mercoledì 29 febbraio 2012

Il settore giovanile della Roma


I settori giovanili sono la base del calcio. Solo attraverso un buon percorso in un buon settore giovanile i ragazzi che aspirano a diventare calciatori professionisti possono raggiungere tale sogno. Tra i migliori settori giovanili in Italia e probabilmente nel mondo c'è sicuramente quello della Roma.

In questi ultimi anni le giovanili della Roma hanno riportato tantissime vittorie in tutte le sue categorie: Giovanissimi, Allievi e Primavera hanno fatto del settore giovanile giallorosso tra i più vincenti e redditizi del mondo. La Roma con gli americani ha deciso di basare il nuovo progetto proprio sui giovani. Le soddisfazioni accumulate dalla società capitolina nei settori giovanili fanno ben sperare in un futuro più glorioso anche per la Prima Squadra.

Con gli americani è arrivato Walter Sabatini, direttore sportivo che da sempre è attento in maniera addirittura scrupolosa ai risultati delle squadre dei “ragazzini”. Così il settore giovanile della Roma è stato diviso in Primavera e Allievi sotto l'ala protettiva di Luis Enrique a Trigoria; il resto della giovanili è rimasto, invece, all'uomo di fiducia Bruno Conti. Un'organizzazione molto simile alla Masia, cantera del Barcellona, grazie alla quale si cerca di preparare al meglio i giovani in vista del passaggio in Prima Squadra attraverso anche l'utilizzo degli schemi e delle tattiche di Luis Enrique.
L'allenatore spagnolo finora ha già mostrato tutto il suo coraggio nello schierare i giovani della Roma anche in partite importanti. La grande qualità e personalità evidenziata da Viviani, Verre, Caprari e Piscitella sono solo il risultato di anni di lavoro da parte degli allenatori delle giovanili giallorosse. Avere un un allenatore così attento e coraggioso è sicuramente un fattore molto positivo per i giovani della Primavera che con grande entusiasmo e speranza danno il massimo nelle proprie categorie per poi cercare di impressionare Luis Enrique, pronto a dar loro fiducia.

Il lavoro giovanile della Roma è basato sulla progettualità. C’è una linea societaria definita da seguire con degli obiettivi precisi ai quali tutti si attengono scrupolosamente. Anche sotto l’aspetto tecnico il lavoro è intenso: non solo attenzione negli aspetti tecnico-tattici del giocatore ma anche lavoro psicologico, legato al divertimento, allo studio e ad un buon rapporto con le famiglie. Perché i giovani devono prima di tutto divertirsi e formarsi umanamente, il risultato viene dopo.

Il segreto del lavoro della Roma con i giovani è probabilmente il meeting con gli allenatori delle società dilettanti. Infatti, la Roma può contare 23 società affiliate a Roma, 32 nel Lazio, 35 in Italia e 6 nel resto del Mondo. Questo sistema fatto di progettualità e intensa collaborazione con tutti gli attori del calcio giovanile regionale, nazionale e mondiale ha fatto del modello Roma un esempio unico in Italia, un modello vincente che permette di avere un bacino molto ampio attraverso il quale pescare i giovani più talentuosi da far cresce con grande tranquillità, non solo a livello tecnico-tattico, ma anche a livello psicologico.

Abbiamo detto tante, tantissime vittorie. Basti pensare alle vittorie di Ivano Stefanelli, ex allenatore delle giovanili giallorosse che ha lasciato la società dopo l'arrivo degli americani. Uno scudetto con i Giovanissimi Nazionali nel 2007, uno scudetto con la Primavera nel 2005, tre titoli regionali negli Allievi Coppa Lazio e due con i Giovanissimi Coppa Lazio, un mondiale per club sempre con i Giovanissimi nel 2009, due vittorie al prestigioso torneo Nike e una serie infinita di finali, senza contare poi lo scudetto dello scorso anno degli Allievi Nazionali e la finale scudetto raggiunta dai Giovanissimi, due traguardi raggiunti in sua assenza da squadre costruite e fortemente volute proprio da lui.
Ma anche le continue vittorie di Alberto De Rossi con la Primavera, due campionati vinti e due finali di Viareggio perse, o quelle di Stramaccioni con gli Allievi, due campionati vinti in cinque anni e trionfo nel torneo Beppe Viola ad Arco di Trento, tecnico più giovane ad aver vinto un titolo con le squadre giovanili poi passato all'Inter, non possono passare inosservate.
E' in questo modo che la Roma ha prodotto giocatori importanti come Francesco Totti, Daniele De Rossi, Alberto Aquilani, Marco Amelia, Gaetano D'Agostino, Cesare Bovo. Andando più indietro nel tempo non si possono dimenticare Bruno Conti, Angelo Peruzzi, Angelo Di Livio. In attesa dei prossimi campioni, sicuramente futuri grandi protagonisti della Roma.

Ma nel calcio giovanile i titoli contano relativamente, quello che conta di più sono i giovani che approdano nel calcio che conta e la Roma continua ad impressionare per la bravura nel perseguire il proprio obiettivo. Non sempre i risultati quindi arrivano, ma rimane il fine del lavoro.

domenica 26 febbraio 2012

Bernd Leno

Nome: Bernd Leno
Data di nascita: 4 marzo 1992, Bietigheim-Bissingen
Nazionalità: Germania
Altezza: 1,91 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Bayer Leverkusen - Bundesliga
Ruolo: Portiere
Valore: 7.500.000 €




Dopo Marc André Ter Stegen che difende la porta del sorprendente Borussia Monchengladbach, il giovane Karius che tenta di trovare spazio nell' academy del City e la promessa Vlachodimos che sta crescendo nello straordinario vivaio Stoccarda, vi presentiamo l'ennesimo Under 20 tedesco che si sta imponendo ai massimi livelli non solo in Bundesliga ma anche in Champions League tra i pali di una delle più importanti squadre di Germania: stiamo parlando di Bernd Leno, estremo difensore del Bayer Leverkusen e della Germania Under 21.

Bernd Leno nasce a Bietigheim-Bissingen (comune del distretto di Stoccarda) nel sud della Germania ed entra a far parte a 11 anni delle giovanili dello Stoccarda. In maglia bianco-rossa non può fare altro che crescere al meglio, in una delle società più attente e capaci del panorama tedesco giovanile (Mario Gomez, Sami Khedira, Serdar Tasci, Sebastian Rudy e Aleksander Merkel sono solo alcuni prodotti della società). Dopo 6 anni di trafila entra nella seconda squadra del club nella quale matura più di 50 presenze in due stagioni. Ad agosto 2011 il Bayer Leverkusen lo preleva in prestito semestrale per sopperire alla mancanza di Adler infortunato e il 14 agosto 2011 arriva subito l'esordio in Bundesliga nella vittoria casalinga contro il Werder Brema (1-0). Il 13 settembre 2011 esordisce in Champions League a Londra nella sconfitta per 2-0 contro il Chelsea, diventando il più giovane portiere tedesco a esordire in Champions a 19 anni, 6 mesi e 9 giorni. I pochi mesi in maglia Bayer convincono i vertici del club delle "aspirine" a puntare forte su di lui tanto che viene imbastita una trattativa lampo con lo Stoccarda a novembre 2011 e viene prelevato per la bellezza di 8 milioni di euro con un contratto fino al 2017. Ad ora ha totalizzato la bellezza di 22 presenze nella massima serie tedesca e 7 presenze in Champions League nella quale disputerà gli ottavi di ritorno contro il Barcellona.

Leno è un portiere molto bravo tra i pali e dotato di grande reattività nonostante l'altezza. Ha un buon senso della posizione, è sempre concentrato e possiede un'ottima personalità ma deve migliorare le uscite alte, classica pecca dei giovani portieri. Può essere paragonato in prospettiva ad un giovane Toldo che ha bisogno di minuti e fiducia per trasformare il proprio potenziale e l'esperienza a Leverkusen è forse la migliore per diventare grande con il giusto percorso.

In Germania il futuro della porta della nazionale è assolutamente assicurato: Neuer, i giovani Zieler (classe 89) e Baumann (classe 90) e i baby Leno e ter Stegen (che si contendono i pali dell'Under 21 teutonica) sono tutti affidabili e soprattutto garantiscono continuità di rendimento. Sono estremi difensori titolari nei propri club in Bundesliga a dispetto dell'età e dell'esperienza acquisita. E' svilente pensare che in Italia i nostri portieri più promettenti, Leali e Bardi su tutti, faticano ad essere sempre titolari in Serie B (e non perché siano meno talentuosi dei colleghi tedeschi). Leno è un elemento molto prezioso e non è un caso che su di lui si siano già gli occhi delle big europee. Il Leverkusen gli ha dato la fiducia di cui aveva bisogno per esprimersi ad alti livelli e lui la sta ripagando a suon di parate.









giovedì 23 febbraio 2012

Mattia De Sciglio

Nome: Mattia De Sciglio
Data di nascita: 20 Ottobre 1992, Milano
Nazionalità: Italia
Altezza: 1,81 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: AC Milan, Serie A
Ruolo: Terzino destro
Valore: 500.000 Euro




Dopo anni di immobilismo nel settore giovanile, il Milan ha deciso di investire con decisione e attualmente è l'unica squadra della Serie A che stanzia 5 milioni di euro per le squadre giovanili insieme all'Inter. Dopo il folletto Simone Verdi, il centrocampista Alexsander Merkel, il mediano Simone Calvano e il trequartista Mattia Valoti, è arrivato il momento di parlare del giovane difensore Mattia De Sciglio, che da poco ha esordito in Champions League.

Mattia inizia a giocare a calcio nella squadra dell'oratorio Santa Chiara e San Francesco di Pontesesto, vicino Rozzano. Viene preso a otto anni nella categoria Pulcini del Cimiano, per poi superare un provino per il Milan a dieci anni. Con i rossoneri fa tutta la trafila delle giovanili fino ad esordire con la Primavera l'11 Settembre 2010 nella sfida persa contro il Varese. Ad Ottobre arriva anche il primo gol contro l'Udinese dopo meno di cinque minuti di gioco. Vince la Coppa Italia Primavera, senza però scendere in campo, nella stagione 2009-2010. Nella stagione 2011-2012 viene aggregato in Prima Squadra dall'allenatore Massimiliano Allegri ed esordisce addirittura in Champions League nella sfida del 28 Settembre 2011 contro il Viktoria Plzen, per la fase a gironi, subentrando negli ultimi minuti ad Ignazio Abate, altro giocatore scuola Milan. Il 6 Dicembre 2011, nella sfida di ritorno con il Viktoria Plzen, a qualificazione già acquisita, la sua prima partita da titolare e rimane in campo per tutta la partita.

Il 22 Settembre 2010 arriva anche l'esordio con la Nazionale Under-19 nella partita contro la Serbia. Il primo gol arriva contro le Isole Far Oer il 9 Ottobre 2010. Alla fine saranno otto le presenze con un gol. Le ottime prestazione con la Primavera portano Luigi Di Biagio a convocarlo nell'Under-20, con la quale esordisce il 12 Ottobre 2011 nella partita vinta contro la Polonia (tre presenze finora).

Mattia De Sciglio è un terzino destro di grande resistenza e corsa. Tecnicamente non è molto dotato. Bravo nel recuperare la palla e bravo nei contrasti. Sempre concetrato tatticamente, sa anticipare l’avversario e può giocare, in caso di necessità, anche come centrocampista esterno destro. Deve molto migliorare nei cross (quindi tecnicamente), in fase di spinta e in personalità. E' soprattutto la personalità la lacuna che è più evidente quando scende in campo.

A Gennaio il Milan ha rifiutato la proposta della Reggiana, che voleva il giocatore in prestito, perché utile per la lista Champions League e per continuare il suo percorso di crescita con Tassotti e Dolcetti.

Si tratta sicuramente di un terzino destro dalle ottime capacità tattiche ma tecnicamente dimostra grandissime lacune. E' più che altro un terzino destro difensivo, stile Bonera ai tempi del Parma.




martedì 21 febbraio 2012

Viareggio Cup 2012

Come ogni anno, nella settimana che precede il carnevale, si è svolta la finale del Torneo di Viareggio, o Viareggio Cup. La manifestazione, iniziata il 6 febbraio, ha visto in campo 48 squadre di cui: 29 italiane, 7 europee tra cui Anderlecht, Bruges e il Dukla Praga che ha una grande tradizione in questa competizione, 2 asiatiche, 9 americane e una oceanica.
Queste 48 squadre sono state divise in due gruppi da sei gironi ciascuno. Si qualificano agli ottavi di finale le prime classificate di ogni girone e le due migliori seconde di ogni gruppo. Dagli ottavi in caso di parità si procederà direttamente ai calci di rigore, mentre dai quarti si giocheranno prima due tempi supplementari.


Gruppo A

Girone 1
E' l'Inter a trionfare nel primo girone della Coppa Carnevale. Dopo un pareggio iniziale contro l'Anderlecht arrivano due convincenti vittorie contro Siena e Reggina.

Girone 2
Primo posto per l'Atalanta che fa bottino pieno grazie alle due vittorie per 1-0 contro Juventude e Aspire e al 6-0 al Viareggio.

Girone 3
Anche il Genoa vince il suo girone conquistando tutti i nove punti in palio. Vittoria di misura sui Wanderers prima dell'incredibile 9-0 ai ragazzi dell'L.I.A.C. di New York con 4 reti realizzate da Improta. Ultimi punti conquistati con un altro 1-0 sul Poggibonsi.

Girone 4
Girone vinto dalla Juventus che sconfigge per 6-1 il Nordsjaelland, che in seguito si qualificherà come migliore seconda, per poi battere di misura APIA Leichhardt e Città di Marino.

Girone 5
Primo posto per differenza reti all'Empoli che vince il primo incontro con l'Honved per poi pareggiare a reti bianche con Paxtakor e Arzanese.

Girone 6
Bene Sampdoria e Pumas che conquistano l'accesso agli ottavi con sette punti ciascuna. I blucerchiati vincono 3-0 contro il Dukla Praga, pareggiano 1-1 proprio contro il Pumas e infine vincono 3-1 con lo Spezia. Trascinatore dei doriani Mauro Icardi autore di 3 gol.



Gruppo B

Girone 7
Passa il Torino di volata grazie alla differenza reti sullo Spartak Mosca. Per i granata vittoria per 2-1 proprio sui russi, 4-1 sull'Olé Brasil, prima della sconfitta per 1-0 contro la Sambenedettese.

Girone 8
Grandi prove di Fiorentina e Vicenza che passano il turno con sette punti a testa. Bene la Viola che parte con un 6-1 allo Stabaek, 1-0 al Cesena per poi pareggiare 1-1 proprio contro i veneti.

Girone 9
Ottima prova del Parma che dopo il pareggio senza reti contro il Modena batte per 4-0 la diretta rivale nel girone, il Milan, per poi concludere con un 3-1 al Gremio. Ai rossoneri costano cari i quattro gol subiti, nonostante gli altri quattro realizzati contro il Modena non riescono a passare come migliore seconda.

Girone 10
Come da copione la Roma esce vincente dal girone. Sei i punti realizzati dai giallorossi che battono il Nacional Asuncion per 2-1 prima di perdere il confronto con i diretti rivali al primo posto del Santos Laguna per 2-0. Decisiva la vittoria per 7-2 al Virtus Entella con un grande Valerio Verre autore di una tripletta.

Girone 11
La Lazio conquista il primo posto grazie alle vittorie su Sassuolo e Guaranì con un pareggio nella seconda partita contro il Palermo. Ottima prova del Guaranì che stacca il biglietto per gli ottavi conquistando l'accesso come miglior seconda.

Girone 12
La Rappresentativa della Serie D è la prima piazzata dell'ultimo girone dove spicca soprattutto la pessima prova del Napoli ultimo classificato con un solo punto all'attivo. Per la Rappresentativa due ottime vittorie iniziali per 4-1 sul Varese e 2-0 sul Club Bruges prima di pareggiare 1-1 contro gli azzurri.



Ottavi di Finale

Fiorentina-Empoli 0-0 (3-0 d.c.r)
Servono i calci di rigore per decidere il primo ottavo di finale tutto toscano. Fatali all'Empoli i tiri dal dischetto conclusi senza reti.

Lazio-Nordsjaelland 3-0
Convincente la prova dei biancocelesti sempre padroni del gioco. In vantaggio già dal dodicesimo minuto amministrano bene la partita senza concedere spazio ai danesi.

Atalanta-Roma 1-3
Prima prova difficile per la Roma candidata alla vittoria finale e grande risposta della squadra. Dopo lo svantaggio ritrovano il pari dopo soli tre minuti e chiudono con una marcatura a cinque minuti dall'intervallo ed un'altra al quindicesimo del secondo tempo.

Rappresentativa Serie D-Pumas 1-1 (4-3 d.c.r.)
Prova difficile per la Rappresentativa Dilettanti che dagli undici metri si dimostrano precisi e sicuri realizzando quattro rigori su quattro.

Juventus-Vicenza 1-1 (5-3 d.c.r.)
Anche ai bianconeri servono i rigori per passare il turno. I due gol realizzati nei tempi regolamentari vengono realizzati nel primo tempo. Vantaggio dei veneti dal dischetto e risposta juventina al trentottesimo con Beltrame.

Sampdoria-Guaranì 0-0 (0-2 d.c.r.)
Partita senza grandi emozioni e prova poco convincente dei doriani capaci di sbagliare tutti i rigori calciati.

Genoa-Torino 0-2
Incredibile sconfitta del Genoa che cede il passo già al terzo minuto con il gol di Aramu. Giochi chiusi dal dischetto a dodici minuti dal termine.

Parma-Inter 1-1 (4-1 d.c.r.)
Continua la competizione il sorprendente Parma. Vantaggio emiliano al termine del primo tempo a cui risponde Bessa dagli undici metri nel secondo tempo. Ai calci di rigore al termine del tempo regolamentare decisivi gli errori nerazzuri di Duncan e lo stesso Bessa.



Quarti di Finale

Fiorentina-Lazio 3-1 d.t.s
Vantaggio laziale su rigore al diciassettesimo minuto con Barreto a cui risponde il neo acquisto viola Kenneth Zohore al novantaquattresimo. Durante i supplementari doppio vantaggio della Fiorentina nei quattro minuti finali, prima con Campanharo dal dischetto e poi con Gondo a tempo scaduto.

Roma-Rappresentativa Serie D 2-0
Secondo tempo chiave per i giallorossi che trovano il vantaggio a tre minuti dalla ripresa dopo l'intervallo con Barba e in seguito chiudono la partita con Piscitella a venti minuti dalla fine.

Juventus-Guaranì 3-1
Vantaggio paraguayano al dodicesimo minuto e rincorsa bianconera che trova il pari alla mezz'ora per poi passare in vantaggio ad un quarto d'ora dalla fine con gol di De Silvestro e chiudono definitivamente la partita al novantesimo con Bouy.

Torino-Parma 0-3
Continua la grande corsa del Parma che di fatto chiude la partita al ventesimo del primo tempo in vantaggio 2-0. Terzo gol a dieci minuti dal termine e semifinale conquistata.



Semifinali

Fiorentina-Roma 1-1 (3-5 d.c.r.)
Grandi emozioni nella sfida tra due squadre spettacolari. Passa subito la viola con Zohore al primo minuto. La Roma agguanta il pari con Romagnoli al quarantanovesimo e il risultato resta fermo sull'1-1 anche dopo i tempi supplementari. Dal dischetto i tiratori giallorossi sono precisissimi e non sbagliano un tiro, per la viola decisivo l'errore di Empereur.

Juventus-Parma 1-0
Si ferma a cinque minuti dal termine, in seguito ad un gol di Spinazzola, il cammino del Parma. La Juventus si presenta molto solida e sicura, decisamente più a suo agio degli emiliani.


Finale

Roma-Juventus 1-2

La Roma si presenta da favorita con lo scudetto di Campione d'Italia sul petto ed il bel gioco, forse il migliore del torneo, espresso e soprattutto con il tabù "Torneo di Viareggio" da sfatare. La vittoria in questa competizione manca alla Roma dal 1991.
La Juventus invece è una squadra più operaia rispetto alle precedenti edizioni, molto abile in fase di copertura e nelle ripartenze. I piemontesi sono alla ricerca dell'ottava vittoria in questa competizione.

La partita si gioca sul campo centrale di Viareggio, allo stadio "Bresciani, il campo si presenta molto pesante e quindi particolarmente inadatto al tipo di gioco leggero e arioso della Roma. La Juventus ne approfitta e colpisce subito, precisamente al sesto minuto con Beltrame che conclude in rete una bella azione in contropiede. Due minuti dopo il gol la Juve potrebbe chiudere definitivamente i giochi ma Pigliacelli serra la porta con una grandissima parata. Tutto rimandato al ventitreesimo quando Spinazzola, che ha servito l'assist per il primo gol di Beltrame, salta Orchi e serve Padovan che libero fa partire il tiro del 2-0.
La Roma non riesce a risollevarsi dopo la batosta iniziale e in tre diverse occasioni rischia di subire nuovamente gol dai bianconeri, l'unica azione degna di nota dei capitolini è un tiro da fuori area di Piscitella bloccato agevolmente da Branescu.
Nella ripresa i giallorossi cambiano atteggiamento e tornano in campo più offensivi e determinati. Arrivano finalmente le prime occasioni e Piscitella, sicuramente il più pericoloso dei suoi, trova il gol al cinquantasettesimo servito da Tallo in contropiede. La partita a quel punto decolla, la Juventus si copre inserendo un altro difensore mentre la Roma gioca con quattro attaccanti alla disperata ricerca del pareggio. Lo schema ultra offensivo lascia degli spazi al contropiede bianconero e Pigliacelli deve intervenire con dei grandi interventi per coprire la porta dei suoi. Nel momento chiave vince purtroppo la stanchezza e i Campioni d'Italia non hanno più le forze per giocare a ritmi sostenuti, la Juventus cosi approfitta degli svarioni del primo tempo per portare a casa la vittoria finale.





Con questo trionfo i bianconeri salgono a quota otto trionfi in questa competizione raggiungendo Milan e Fiorentina, ma soprattutto realizzano l'incredibile record di sei successi negli ultimi dieci anni. Per la Roma la Coppa Carnevale resta un autentico tabù con l'ultima vittoria che risale a ventun'anni fa. Per mister De Rossi e la seconda finale persa durante la sua gestione.

A fine giornata vengono premiati, oltre ai giocatori della Juventus, Riccardo Improta del Genoa come capocannoniere con sei gol realizzati; Leonardo Spinazzola della Juventus vince il titolo di Golden Boy, cioè miglior giocatore del torneo; il premio di miglior portiere spetta a Tomas Svedkauskas della Fiorentina con soli quattro gol subiti in azione durante tutto il torneo.

Come sempre il Torneo di Viareggio è una splendida vetrina per i giovani italiani e non. Storicamente sono molti i giocatori che hanno vissuto la Coppa Carnevale come un trampolino di lancio per la loro carriera e in questa edizione in giovani interessanti erano molti. Non ci sarebbe da stupirsi se entro la fine della stagione qualcuno di loro dovesse debuttare in Prima Squadra.

lunedì 20 febbraio 2012

Saphir Taider

Nome: Saphir Sliti Taider
Data di Nascita: 29 Febbraio 1992, Castres
Nazionalità: Francese con passaporto tunisino
Altezza: 1,80 cm
Piede Preferito: Destro
Squadra: Bologna, Serie A (Italia)
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 2.500.000 Euro




Il calcio francese ha sempre prodotto giovani talenti, spesso con origini africane, che hanno fatto le fortune dei vari club e della nazionale. Dopo Zouma, Mangalà e Turan, ora è arrivato il momento di Saphir Sliti Taider.

Saphir nasce a Castres in Francia il 29 febbraio del 1992 da padre tunisino e madre algerina ed entra ben presto nella squadra del suo paese per poi passare al centro formazione di Castelmaurou. Dopo due anni si trasferisce al Grenoble, con il quale esordisce in Ligue 1 il 15 Maggio 2010 contro il Marsiglia. Al termine della stagione il club francese retrocede in Ligue 2 e il talento francese nella stagione seguente in cadetteria si mette in mostra con 25 presente e un gol. Il 4 Luglio 2011, svincolatosi dal Grenoble, che nel frattempo è fallito, Salvatore Bagni lo strappa alla concorrenza facendogli firmare un contratto quadriennale con il Bologna. Con i felsinei debutta il 23 Novembre in Coppa Italia contro il Crotone. Nel frattempo gioca tre partite con la Primavera facendo due gol. In Serie A debutta l'11 Dicembre contro il Milan. Gioca per la prima volta titolare contro il Napoli il 16 Gennaio 2012, impressionando per qualità tecnico-fisiche e diligenza tattica. E il giorno dopo arriva la grande chiamata della Juventus che rivela metà del suo cartellino per 2,4 milioni di euro, lasciandolo però al Bologna.

Taider nel 2010 esordisce con la nazionale francese Under-18 con la quale raccoglie due presenze e un gol. Nello stesso anno esordisce anche in Under-19 (in totale un gol in dieci presenze) e lo scorso anno ha ricevuto la prima chiamata anche con l'Under-20 (una presenza).

Taider è un centrocampista completo, bravissimo nell'impostazione del gioco, diligente tatticamente e robusto in fase difensiva. Calciatore già maturo fisicamente, eccelle nell'inserimento, per questo la sua posizione più congeniale è probabilmente quella di mezz'ala destra o sinistra. Possiede grandi qualità balistiche con entrambi i piedi e sa battere anche i calci piazzati. Deve acquisire esperienza e magari migliorare nella costanza.

Salvatore Bagni è stato molto furbo strappandolo a costo zero a compagini sicuramente più competitive come Fiorentina, Udinese e Lione. La Juventus ha pagato 2,4 milioni di euro per la prima metà del suo cartellino e punta molto su questo giovane che è perfetto nel modulo e negli schemi di Antonio Conte.

Considerando la giovane età, stiamo pur sempre parlando di un diciannovenne alle prime armi nel calcio italiano. E' il classico centrocampista moderno tuttofare, perciò potrebbe essere accostato a Marchisio o, rimanendo in Francia, a Cabaye del Newcastle.





giovedì 16 febbraio 2012

Lazar Markovic


Nome: Lazar Marković
Data di nascita: 2 marzo 1994, Cacak
Nazionalità: Serbia
Altezza: 175cm
Piede preferito: Destro
Squadra: FK Partizan Belgrado - SuperLiga
Ruolo: Seconda punta, ala destra
Valore: 4.000.000€



Ormai è inutile continuare ad elogiare il florido settore giovanile serbo, con Partizan e Stella Rossa acerrime rivali anche in questo campo. Storicamente la preparazione serba è completa, tecnica e abilità del singolo sono le basi della loro cultura calcistica, non a caso la maggior parte dei loro migliori prospettivi difensivi sono estremamente a loro agio con la palla al piede. Per quanto riguarda i giocatori offensivi ne migliorano le doti naturali concentrandosi principalmente sulla tecnica. Inoltre bisogna ammettere, anche a causa dello scarso mercato dall'estero, che tendono a far debuttare i giovani più promettenti molto presto, come nei casi di Jovetic, Ljajic, Nastasic, Jankovic e Mijailovic.
Il giovane di oggi è un altro precoce protagonista della SuperLiga, Lazar Markovic in forza al Partizan.

Lazar Markovic inizia a giocare a otto anni nella squadra più nota della sua città natale, l'FK Borac Čačak, nota squadra serba con un vivaio molto attivo. All'età di dodici anni, in seguito ad un provino, viene ingaggiato dal Partizan con il quale inizia a fare incetta di trofei a livello giovanile. In questi anni inizia a giocare da centrocampista centrale per poi passare a trequartista dietro le punte ed infine da attaccante esterno. Nella stagione 2010/2011, in seguito ad ottime prestazioni nell'Under 18, viene convocato per l'ultima partita di campionato contro l'FK Sloboda Užice ed ha l'occasione di debuttare in SuperLiga giocando i venti minuti finali.
Nell'estate 2011, come da tradizione serba, viene aggregato alla prima squadra, insieme ad altri due giovani, per la preparazione estiva pre-campionato. Con il numero 50 sulle spalle inizia a giocare tutte le amichevoli estive e debutta anche in Champions League giocando gli incontri di qualificazione contro Skendija Tetovo e Genk. Alla prima di campionato contro il Novi Pazar entra al ventiduesimo minuto e a sette dal termine realizza la sua prima rete da professionista. Curiosamente da quando è arrivato in prima squadra la sua posizione in campo è nuovamente cambiata, l'allenatore, Avram Grant, inizia a farlo giocare da seconda punta, più vicino alla rete, ed i risultati non tardano ad arrivare. Realizza due gol nelle prime tre partite e fino ad oggi il suo bottino in campionato è di 6 gol e 3 assist in 15 partite. Debutta anche in Europa League nello sfortunato doppio incontro contro lo Shamrock Rovers e in Pokal Serbien (la coppa Nazionale serba) dove realizza un gol nella sfida contro l'Ofk Belgrado.

Markovic è un giocatore estremamente tecnico, dotato di buona corsa ed uno scatto breve bruciante. Visto il suo curriculum preferisce di natura partire largo per accentrarsi, anche se per volere dell'allenatore gioca sempre più spesso a ridosso dell'area. E' un catalizzatore di gioco, quasi tutte le azioni offensive dei bianconeri passano dai suoi piedi e grazie ad un'ottima visione di gioco non spreca mai il pallone. Dispone di un ottimo dribbling, soprattutto in velocità, ed ha un buon destro preciso e potente. La sua qualità migliore dal punto di vista tattico è che non da punti di riferimento agli avversari, quindi marcarlo è molto più difficile, inoltre sa farsi trovare libero nei momenti migliori per ricevere il pallone. L'unico difetto, più che difetto carenza, è il mancino. Usa poco il piede debole e per essere un giocatore completo deve sicuramente allenarlo di più, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un classe '94.

Inizia la sua carriera con la maglia crociata serba nell'autunno del 2009, quando in seguito a prestazioni eccellenti con le giovanili del Partizan viene convocato nell'Under17 per una serie di partite di qualificazione all'Europeo di categoria del 2011. Purtroppo l'Europeo, giocato proprio in Serbia, non è andato nel migliore dei modi per i giovani padroni di casa che sono stati eliminati nel girone eliminatorio con un solo punto raccolto in tre partite nelle quali il giovane Markovic è sempre sceso in campo. Il 15 novembre 2011, dopo 15 partite con due gol in Under17, viene convocato da Mister Jankovic in Under21 nella partita contro i pari età nordirlandesi. Ad oggi sono due le apparizioni con questa maglia.

Nonostante in passato abbia dichiarato di essere affascinato dalla Lazio, e malgrado l'interesse di Inter e Fiorentina, difficilmente il giovane attaccante arriverà in Italia. L'ultima società del nostro Paese ad essersi interessata al serbo è la Roma, con Sabatini in cerca di giovani talenti, purtroppo non si è concluso nulla.
Pochi mesi fa la possibile svolta, con il giovane che ha dichiarato di essere affascinato dalla Premier League e dalla maglia del Chelsea. Il club londinese non si è lasciato sfuggire l'occasione ed è volato a Belgrado per sondare il terreno per un eventuale acquisto. Ad oggi non ci sono ancora notizie certe ma le trattative sembrano continuare, e gli uomini di Abramovich pare siano a buon punto.









Pubblicato il 17/02/2012

mercoledì 15 febbraio 2012

Manchester United Premier Cup

In passato vi abbiamo parlato di uno dei più importanti tornei giovanili come il Torneo di Viareggio mentre ad inizio stagione ProssimiCampioni ha trattato anche la nuova competizione Next Generation Series (la Champions League Under 19), ma oggi è il turno della manifestazione Under 15 per eccellenza: Manchester United Premier Cup. Questo torneo, patrocinato dal colosso statunitense del vestiario sportivo Nike, nasce nel 1993 con il nome di Nike Premier Cup con 624 squadre provenienti da 15 paesi europei. Nel 1994 aggiunge altre 443 squadre, toccando quota 1.067 formazioni totali (grazie all'apertura a società asiatiche) e diventando nel 1995 una manifestazione alla quale prendono parte 1.351 club, anche dal latino-america. La Nike Premier Cup compie una decisiva svolta nel 1996 con l'introduzione di una fase ad eliminazione preliminare, regionale e successivamente nazionale, nella quale i paesi partecipanti decretavano il rispettivo campione e quindi il rappresentante ufficiale del paese al torneo. Questa formula, perfezionata nel tempo e divenuta quella attuale, sopperisce al problema dell'ingente numero di squadre partecipanti (nel 1996 sono 2.624). Viene inoltre concessa la possibilità di accesso diretto a 13 formazioni campioni nazionali di categoria dei rispettivi paesi (questo fino al 2001) e per la prima volta viene anche selezionata una città ospitante le fasi finali anche se, come vedremo, dal 2005 la fase finale sarà spostata stabilmente a Manchester fino al giorno d'oggi.


Nella stagione 97/98 le squadre salgono a 3.224 mentre l'anno successivo il numero continua a crescere con 5.795 partecipanti che supereranno quota 6.000 nella stagione 1999/2000, e nel corso delle annate raggiungeranno le 6.600 della stagione 2003/2004. Nel 2003 la Nike diventa sponsor tecnico del Manchester United e decide di unire le forze con la squadra inglese e ridefinire il torneo con il nome di Manchester United Premier Cup. Le fasi finali vengono stabilmente assegnate a Manchester con i Red Devils Under 15 regolarmente ammessi senza qualificazione, ma curiosamente la prima ed unica squadra inglese ad aggiudicarsi il titolo con la nuova nomea sarà il Manchester City nel 2004. Dalla stagione 2007/2008 l'organizzazione conta oltre 9.000 squadre di 43 paesi. Nel corso degli anni hanno partecipato diverse italiane con risultati poco soddisfacenti a conferma degli scarsi risultati che abbiamo raccolto ultimamente nella crescita dei ragazzi nei nostri settori giovanili. L'ultima nostra rappresentante a partire per l'Inghilterra è stata il Catania che nel 2011 si era aggiudicata la qualificazione del territorio nazionale battendo l'Inter nei quarti, il Chievo in semifinale e il Parma nella finalissima (2-1 il risultato).


Nella fase di Manchester si qualificano solo 20 squadre che rappresentano probabilmente il meglio del calcio Under 15 mondiale e l'ultima edizione ha visto vincere i messicani del Pachuca per 1-0 contro gli Orlando Pirates (i nostri del Catania sono arrivati quattordicesimi). Nell'albo d'oro ufficiale la più titolata è, manco a dirlo, il Barcellona, che guida con tre successi, l'ultimo nel 2010. Seguono altre grandi compagini del calcio giovanile, quella dei brasiliani del San Paolo e Fluminense, campioni per 2 edizioni. Tutti gli altri inseguono con un solo successo.


Albo D' Oro
1993/1994 Fc Porto (Portogallo)
1994/1995 Real Madrid (Spagna)
1995/1996 RCD Espanyol (Spagna)
1996/1997 Platense (Argentina)
1997/1998 Athletic Club de Bilbao (Spagna)
1998/1999 Barcellona (Spagna)
1999/2000 Internacional de Porto Alegre (Brasile)
2000/2001 EC Vitoria (Brasile)
2001/2002 San Paolo (Brasile)
2002/2003 Corinthias (Brasile)
2003/2004 Manchester City (Inghilterra)
2004/2005 Fluminense (Brasile)
2005/2006 Chivas Guadalajara (Messico)
2006/2007 Barcellona (Spagna)
2007/2008 Fluminense (Brasile)
2008/2009 San Paolo (Brasile)
2009/2010 Barcelona (Spagna)
2010/2011 Pachuca (Messico)



Il progetto dell'azienda statunitense, in accordo con lo United, è una di quelle iniziative volte non solo a rivelare talenti straordinari ma allo stesso tempo favorire uno scambio culturale importante e significativo. Osservare le differenti scuole calcio è straordinario al fine di ottenere lo specchio di una cultura sportiva e del lavoro che le società e le federazioni mettono in atto. Esempi come il Barcellona e il San Paolo, due realtà che non sempre hanno viaggiato sulla stessa linea economica e che appartengono a mondi culturali diversi, senza dimenticare la scuola olandese (la vera base di partenza del metodo catalano), ci fanno riflettere su come in Italia abbiamo perso tempo e denaro inutilmente, senza creare un'identità nazionale calcistica che possa risollevare le sorti del nostro calcio giovanile.


Il centro d' accoglienza allestito dalla Nike per tutte le squadre partecipanti è un vero gioiello. I ragazzi durante il soggiorno in Inghilterra hanno a disposizione strutture per allenamenti all'avanguardia, settori ricreativi con videogiochi, televisioni e aree relax. L'esperienza è quindi indimenticabile anche nelle attività di visita alla città e di guida attraverso le strutture dello United con la possibilità di conoscere i campioni della Premier che svolgono piccole sessioni di esibizione per i giovani atleti.
Concludiamo citando alcuni dei giovani che hanno illuminato il Manchester United Premier Cup nel corso degli anni: Messi, Iniesta, Xavi Hernanez, Robinho, Tevez, Maicon, Torres, Casillas, Boateng, Aquilani, Alexi Sanchez, Walcott, Wilshere... Il nuovo corso lo scoprirete su ProssimiCampioni.com

(Ecco Wilshere nella finale persa dall'Arsenal nel 2005/6 contro il Chivas)

Ecco una stanza ricreativa allestita per i ragazzi alle finali di Manchester.

domenica 12 febbraio 2012

Okay Yokuslu


Nome: Okay Yokuşlu
Data di nascita: 9 marzo 1994, Konak - Izmir
Nazionalità: Turchia
Altezza: 188cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Kayserispor - Süper Lig
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 2.300.000€



La Turchia è da sempre terra fertile per la nascita di giocatori promettenti, specialmente centrocampisti, anche se purtroppo per la loro Federazione e tutti i tifosi turchi non sempre hanno potuto ammirare tutti questi talenti con la maglia della loro Nazionale. A causa della globalizzazione molti turchi hanno cercato maggior fortuna all'estero, la maggior parte in Germania, ed infatti i tedeschi fin da subito hanno promosso il fenomeno dell'integrazione e molti giovani di origine turca hanno vestito fin da giovanissimi la maglia bianca della Germania, come ad esempio Ozil, Khedira e molti altri nelle Selezioni giovanili.
Il giovane Okay è nato in Turchia, gioca in quel campionato ed ha vestito la maglia delle Nazionali giovanili turche, ma anche per lui potrebbe esserci un futuro in Germania, non con la Nazionale teutonica, ma nella massima serie tedesca: la Bundesliga.

Okay inizia a giocare nel 2002, a soli sei anni, nel settore giovanile del Karşıyaka S.K., squadra della sua città natale. Nel 2006 passa all'Altay S.K., la squadra più rinomata della sua regione, l'Izmir, nonchè uno dei settori giovanili più attivi della serie inferiore turca. All'Altay inizia a mostrare tutto il suo talento, fin da subito viene inserito nelle formazioni con ragazzi più grandi di lui per abituarlo alle difficoltà che non sembrano influire sul suo gioco. Nella stagione 2009/2010 arriva il grande salto: viene aggregato alla Prima Squadra dapprima solo per alcuni allenamenti, in seguito arriva la prima convocazione ed il debutto il 20 gennaio 2010 nella serie cadetta, la 1. Lig, nella sconfitta in casa del Kartalspor dove gioca dal primo minuto uscendo solo nelle battute finali. L'allenatore, Mehmet Altıparmak, decide di concedergli fiducia anche nella partita successiva, l'incontro casalingo contro l'Orduspor. Il giovane centrocampista entra in campo al cinquantaquattresimo minuto e a due minuti dal termine realizza la rete del pareggio, siglando la sua prima marcatura tra i professionisti. Alla fine della stagione conta 12 presenze e due gol in 1. Lig oltre a due presenze e una marcatura in Türkiye Kupasi, la Coppa Nazionale turca.
La stagione 2010/2011 comincia in modo incoraggiante per Okay che realizza 7 presenze nelle prime 10 partite. Il gol arriva alla dodicesima giornata contro il Giresunspor. Alla fine totalizzerà 2 gol in 21 presenze a soli sedici anni.
L'estate 2011 si rivela fondamentale per il ragazzo, arrivano molte offerte all'Altay per il suo trasferimento, ma la più interessante, nonchè la più importante dal punto di vista economico è quella di un milione di euro da parte del Kayserispor. Il giovane accetta vista l'opportunità di giocare in Süper Lig, e questo rivela anche molta maturità da parte del giovane che abbandona la zona costiera di Izmir per trasferirsi nella centrale Anatolia a quasi mille chilometri da casa.
Al Kayserispor conquista un posto da titolare già in occasione della seconda partita, mentre al settimo turno di campionato realizza la sua prima rete nella massima serie nella partita vinta per 6-2 contro il Sivasspor. Fino ad oggi (il campionato è tuttora in corso) ha realizzato 2 gol e 1 assist in 17 presenze, ed il minutaggio a sua disposizione è notevole per un giovane di soli diciassette anni.

Nonostante la giovane età Okay è un giocatore maturo dal punto di vista fisico, grazie al quale non ha sofferto troppo l'impatto con il professionismo. Tecnicamente è un talento importante, nasce centrocampista centrale con compiti di impostazione di gioco ma ama molto gli inserimenti che lo portano spesso al tiro. Quando lo si vede giocare si fatica a credere sia un giovane classe '94, la maturità calcistica è la dote più impressionante del ragazzo. Lo si può definire un centrocampista completo, si destreggia bene in fase di copertura e di non possesso palla, inoltre apporta molta "quantità" alla zona mediana.

La sua carriera nelle selezioni turche inizia con l'Under15 nella quale realizza 6 presenze e 3 gol. Dopo altre 6 apparizioni in Under16 diventa il punto fisso dell'Under17 con 25 presenze e 4 gol. Nella stagione in corso ha debuttato anche con l'Under 19 con la quale finora conta 2 convocazioni.

Come detto nell'introduzione pare ci sia la Germania nel futuro del ragazzo, con Borussia Dortmund e Bayern Monaco molto interessate al giovane centrocampista. Pare che entrambe le società abbiano già intrapreso contatti con il Kayserispor per un eventuale trasferimento anche se la cifra richiesta dalla squadra turca rischia di essere molto importante per un giovane '94. Con il passare del tempo è più che plausibile che siano molte le società ad interessarsi a questo talento, vista anche l'importanza che sta acquisendo nella sua attuale squadra e nel campionato turco, e sicuramente non passerà molto prima che decida di trasferirsi in un campionato più difficile per continuare la sua crescita.






Video di un gol con la maglia dell'Altay



Pubblicato il 13/02/2012

venerdì 10 febbraio 2012

Pol Garcia Tena

Nome: Pol Garcia
Data di nascita: 18 febbraio 1995, Terrasa
Altezza: 1, 78 m
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Juventus Primavera (Campionato Primavera)
Ruolo: Difensore Centrale
Valore: 50.000 €




La Masia (il centro tecnico della Cantera del Barcellona) è un'assoluta garanzia, come allo stesso tempo la Catalogna si dimostra terra fertile per i calciatori spagnoli che crescono numerosi nelle giovanili del club che al momento è in cima al Mondo o nel più che dignitoso settore giovanile della squadra minore del territorio, l'Espanyol. Oggi vi parliamo di un ragazzino che si è fatto conoscere all'Espanyol, è stato prelevato dal Barcellona e successivamente è stato messo sotto contratto dalla Juventus, nella speranza che si possa replicare l'operazione Piqué (il campione spagnolo infatti prima di tornare a casa aveva fatto le fortune delle giovanili del Manchester United).

Pol Garcia Tena è la scommessa della dirigenza bianconera che ha sfruttato la situazione di svincolato del ragazzino e l'ha tesserato nell'estate del 2011. Garcia nasce a Terrassa, comune a 28 km da Barcellona. Cresce nel settore giovanile dell'Espanyol per poi attirare le attenzioni dei sempre vigili scout dei cugini del Barca, che privilegiano la formazioni di ragazzi della Catalogna per non allontanarli così giovani da casa. Si trasferisce nella Cantera azulgrana nell'estate del 2010, in pianta stabile nella formazione Cadete A (una sorta di formazione Allievi), fregiandosi della straordinaria vittoria del torneo "Manchester United Premier Cup 2010" (competizione internazionale rivolta agli Under 15 più promettenti, vinta per ben 3 volte dal Barcellona, unica formazione ad aver compiuto l'impresa). Secondo le norme internazionali, sul punto di firmare il primo contratto da professionista con il club di Rossel, non trova l'accordo con i vertici del Barcellona e prende in considerazione le numerose offerte pervenute al suo entourage. La proposta che maggiormente lo soddisfa è quella juventina che gli offre un progetto nel quale potrebbe essere in prima squadra nel giro di soli 3 anni. Al momento dell'addio Garcia si dice dispiaciuto di dover abbandonare la Spagna ma sicuro della sua scelta, non tanto per un fattore economico ma piuttosto per una questione di opportunità. Pol Garcia passa alla Juventus da svincolato, assieme al fratello Jesus ( difensore classe 90 ceduto subito in prestito al Cuneo in Lega Pro). A Torino il centrale mancino viene inserito negli Allievi Nazionali anche se entra presto a fra parte della rosa dei più grandi. Con i primavera ha all'attivo una sola presenza (uno scampolo di partita nella vittoria interna contro il Modena per 1-0 ad ottobre 2011) ma la sua carriera nelle squadra allenata da Marco Baroni è in evoluzione nonostante i 17 anni ancora da compiere.

Pol Garcia è un difensore centrale mancino di grande prospettiva. Ha un'ottimo senso della posizione e dell'anticipo con piedi tecnicamente validi per il ruolo che ricopre. Deve ancora crescere fisicamente ma ha dalla sua una buona personalità unita alla capacità di uscire bene palla al piede dalla difesa. Non male anche lo stacco di testa ma deve migliorare nell'uno contro uno e nella concentrazione durante tutto il match, classici difetti dei giovani difensori.

E' un punto fermo della Spagna Under 17 con la quale ha esordito a febbraio di un anno fa. Ha partecipato a diversi raduni anche se per un ragazzo che cresce fuori dalla Spagna è più difficile essere chiamato in nazionale. Ha tutto per diventare un gran giocatore ma è ancora presto per dire dove effettivamente arriverà. La Juventus si è assicurata un valido prospetto, ma non sempre il potenziale di un calciatore, vedi l'ex bianconero Iago Falqué (ora al Tottenham), gli permette di imporsi ad alti livelli nel nostro campionato. Aspettiamo e vediamo i frutti del lavoro che farà in Piemonte. Intanto godiamoci il giovane centrocampista Gabriel Appelt Pires che nella primavera della società di Torino sta facendo davvero bene.


Ai tempi dell'espanyol, stagione 2008/2009.


mercoledì 8 febbraio 2012

Il settore giovanile dell'Atalanta



Il sogno di qualsiasi ragazzo è diventare un grande calciatore, magari che milita nella squadra per cui tifa. Non è sempre così perché il percorso è tutt'altro che facile. Ci vogliono anni di crescita costante per diventare davvero un grande calciatore. E' quindi fondamentale per qualsiasi ragazzo fare un buon periodo in un settore giovanile. Altrettanto importante è anche far parte della società giusta. Una delle società più attive nei settori giovanili è senza alcun dubbio l'Atalanta.

La prima persona che si impegnò ad allestire un paio di squadre di giovani fu Giuseppe Ciatto, che si dedicava a qualsiasi aspetto organizzativo. Arrivò così la vittoria del primo campionato Ragazzi nel 1949. E' il preludio per la nascita di un vero e proprio settore giovanile, voluto fortemente sulla fine degli anni '50 dall'ingegnere Tentorio, con una struttura indipendente da quella della prima squadra. Così fu Giuseppe Brolis a realizzare il tutto, attorniandosi da collaboratori di fiducia, creando rapporti con altre società venete e friuliane, costruendo una rete di informatori, assumendo come allenatore Raffaele Bonifaccio. Con il passare degli anni Brolis creò delle società satellite. Ma il passo decisivo avvenne solo negli anni '90, quando il presidente Percassi affidò il ruolo di responsabile del settore giovanile a Mino Favini, allora dirigente del Como. Nella gestione Favini le squadre giovanili bergamasche hanno vinto addirittura dodici titoli nazionali di categoria.

Secondo una classifica stilata dal Centro studi di Corverciano l'Atalanta possiede il secondo miglior settore giovanile d'Italia ed è il quarto in tutt'Europa. Un risultato altisonante che però rispecchia la realtà, visto che i parametri sono basati su il numero di giocatori che hanno esordito in Serie A proveniente dai settori giovanili di tutto il Mondo.

La casa dell'Atalanta è il Centro Sportivo “Bortolotti” a Zingonia, dove si allenano quasi tutte le squadre del settore giovanile insieme alla prima squadra. Curiosamente, la Primavera e la prima squadra sono divisi in realtà da una siepe alta circa due metri che costeggia tutta la linea laterale. Ci sono ben cinque aree per far crescere i giovani talenti, ognuna con delle proprie funzioni e finalità: l'Area Tecnica per la ricerca, la selezione e l'allenamento; l'Area Organizzativa per gli aspetti logistici, di coordinamento e di organizzazione; l'Area Medico-Sanitaria per la cura e la prevenzione di malattie; l'Area Educativo-Formativa per il supporto dei giovani talenti e delle proprie famiglie; e, infine, l'Area Relazioni Esterne per l'organizzazione degli eventi e i rapporti con le istituzioni.

L’Atalanta con il suo modo di lavorare assicura ai propri giocatori una formazione umana e personale parallela a quella sportiva. A tale scopo ha scelto la strada della qualità professionale, garantita da una formazione continua dei suoi operatori e, nei limiti del possibile, dei genitori, componente essenziale del processo di crescita dei giovani giocatori. La programmazione degli obiettivi motori, tecnici, fisico-atletici, tattico-strategici, psicologici ed educativi è calibrata per fasce d’età, consapevoli che il raggiungimento della massima prestazione di gioco è una meta lunga e faticosa, che può essere raggiunta con molta pazienza, consentendo ai giocatori di godere le tappe della loro vita fino in fondo, senza fretta e pressioni. I principi guida per i giovani calciatori dell’attività di base sono la partecipazione attiva, l’inclusione, il turn over per consentire a tutti di raggiungere i propri traguardi personali. Per quanto riguarda i risultati con i più piccoli viene privilegiato quello sportivo-formativo. Con i più grandicelli si ricerca il giusto equilibrio fra il successo sportivoformativo e quello agonistico.

Le attività utilizzate per il raggiungimento degli obiettivi sopraccitati per i piccoli giocatori (pulcini-esordienti) privilegiano il gioco, le situazioni di gioco, gli 1 contro 1 e le partite, consapevoli che questi sono degli ottimi mezzi sia per soddisfare i bisogni tipici dei bambini, sia per allenare contemporaneamente tutti i fattori della prestazione. Negli allenamenti gli allenatori giovanili bergamaschi danno molto spazio alle attività ludiche anche perché sono molto divertenti e in tal modo i piccoli calciatori si appassionano al calcio e se sono appassionati la loro motivazione ad imparare cresce continuamente e i loro apprendimenti migliorano. I giochi proposti vanno di pari passo con l’età dei bambini e questo li guida gradualmente all’agonismo. Attraverso i giochi i giovani imparano ad affrontare le molteplici situazioni dello sport e della vita: l’io, l’altro, le regole, il divertimento, la vittoria, la sconfitta, la lealtà, l’errore, l’egoismo, la solidarietà, la gioia, la rabbia, la sfida, il rischio, la paura e tutto ciò che può scaturire da un'esperienza sì fantastica ma altrimenti campestre.

Ma il vero segreto della società Atalanta è la pazienza che molti altri club non hanno e non possono avere. Individuate le qualità di base i bergamaschi più di chiunque altro sanno che la forza, la resistenza, le conoscenze tattiche e la maturità psicologica hanno bisogno di anni di lavoro e perciò i cali di rendimento e i momenti difficili sono da accettare come momento di crescita. Essere bravo da ragazzino non significa necessariamente esserlo da grande ed è vero anche il contrario. Pensare che acquistando un giovane talento il più è fatto è un errore che spesso i grandi club commettono condizionati dalla voglia di vincere competizioni giovanili che danno lustro ed immagine, ma non sempre coincidono con il risultato finale che è la formazione dell’uomo calciatore.

lunedì 6 febbraio 2012

Charalampos Mavrias

Nome: Charalampos "Charis" Mavrias
Data di nascita: 21 febbraio 1994, Zante
Nazionalità: Grecia
Altezza: 1,77 m
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Panathinaikos - Super League (serie A greca)
Ruolo: Ala destra, Trequartista
Valore: 500.000 €





Complice la crisi economica europea, molti campionati calcistici si sono dovuti adeguare alla politica del risparmio concedendo così ai migliori giovani del proprio settore giovanile di emergere più in fretta e quindi evolvere repentinamente una carriera promettente. Si potrebbe pensare che questo possa essere il caso di Charalampos Mavrias ma in realtà il giovane gioiello del Panathinaikos, come il promettente compagno Kapino, è uno di quei giocatori che avrebbero debuttato a prescindere perché in possesso di doti fisiche e tecniche di primissimo livello per ragazzi non ancora maggiorenni.

Mavrias nasce a Zante, isola greca che ha dato i natali all' indimenticato poeta italiano Ugo Foscolo, il quale scrisse il celebre sonetto "a Zacinto" (Zacinto dal nome greco Zàkinthos). Entra a far parte del settore giovanile bianco-verde all'età di 12 anni, scalando rapidamente tutte le giovanili fino al debutto in prima squadra in un'amichevole contro il Wolfsburg il 20 luglio 2010 a soli 16 anni. Il 20 ottobre 2010 arriva invece il debutto assoluto tra i professionisti nello 0-0 casalingo contro il Rubin Kazan in Champions League (a 16 anni, 7 mesi e 27 giorni) mentre il 24 ottobre 2010 arriva l'esordio in campionato nel match che vede il Panathinaikos perdere fuori casa per 1-0 contro l'Aek Atene. Termina la stagione 2010/2011 con 4 presenze ufficiali. Nella stagione incorso Charis Mavrias è un punto fermo della squadra allenata da Jesualdo Fereira. Nonostante non abbia ancora compiuto la maggiore età ha all'attivo ben 16 presenze con la prima squadra e promette di incrementare notevolmente la sua esperienze nei prossimi mesi con la squadra di Atene che guida la classifica davanti ai cugini dell'Olympiakos.

Mavrias è un giocatore molto solido e rapido. E' un ala destra che all'occorrenza può giocare anche a sinistra o nella trequarti in quanto dotato di un ottimo tocco di palla e si muove moltissimo lungo tutta la fascia. Non è un goleador ma lavora tantissimo per la squadra e risulta preziosissimo nello scacchiere tattico per la pressione costante che esercita sia in fase offensiva che difensiva. Con le selezioni greche risulta essere sempre un punto fermo delle rispettive formazioni: 7 presenze in Under 17, 7 presenze e una rete in Under 19 e 8 presenze condite da 2 reti in Under 21. Inutile dire che su di lui ci sono gli occhi vigili del C.t Santos per la nazionale maggiore.

Sul greco c'è l'attenzione dell'intera Premier League inglese con in testa City e United che hanno già tentato un primo approccio. Si dice che anche il Barcellona lo stia seguendo con attenzione, per lo schema tattico della società di Guardiola è un giocatore perfetto. Si accodano anche Real, Valencia, Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma e Lazio. Il ragazzo ha dimostrato di essere già pronto per imporsi a livelli piuttosto alti e l'età è dalla sua. Sarebbe opportuno non lasci la Grecia almeno per un'altra stagione in modo tale che possa giocare con continuità senza la pressione delle grandi platee europee.








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