destro
Squadra: Sporting Lisbona - Liga portoghese
Ruolo: Terzino destro
Valore: 300.000 €



Altra talento colombiano dopo James Rodriguez, e non sarà nemmeno l'ultimo. La Colombia si dimostra come un paese in netta ripresa dopo alcuni anni in cui non riusciva a proporre una nidiata di talenti di tutto rispetto come quella dell'attuale finalista al Torneo di Tolone. La Colombia Under 20 si dimostra come una delle formazioni più interessanti del panorama internazionale e il giovane terzino di cui vi parliamo oggi è una delle promesse di questa selezione.

Santiago Arias è un terzino di spinta appena prelevato dallo Sporting di Lisbona dall'Equidad, formazione colombiana finalista della Liga Postobon (Serie A colombiana). Il giovane esterno di difesa è una vera e propria promessa in rapida ascesa, lo dimostrano le 5 presenze in prima squadra con l'Equidad che si è dimostrata squadra rivelazione del torneo e sta disputando la fase finale. Ciò che colpisce del giovane di Medellin è la personalità nel ricoprire una posizione difficile come quella del terzino e l'ottima padronanza del possesso palla.

Arias cresce nel settore giovanile dell'Equidad, squadra minore di Bogotà, dove si fa notare dai selezionatori delle rappresentative colombiane che faranno la sua fortuna. E' infatti con la maglia della Colombia Under 17 che Santiago rivela tutto il suo talento disputando un grande Mondiale Under 17 in Nigeria (la Colombia è giunta quarta mentre la Svizzera di Kasami ha trionfato). Con la maglia dei Los Cafeteros Under 17 (soprannome della nazionale colombiana) ha totalizzato 6 presenze ed un goal. Il C.t della Colombia Under 20 Eduardo Lara ha più volte manifestato l'interesse per il ragazzo, tanto che dopo il Mondiale nigeriano Under 17 l'ha subito portato con sé nella selezione Under 20 affidandogli la corsia destra di difesa. Sotto la guida di Lara Arias ha totalizzato 14 presenze ed è in corsa per aggiudicarsi il Torneo di Tolone in finale contro la Francia Under 20.

Santiago Arias è un terzino destro di buona corsa e di buonissima tecnica di base. Questa caratteristica gli permette di ricoprire con ottimi risultati anche il ruolo di esterno destro di centrocampo e ne denota una preziosa duttilità. Possiede una buona personalità e sicurezza nei propri mezzi. Deve crescere fisicamente e potenziare la capacità di spinta. Ha ottime capacità di tiro e da buon sudamericano è spesso propenso a tentare la conclusione. Sotto questo aspetto deve disciplinarsi e il calcio europero non può che farlo crescere.

Da gennaio 2011 si era scatenata una vera e propria asta attorno al ragazzo che vedeva la Spagna come probabile destinazione. Atletico Madrid, Saragoza, Hercules ed Almeria si sono date battaglia per mesi nel tentativo di chiudere con l'Equidad ma alla fine, a dispetto di un ultimo disperato tentativo del PSV Eindhoven, sono stati i portoghesi dello Sporting di Lisbona a far firmare un contratto quinquennale ad Arias. Ancora una volta una squadra portoghese (Porto, Sporting e Benfica sono società straordinarie con i giovani) è riuscita a portare a casa un prospetto sul quale bisogna avere il coraggio di scommettere. Le italiane purtroppo stanno ancora a guardare.

Arias con la maglia dell'Equidad.









Pubblicato il 10/06/2011

mercoledì 8 giugno 2011

Last Bet...figuraccia all'italiana


Un nuovo terremoto colpisce il calcio italiano, dopo il primo "Calcio scommesse" del 1980 e a soli 5 anni da Calciopoli eccoci al nuovo ennesimo capitolo: Calcio Scommesse 2, calciatori famosi, molti soldi, bande organizzate, corruzione e armi da fuoco, neanche fossimo in un film noir anni'70.

Tutto parte dalla procura di Cremona a fine maggio, il primo giugno compaiono i titoli sui giornali e ci si inizia a rendere conto della portata che aveva il giro. Sedici le persone inizialmente coinvolte, calciatori di serie B e C e dirigenti di Lega Pro che avrebbero fortemente condizionato l'esito di diverse partite proprio nelle categorie in questione. Per loro l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive con nove di loro agli arresti domiciliari e i restanti in custodia cautelare in carcere.
Dopo le indagini preliminari si scopre che il giro era molto più ampio con bande del crimine organizzato coinvolte oltre a titolari di agenzie per scommesse, liberi professionisti e criminali stranieri come ad esempio la banda degli "Zingari" comandata dallo slovacco Almir Gegic.
Sono in molti a pensare che l'esito dei diversi campionati (di Serie B e Lega Pro) potrebbe essere stato falsato visto che l'organizzazione in questione riusciva a "controllare" fino a 5 partite contemporaneamente e sia Atalanta che Siena, ovvero le neo promosse della B, sono coinvolte direttamente.

Appena lo scandalo è venuto a galla hanno iniziato a circolare i primi nomi e molti sono rimasti a bocca aperta quando si è sentito parlare anche di ex giocatori di Serie A che al calcio hanno dato molto, come Beppe Signori, ex capitano della Lazio che secondo il Gip Salvini che si occupa dell'indagine è uno dei Leader indiscussi dell'organizzazione, Stefano Bettarini, in passato già condannato a 5 mesi di squalifica per aver truccato delle partite nel 2004 o Mauro Bressan, ex Fiorentina, attualmente agli arresti. Tra i giocatori ancora in attività sono indagati Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta e vice presidente del nuovo sindacato dei calciatori, Marco Paoloni, portiere del Benevento ai play off per accedere in serie B, reo di aver somministrato ad alcuni suoi compagni ai tempi della Cremonese dei calmanti in modo che giocassero sotto tono causando l'intossicazione di cinque di loro e malori ad altri due. Proprio questo è l'episodio che ha fatto partire tutta l'inchiesta.

Ad oggi si indaga anche su alcune partite della Serie A, soprattutto su tre partite del Napoli concentrandosi sulla partita con il Parma del 10 aprile che vedeva a bordo campo il noto boss mafioso Mario Lo Russo, ma stando a quanto dichiarato nell'interrogatorio dal medico Marco Pirani, direttamente coinvolto nell'affare, sarebbero 30 le partite truccate ma niente Serie A viste le alte cifre che si sarebbevo dovute investire, tra i 500 e i 600 mila euro a partita. Sembra assurdo ma l'organizzazione aveva un vero e proprio tariffario per truccare le partite e disponeva di molti, moltissimi, soldi che secondo gli inquirenti hanno una non chiara provenienza, da non escludere il riciclaggio.

Le indagini sono ancora in corso e non si sa quali altre novità possano uscire nei prossimi giorni ne se e quali potrebbero essere le eventuali sanzioni per società e giocatori coinvolti, la sola cosa certa è che il calcio italiano ne esce ancora sconfitto, ad ogni livello è l'ennesima figuraccia. La Lega B ha deciso che si costituirà parte lesa nei procedimenti in oggetto e la Lega Pro ha deciso di fare lo stesso, ma il punto della questione, quello che ancora ci si chiede è come sia possibile che si arrivi sempre ad un punto di non ritorno prima che qualcuno si decida ad agire?

lunedì 6 giugno 2011

James Rodriguez


Nome: James David Rodriguez Rubio
Data di nascita: 12 luglio 1991, Cucutà
Nazionalità: Colombia
Altezza: 178cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Porto - Superliga
Ruolo: Ala sinistra, Centrocampista esterno, trequartista, seconda punta
Valore: 5.000.000€



Nel panorama sudamericano padroneggiano i talenti brasiliani e argentini. Ma da alcuni anni anche altre nazioni stanno producendo giovani di gran talento. Come la Colombia che dopo Radamel Falcao Garçia e Guarin, nuovi campioni d'europa grazie alla vittoria in Europa League del Porto, ecco un altro giovane talento pieno di speranze: James Rodriguez, esterno sempre del Porto, ex Banfield.

Nato il 12 luglio 1991 a Cúcuta, in Colombia, James inizia la sua carriera calcistica nelle file dell’Evingado. Dopo un anno di apprendistato tra i professionisti, nel 2007 diventa splendido protagonista della lunga cavalcata che porta la sua squadra a trionfare nella Primiera B. Un risultato storico, che gli vale la convocazione nella selezione colombiana Under17 che partecipa alla positiva spedizione nel Sudamericano Sub-17 svoltosi in Equador. James Rodriguez, grazie al suo personalissimo bottino fatto di reti e di giocate di sostanza, trascina i suoi ad un passo dal titolo. L’ottimo piazzamento alle spalle del Brasile, consente alla Colombia di partecipare alla manifestazione continentale svoltasi in Corea, dove però esce a causa della sconfitta con la Nigeria. Viene così acquistato dal Banfield per 280 mila dollari. Dopo aver passato i primi mesi della sua nuova esperienza ad osservare e ad imparare, il tecnico Burruchaga decide di farlo debuttare nel Torneo Clausura il 7
febbraio 2009. Il ragazzo ci mette pochissimo ad entrare nei cuori dei tifosi del “Taladro” e, nella successiva vittoria casalinga contro il Rosario Central, mette la sua firma nel tabellino finale e diventa il più giovane straniero ad aver realizzato una rete in Argentina. Da allora, il ragazzo prodigio non si ferma e la dirigenza del Banfield decide di cedere l’idolo Bertolo al Palermo proprio per lasciare più spazio a Rodriguez. Nel Torneo di Apertura impressiona gli osservatori per la facilità di gioco, per la tremenda sassata dalla distanza e per una personalità da veterano. Lavoratore instancabile, macina chilometri e regala tocchi di classe senza mai andare fuori dallo spartito. I sigilli decisivi nelle sfide contro il Newell’s Old Boys ed i campioni uscenti del Velez, fanno esplodere il Florencio Sola che, grazie alle perle del duo James Rodriguez-Santiago Silva, targato Colombia-Uruguay, realizzano il miracolo della vittoria del titolo Apertura 2009, atteso da oltre un centenario. L'anno dopo ripete le ottime prestazioni e diventa sempre di più il beniamino dei tifosi. Reti importanti le ha fatte. Il 13 febbraio 2010 ha segnato un gol contro i rivali del Lanús, la rete del 2-0 nei minuti finali. Ha inoltre segnato in Coppa Libertadores il 17 febbraio 2010, contro il Deportivo Cuenca fuori casa, nella partita vinta dal Banfield per 4-1. Alla fine della stagione è il Porto ad aggiudicarselo strappandolo alla concorrenza della Juventus. Il 6 Luglio il Porto ha ufficializzato l'acquisizione del 70% del cartellino per 4,5 milioni di dollari. Clausola rescissoria di 30 milioni per il giovane colombiano nemmeno 20enne. Il 22 maggio 2011 segna una tripletta nella finale di Coppa di Portogallo vinta per 6-2 contro il Vitória Guimarães. Con il Porto vince anche l'Europa League e il Campionato portoghese con grande anticipo.
Con il Porto ha totalizzato 6 reti e 18 assist in 32 presenze, quasi sempre da subentrato.

Il suo ruolo è quello di ala sinistra, ma ricopre con uguale abilità il ruolo di trequartista centrale o di seconda punta. Fisico abbastanza strutturato, tecnicamente è un mancino che batte le punizioni (anche a giro), a volte i corner e che usa per tirare in maniera forte e precisa da lontano. Rodriguez ha infatti un dribbling rapido ed efficace, tanta fantasia e può creare occasioni da gol a ripetizione, sia mettendola dentro per i compagni che con conclusioni a rete molto insidiose. Deve sicuramente migliorare con il destro e nei colpi di testa. Inoltre tatticamente è un giocatore da plasmare da zero. Non sa difendere.

Per adesso conta 3 reti in 11 presenze con la nazionale Under-17. Ha già esordito con l'Under-20.

Prima di andare al Porto era vicinissimo alla Juventus che però decise di non far valere il diritto di prelazione che aveva sul ragazzo. Al momento viene seguito dal Manchester United United (vedono in lui una sorta del primo Cristiano Ronaldo), Valencia, Villareal, Atletico Madrid, Tottenahm, Everton, Palermo, Juventus, Udinese, Napoli, Fiorentina e Roma.

Sicuramente il talento c’è, e la giovane età pure. Tecnicamente siamo dinanzi ad un’ala sinistra (d’attacco) di grandi promesse e con grandissime capacità offensive. Ma per giocare nei campionati più importanti d'Europa (Serie A, Premier League e Liga) deve assolutamente migliorare a livello tattico, suo grandissimo difetto. Viene accostato a Cristiano Ronaldo, il primo Ronaldo, quello che andava sul fondo e crossava, quello che cercava di saltare due-tre giocatori prima di passarla o di perderla. Sicuramente dal punto di vista tecnico gli somiglia molto ma è ancora lunga la strada davanti a sé.










Pubblicato da Ben

domenica 5 giugno 2011

Le foto della settimana

Nemaja Vidic: Il piccolo Vidic pronto per prendere il posto del padre.


Steven Gerrard: Steven, quest'anno la Champions puoi vedertela solo in 3D.


Mario Balotelli: "I'm not a bad boy"... but we say "you got a bad look".

Le scommesse sportive in Italia sono un fenomeno sempre più diffuso tra gli appassionati di sport


Punta sull'Udinese di Pawlowski su Bwin