mercoledì 27 ottobre 2010

Analizziamo la situazione

Per caso ieri sulla Gazzetta dello Sport mi è capitato di leggere un lettera molto interessante inviata da un tifoso al Dottor Alberto Cerruti, la lettera e la risposta mi hanno colpito perchè cercano di analizzare la situazione calcistica italiana in ambito internazionale, cosi "rubando" l'idea al mio socio ho pensato di scrivere una mia analisi della situazione.
La lettera diceva: "Ci risiamo! Dopo tante fanfare per entrare in Europa, con finali di campionato arroventati, poi l'Europa arriva davvero. E noi che facciamo? Nell'ultimo turno una vittoria, due pareggi e ben quattro sconfitte: un bilancio da terzo o quarto mondo calcistico. Perchè non decidiamo di giocarle le partite in Europa? Perchè le altre nazioni prendono tutto sul serio e noi le snobbiamo per dedicarci al nostro campionato? Sarebbe più opportuno non partecipare più alle competizioni europee, se tanto a dicembre quasi tutte le nostre squadre rimarranno al palo! Eravamo partiti quest'anno per recuperare la Germania nel ranking e ora dobbiamo seriamente guardarci le spalle per non scivolare ulteriormente più giù, proprio come l'Italia nel ranking Fifa e come l'under 21 in Bielorussia:"
Giuseppe P.

La risposta di Alberto Cerruti: "La sua analisi è perfetta e coincide al 100% con quelle già ripetutamente da me e da altri colleghi. Alla base c'è un'amara verità: in Italia conta soltanto il business. Se l'Europa League grantisse un montagna di Euro, poi regolarmente buttati via per rinnovare contratti supermilionari ai giocatori, le nostre squadre non schiererebbero le riserve al giovedi, pensando al campionato. Purtroppo, però, questo fragile alibi non vale in Champions League, dove i club italiani vorrebbero vincere di più ma non riescono per evidenti limiti tecnici. La Sampdoria è stata eliminata ai preliminari, la Roma rischia grosso e come al solito ci affidiamo a Milan e Inter, imbottite di stranieri. Perchè gli italiani, specie i giovani, sembrano una razza in via di estinzione. Come si è visto dai risultati della under 21."

Su alcuni argomenti Cerruti centra in pieno il succo dei problemi, purtroppo le organizzazioni, nella fattispecie Fifa e Uefa dovrebbero agire entro tempi brevi su queste problematiche:
1) Contratti supermilionari, si sente la necessità di inserire un tetto salariale uniforme in tutta Europa, perchè ora squadre con forti banche alle spalle possono fare ciò che vogliono decidendo di fatto l'andamento del mercato.
2) Troppi stranieri, il problema delle squadre di punta è che devono essere competitive da subito, la Champions è il torneo più difficile al mondo, si preferisce comprare lo straniero che ti dà la sicurezza piuttosto che aspettare il giovane, è un'atteggiamento del tutto comprensibile, se non ci sono regole anche in questo senso, se la Uefa obbligasse a far giocare da titolare almeno un under 20 del vivaio della società i giovani sarebbero in grando di fare più esperienza in tempi più brevi, e sarebbe rispetta un uniformità collettiva.
3) L'under 21, a detta di molti, e personalmente mi posso dire d'accordo, questa è l'under 21 più tlentuosa degli ultimi anni, il risultato dell'esclusione è da cercare altrove, sono tutti giocatori di talento con molta esperienza in prima squadra: i vari Ranocchia, Fabbrini, Ogbonna, Poli ecc. sono tutti titolari, quindi il problema è a livello tecnico-federale, la Federcalcio dovrebbe intervenire sulla gestione della squadra, garantendo magari appositi Stage con i possibili convocati, scegliendo gente con esperienza nell'allenamento dei giovani, i vari Cesare Maldini, Gentile e Tardelli avevano molta esperienza nel calcio giovanili e i risultati si sono visti.

Come sempre vi invitiamo a dire la vostra tramite i commenti, ringraziamo tutti coloro che collaborano con noi con la loro costanza nel seguire il blog e nel commentarlo per aiutarlo a crescere.

lunedì 25 ottobre 2010

Marco Ezio Fossati


Nome: Marco Ezio Fossati
Data di nascita: 5 ottobre 1992, Monza
Nazionalità: Italia
Altezza: 180cm
Piede preferito: Destro
Squadra: A.C. Milan - Serie A
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 1.000.000€



Da quando è approdato all'Inter nell'estate 2007 prelevato dal Milan tutti lo chiamano "il nuovo Pirlo", forse memori dell'errore commesso nel vendere il vero Pirlo, fattostà che questo giovane centrocampista ricorda molto vagamente il regista rossonero. La posizione in campo per cominciare non è la stessa, Marco gioca più avanzato, per concludere l'azione con il passaggio finale o con un tiro da fuori in cui è molto abile. I movimenti in campo non sono gli stessi, Pirlo è molto più statico per offrire un punto di riferimento ai compagni, Fossati invece è molto dinamico, copre una maggior porzione di campo, si propone in area, torna per coprire e offre una opzione in più ai suoi compagni in possesso di palla. Un punto in comune invece è la grande abilità nel battere i calci di punizione, il medino campione del mondo è una leggenda in questo campo, ma Marco è dotato di un ottimo destro che lo rende un arma offensiva in più.

Fossati gioca nei giovanissimi nazionali rossoneri fino ai quindici anni di età, in seguito, con grande rammarico del suo allenatore Stefano Eranio, si trasferisce all'Inter, all'epoca la notizia fa poco rumore con i giornali rapiti dalla boutade Suazo, ma i nerazzurri sapevano di aver fatto un gran colpo.
Gioca tutta la stagione negli allievi nazionali interisti, fornendo ottime prestazioni, tanti assist e diversi gol, si fa notare anche in campo internazionale con la convocazione nella nazionale under 17, nell'Europeo di categoria si piazzano al terzo posto (a parimerito con la Svizzera, in quanto mancava la finale 3/4 posto) e Marco è uno dei migliori giocatori del torneo.
Viene promosso, la stagione seguente, nella squadra Primavera dove conferma quanto di ben fatto negli allievi, stava per essere promosso in prima squadra da Mourinho quando è stato messo fuori rosa, nel dicembre 2009. Marco andava in scadenza di contratto con l'Inter nel 2011, avendo richiesto cifre spropositate a quanto detto dai dirigenti nerazzurri non si è giunti al rinnovo e da allora il giocatore non ha più visto il campo. Nell'estate 2010 ecco che succede l'impensabile, il Milan avanza un'offerta, tuttora dall'importo sconosciuto (tra i 4 e gli 8 milioni), per Daminuta, Filkor e Fossati, l'11 luglio 2010 il giocatore torna a vestire rossonero.
Ha fatto subito la preparazione con la squadra, ma un paio di fastidiosi infortuni ne hanno finora impedito l'esordio in prima squadra, comunque il giovane gioello di Monza non si scoraggia, sà che il suo futuro è giocare sui più importanti campi d'Europa.

Fossati con il Milan.









Pubblicato il 25/10/2010

venerdì 22 ottobre 2010

Simone Dell'Agnello


Nome: Simone Dell'Agnello
Data di nascita: 22 aprile 1992, Livorno
Nazionalità: Italia
Altezza: 185cm
Piede preferito: Destro
Squadra: F.C. Internazionale - Campionato Primavera
Ruolo: Attaccante
Valore: 200.000€



La tradizione dei giovani attaccanti dell'Inter non si è interrotta con Balotelli e Destro, quando Mattia è stato girato in prestito al Genoa in casa nerazzurra era già pronto il suo successore, Simone Dell'Agnello.
Classe '92 dotato di ottima fisicità grazie ai suoi 185 centimetri è il classico attaccante d'area di rigore, può giocare come fulcro dell'attacco facendo salire la squadra, e inoltre è un formidabile ariete, il colpo di testa è la sua arma preferita.

Dell'Agnello è stato scoperto dagli scout interisti nel 2007 dalle giovanili del Livorno, ha giocato per due anni con gli allievi nazionali, dove ha fatto registrare la sua miglior stagione con 22 reti messe a segno. Ha giocato l'ultima stagione nella formazione primavera con il ruolo di vice-destro, e l'ultima estate è stato aggregato alla formazione nerazzura per la tournèe-ritiro statunitense.

Simone ha fatto tutta la trafila delle varie selezioni giovanili, ma sicuramente in under17 ha dato il meglio, ha infatti regalato all'Italia la qualificazione alla semifinale del campionato Europeo di categoria con un gran gol, in seguito ha dichiarato a Uefa.com: "È stato il gol più importante della mia carriera - ha commentato Dell'Agnello, che ha ricevuto l'assist da un altro nerazzurro, Crisetig -. Era la prima volta che scoppiavo a piangere dopo un gol. È stata una sensazione speciale, soprattutto in una gara decisiva come quella contro la Francia".

Per lui adesso si prospettano molte alternative, molte squadre infatti hanno richiesto disponibilità per un prestito, ma l'Inter pare intenzionata a fargli fare un altro anno di primavera prima di fargli acquisire esperienza in Serie A.
Il giovane deve sicuramente maturare molto dal punto di vista calcistico, ma dicono sia un ragazzo serio e dedito al lavoro, sempre a Uefa.com aveva dichiarato di ispirarsi a un suo ex compagno di primavera, Davide Santon: "Giocavamo nella stessa squadra e ora lui ha avuto compagni come Zlatan Ibrahimovic. Mi fa sperare. Forse non sono neanche a metà del suo livello, ma se lui ce l'ha fatta, posso avere un'opportunità lavorando bene che sia in campo che fuori."
Viene da dire meno male che non si ispira a Balotelli.



Con L'under 17 nella semifinale contro la Germania nell'Europeo Under 17.





Pubblicato il 22/10/2010

mercoledì 20 ottobre 2010

Ajax - Come si creano i Campioni


T.I.P.S. E' molto più che una sigla, è una vera e propria filosofia. L'Ajax è la storica scuola europea del calcio che si basa su quattro fondamentali parametri: Tecnica, Intelligenza, Personalità e Velocità (T.I.P.S). I tecnici del club di Amsterdam sanno che è rischioso e difficile utilizzare questo sistema con i bambini, ma sono convinti che sia fondamentale che capiscano immediatamente la filosofia del loro gioco. Personalità e velocità sono qualità innate anche se quest'ultima può essere ulteriormente sviluppata e assieme a tecnica ed intelligenza compongono una specie di “passaporto” nel quale viene annotata la crescita di ogni singolo giovane del club.

SELEZIONE
Ogni squadra ha due allenatori: il titolare ed il secondo, che è il titolare di un'altra squadra. Gli osservatori segnalano un prescelto tramite una relazione all'allenatore della rispettiva categoria del ragazzino che viene invitato a partecipare ad una giornata di allenamento alla quale si riuniscono tutti i tecnici del Settore Giovanile. Se il consenso è unanime, il ragazzo viene chiamato nella squadra per un periodo di prova nel quale verranno incamerati e computerizzati tutti i dati relativi al calciatore stesso affinché un'accurata analisi possa decretare la decisione finale. Vengono privilegiati aspetti meno “allenabili” quali visione di gioco e personalità mentre per la tecnica si ritiene decisivo l'intervento tra gli 8 e i 12 anni. La velocità, particolarmente nei primi 10 metri con o senza palla, è fondamentale ma anche questa piuttosto innata, di conseguenza i ragazzi dell'Ajax sono di base molto rapidi e allenati secondo aspetti prevalentemente tecnici piuttosto che atletici.

ALLENAMENTO
La progressione didattica varia permette uno sviluppo tecnico in bambini che vogliono imparare sempre cose nuove e faticano a mantenere una costante attenzione. Parallelamente alla tecnica si insegna la disposizione in campo e quindi la base di ogni aspetto tattico. Con i bambini tra gli 11 e i 12 si svolge molto gioco di squadra e si organizzano veri e propri gruppi di lavoro di 2,4 settimana nei quali si correggono gli aspetti negativi emersi durante le gare.

Seduta d'allenamento tipo (90 min):
a) riscaldamento 15/20 minuti;
b) lavoro tecnico sull'obbiettivo proposto = 20/25 min con esercitazioni assolutamente varie;
c) verifica dell'obbiettivo = (partite 4vs4, 6vs6, 7vs7 con particolari accorgimenti tattico-tecnici).

Nelle gare avendo a disposizione i migliori l'Ajax schiera solitamente le formazioni di uno o due anni più piccoli rispetto all'avversario ma la cosa più sorprendente è che ogni bambino è tesserato per un solo anno alla fine del quale si valuta se farlo rimanere oppure no.

POSSESSO PALLA e VERTICALIZZAZIONI
Il possesso palla è assolutamente “scuola Ajax” ancora prima che “scuola Barcellona”(fu Cruijff a portare questo modello in Catalogna). Il calcio olandese è calcio “totale” e rappresenta il miglior modello in circolazione. Il portiere deve avere una buona tecnica e deve saper allargare e far ripartire il gioco. Il pressing è sempre alto e la palla persa deve essere recuperata nella metà campo avversaria. Si deve verticalizzare e mai allargare il gioco perché l'obbiettivo è vincere facendo divertire lo spettatore. La fase di Non possesso è curata nei minimi dettagli soprattutto difensivamente ed è finalizzata a recuperare immediatamente il pallino del gioco.

433 e VELOCITA'
Le formazioni dai primi calci alla prima squadra sono disposte secondo il 433 che può variare al massimo in 343 spostando il centrale difensivo a metà campo. Alla fine di ogni settimana di lavoro ad ogni bambino viene assegnato un compito per casa da fare.
La velocità sui primi 10 metri è ritenuta essenziale per mantenere la disciplina tattica e permettere il calcio totale. Secondo la velocità e le capacità ogni piccolo talento viene provato in 3, 4 posizioni differenti che ne evidenziano le principali attitudini tattiche.

REGOLE RIGIDE
Puntualità e presenza;
Niente orecchini, braccialetti e anelli:
Rispetto per allenatori e dirigenti del club, ma anche per compagni, avversari ed arbitro;
Comportamento corretto anche fuori dal campo (trasferte, tornei ecc...);
Regole generali in quanto ogni singolo giocatore è rappresentato come “ambasciatore dell'Ajax”.

CAMPIONI NON PER CASO
Johan Cruijff, Marco Van Basten, Frank Rijkaard, Wim Kleft, Dennis Bergkamp, Patrick Kluivert, Edgar Davids e ora Maarten Stekelenburg, Rafael Van der Vaart, Wesley Sneijder... Sono solo alcuni nomi che hanno il marchio dell'Academy dei “Lancieri” e nonostante l'Ajax non sia più quella di un tempo non possiamo assolutamente non aspettarci qualche altro fenomeno. La tradizione è garanzia.

lunedì 18 ottobre 2010

Ishak Belfodil


Nome: Ishak Belfodil
Data di nascita: 19 gennaio 1992, Algeri
Nazionalità: Francia - Algeria
Altezza: 1,91 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Olympique Lione
Ruolo: Attaccante
Valore: 500.000 €



Oggi vi presentiamo un talento sul quale il Lione punta tutto per la generzione “post Benzema”. Con il campione del Real condivide l'origine (algerina) e il potenziale che ha convinto il Lione a puntare su di lui assieme ai diversi selezionatori delle nazionali francesi Under 16,17,18 ed ora 19.
Ishak Belfodil nasce ad Algeri all'inizio del 1992 ma inizia la sua carriera sportiva in una squadra di Parigi, l'OSC Elancourt. Viene notato immediatamente dal Paris Saint Germain che lo preleva al fine di farlo crescere nelle proprie giovanili, ma i rapporti con il club della capitale non vanno a collimare con un carattere piuttosto espansivo ed una leggera propensione a tragredire le regole di studio della società.
Nel 2007 entra nel prestigioso settore giovanile francese del Boulogne club e dopo un'altro anno viene acquistato dal Clermont (Seconda Divisione francese) dove non esordisce in partite ufficiali ma segna caterve di goal con l'Under 16 e vince il titolo nazionale giovanile risultando il capocannoniere. Il ragazzo, cominciata la sua reale maturazione, apprende dell'interesse di molti club tra cui Chelsea e United ma decide di firmare per il Lione (2008) un contratto fino a giugno 2011 (ora rinnovato fino al 2014).
Con l'Olympique 2008/09 entra subito a far parte della rosa della prima squadra mostrando ottime qualità sotto porta, piedi raffinati e potenza fisica. Belfodil è un'attaccante molto agile ed abile sia in appoggio che in area di rigore. Ha un piede molto delicato unito ad una forza fisica importante grazie alla quale molti scout sostengono sia potenzialmente superiore a Benzema.
L'esordio in prima squadra di Ishak avviene il 22 agosto 2009 in campionato (ad ora 3 apparizioni) e può vantare anche alcuni minuti nel terzo turno preliminare di Champions League 2009 (3 a 1 del Lione contro l'Anderlecht).
Nonostante l'altezza, il giovane franco-algerino deve migliorare i colpi di testa e il gioco di squadra ma il Lione ci crede moltissimo ed ha deciso di non investire in altri attaccanti per lanciare questo talento definitivamente. Ne sentiremo parlare.







Pubblicato il 18/10/2010

venerdì 15 ottobre 2010

Federico Macheda


Nome: Federico Macheda
Data di nascita: 22 agosto 1991, Roma
Nazionalità: Italia
Altezza: 184cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Manchester United - Premier League
Ruolo: Attaccante
Valore: 1.500.000 €




C'è da essere sicuri che Claudio Lotito al sentir nominare il giovane Macheda possa trasalire per qualche secondo. Già, la Lazio aveva in squadra uno dei forti attaccanti post-90 in circolazione, la storia si ripete, in Italia non si possono offrire contratti da professionista a giocatori sotto i quindici anni di età mentre in Inghilterra non hanno problemi di questo tipo, ma almeno per quanto riguarda Federico la storia è un pochino diversa.

Nato a Roma da genitori calabresi, vive fino agli undici anni vicino Brindisi quando una chiamata della Lazio, sua squadra del cuore, lo fa tornare nella capitale, con famiglia al seguito.
Nel 2007 era l'attaccante di riferimento degli allievi biancocelesti quando Sir Alex Ferguson gli propone un contratto da 65.000 euro a stagione, la Lazio come già detto non poteva far nulla per trattenere il ragazzo, spettava solo a lui prendere una decisione, e davanti all'opportunità che ti può capitare una sola volta nella vita se ti va di lusso ha firmato per il suo futuro a Manchester.
Entra direttamente nell'under 18 dei Red Devils dove segna al debutto il solo gol del match contro il Barnsley il 15 settembre 2007, continua cosi per tutta la stagione che conclude con il titolo di capocannoniere con 12 gol in 21 partite. Il 26 febbraio del 2008 debutta nella squadra riserve sostituendo un certo Gerard Piquè nella partita contro il Liverpool persa 2-0.
La stagione 2008-2009 si divide tra under 18 e squadra riserve dove realizza 8 gol in 8 partite con una tripletta ai danni del Newcastle il 30 marzo 2009, questo gli vale la convocazione per la partita di Premier League contro l'Aston Villa una settimana dopo. L'incontro era messo male per lo United privo di Rooney per squalifica, stavano perdendo 2-1 una partita molto importante per riprendere la testa del campionato dopo che la settimana precedente persero contro il Fulham, al sessantesimo minuto Sir Ferguson sostituisce l'attaccante esterno Nani con il giovane romano Federico Macheda, punta centrale che deve dare più peso all'attacco. All'ottantesimo minuto il Manchester pareggia con un gol di Cristiano Ronaldo, dopo dieci minuti di forcing contro la porta del Villa sembra che la partita sia destinata a finire in pareggio, ma al novantunesimo minuto Ryan Giggs vede il movimento in area di Macheda, lo serve con un filtrante sulla corsa, grandissimo controllo di tacco in movimento del romano che centra la porta con un tiro a giro cadendo, e realizza il suo primo gol da professionista, il gol che permette allo United di vincere e tornare in testa, il gol che lo ha fatto diventare da subito un beniamino dei tifosi.


Dopo la rete Federico corre in tribuna ad abbracciare il padre Pasquale, visibilmente felice ed emozionato, proprio lui infatti è uno dei motivi, se non il principale motivo dell'approdo di Federico in Inghilterra. I Macheda finanziariamente navigavano in brutte acque, per molto tempo avevano richiesto al presidente Lotito di trovare un lavoro al padre senza purtroppo mai avere successo, Ferguson d'altro canto oltre a interessarsi del giovane attaccante ha pensato subito anche alla sua famiglia, quindi oltre al contratto ha provveduto a trovare un lavoro al padre e ha sistemato la famiglia in una casa a due passi da quella di Federico, che gli ha provvedutamente trovato vicino a Giuseppe Rossi, quando ancora giocava per lo United. Quindi il ragazzo romano, di fede laziale ha scelto di mettere la sua famiglia al primo posto che le richieste della sua squadra del cuore, ha scelto di separarsi dagli amici di infanzia per costruirsi una nuova vita in territorio inglese.

Dopo quella partita si guadagna la convocazione per i quarti di finale di Champions League contro il Porto, e la settimana seguente è di nuovo in campo, al settantacinquesimo minuto entra nella partita contro il Sunderland, e involontariamente devia con la schiena un tiro di Michael Carrick mandandolo in rete. Da allora i tifosi amano sempre di più questo ragazzo, ne seguono la crescita e lo considerano il loro "portafortuna".

Nelle ultime tre stagioni Federico ha totalizzato 20 presenze con lo United realizzando tre gol, lo spazio per lui in campo cresce sempre di più come la considerazione, in effetti solo in Italia sembriamo trascurarlo un po, nelle selezioni giovanili ha avuto ampi spazi fino all'under 16, poi sempre meno, nell'estate 2009 era inserito nella lista dei pre-convocati per l'Europeo under 21 ma il C.T. Casiraghi ha poi deciso di lasciarlo a casa, da allora è stato convocato poche volte, ha fatto solo tre presenze senza realizzare gol. Purtroppo visti i recenti sviluppi non potremo ammirarlo ne al prossimo Europeo di categoria, ne alle Olimpiadi nella "sua " Inghilterra, ma probabilmente il prossimo Commissario Tecnico saprà forse valutarne meglio le sue doti.

Alex Ferguson ha sempre avuto belle parole per lui, è sempre stato vicino al ragazzo come tutti i giovani di Manchester sanno bene. La sua carriera proprio ora sta sbocciando, in molti sono sicuri che la sua sarà una brillante ascesa.





mercoledì 13 ottobre 2010

Brevi riflessioni.. il Calcio


“I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente con gli amici) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita”. Lo diceva con emozione Pier Paolo Pasolini durante le interviste che documentavano la vita di uno degli artisti italiani più importanti del XX secolo.
Il calcio è passione, uno strumento d'unione, può essere una componente fondamentale di quel sentimento fondato da un'alchimia di esperienze comuni e caratteri diversi chiamato amicizia. Il pallone permette l'aggregazione sociale e può veicolare valori importanti quali amicizia, solidarietà, educazione e spirito di squadra che sono fondamentali in una società globalizzata che tende a favorire rapporti telematici (Internet, cellulari) piuttosto che un vero e proprio contatto tra le persone.
Ecco che lo sport e soprattutto il calcio per noi diviene motivo di relazione, possibilità di stabilire legami più o meno profondi con le altre persone e si predispone a risolvere problemi significativi come la mancanza di integrazione razziale ed uno scarso sviluppo della socialità dell'individuo.
Il calcio fornisce un linguaggio comune attraverso il quale chiunque può condividere qualcosa di sé. E' un gioco internazionale che fonda il suo successo nella semplicità delle sue regole. Basta un pallone (a volte c'è chi è costretto ad inventarselo) ed il giardino di casa, il parco più vicino o la piazzetta del paese si trasformano nel terreno di sfida tra agonismo e divertimento generale.
Ciò che colpisce dello sviluppo di questa pratica sportiva è l'incredibile diffusione che nel corso degli anni ha accomunato un numero sempre maggiore di etnie differenti. La Fifa ha deciso di usufruire della potente forza comunicativa del “football” promuovendo campagne a favore del rispetto reciproco e della globalizzazione ma c'è anche chi nel piccolo (alcuni centri neuropsichiatrici) lo utilizza per scopi terapeutici. Il “pallone” è far gruppo, è condivisione, ma anche leggerezza, fantasia, autoironia.
Parliamo di questo cercando di evadere dalla violenza che in questi giorni macchia le pagine dello sport che più amiamo.

Diteci la vostra...
Un saluto a tutti i nostri lettori!

Si ringrazia il lettore Matteo L. che ci ha suggerito la tematica per la rubrica di oggi.

lunedì 11 ottobre 2010

Adem Ljajic


Data di nascita: 29 settembre 1991, Novi Pazar
Nazionalità: Serbia
Altezza: 1,81m
Piede preferito: Destro
Squadra: Fiorentina – Serie A italiana
Ruolo: Centrocampista offensivo
Valore: 8.000.000 €




C'è chi lo definisce il “nuovo Dejan Stankovic”, chi lo identifica come “il Kakà dell'est” ma ora questo campioncino serbo ha solo bisogno di crescere senza troppe pressioni e responsabilità. Adem Ljajic è il nuovo colpo del Ds della Fiorentina Pantaleo Corvino che nel gennaio 2010 si aggiudica una delle più talentuose promesse del calcio serbo staccando un assegno di poco più di 6 milioni di euro dal Partizan di Belgrado. Ljajic è un centrocampista offensivo che può svariare verso tutto il fronte offensivo ma sembra rendere ottimamente come trequartista dietro una o due punte. Possiede un'eccellente visione di gioco, è molto rapido palla al piede e inoltre dimostra di avere una tecnica di base eccezionale condita da capacità balistiche fenomenali. E' un'asso dei calci piazzati, scuola serba non mente.

Lijaji cresce nelle giovanili del Partizan dal 2005 al 2008 esordendo con la prima squadra in Champions League durante il preliminare il 29 luglio 2008 a soli 17 anni. Il ragazzino dimostra un grandissimo talento nel periodo di formazione in terra natia segnando il primo dei 13 goal collezionati con il Partizan dei “grandi” (70 presenze complessive fino a gennaio 2010) il 23 novembre 2008 contro l'OFK Belgrado.
A gennaio 2009 Sir Alex Ferguson, che solitamente non si fa scappare i veri talenti, fa scattare un'opzione su di lui in tandem con l'altro talento del Partizan Zoran Tosic (classe 87). L'accordo prevedeva che quest'ultimo si aggregasse al Manchester United mentre Adem rimanesse al Partizan fino a gennaio 2010 a maturare. Nonostante l'ottima crescita di Ljajic lo United a dicembre 2010, complici problemi finanziari importanti, decide di far cadere l'opzione sul giovane serbo con un comunicato ufficiale nel quale si adduceva ad una presa di coscienza del club che nel suo stesso ruolo stava allevando già ottimi talenti da sviluppare. Le ripercussioni sulla stellina di Novi Pazar sono negative, il centrocampista ci rimane decisamente male quando il sogno inglese si spezza ma decide di reagire ed afferma che i dirigenti dello United si pentiranno della scelta fatta (medesima opinione anche del direttore del Partizan Ivan Tomic).
Il 15 gennaio 2010 la Fiorentina approfitta della situazione di stallo del cartellino e si assicura il cartellino di Adem Ljajic battendo la concorrenza di squadre molto importanti che stavano per intervenire vista l'esclusione dello United dai giochi. Prendelli si accorge subito delle qualità del talentino e lo fa debuttare il 31 gennaio 2010 nella sfida esterna contro il Cagliari (2 a 2).

La Fiorentina ed il nuovo tecnico gigliato Mihajlovic puntano moltissimo su di lui e infatti nella stagione corrente è impiegato con grande regolarità raccogliendo il ruolo pesante di vice Jovetic (fuori ancora fino ad aprile). Il primo dei due goal realizzati ad ora da Ljajic con la maglia viola (sono stati entrambi su calcio di rigore e dimostrano la freddezza e l'importanza del giovane in rosa) è avvenuto il 18 settembre 2010 nella sconfitta 2 a 1 contro la Lazio.

Moltissimi club sono interessati a Ljajic e lo stanno monitorando da tempo. In testa sembra ci sia l'Inter che lo ha fatto seguire attraverso Piero Ausilio (braccio destro del direttore del mercato nerazzurro Marco Branca). Come rivelato dal responsabile di mercato di Sky Sport Gianluca Di Marzio, il dirigente dell'Inter Ausilio voleva acquisire Ljajic già ai tempi del Partizan ma aveva da poco bloccato Coutinho e quindi già occupato la casella da extracomunitario.
Ljajic, che ammira moltissimo il nerazzurro connazionale Dejan Stankovic, ha come idolo il brasiliano Kakà ed ha scelto la maglia numero 22 in onore del brasiliano che la vestiva ai tempi del Milan. Con le diverse nazionali serbe giovanili ha collezionato 9 presenze e un goal in Under 17, 10 presenze e 4 goal in Under 19 e 10 presenze e un goal con l'Under 21.
Il futuro della Fiorentina e della Serbia è nei piedi di questo campioncino.

Presentazione di Ljajic gennaio 2010 con la Fiorentina.





venerdì 8 ottobre 2010

Rajko Rep



Nome: Rajko Rep
Data di nascita: 20 giugno 1990, Rogatec
Nazionalità: Slovenia
Altezza: 177cm
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: NK Maribor - Prva Liga
Ruolo: Centrocampista - Trequartista
Valore: 500.000€


A Maribor dopo la partenza di Ilicic, che ha giocato con loro solo 5 partite, si sono trovati tra le mani un piccolo gruzzoletto da dover reinvestire in un centrocampista. Bisognava trovare un giocatore dalle caratteristiche offensive, dotato di tecnica e abilità nel segnare e nel far segnare, e soprattutto, vista la politica societaria, doveva esssere giovane.
La scelta in brevissimo tempo è ricaduta su Rajko Rep, uno dei più interessanti prospetti che ha da offrire un Paese che calcisticamente parlando è in rapida crescita.
Nato a Rogatec, piccolissimo paesino di confine, inizia a giocare nella squadra locale appena compie sei anni, in seguito si trasferisce nelle giovanili dell'NK Celje, dove firma il suo primo contratto da professionista. Resta molto poco nelle giovanili del Celje, dopo poco infatti viene promosso in prima squadra, a 19 anni viene nominato capitano, il più giovane della storia del team, e conclude la sua esperienza nel Celje con 44 presenze e 6 gol.
Come detto arriva nell'ultima sessione estiva di calciomercato al maribor con cui firma un contratto di quattro anni, fino ad ora (8 ottobre 2010) ha realizzato 5 presenze in prima squadra e realizzato 2 reti.
I Commissari Tecnici delle varie selezioni giovanili hanno sempre avuto molta considerazione di lui, in under 19 ha dato il meglio, 8 presenze e 6 gol di cui 5 realizzati nelle fasi finali dell'Europeo di categoria. Al momento può vantare anche 3 convocazioni in under 21.

Centrocampista molto dotato tecnicamente, ha giocato sempre da trequartista adattandosi qualche volta da seconda punta, il suo pregio maggiore è sicuramente l'essere un ambidestro naturale, ha ottime capacita realizzative ed è anche un validissimo assist man.

Prima del suo passaggio al Maribor era molto vicino all'Ajax, i Lancieri infatti pare avessero avanzato un offerta di un milione di euro per il giocatore e i tifosi esultavano all'idea di avere un nuovo "Rep" in squadra (nessuna parentela ovviamente con Johnny Rep, storica bandiera dell'imbattibile Ajax inizio anni '70), ma alla fine ha prevalso la fede calcistica di di Rajko, infatti lui è da sempre tifosissimo del Maribor, tanto che al suo ultimo anno al Celje, quando ne era capitano, un gruppo di tifosi lo contestò duramente tramite Facebook perchè giocava con gli scarpini di color giallo-viola, colori sociali del Maribor.





mercoledì 6 ottobre 2010

Pajtim Kasami


Nome: Pajtim Kasami
Data di nascita: 2 giugno 1992, Struga
Nazionalità: Svizzera
Altezza: 187cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: U.S. Palermo - Serie A
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 500.000€

Giocatore macedone, naturalizzato svizzero e di origini albanesi. Fin da piccolo il giovane Kasami è abituato ad essere un giramondo, abitudine che ha mantenuto fino alla scorsa estate quando Sabatini con il benestare di Zamparini lo acquistò affidandogli le chiavi del centrocampo rosanero dell'immediato futuro.

A 14 anni già militava nelle giovanili del Grasshoppers, quando Raffaele Zarra dell'IFM Management acquistò per intero il suo cartellino. Due anni dopo, spinto anche dai nuovi propietari si accasò al Liverpool, società disposta a credere molto in lui, tanto che dichiararono di seguire il giocatore da diversi anni per valutarne la crescita. Nel gennaio 2009, dopo soli sei mesi di permanenza nei Reds, la Lazio si fece avanti prepotentemente e acquistò il cartellino di Pajtim dalla IFM, quindi il giocatore si trasferì a Roma. Purtroppo non potè mai debuttare in biancoceleste, nè in prima squadra nè nelle giovanili, poichè non è mai arrivata la liberatoria della FIGC necessaria al trasferimento visto che la Lazio non aveva pagato al Grasshoppers il cosiddetto "premio preparazione", che consiste nel pagamento di un indennizzo per l'acquisto di un giocatore che all'epoca quella squadra non poteva tutelare con un contratto e quindi non potendo contare sui normali diritti.
Nel dicembre 2009, dopo questa lunga diatriba, il giovane torna in Svizzera al bellinzona, qui l'allenatore italiano Alberto Cavasin lo fa debuttare in SuperLeague il 28 marzo 2010 nell'incontro perso contro il Grasshoppers. La sua seconda presenza è curiosamente sempre contro il Grasshoppers, partita persa 2-1 che costa la panchina al tecnico italiano. Il nuovo allenatore, Roberto Morinini, gli affida subito una maglia da titolare, a fine stagione saranno 10 presenze in SuperLeague e 1 gol realizzato il 10 aprile contro lo Young Boys.

Ed ora arriviamo all'estate 2010, l'estate del suo trasferimento a Palermo, società disposta a credere molto in lui come dichiarato da Zamparini: "Per me e Sabatini l'importante è proseguire con la nostra politica 'giovane' e Kasami rientra in una logica di questo tipo", "può diventare più forte di Pastore". Al Palermo, si è capito sono sicuri di avere per le mani un futuro campione, ma le differenze con Pasore sono molte, a cominciare dal ruolo, è vero che lui al Bellinzona giocava anche da seconda punta ma il campionato italiano richiede diverse esigenze, giocando più arretrato potrà sfruttare al massimo le sue qualità di impostazione di gioco, inoltre vista la sua indole a lottare per ogni pallone e bravura nel recuperarli è sicuramente più utile sulla mediana, infatti Delio Rossi, che conosce il giocatore dai tempi della Lazio, lo schiera in quella posizione.
A breve inoltre potrebbe anche debuttare nella nazionale maggiore, visto il ricambio generazionale post Mondiale, finora nelle selezioni minori ha effettuato 19 presenze condite da 4 gol, 1 di questi nella partita inaugurale del Mondiale under 17 contro il Messico, torneo poi vinto dalla Svizzera.





Ecco il video del suo primo gol con il Bellinzona:


Goal con la maglia della Svizzera Under 21.



Pubblicato il 06/10/2010

venerdì 1 ottobre 2010

Stefano Pettinari


Nome: Stefano Pettinari
Data di nascita: 27 gennaio 1992, Roma
Nazionalità: Italia
Altezza: 1,80m
Piede preferito: Destro
Squadra: Siena (in prestito dalla Roma)
Ruolo: Trequartista - Ala
Valore: n/d



Stefano Pettinari è uno dei più talentuosi prodotti del settore giovanile della Roma che dopo la nidiata che ha visto sbocciare Curci, De Rossi, Aquilani e più recentemente Okaka, si appresta a garantire al calcio italiano un'altro (sicuramente non il solo) potenziale fenomeno.
Pettinari cresce nella Cisco Roma (ex Lodigiani) con la quale si mette in mostra fin da giovanissimo tra colpi di classe a centrocampo, scorribande palla al piede e goal importanti che gli permettono quasi sempre di giocare con le formazioni dei più grandi e vincere il titolo di miglior marcatore della Coppa Lazio con i Giovanissimi (12 goal). Dopo uno stage con la F.I.G.C dove riceve la fascia di capitano della selezione (votato dai compagni), Stefano si mette in evidenza a Parigi durante un “Mundialito” promosso dalla Danone con 4 goal e splendide giocate che gli valgono l'interesse della Roma che contatta la famiglia attraverso Bruno Conti (2005). La Roma decide di rinviare l'acquisto del giovane permettendogli di maturare in un ambiente come quello della Cisco ma nell'estate 2006 la società giallorossa rompe gli indugi e si assicura le prestazioni sportive di questo talento.
L'avventura con la maglia della Roma (Allievi) comincia all'insegna dei successi fra i quali spicca la vittoria del famoso e prestigioso torneo internazionale giovanile “Manchester United Nike Cup” (Under 15) a Pescara battendo squadre come Juve e Napoli. Pettinari eletto miglior giocatore della finale.
Pettinari è un campioncino dai piedi fatati che gioca con incredibile naturalezza. E' un trequartista offensivo che può fare l'ultimo passaggio ma allo stesso tempo possiede ottime carattristiche realizzative. Ha un dribbling fulminante e può ricoprire più ruoli offensivi.
Il giovane romano ha conquistato davvero tutti tanto che mister Ranieri lo ha fatto debuttare sia in campionato che in Europa League con la prima squadra. Il 16 dicembre 2009 contro il Cka Sofia in Bulgaria gioca il quarto d'ora finale (0-3 per la Roma) mentre il 20 marzo 2010 esordisce in serie A nel match vinto dalla Roma 4 a 2 contro l'Udinese (5 minuti finali).
Il 15 luglio 2010 la Roma lo presta al Siena (serie B) per fare esperienza con la formula del prestito con diritto di riscatto (e controriscatto dei giallorossi).
Stefano Pettinari è ora un punto fermo dell'Italia Under 19 ma ha fatto grandi cose nell'Under 16 (10 presenze e 5 goal) e nell'Under 17 (5 presenze). Ora aspetta una probabile convocazione del C.t Rocca nell'Under 20.
Al ragazzo sono interessatissime formazioni come Arsenal e United da parecchi anni, e le altre grandi d'Europa lo hanno fatto visionare costantemente anche se la Roma sembra abbia attuato una politica di tutela verso i propri più grandi talenti dopo lo scippo di Petrucci dallo United. Il futuro del baby Petrucci è ancora tutto da scrivere ma il suo talento cristallino e il suo percorso di formazione dalla Cisco (ex Lodigiani) alla Roma lo paragonano al “Pupone” che veste la 10 a Roma...





Pubblicato il 01/10/2010

Le scommesse sportive in Italia sono un fenomeno sempre più diffuso tra gli appassionati di sport


Punta sull'Udinese di Pawlowski su Bwin