lunedì 30 maggio 2011

Odisseas Vlachodimos


Nome: Odisseas Vlachodimos
Data di nascita: 26 aprile 1994, Stoccarda
Nazionalità: Germania
Altezza: 188cm
Piede preferito: Destro
Squadra: VfB Stoccarda U17 - B-Jgd. BL Süd/Südwest
Ruolo: Portiere
Valore: n/d



La Germania è un Paese che tanto ha fatto a livello giovanile e che negli ultimi anni sta riscuotendo numerosi successi. La formula tedesca sembra semplice: squadra equilibrata con numerosi giocatori dall'ottima tecnica e della notevole preparazione atletica e soprattutto una difesa di altissimo livello, oltre alla tendenza di tesserare giocatori oriundi, dimostrando inoltre una notevole coscienza sociale.
Questo si nota maggiormente nelle selezioni Nazionali, ma è un fenomeno che è nato e ha preso forma nelle squadre di club, come ad esempio la squadra under 17 dello Stoccarda.
Autentica schiacciasassi della sua categoria, ha vinto il campionato senza lasciare una minima speranza alle contendenti, e proprio qui si può vedere il corso della "nuova Germania": un attaccante di origine ghanese e un italiano, centrali di origine turca, in cabina di regia il fratellino di Sami Khedira, Rani, di origine tunisina e a proteggere la miglior difesa del campionato Odisseas Vlachodimos, diciassettenne di un metro e novanta, di chiare origini greche.

Odisseas nasce e cresce a Stoccarda crescendo nelle giovanili della società. La scorsa stagione la svolta: l'allenatore dell'under 17 Kienle decide di affidargli le chiavi della porta dell'under 17 a soli quindici anni, e lui lo ripaga superando ogni aspettativa. Nel girone di andata del campionato di quest'anno ha mantenuto la porta inviolata per ben 9 occasioni in 13 partite, e alla fine hanno vinto il titolo con il premio di miglior difesa.
Queste ottime prestazioni gli hanno permesso di conquistarsi un ruolo anche nella selezione under 17 della Germania. Il CT Freund ha deciso di farlo debuttare il 17 settembre 2010 e da allora non ha più lasciato la porta teutonica conquistando la qualificazione all'Europeo di categoria perso solo in finale contro un ottima Olanda, con i tedeschi che fino alla partita contro gli "Oranje" avevano subito solo un gol in tutta la competizione.
Ad oggi oltre a 15 presenze in under 17 vanta 6 presenze in under 16 e due in under 15.

Il punto forte di Odisseas è la prestanza fisica, è già alto quasi un metro e novanta inoltre è molto reattivo. Insieme a Branescu è considerato il miglior prospetto under 18 d'Europa e molti importanti Club hanno già bussato alla porta dello Stoccarda per chiedere informazioni. L'Arsenal era arrivato addirittura ad offrire un milione di euro per portare Vlachodimos a Londra, mentre il Manchester, dopo aver perso Branescu sta sondando con insistenza il terreno.
Lo Stoccarda sta resistendo a tutte queste proposte dimostrando di credere molto nel futuro del giovane del tutto decisi a non privarsene per il futuro, che nel caso di Vlachodimos appare molto roseo.

domenica 29 maggio 2011

Le foto della settimana

Sergio Ramos: Ma no... no... no... no... Per favore.


Gianluca Zambrotta: Complimenti per le scarpe caro Gianluca. Ma non le tue.


Djibrill Cissè: Ladies and gentleman, a tipical Scottish guy!

venerdì 27 maggio 2011

Ravel Morrison


Nome: Ravel Ryan Morrison
Data di nascita: 2 febbraio 1993, Manchster
Nazionalità: Inghilterra
Altezza: n/d
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Manchester United - Campionato riserve
Ruolo: Centrocampista centrale, Trequartista
Valore: n/d




Genio e sregolatezza. Basterebbero queste due parole a descrivere Ravel Morrison, talento cristallino del vivaio dello United oltre che frequentatore del tribunale minorile di Manchester.
A soli quindici anni è stato accusato di violenza domestica ai danni della madre, motivo per il quale ora vive dai nonni. Più volte ha manifestato la volontà di andare a vivere da solo, visto il disaccordo con i tutori, ma il Club ha sempre preferito ci fosse una figura adulta vicino a lui. Addirittura i compagni Rio Ferdinand e Gary Neville si erano offerti di dare ospitalità al ragazzo.
A diciassette anni il reato che poteva costargli fino a un anno di galera e il ritiro dal calcio che conta, si è reso colpevole di intimadazione di un testimone. Il fatto è successo a Manchester quando due amici di Morrison hanno rapinato, con un coltello alla mano, un giovane ragazzo. Questi dopo la denuncia sono stati fermati dalla polizia e in attesa del processo il giovane centrocampista dello United ha pensato bene di minacciare il ragazzo affinchè non testimoniasse, all'inizio con telefonate minacciose con tanto di "non sai di cosa sono capace", fino ad arrivare al presentarsi nel giardino del giovane con altri quindici ragazzi, uno di loro ha persino rotto una finestra con un mattone.
Il ragazzo e la sua famiglia sono rimasti talmente scioccati dall'accaduto che hanno deciso di vendere la loro casa e lasciare Manchester.
Il giudice ha sancito un ordinanza di rinvio di dodici mesi, qualora non fosse rispettata Morrison finirebbe subito dietro le sbarre, inoltre ha definito "spaventoso" l'accaduto.
Ravel si è reso protagonista di un altro "incidente" proprio pochi giorni fa quando durante un litigio con la fidanzata ha gettato il telefonino di lei dalla finestra e l'ha aggredita verbalmente. Il fatto è finito subito in tribunale visto che non era neanche la prima volta che accadeva un avvenimento del genere (fatto analogo nel 2008). Alla fine il ragazzo è stato punito con una multa di 700 sterline ed inoltre dovrà frequentare i servizi sociali che metteranno il giovane in guardia sugli abusi domestici.
All'Old Trafford sanno di avere per le mani una potenziale bomba ad orologeria dotata di un talento purissimo, e pur chiaramente condannando pubblicamente le azioni del ragazzo non gli hanno mai fatto mancare il loro supporto tanto che dopo la sentenza sul caso di intimidazione dichiararono: "Il Club non vuole in alcun modo condonare le azioni del ragazzo ma è un giocatore di grande talento e con un futuro luminoso davanti a sè, la cosa giusta da fare adesso e supportarlo e aiutarlo nel suo processo di riabilitazione".

Ravel è nato e cresciuto a Manchester ed è entrato da piccolo nelle giovanili dello United. Ha firmato un pre-contratto come allievo nel 2009 e il due febbraio 2010, al compimento del diciassettesimo anno di età, ha firmato il suo primo contratto da professionista. Dopo essersi allenato con l'under 18 è passato alla squadra riserve allenata dall'ex United Ole Gunnar Solskjaer, il quale è dovuto intervenire più di una volta per placare il carattere impulsivo del ragazzo, dichiarando la necessità di una figura di riferimento nella vita del giovane.
Il 26 ottobre 2010 ha fatto il suo debutto nel professionismo subentrando a Park Ji Sung nel match di Carling Cup (o League Cup) contro il Wolverhampton.
Questa stagione è stato uno dei trascinatori nella vittoria dello United nella FA Youth Cup, la più importante competizione a livello giovanile d'Inghilterra, segnando il gol di apertura nell'incontro di andata della semifinale contro il Chelsea e realizzando una doppietta nel ritorno della finale contro lo Sheffield United vinta con un totale di 6-3.

Il grandissimo talento di Ravel si nota subito, persino a Manchester dove notoriamente ci si "sbottona" poco in questo tipo di dichiarazioni hanno affermato che era dai tempi di un certo Paul Scholes che non si vedeva un giocatore cosi talentuoso nelle giovanili. Il Daily Telegraph lo ha definito "una potenziale gemma per il mondiale 2014" e l'Independent lo aveva nominato "uno dei 5 giovani da tenere d'occhio nel 2010". Titoli a parte l'attenzione e le speranze riposte in questo giovane sono molte.

Dotato di un controllo di palla sublime è uno di quei giocatori che sanno dettare i tempi di una squadra intera a suon di passaggi smarcanti e progressioni offensive. Il suo talento di passatore si nota subito ed è la qualità che brilla maggiormente in questo ragazzo dotato inoltre di un ottimo dribbling e di un tiro potente e preciso. Atleticamente è un giocatore pronto, fisico longilineo dotato di una notevole velocità e di un'ottima progressione palla al piede.

Morrison ha rappresentato per una volta la Nazionale under 16 inglese con tanto di un gol all'attivo, in seguito ha totalizzato tre presenze in under 17 e una in under 18.

Sicuramente finora la carriera di questo giovane talento è stata in qualche modo limitata dal suo comportamento fuori dal campo, basti vedere le poche presenze nelle Nazionali giovanili e il fatto che dal debutto non è più stato chiamato nella squadra A nonostante le belle parole spese per lui e la notevole considerazione. L'affermazione "ognuno è artefice del proprio destino" ha una valenza in più per il giovane centrocampista.
Difficilmente si muoverà da Manchester nel prossimo futuro, nonostante dichiarazioni recenti volessero la Juventus su di lui. Per la prossima stagione potrebbe essere possibile un passaggio in prestito per permettegli di giocare ad alti livelli con continuità ma se lo United dovesse decidere di crescerlo in casa allora il minutaggio per lui in maglia Red Devils sarebbe sicuramente di prim'ordine per un diciottenne. Il futuro è dalla sua parte, carattere permettendo.








mercoledì 25 maggio 2011

Esempio per le "grandi": Universo Udinese



Il sogno Champions è finalmente una realtà. Sei anni dopo l'ultima volta l'Udinese si è qualificata ai preliminari della prossima Champions League.
Una squadra che è l'immagine del lavoro e della pazienza adottata dalla dirigenza e dal club. Un miracolo sportivo che ha radici nell'organizzazione dirigenziale del club.


L'Udinese è la Bebele del calcio. Un calcio moderno dove hanno sempre più importanza lo scouting e i vivai societari.
L'Udinese è una gigantesca macchina scova-talenti, un congegno costantemente a caccia di nuovi campioni. Un apparato che alimenta il calcio delle big e autoalimenta sé stesso.
Sanchez, ultima perla del mercato, era costato1,5 milioni, oggi viene valutato 30.
Così Isla: preso a 1,5, ne vale 15 buoni.
Per Inler erano stati sborsati 850 mila euro: chi lo vorrà dovrà versare 15 milioni.
Magie delle plusvalenze, insomma, armonie di un mercato che tiene oliati i meccanismi di una società col bilancio in attivo. Perché il segreto dell’Udinese è presto detto: comprare a poco, vendere a tanto. Dieci volte tanto.

I meriti sono di Gino e Giampaolo Pozzo, gli Archimede, e dell’ingegnoso sistema di scouting, che da vent‘anni, ormai, fa invidia ai club più titolati. Una rete di 26 osservatori valuta ogni giorno (ogni giorno per davvero) le segnalazioni che arrivano da tutto il globo. Oltre 1.000 gare esaminate, quasi 400 calciatori visionati. In Sudamerica come in Europa e in Africa: nessun angolo del mondo è risparmiato. La filosofia è quella del campione “utile“, non “a prescindere“.



Dopo che gli osservatori di zona hanno visionato il giocatore oggetto di interesse, le loro relazioni arrivano nelle mani dei 4 supervisori: Valentino Angeloni, Ernesto Varnier, Roberto Policano e Cristian Argurio. Ognuno di loro traccia un nuovo profilo dell’atleta, formulando un giudizio. L’ultima parola spetta poi al capo osservatore, Andrea Carnevale, Responsabile del settore giovanile, che poi propone al Direttore Sportivo Larini i migliori giovani. Il tutto deve avere il consenso dei Pozzo. L’ok dà il via all’operazione, alla vera corsa all‘oro sui campi di calcio. Quando poi un giocatore viene acquistato, diviene fondamentale la pazienza essendo questi spesso giocatori giovani, che vengono da paesi molto diversi dall'Italia. Per questo, la grande forza dell'"Universo Udinese" è soprattutto la gestione dei calciatori dopo l'ingaggio.

Un esempio è Alexis Sanchez acquistato dal Cobreloa, piccola squadra cilena, all'età di 17 anni. Solo dopo i prestiti al Colo Colo e al River Plate fu portato in Italia, quando il giocatore fu ritenuto dai vari osservatori abbastanza maturo da poter misurarsi con il calcio italiano.



Attualmente l'Udinese conta oltre 120 tesserati compresi i giocatori della Prima Squadra e delle giovanili. Moltissimi sono i giovani parcheggiati in cadetteria per affinarne il talento (il migliore Fabbrini in prestito all'Empoli). Altri sono stati mandati in Turchia (Berisha), Olanda (Zimling), Argentina (Caruso). Altri ancora in Spagna, precisamente al Granada, squadra satellite dell'Udinese, dove i Pozzo sono soci. Nel Granada i Pozzo mandano i giovani più interessanti per farsi le ossa. In questa stagione sono stati ben 11 i giocatori di proprietà dell'Udinese: i difensori Mensah, Siqueira, Nyom e Mainz; i centrocampisti Calvo, Benitez e Perez; gli attaccanti Ighalo, Orellana, Gejio e Muriel. I più interessanti sono sicuramente Mensah, Calvo e Orellana. Altri ancora giocano in Svizzera, Austria e un pò in tutto il Mondo.



L'Udinese dovrà affrontare, prima dei prelimari di Champions League, le richieste dei giocatori e le offerte degli altri club. I Pozzo e Larini hanno già confermato che sarà difficile trattenere tutti e probabilmente ci saranno due sacrifici, ovviamente non per motivi economici ma per la volontà degli stessi giocatori di fare un ulteriore salto di qualità.
Sono tanti i giocatori appetibili: Handanovic, Zapata, Isla, Inler, Asamoah e Sanchez. Sicuramente sarebbe un errore smantellare una squadra di gran livello proprio alla vigilia di una possibile qualificazione ai gironi di Champions League. E, sicuramente, sia in caso di doppio sacrificio sia in caso di permanenza di tutti i giocatore sopra citati, ci dovrà essere qualche acquisto per migliorare ulteriolmente la rosa.
La dirigenza ha il dovere di creare una rosa competitiva e di non deludere le aspettative dei tifosi. Non c'è però da preoccuparsi. La storia dell'Udinese insegna che per un giocatore di gran livello che viene ceduto, vengono acquistati altri 10 talenti da crescere e cullare fino alla successiva cessione.
Pubblicato da Ben

lunedì 23 maggio 2011

Erick Torres


Nome: Erick Torres
Data di nascita: 19 gennaio 1993, Guadalajara
Nazionalità: Messico
Altezza: 1,80 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Club Deportivo Guadalajara - Primera Division messicana
Ruolo: Attaccante
Valore: 1.000.000 €




La nuova generazione messicana inaugurata dalla fantastica prestazione nel vittorioso mondiale Under 17 del 2005 e proseguita con la crescita più o meno costante di talenti come Giovani Dos Santos, Carlos Vela e soprattutto "Chicharito" Hernandez, non finisce mai di proporre nuovi prospetti che sembrano addirittura poter superare le gesta dei loro predecessori.
E' il caso dell'attaccante che vi proponiamo oggi, che assieme a Martin Galvàn guiderà l'attacco del "Tricolor" ai Mondiali Under 20 che si disputeranno in Colombia a fine luglio di quest'anno.

Erick Torres è l'ultimo prodotto del settore giovanile del Club Deportivo Guadalajara, altrimenti detto "Chivas" Guadalajara in onore del loro simbolo, la capra. Questo club è uno dei più titolati del Messico con 11 titoli conquistati e rappresenta uno dei migliori settori giovanili di tutto il panorama del centro-america. Dopo aver sfornato fenomeni come Carlos Vela e il fresco Campione d'Inghilterra Hernandez si appresta a proporre l'ennesimo "craque" del calcio messicano che rispetta a pieno l'identikit del predestinato.

Torres nasce a Guadalajara ed entra fin da molto piccolo nelle giovanili dei "Los Rojiblancos" (i rossobianchi, colori ufficiali del club). Dopo aver rappresentato da capitano la formazione del Chivas Under 17 è stato integrato in prima squadra agli ordini di José Luis Real che lo pone accanto a Javier Hernandez negli allenamenti. Dopo la cessione del "Chicarito" nel 2010 allo United lo staff del Chivas Guadalajara aveva già iniziato a preparare il suo sostituto in casa ed il debutto era ormai imminente.
L'esordio ufficiale di Torres avviene il 14 novembre 2010 nella vittoriosa trasferta contro il Monterrey (2 a 3 per il Chivas) e segna il primo piccolo passo di una carriera in rampa di lancio. Il primo goal arriva al 21 minuto del match contro il San Luis (22 gennaio 2011) di testa e determina il pareggio finale per 1-1 mentre il momento più importante della breve carriera della punta messicana si caratterizza nel goal contro i rivali storici del Club America (3-0 finale). Ad ora ha collezionato 20 presenze (tra cui molte delle quali sono state solo spezzoni di partita) e 6 centri.

Erick Torres è una punta agile e dall'ottimo senso del goal. Calcia bene con il destro ma deve migliorare la forza nel sinistro anche se nel complesso ha buone capacità di conclusione con ambo i piedi. E' bravissimo nel farsi trovare smarcato e vede la porta come pochi della sua età, con qualità tecniche importanti ed un fisico piuttosto robusto. Somiglia molto a Javier Hernandez anche se in prospettiva mostra tocco e fisicità che possono renderlo superiore all'ex compagno.

La giovane stella di Guadalajara è uno degli osservati speciali per la futura nazionale messicana che dovrà dimostrare al Mondiale carioca 2014 quanto di buono ha mostrato nelle formazioni giovanili. Con il Messico Under 17 ha segnato 2 goal in 5 ottime presenze e si appresta a diventare uno dei "nomi caldi" del prossimo Mondiale colombiano U20. A dire il vero l'attenzione su di lui è già piuttosto importante. Diverse squadre europee tra cui United (sull'onda dell'affare Hernandez), Tottenham ed Everton lo stanno seguendo anche se la più vicina al ragazzo sembra essere il PSV Eindhoven che vorrebbe concludere già per luglio la transazione. Non sono riportate formazioni italiane su di lui ufficialmente, ma conserviamo la speranza che queste lo stiano seguendo sotto traccia per poi portarlo in Italia al momento giusto.

Erick Estefano Torres Padilla (come completo) viene chiamato "El Cubo" a causa del suo taglio di capelli al momento del debutto, un taglio che lo faceva assomigliare ad un soldatino. Il presidente del Deportivo Guadalajara Jorge Vergara lo considera già al livello di Javier Hernandez ed ha più volte dimostrato la propria stima verso il ragazzo. Torres ha dichiarato più volte che il paragone con Chicharito gli fa molto piacere e che spera di raggiungere l'Europa per segnare tanti goal. Ha anche dichiarato di ispirarsi a Josè Cardozo (Benfica) e Ronaldo (brasiliano), i suoi veri idoli.
Vedremo se il "nuovo Hernandez", come ribattezzato dalla stampa messicana, ripercorrerà le orme del connazionale in Europa. La strada è lunga ed il calcio è un mondo imprevedibile quindi aspettiamo di vedere se Torres riuscirà davvero ad imporsi in un gioco duro come quello europeo. L'unica cosa che possiamo dire è che ci piacerebbe scoprirlo in Italia.



Dopo il goal all'America.




domenica 22 maggio 2011

Le foto della settimana

Snoop Dog. Amico intimo di Jean Claude Blanc con il quale ha condiviso numerosi concerti e spaccato qualche sedia nella schiena della gente.


Maicon Douglas e Julio Cesar. Ecco i due brasiliani non convocati da Leonardo per l'ultima di campionato con il Catania. Fatto il biglietto eccoli in partenza per la Coppa America...


Felipe Melo. Beh... Che dire...

venerdì 20 maggio 2011

Giuseppe Prestia


Nome: Giuseppe Prestia
Data di nascita: 13 novembre 1993, Palermo
Nazionalità: Italia
Altezza:1,90 m
Piede preferito: Destro
Squadra: US Palermo - Campionato primavera
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 50.000 €




Dopo i talentuosi Benedetti, Caldirola, Camporese, Natalino e Camilleri ecco un altro talento di prim'ordine per il ruolo di difensore centrale della futura nazionale italiana. Stiamo parlando del promettente e corteggiatissimo Giuseppe Prestia, giovanissimo "made in Italy" per il quale il presidente Zamparini i sta già sfregando le mani.

Prestia nasce e cresce a Palermo ed entra presto nel settore giovanile rosanero che gli permetterà uno sviluppo rapido e costante. A 14 anni si fa vivo il Chelsea di Abramovich che tenta lo "scippo" ma il ragazzo non si trasferisce a Londra per motivi familiari. Poco dopo anche il Tottenham contatta il giocatore ma il ragazzo alla fine non lascia Palermo e continua la scalata delle formazioni giovanili fino a distinguersi con gli allievi nazionali come uno dei migliori nel suo ruolo. Dalla stagione 2010/2011 viene aggregato stabilmente nella formazione primavera dove ha disputato ad ora più di 20 ottime prestazioni, con un crescendo di condizione e di sicurezza che gli valgono spesso la panchina alla corte di mister Delio Rossi.
Il 15 dicembre 2010 arriva la grande occasione: in una partita di Europa League contro il Losanna, complice la matematica eliminazione alla fase ad eliminazione diretta di ambo le squadre, Delio Rossi getta nella mischia il ragazzino che risulta essere uno dei migliori in campo.

Giuseppe Prestia è un difensore centrale potente e disciplinato tatticamente. Possiede una buona tecnica di base e si contraddistingue per la sicurezza con la quale comanda la difesa. Come tutti i centrali della sua età solo il tempo e l'esperienza possono evidenziarne il livello, anche se in molti scommettono appartenga a quella categoria di giocatori destinati ad indossare maglie "pesanti". Il suo idolo è Nesta (nemmeno a dirlo), anche se per potenza fisica il suo agente lo accosta maggiormente ad un Materazzi meno irruento.
E' entrato a fare parte delle nazionali giovanili a 15 anni tra stage e ritiri, mentre ha collezionato 6 presenze con l'Under 16. Dopo due giorni dal suo esordio in Europa League è stato chiamato da Evani a far parte di un ritiro dell'Under 18 la quale maglia ha vestito per 3 match. Si attende l'imminente passaggio di categoria.

A lui ora sono interessati diversi club inglesi tra cui le suddette Chelsea e Tottenham, oltre ad un recente forte interesse del City. In Italia tutte le big sono vigili anche se sembra che le più accreditate siano Udinese ed Inter con il club di Moratti seriamente intenzionato ad acquisirne almeno una parte del cartellino in tempi brevi. Zamparini ovviamente se lo tiene stretto ed ha manifestato con soddisfazione l'intenzione di puntare su di lui.
Certo è che a dispetto di una teoria apocalittica secondo la quale il calcio italiano non ha prodotto giovani di valore che possano sostituire la mitica coppia Nesta-Cannavaro, i fatti dicono altro. La nuova generazione rappresentata da Bonucci, Astori e Ranocchia prospetta grande fiducia e la nidiata "made in Italy" 91-93 è assolutamente di primo livello. Starà ai club e al calcio italiano dare a questi ragazzi la fiducia che meritano.

Delio Rossi ha dimostrato di credere nel ragazzo.


mercoledì 18 maggio 2011

Concluso il sondaggio: "Qual'è il Paese emergente del calcio?"... Belgio


L'esito del sondaggio lanciato da ProssimiCampioni su quale sia il paese emergente del calcio, vede vittorioso il Belgio che batte di misura Slovenia e Giappone.
Il Belgio è una nazione che ha attuato un sistema di formazione calcistica fra i più all'avanguardia. Oltre ad un ottima preparazione tecnico-tattica c'è da dire che il campionato belga, la Jupiler League, ha grandissimo coraggio nell'investire sui giovani e nel permettergli di misurarsi presto nel calcio che conta. Tutte le formazioni della competizione, dalle blasonate Anderlecht e Standard Liegi, alle interessanti Genk, Gent o Brugge, per finire con le piccole Eupen e Charleroi, schierano stabilmente nelle formazioni titolari giovani validi e di ottima prospettiva.
La politica sportiva belga sta dimostrando di essere fra le più efficaci d'Europa e complice l'apertura totale alla naturalizzazione di stranieri nati e cresciuti in Belgio, ha formato una nazionale giovane e di livello potenzialmente assoluto. Tralasciando le colonne portanti quali il “barese” Gillet, ottimo e sottovalutato portiere, il roccioso Van Buyten del Bayern o il veterano Simons del Norimberga, la nazionale guidata da George Leekens possiede una selezione belga che oscilla tra una media di 23/24 d'età. Le stelle presto emigrate all'estero sono Vincent Kompany del Manchester City, il duo di difensori dell'Ajax Vertonghen e Aldwereild, il piccolo esterno di centrocampo rivelazione del campionato olandese con l'Utrecht Mertens, il “genietto” Hazard campione di Francia 10/11 con il Lille, il poderoso mediano dell'Everton Fellaini e il talentuoso attaccante del Fulham Dembelè.
Tra i giocatori della nazionale che ancora (per poco) militano nelle file di una squadra belga il primo nome che può venire in mente è il fantastico centravanti dell'Anderlecht classe 93 Romelu Lukaku. Ma oltre a Lukaku possiamo benissimo citare l'ex Genoa e Fiorentina (ora al Genk) Vanden Borre, il centrocampista dello Standard Liegi Defour, il talentuoso mediano recentemente accostato a Milan e Fiorentina Witsel sempre dello Standard e l'attaccante del Genk che ha stregato Corvino Vossen. Tutti questi giovani vanno ad arricchire una rosa competitiva e di grande prospettiva ma non dimentichiamo nemmeno i “nostri” De Bruyne (fresco debuttante) e Praet che non tarderà a giocarsi una maglia da titolare nell'Anderlecht e nella nazionale maggiore.
Con queste premesse il Belgio del futuro è in rampa di lancio e sarà la mina vagante dei futuri Europei di Londra 2012 e Mondiali brasiliani 2014.

Piccolo cenno anche al secondo e al terzo paese classificato nel nostro sondaggio. Il Giappone dell'interista Nagatomo e del talentuoso Honda del CSKA Mosca promette bene. Nonostante il calcio nipponico attraversi una prevedibile flessione dovuta alla tragedia dello tsunami pochi mesi orsono, i freschi Campioni d'Asia sono agguerriti più che mai. I “samurai” stanno investendo moltissimo nella formazione in casa dei propri calciatori e in un paese dove il talento non manca, ricordiamo gli ottimi Nakata e Nakamura e l'incompiuto Inamoto, i frutti stanno cominciando a ad arrivare. Esempi: il recente dominio nella Coppa d'Asia alla guida di Zaccheroni e l'evoluzione di talenti come il “gunners” Miyaichi.

La Slovenia è un altro paese in via di sviluppo costante. La base è formata dai veterani Cesar del Chievo, Koren dell'Hull City e il bomber Novakovic del Colonia. Poi ci sono i giovani “italiani” (o futuri italiani) come il portierone Handanovic dell'Udinese, Jokic del Chievo, Adelkovic del Palermo, i tesori di Zamparini Bacinovic e Ilicic, il futuro genoano Birsa (ora all'Auxerre) e il prossimo colpo di De Laurentis Tim Matavz dal Droningen. Non dimentichiamo i classe 90 Khrin e Belec dell' Inter oltre che i giovanissimi Rep e Krajnc. Questa nazione ha da dire tantissimo.

Per i restanti paesi. Da degnarsi i nomi del genoano Polenta, talento dell' Uruguay, del ganese Boakye, del messicano Galvàn e del austriaco del Bayern Monaco Alaba.


Ecco le percentuali del sondaggio “Qual'è il Paese emergente del calcio” scaduto il 18 maggio 2011:

1) Belgio (39 %)
2) Giappone (21 %)
3) Solovenia (13 %)
4) Uruguay (8 %)
5) Ghana (7 %)
6) Messico (6 %)
7) Cile (4 %)
8) Austria (2 %)


– Il prossimo sondaggio, a cura di ProssimiCampioni, vi chiede: “Qual'è il miglior classe 90 in circolazione”?

ProssimiCampioni ha selezionato:

Bojan Krkic (Barcellona): un attaccante straordinario che ha collezionato 889 goal nella cantera azulgrana e circa 25 goal in 102 presenze con la prima squadra. Un fenomeno di origini serbe che farà la fortuna della Spagna.

Mario Balotelli (Manchester City): a dispetto di un carattere difficile possiede un talento fuori dal comune. Ha vinto a 20 anni Champions League (con l'Inter), 3 campionati italiani (Inter) ed è fresco vincitore della Coppo d'Inghilterra (Manchester City). E' futuro punto fisso della nazionale italiana.

Mamadou Sakho (Paris Saint Germain): roccioso e talentuoso difensore francese capitano a soli 18 anni nel Paris Saint Germain. Lo vogliono tutte le big ed è pure nel giro della nazionale di Blanc. Un prodigio di forza e senso della posizione al centro della difesa.

Miralem Pjanic (Lione): trequartista bosniaco scuola Metz con grandi doti nel possesso palla e negli inserimenti palla al piede. Il Lione l'ha prelevato nel 2008 battendo una nutrita concorrenza

Alan Dzagoev (CSKA Mosca): centrocampista offensivo russo con grande estro e ottima capacità di calciare le punizioni. Assistman di grande talento ricorda molto il connazionale Arshavin.

Toni Kroos (Bayern Monaco): una delle più grandi speranze tedesche della nuova generazione. Centrocampista di qualità e quantità con fisicità e determinazione. Il Bayern l'ha prelevato dalle giovanili dell'Hansa Rostock e ne vuole fare il nuovo Ballack.

David De Gea (Atletico Madrid): estremo difensore ormai affermato di grande sicurezza e personalità. Ha conquistato la maglia da titolare dell'Atletico soffiandola al conclamato Asenjo e non l'ha più lasciata conquistando con i Colchoneros l'Europa League e la Supercoppa europea. Ferguson lo vuole a tutti i costi per il dopo Van der Sar allo United.

Sotiris Ninis (Panathinaikos): gemma assoluta del calcio ellenico. Il Panathinaikos lo fa crescere e lo protegge fin quando rivela al calcio internazionale tutte le sue potenzialità fatte di tecnica sopraffina, rapidità e fantasia. Un esterno d'attacco che sarà l'arma in più di un Paese calcisticamente in evoluzione come quello greco.

Yann M'Vila (Rennes): mediano francese dal sicuro avvenire. Il Rennes ci ha messo poco capire le sue potenzialità e buttarlo nella mischia e molto probabilmente coglierà presto (economicamente parlando) i frutti delle sue speranze. Tecnica, anticipo e forza fisica a servizio del centrocampo del nuovo corso della nazionale transalpina.

Un Calcio al Cancro


Ci sono notizie o scoperte che possono cambiare la vita di una persona in un solo istante, possono metterti alla prova, farti capire realmente chi sei e farti diventare più forte. Tutto questo è legato alla sofferenza, la sofferenza di scoprire che hai una malattia, la sofferenza quando conosci le conseguenze e la sofferenza nell’affrontare un dramma personale che coinvolge te e coloro che ti vogliono bene.
Anche i calciatori non sono immuni alle tragedie, noi li vediamo in televisione calcare i campi atleticamente perfetti, una vita da sogno con ricchezza fama e gloria, eppure non possono tenere lontani le cose cattive, nessuno può farlo.

Lo scorso aprile il mondo del calcio è rimasto sconvolto dalla notizia che Eric Abidal, forte terzino sinistro del Barcelona, era affetto da tumore al fegato. Gesti e frasi di solidarietà sono arrivati da tutti i suoi compagni e da molti suoi colleghi o conoscenti, alcuni mentre lui era in sala operatoria, pochi giorni dopo averlo scoperto è stato infatti operato d’urgenza. Ad Abidal fortunatamente è andata bene, anzi di più, 47 giorni dopo l’operazione era in campo come niente fosse durante una semifinale di Champions League contro il Real Madrid.

Spagna che poco prima della notizia shock di Abidal aveva appreso che un altro giocatore, Miki Roque terzino destro del Betis Siviglia, era affetto da cancro osseo al bacino. I medici l’hanno diagnosticato dopo un controllo di routine per un mal di schiena che il giocatore accusava da diversi giorni. Adesso Roque è in convalescenza, si sta riprendendo dopo la delicata operazione ma i medici sono fiduciosi, hanno ammesso che c’è la possibilità che torni in campo la prossima stagione.

In Italia era uscita l’anno scorso sui giornali la storia di Nenad Krsticic, giovane centrocampista della Sampdoria classe ’90, acquistato dall’OFK Belgrado nel 2008 e bel prospetto delle giovanili con alcune panchine in Serie A all’attivo. Nel periodo di Natale 2009 il giocatore si trovava a casa dalla sua famiglia a Belgrado, quando messosi in contatto con il medico della società gli disse che gli era ripreso il dolore all’addome, per cui era sotto osservazione, e inoltre non aveva appetito. Rientrato a Genova d’urgenza vennero consegnati contemporaneamente anche i risultati di alcuni test svolti pochi giorni prima, il risultato affermava che il giocatore era affetto da un linfoma molto aggressivo. Ricoverato d’urgenza nel reparto di ematologia dell’ospedale genovese è riuscito a salvarsi grazie al tempismo dei medici, se la diagnosi fosse arrivata con qualche giorno di ritardo le conseguenze sarebbero potute essere molto più gravi fino ad un eventuale decesso del ragazzo.
Pochi mesi dopo Nenad si è rimesso, tornando in campo il 12 aprile 2010 nel Campionato Primavera.

Può capitare che un tumore o una malattia colpiscano bambini, che con coraggio e forza di volontà riescono a superare queste avversità per poi affermarsi nella vita una volta adulti. Questo potrebbe essere il caso del giovane attaccante del Milan Alexandre Pato. All’età di undici anni, prima dell’arrivo a Porto Alegre, dopo due fratture nello stesso punto dello stesso braccio gli venne diagnosticato un tumore all’arto. All’inizio l’amputazione sembrava l’unica soluzione, gli avrebbe salvato la vita ma non avrebbe mai potuto giocare a calcio, ma dopo ulteriori esami il cancro risultò essere benigno, sia il braccio che la futura carriera del ragazzo erano in salvo.
Lo stesso Pato ha affermato che un avvenimento del genere, per quanto scioccante possa essere nella vita di un bambino, lo ha reso molto più forte e determinato. Gli ha permesso di raggiungere i suoi obbiettivi lavorando con impegno e fatica.
Oggi Pato è molto attivo nel campo dell’informazione e della prevenzione dei tumori. Collabora con l’associazione italiana di oncologia medica (AIOM) tenendo diversi congressi in alcune scuole per parlare ai giovani ragazzi, gli racconta la sua storia concludendo con: “Non giocate con la salute, nessuno è immune dal cancro e la prevenzione può tenervi al sicuro”.

Queste sono solo alcune storie, di persone a cui è andata bene e che sono riuscite a sconfiggere le loro malattie. Nella vita reale, quella oltre il campo di gioco, molto spesso l’essere umano ne esce sconfitto. Le scoperte mediche e tecnologiche stanno facendo passi da gigante in questo campo, ma occorre che ognuno di noi personalmente si prenda cura della sua persona. Il cancro è una malattia che colpisce indistintamente, la prevenzione in questo caso può realmente salvare la vita.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito della già citata AIOM, dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro e della Lega italiana per la lotta contro i tumori.

lunedì 16 maggio 2011

Simone Calvano


Nome: Simone Antonio Calvano
Data di nascita: 11 luglio 1993, Milano
Nazionalità: Italia
Altezza: 183cm
Piede preferito: Destro
Squadra: AC Milan - Campionato Primavera
Ruolo: Centrocampista centrale, Mediano, Centrocapista esterno
Valore: 300.000€




Dopo anni di immobilismo nel settore giovanile, il Milan ha deciso di investire con decisione e attualmente è, insieme all'Inter, l'unica squadra della Serie A che stanzia 5 milioni di euro per le squadre giovanili. Dopo il folletto Simone Verdi, il centrocampista Merkel, ecco il mediano Simone Calvano.

Simone Calvano cresce nell'ottimo settore giovanile dell'Atalanta dove si mette subito in evidenza e viene acquistato dal Milan nel Gennaio 2010 per 300 mila euro. Nel Milan primavera disputa 23 partite nella stagione 2010/2011 (1 rete) mentre nella stagione appena conclusa accusa un infortunio che ne limita il rendimento a 11 partite ed una rete messa a segno. Il Milan di Dolcetti quest'anno ha sentito fortemente la mancanza delle sue qualità in mezzo. A gennaio 2012 è stato premiato dal sito Milannews come il miglior giovane del settore giovanile rossonero dell'anno 2011.

Mediano dalla corsa fluida, ha un passo fantastico ed una grande eleganza nei movimenti nonostante il fisico possente. Dotato di buona tecnica, predilige il gioco corto. Il dinamismo ed il moto perpetuo ne fanno un giocatore totale che trova spesso l’appuntamento con il gol. Ottimo tempismo, coraggio e discreto colpo di testa negli inserimenti ne fanno un’arma in più sotto porta. Abilissimo nella fase di rottura, può giocare anche come centrocampista esterno, ruolo che sta coprendo ultimamente a causa del ritorno di Rodney Strasser nella Primavera, e quindi anche il ruolo di terzino destro. Deve però migliorare nel lancio lungo e nei tempi di gioco. Conta 6 presenze nell'Italia Under-16 e 3 nell'Under-17, è diventato un perno dell'Under-18 di Evani ma già ha esordito con l'Under-19.

Il Milan è stato bravo a strappare il giocatore quando giocava negli Allievi Nazionali dell’Atalanta. Ritenuto incedibile dal Milan, viene seguito dall'Arsenal e dalla Juventus. Inoltre il Lecce e il Siena hanno chiesto informazioni per la prossima stagione ma il giocatore non dovrebbe essere ceduto perché farà parte della Prima Squadra e verrà aggregato già a partire dalla preparazione atletica pre-campionato.

Un giocatore fenomenale. Non ancora 18enne, sembra già maturo per giocare con la Prima Squadra grazie e soprattutto al fisico possente. Mediano insuperabile, deve migliorare come "regista" ma rende meglio al fianco di un giocatore di qualità. Sia da esterno che da mediano o da centrocampista centrale riesce a sfruttare i suoi ottimi tempi di inserimento. Potrebbe diventare "il nuovo De Rossi" ma al momento somiglia in maniera impressionante a Jack Rodwell dell'Everton, "il nuovo Ince". Ha un gran futuro davanti a sé.








domenica 15 maggio 2011

Le foto della settimana

Oggi ProssimiCampioni introduce una piccola ma interessante novità. Dal 15 maggio 2011 vi proporremo una nuova uscita settimanale che chiameremo: Le foto della settimana.
Da oggi e per ogni domenica delle settimane successive vi proporremo 3 fotografie tratte dal mondo del calcio inerenti personaggi famosi, immagini curiose e situazioni bizzarre. Le fotografie sono tratte dal web e ci mostreranno l'altro lato, quello più nascosto (ma spesso nemmeno troppo nascosto), dei beniamini del pallone. Compriamo le loro magliette, sono i nostri idoli, sembrano perfetti ed invincibili ma... aspettate di vedere!

(Le fotografie selezionate da noi sono il frutto di una disparata ricerca, non sono state scelte secondo un criterio prestabilito e soprattutto NON SONO E NON SARANNO MAI DEI FOTOMONTAGGI).
Ogni immagine verrà correlata da un piccolo e sintetico commento lasciando lo spazio alle interpretazioni di tutti. Sono graditi commenti e soprattutto vi invitiamo a mandare al nostro indirizzo mail le foto più curiose e divertenti che vorreste fossero pubblicate. Ogni suggerimento verrà corredato da uno specifico ringraziamento.
Detto ciò, buon divertimento e buona visione !


Mauro Zarate. Chi di noi non si è mai fatto una foto da solo a petto nudo davanti allo specchio? a 14 anni siamo stati in tanti. Mauro dai! meno scatti e più passaggi.



Dimitar Berbatov. Collezione "non basta avere soldini 2011/2012". Giacca Husky Dolce e Gabbana nera modello "nemmeno David Beckham" 700€. Pantalone della tuta Adidas a zampa con strisce rosse, serie "i mitici anni 70", 65 €. Cappellino Etnies nero modello "con tutto ma non con i pantaloni a zampa", 55€. Scarpe Adidas nere che si abbinano con tutto 80€. Per la modica cifra di 900 € potete andare a fare la spesa come Berbatov.



Cristiano Ronaldo. E' tutto vero, il bel Cristiano a Manchester aveva un sorriso che colpiva. Non sapremo mai se la ragazza di Intimissimi avrebbe detto sì! Complimenti ai dentisti di Manchester!

venerdì 13 maggio 2011

Dennis Praet


Nome: Dennis Praet
Data di nascita: 14 maggio 1994, Leuven
Nazionalità: Belgio
Altezza: 173cm
Piede preferito: Destro
Squadra: RSC Anderlecht - Under 19
Ruolo: Trequartista, centrocampista centrale
Valore: n/d




Dopo Lukaku, l'Anderlecht ha un altro gioiellino nelle proprie giovanili. Parliamo ovviamente di Dennis Praet, trequartista, ma anche regista e centrocampista centrale già punto fermo delle nazionali giovanili belga.

Nato il 14 Maggio del '94 a Leuven, Praet ha iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanili del Genk, dove insieme al gioiellino Kevin De Bruyne, era la colonna portante della squadra. L'Anderlecht il 18 Maggio 2010 lo strappa alla concorrenza di Ajax, Lille (già precedentemente entusiasta del talento belga Hazard), Barcellona e, soprattutto, Arsenal, che era stata la squadra più vicina al giovane grazie ad un incontro tra Wenger e lo stesso giocatore avvenuto il 12 Aprile 2010 grazie al quale fa e supera un provino ma alla fine i Gunners decidono di non tesserlo subito. Così l'Anderlecht ne appofitta e gli fa firmare un contratto fino al 2013. Diventa subito indispensabile per l'Anderlecht che vince l'Aegon Future Cup 2011 battendo squadre più forti come l'Ajax, Bayern Monaco e Fluminense. Praet viene eletto Miglior Giocatore del Torneo.

Il ragazzo non ha ancora esordito con la Prima Squadra nonostante le ottime prestazioni con le giovanili.

Giocatore dotato di grandissima tecnica, nel Genk e nelle nazionali giovanili gioca soprattutto trequartista dove sforna tantissimi assist. Ma nelle giovanili dell'Anderlecht si è imposto alla grande da regista "alla Pirlo", davanti alla difesa "protetto" da Aksoy e Musonda. Ha ottima velocità e grandissima visione di gioco. Ha grande personalità e carattere. Un regista non compassato ma che riesce a dare grande velocità al gioco della squadra soprattutto "a palla corta". Può giocare anche come interno di un centrocampo a 3 o centrocampista centrale di un centrocampo a 4. Spesso gli piace partire dalla sinistra per sfruttare il suo destro. Deve sicuramente migliorare nel passaggio lungo e deve diventare leggermente più preciso.

Ha 11 presenze condite da 1 gol con il Belgio Under-16 e da poco ha esordito con l'Under-17.

Come abbiamo già detto, è stato vicinissimo all'Arsenal che lo continua a seguire attentamente. L'Ajax, il Barcellona e il Lille monitorano ancora la sua crescita. Ma ultimamente viene seguito dall'Inter che vedrebbe in lui un possibile nuovo Sneijder e che avrebbe già presentato un'offerta. Inoltre, da registrare anche l'interessamento del Chelsea, che però ha già bloccato De Bruyne, del Milan e della Juventus.

E' un giovane dal futuro sicuro, giocatore già molto maturo, deve sicuramente migliorare nella precisione ma sia dal punto di vista tattico che fisico pare già pronto per un ulteriore salto di categoria, al momento gioca nell'under 19. Spiccata la somiglianza al trequartista olandese dell'Inter sia per carisma che per visione di gioco e qualità nelle giocate. Gli manca un po del senso del gol del nerazzurro, ma questo è un aspetto che sicuramente migliorerà con l'esperienza. Rispetto al suo ex compagno De Bruyne è sicuramente più regista. Giocatore da acquistare subito.






Qui il numero 10 in azione contro il Bayern Monaco durante la Aegon Cup


Stessa competizione, partita contro la Fluminense


Qui in gol nell'under 16 contro la Slovenia



Pubblicato da Ben

mercoledì 11 maggio 2011

Justin Fashanu: talento spezzato dall'omofobia.


Un peso troppo grande, qualcosa di insostenibile in una società come questa che si fregia di aver raggiunto una mentalità moderna e progressista ma invece spesso si riscopre vecchia e sorda. E' la propria omosessualità il peso che ha portato Justin Fashanu a interrompere una promettente carriera e a ricercare una pace che invece, complici numerose vicessitudini, si tramuterà nel suicidio in un freddo garage londinese il 2 maggio 1998.Justinus Soni “Justin” Fashanu nasce il 19 febbario 1961 a Londra da genitori anglo-nigeriani che al loro divorzio lo spediscono con il fratello John, anch'egli ex calciatore britannico molto importante, a crescere in una casa d'accoglienza.Fin da giovanissimo Justin ha mostrato di avere grande talento con la palla tra i piedi e dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili del Norwich City, debutta a soli 18 anni nel calcio professionistico nel ruolo di attaccante. Nel 1981, dopo un inizio di carriera esplosivo (35 goal in 90 presenze tra cui il “goal dell'anno” 1980 al Liverpool) è il primo calciatore nero inglese ad essere venduto per un milione di sterline al Notthingam Forrest del tecnico Brian Clough.
E' qui che la carriera dell'atleta subisce un brusco rallentamento complici un carattere non facile, qualche infortunio ma soprattutto il pessimo rapporto con Brian Clough. Il tecnico del Notthingam, Campione d'Europa nel 79 e nell' 80 con la squadra inglese, non gli risparmia battute omofobiche perché infastidito dalle voci sulle frequentazioni del giovane e lo mette ben presto da parte. Troppi infortuni e pochi goal segnati lo conducono al calcio minore degli States fino al ritorno con brevissime apparizioni nel Manchester City e nel West Ham United alla fine degli anni 80. Il 22 ottobre 1990 Justin Fashanu confessa al Sun la sua omosessualità ed è il primo calciatore di questo livello a fare il cosiddetto “coming out”.
Inutile dire che la notizia fa il giro del Mondo e viene accolta con ostilità, sia dal mondo sportivo, che dalla comunità nera britannica che accusa il ragazzo di essere una vergogna, patetico e imperdonabile e di aver portato un danno d'immagine ai neri d'Inghilterra. Pure il fratello John, ex attaccante di Aston Villa, Wimbledon e Millwall lo rinnega pubblicamente e porta Justin a dichiarare di sentirsi solo e disperato.
Giocare a calcio per Fashanu non è più la stessa cosa e dopo aver girato alcune squadre minori tra cui Leyton, Toquay, gli svedesi del Trelleborg e gli scozzesi degli Hearts, torna negli Stati Uniti per concludere gli ultimi anni della carriera (1995).
Nel 1998 viene accusato di stupro da un diciassettenne del Maryland con il quale aveva girato tutta la notte bevendo alcolici e fumando marijuana. Le accuse si rivelano piuttosto fragili e la polizia, complice la totale collaborazione di Fashanu, non ritiene opportuno il carcere preventivo. Spaventato l'ex calciatore inglese fugge in Inghilterra dove cerca di contattare amici ed ex agenti per programmare una difesa ma non trova nessuno a dargli il supporto sperato e questo lo conduce nella disperazione più totale.
Il 3 maggio 1998 Fashanu riesce a forzare la porta di un garage di Londra e si impicca. Lascia un biglietto con queste parole: “Spero che Gesù che amo, mi accolga. Troverò la pace, infine”.Nel memorandum da lui lasciato si faceva riferimento anche alle vicende con il giovane americano: “Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodichè la mattina lui mi ha chiesto denaro. Alla mia risposta negativa lui mi ha detto che me l'avrebbe fatta pagare”.
A quanto risulta da un inchiesta inglese del 1998, non pendeva alcun mandato di cattura su Justin Fashanu e la polizia del Maryland aveva lasciato cadere le accuse per mancanza di prove.
La storia di questo ex attaccante è una vicenda tragica ma che purtroppo è passata come un episodio isolato. Il tema dell'omosessualità è un tema delicato che servirebbe discutere attentamente e magari dedicheremo una rubrica apposita sull'argomento. Per ora vi abbiamo parlato del triste epilogo di un ragazzo promettente che non è stato capito e soprattutto è stato trattato come un “diverso”. Una diversità dettata dalla percezione culturale della realtà, ma che rimarchiamo non essere la realtà che dovrebbe appartenere alla generazione moderna.
Il vero metro della grandezza di un uomo è il talento.



Ricordiamolo per questo goal. Premiato goal dell'anno 1980 contro il Liverpool.

lunedì 9 maggio 2011

Joao Reis


Nome: João Carlos Silva Reis
Data di nascita: 24 giugno 1992, Loulè
Nazionalità: Portogallo
Altezza: n/d
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Louletano DC - Segunda Divisao B
Ruolo: Ala sinistra
Valore: n/d


La maggior parte degli appasionati di calcio non conosce questo giocatore, eppure se la FIFA lo ha inserito nella lista dei migliori under 20 al mondo un motivo valido ci sarà. Unico portoghese in quella lista e unico a non giocare nella serie maggiore del suo campionato, verrebbe da domandarsi se la grande organizzazione del calcio mondiale ci abbia visto lungo o abbia preso un enorme abbaglio.
Per gli addetti ai lavori fino alla scorsa estate era un giocatore sconosciuto, giusto qualcuno lo conosceva in Portogallo perchè anche senza aver dimostrato nulla giocare a 17 anni nella Segunda Divisao (la nostra Lega Pro) è già di per se un bel traguardo, soprattutto se giochi da titolare nel Louletano, club a noi sconosciuto ma famosa fucina di talenti lusitani. Proprio la scorsa estate tutto cambiò: la sua squadra giocava un noto torneo estivo, l'AF Algarve, stavano andando piuttosto bene e Joao stava iniziando a mettersi in mostra. Arrivano fino alla finale contro l'Olhanense, club di Liga Sagres la massima serie portoghese, il risultato sembrava scontato ma il modestissimo Louletano riesce a sorpresa a vincere grazie a una doppietta di Joao Reis.
Da allora le cose cambiano, gli osservatori aumentano di partita in partita, il suo nome inizia a circolare in tutta Europa e molte squadre iniziano a farsi avanti chiedendo informazioni sulla giovane ala mancina.
Porto e soprattutto Benfica hanno provato a giocare d'anticipo, hanno provato in tutti i modi ad accaparrarsi il giovane Reis, ma l'Inter, la prima delle società straniere a muoversi, ha chiuso i giochi. Nel dicembre 2010 è andata direttamente a trattare con il Louletano chiedendo il permesso di provinare il ragazzo per due settimane ad Appiano Gentile. Il provino si è concluso benissimo, il portoghese ha impressionato lo staff neroazzurro che ha deciso di chiudere subito le trattative, il giocatore resterà in Portogallo fino a quest'estate anche se pare che possa prolungare la sua permanenza in Portogallo anche per la stagione 2011/2012 qualora l'Inter voglia concedergli più spazio in un ambiente che gli garantisca una crescita senza troppe pressioni.

Joao è nato e cresciuto calcisticamente nel Louletano, club della sua città natale Loulè. Ha giocato in tutte le squadre giovanili impressionando tutti fino a meritarsi il passaggio in prima squadra nel 2009, a soli 17 anni. Il Louletano in Portogallo è famoso proprio per questo: da anni la società si mantiene grazie al settore giovanile e alla sua politica di inglobare presto i giocatori in prima squadra per fargli acquisire maggior esperienza, squadre di maggior calibro sono molto attratte da giovani giocatori talentuosi che hanno già esperienza nelle ruvide serie minori.

Joao è la tipica ala lusitana: veloce, tecnico, ama il dribbling e gli piace puntare il suo diretto avversario. E' un prolifico assitman, ma non disdegna le conclusioni a rete. Joao è una ala sinistra naturale ma può all'occorrenza giocare anche sulla destra, è un giocatore a cui piace partire esterno per puntare il centro o cercare il cross. In Portogallo stravedono per lui tanto da chiamarlo "nuovo Figo" o nuovo Quaresma, prima di lasciarci andare a battute ricordiamo che Quaresma ha fatto vedere grandissime cose al Porto e in Nazionale, questo comunque da una certa idea della considerazione che c'è per il giovane. Per le movenze in campo, più che Figo o Quaresma, ricorda molto di più Nani, anche lui ama partire in velocità puntando la difesa, il suo è un gioco "agile", non di potenza come ad esempio quello alla Cristiano Ronaldo, ma comunque è molto incisivo e non fine a se stesso.

Prima dell'Inter avevamo già accennato dell'interesse del Porto e in maggior misura del Benfica, ma anche il Chelsea si era fatto avanti, dopo essersi fatti scappare Cristiano, Nani e Quaresma (poi alla fine arrivato in prestito ai Blues) erano intenzionati a non perdere anche questo treno, ma alla fine i nerazzurri, come nel caso dell'ex Porto, sono stati più lesti e convincenti. C'è da assicurarsi però che i tifosi si augurino che la sua carriera al Meazza sia diversa da quella di Quaresma, magari più vicina a quella di quel Nani che ricorda tanto e che cosi bene ha fatto nei suoi anni a Manchester.




Pubblicato il 09/05/2011

venerdì 6 maggio 2011

Phil Jones


Nome: Philip Anthony Jones
Data di nascita: 21 febbraio 1992, Preston
Nazionalità: Inghilterra
Altezza: 183cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Blackburn Rovers - Premier League
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 3.500.000€



L'Inghilterra ha sempre saputo farci con il calcio giovanile, settore all'avanguardia da cui molti campionati avrebbero solo di che imparare. Sono molti i giovani che riescono a imporsi in prima squadra non ancora ventenni, che danno nuova linfa al campionato e a una Nazionale che suo malgrado non riesce ancora ad imporsi nelle grandi competizioni.
I giovani promettenti ci sono, basta vedere i risultati delle selezioni giovanili o l'età media di alcune squadre, e i più grandi club hanno iniziato da alcuni anni a questa parte grandi opere di investimenti, basti pensare al Liverpool con Carroll, pagato ben 41 milioni di euro, o a Smalling che lo United ha prelevato dal Fulham o al Tottenham e all'Arsenal, sempre attentissime a procurarsi giovani di alto spessore. Poi ci sono le squadre più "piccole", quelle che esistono in ogni campionato, che vanno avanti anche grazie alle plusvalenze che realizzano con i loro giovani più promettenti, ad esempio il Southampton, settore giovanile di primissimo livello, che esporta i suoi giocatori migliori in tutto il campionato, o l'Everton che ha basato sul settore giovanile i suoi risultati più importanti, e potrebbe essere il caso del Blackburn, squadra che naviga nel fondo della classifica, in lotta per non retrocedere, che ha diversi prospetti interessanti in squadra che molti club hanno già visionato con cura, e uno di loro, probabilmente il migliore, è il roccioso centrale difensivo classe '92, appena entrato nel giro dell'under 21, Phil Jones.

Nato a Preston, ad un centinaio di chilometri a nord di Liverpool, inizia a giocare a soli dieci anni nelle giovanili della vicina Blackburn, vestendo solamente la maglia dei Rovers per tutta la sua infanzia fino al debutto tra i grandi del calcio, il 22 settembre 2009 in una gara di League Cup contro il Nottingham Forest. Proprio quella stagione (2009/2010) era stato aggregato permanentemente alla prima squadra, aveva firmato il suo primo contratto da professionista e vestito la sua maglia numero 28.
Pochi mesi dopo, il 21 marzo 2010, arriva il debutto in Premier niente meno contro il Chelsea, partita finita 1-1. Il 4 maggio il Blackburn decide di blindare il giovane con un contratto in scadenza nel 2015.
La stagione 2010/2011 inizia in modo molto promettente, Jones si guadagna sempre più fiducia e quindi più presenze e maggior minutaggio. Ad oggi (6 maggio 2011) ha totalizzato 24 presenze in campionato e 2 in League Cup, saltando due mesi per infortunio, sicuramente lo si può definire uno dei giocatori di rilievo in rosa. In seguito alle belle prestazioni è arrivato anche il rinnovo per un ulteriore anno, portando cosi la scadenza del suo contratto all'estate del 2016.

Jones è un difensore moderno, molto abile tatticamente, raramente si trova fuori posizione. E' molto dotato fisicamente, molto rapido e con un notevole stacco aereo. Gioca con molta autorità in campo, la cosa che colpisce maggiormente è l'impressione di sicurezza che trasmette quando gioca, nei vari interventi, cosa molto importante per un difensore. Dal punto di vista tecnico non è un giocatore eccelso, si limita al suo compito, buoni passaggi e qualche lancio lungo di tanto in tanto, niente di meno niente di più. Probabilmente è questo l'aspetto che deve maggiormente migliorare, nonostante al Blackburn sia cresciuto in maniera eccelsa.

Dopo 4 presenze in under 19, il 10 agosto 2010 ha realizzato la sua prima presenza in under 21, notevole risultato per un classe '92, contro l'Uzbekistan. Da allora le presenze sono cinque.

L'interesse attorno a lui è grandissimo, squadre come Chelsea, United, Liverpool, Arsenal e Tottenham si sono già fatte avanti mostrando il loro interesse. Il Blackburn per il momento pare intenzionato a non privarsi di un giocatore al 100% Rovers, altrimenti non si spiegherebbe l'ulteriore rinnovo contrattuale, ma se la società dovesse trovarsi in cattive acque potrebbe essere uno dei primi a partire visto proprio il grande appeal. Anche lo stesso Jones non vorrebbe per il momento lasciare Blackburn e un ambiente che definire familiare sarebbe riduttivo, per continuare la sua crescita con calma e tranquillità.
Alcuni giornali avevano vociferato di un possibile interesse, nonchè intervento della Juventus. La notizia sembra a dir poco priva di un qualunque fondamento.
Molto difficile, se non impossibile, portare il giocatore in Italia, il suo destino sembra legato al Blackburn per uno o due anni ancora prima del trasferimento in una big che lo potrebbe consacrare a livello europeo.







Pubblicato il 06/05/2011

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Punta sull'Udinese di Pawlowski su Bwin