Per caso ieri sulla Gazzetta dello Sport mi è capitato di leggere un lettera molto interessante inviata da un tifoso al Dottor Alberto Cerruti, la lettera e la risposta mi hanno colpito perchè cercano di analizzare la situazione calcistica italiana in ambito internazionale, cosi "rubando" l'idea al mio socio ho pensato di scrivere una mia analisi della situazione.
La lettera diceva: "Ci risiamo! Dopo tante fanfare per entrare in Europa, con finali di campionato arroventati, poi l'Europa arriva davvero. E noi che facciamo? Nell'ultimo turno una vittoria, due pareggi e ben quattro sconfitte: un bilancio da terzo o quarto mondo calcistico. Perchè non decidiamo di giocarle le partite in Europa? Perchè le altre nazioni prendono tutto sul serio e noi le snobbiamo per dedicarci al nostro campionato? Sarebbe più opportuno non partecipare più alle competizioni europee, se tanto a dicembre quasi tutte le nostre squadre rimarranno al palo! Eravamo partiti quest'anno per recuperare la Germania nel ranking e ora dobbiamo seriamente guardarci le spalle per non scivolare ulteriormente più giù, proprio come l'Italia nel ranking Fifa e come l'under 21 in Bielorussia:"
Giuseppe P.
La risposta di Alberto Cerruti: "La sua analisi è perfetta e coincide al 100% con quelle già ripetutamente da me e da altri colleghi. Alla base c'è un'amara verità: in Italia conta soltanto il business. Se l'Europa League grantisse un montagna di Euro, poi regolarmente buttati via per rinnovare contratti supermilionari ai giocatori, le nostre squadre non schiererebbero le riserve al giovedi, pensando al campionato. Purtroppo, però, questo fragile alibi non vale in Champions League, dove i club italiani vorrebbero vincere di più ma non riescono per evidenti limiti tecnici. La Sampdoria è stata eliminata ai preliminari, la Roma rischia grosso e come al solito ci affidiamo a Milan e Inter, imbottite di stranieri. Perchè gli italiani, specie i giovani, sembrano una razza in via di estinzione. Come si è visto dai risultati della under 21."
Su alcuni argomenti Cerruti centra in pieno il succo dei problemi, purtroppo le organizzazioni, nella fattispecie Fifa e Uefa dovrebbero agire entro tempi brevi su queste problematiche:
1) Contratti supermilionari, si sente la necessità di inserire un tetto salariale uniforme in tutta Europa, perchè ora squadre con forti banche alle spalle possono fare ciò che vogliono decidendo di fatto l'andamento del mercato.
2) Troppi stranieri, il problema delle squadre di punta è che devono essere competitive da subito, la Champions è il torneo più difficile al mondo, si preferisce comprare lo straniero che ti dà la sicurezza piuttosto che aspettare il giovane, è un'atteggiamento del tutto comprensibile, se non ci sono regole anche in questo senso, se la Uefa obbligasse a far giocare da titolare almeno un under 20 del vivaio della società i giovani sarebbero in grando di fare più esperienza in tempi più brevi, e sarebbe rispetta un uniformità collettiva.
3) L'under 21, a detta di molti, e personalmente mi posso dire d'accordo, questa è l'under 21 più tlentuosa degli ultimi anni, il risultato dell'esclusione è da cercare altrove, sono tutti giocatori di talento con molta esperienza in prima squadra: i vari Ranocchia, Fabbrini, Ogbonna, Poli ecc. sono tutti titolari, quindi il problema è a livello tecnico-federale, la Federcalcio dovrebbe intervenire sulla gestione della squadra, garantendo magari appositi Stage con i possibili convocati, scegliendo gente con esperienza nell'allenamento dei giovani, i vari Cesare Maldini, Gentile e Tardelli avevano molta esperienza nel calcio giovanili e i risultati si sono visti.
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Dai quest'under 21 era fortissima c...o!!!!
RispondiEliminacome hanno fatto a non qualificarsi?!?!?!
secondo me è tutta colpa di casiraghi e con ferrara andrà ancora peggio..............Fabbrini alla Juve!!!
Rivogliamo lo scudetto!!!!!
Bell'articolo Fez, sono d'accordo su quasi tutti i punti... Ciò che mi fa riflettere particolarmente è l'Under 21. Secondo il mio parere l'Italia ha perso la sua dimensione. Non esiste più una scuola italiana con un modello definito che si tramanda di selezione in selezione. Questa situazione è mortificata dalle grandi squadre italiane che faticano a puntare sulle giovani leve azzurre, non consentendo ai ragazzini di abituarsi alle grandi sfide e ai grandi palcoscenici. Prestiti su prestiti non permettono ad un talento di formare uno stile di gioco significativo. Ahimè la mia Inter è stata la principale società ad attuare questa politica sbagliata (ora però sembra che abbia fatto tesoro degli errori commessi e stia riparando). Gli stage non bastano a sviluppare un "senso del gioco" comune. A parte Ranocchia e Fabbrini (che mi piacerebbe da matti in nerazzurro) non ho visto giocatori che abbiano saputo reggere la pressione e fare la differenza, a cominciare dal portiere. Poli non gioca con continuità a causa di problemi fisici cronici e scelte dell' allenatore (come Santon che fatica a tornare in forma), Ogbonna è ancora troppo ingenuo, Okaka e Marilungo fanno più o meno ingiustamente panchina nei rispettivi club, Destro è chiuso da... Toni, Bolzoni solo da quest'anno riesce a giocare in B, Mustacchio, Marrone... SERVE CONTINUITA'.
RispondiEliminaRanocchia e Fabbrini sono la speranza per il nuovo corso, ma non per l'Under. Andranno a infoltire una nazionale maggiore assolutamente deprimente e vergognosa oltre che scarsa di talento. Io farei così: Obbligare le squadre ad avere una rosa di 25 giocatori (non di più) di cui 5 debbano provenire dal settore giovanile. Di questi 5, 3 devono essere italiani e 2 stranieri. Oltre a questo mi piacerebbe imporre la presenza di almeno un Under 21 titolare e restringere la fascia d'età della nazionale maggiore (21-30 anni) con al massimo tre fuori quota convocabili. Vi immaginate una nazionale italiana di 22 giocatori nella quale solo 3 possono superare i 30 anni? Eviteremmo le c...o di palle al piede che tanto rassicuravano i vari c.t dell'Italia ma che invece hanno toppato alla grande... sono d'accordo sul fatto che ci debbano essere maestri di calcio alla guida delle giovanili azzurre e non selezionatori (Casiraghi, Ferrara), ma ho delle riserve circa il modello di calcio dei vecchi allenatori italiani. Ho idea che ci sia bisogno di mentalità aperte al rischio, al bel gioco e al possesso palla. Sempre pronto a dare fiducia a qualche tecnico italiano cmq...
Si mi trovo molto d'accordo con quello che dici...il punto focale è che bisogna intervenire a livello di società...con l'obbligo di cui parlavi, e sai che mi trovi d'accordo ;-), si raggiungerebbe un equità comune e in più i giovani si abituerebbero da subito alle sfide di maggior spessore...25 giocatori, 5 dal vivaio e almeno 1 under 20 e 2 under 21 in campo...per quanto riguarda la nazionale alzerei il range di almeno due anni, la maturità calcistica di un giocatore va dai 27 ai 32/33 anni circa e non puoi toglierli in blocco alla nazionale, si potrebbe fare ma senza fuori quota, e comunque sta anche al buon senso di un giocatore sapere quando uscire di scena, giusto signor cannavaro?
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