venerdì 30 settembre 2011

Thomas Kalas


Nome: Thomas Kalas
Data di nascita: 15 Maggio 1993, Olomouc
Nazionalità: Repubblica Ceca
Altezza: 1,84 cm
Piede preferito: destro
Squadra: Vitesse, Eredivisie (in prestito dal Chelsea)
Ruolo: Difensore, difensore centrale, terzino destro
Valore: 3.000.000 €



La Repubblica Ceca sforna da anni talenti importanti come Necid, Kladec e Vydra. Ma uno dei più interessanti giovani cechi è proprio il difensore del Vitesse, in prestito dal Chelsea, Thomas Kalas.
Kalas ha iniziato la sua carriera calcistica in patria con il Sigma Olomouc. Ha esordito in una partita ufficiale in prima squadra il il 5 Maggio 2010 contro lo Slovan Liberec. Il 7 Luglio dello stesso anno il Chelsea gli fa firmare un contratto da professionista con scadenza 2014. I Blues pagano ben 5,2 milioni di sterline per accapararsi il forte difensore centrale, ma decidono di lasciare il giovane ancora un pò nel Sigma. A Gennaio 2011 però il Chelsea lo richiama e il giocatore viene inserito nella squadra di riserva, con la quale debutta il 21 Febbraio contro l'Aston Villa. Quest'estate poi i dirigenti del Chelsea decidono che il calciatore deve fare esperienza e deve crescere. Perciò lo mandano in prestito alla squadra satellite del Vitesse in Eredivisie, dove in passato aveva mandato in prestito anche Rakovic.

Per Kalas 6 presenze con il Sigma Olomouc, una presenza con il Chesea riserve e una con il Vitesse in Eredivisie.
Si tratta di un difensore centrale molto veloce e bravo nell'anticipo. Proprio grazie alla sua capacità di corsa viene schierato anche come terzino destro, ma il ruolo più adatto a lui è proprio quello di centrale. Ha un fisico importante per un 18enne, ma non riesce ancora a sfruttarlo al meglio. Bravo nell'elevazione, sa inserirsi sui calci piazzati con i tempi giusti.
Ha giocato per quasi tutte le nazionali giovanili della Repubblica Ceca. Infatti può contare ben 12 presenze condite da una rete con l'Under 17 con la quale ha esordito il 5 Dicembre 2009. L'esordio con l'Under 18 è databile il 24 Agosto 2010, 3 presenze per lui. Ha esordito con l'Under 19 il 19 Maggio del 2011 e può contare 5 presenze e una rete. E' stato già convocato per l'Under 21 ma ancora non ha esordito.

Il ragazzo è stato pagato forse un pò troppo, ma la valutazione di 6 milioni di euro è dovuta alla concorrenza di Milan, Arsenal, Bayer Leverkusen e Hoffenhaim. Il Chelsea punta molto sul calciatore e per questo ha deciso di mandarlo in prestito al Vitesse, in un campionato dove può crescere e fare esperienza senza problemi.
Kalas proprio per le sue caratteristiche tecnico-fisiche somoglia molto a Pujol del Barcellona. Bravo come lui nell'elevazione, nell'anticipo e veloce, può considerarsi un simil David Luiz.





mercoledì 28 settembre 2011

Gli stipendi della Serie A italiana 2011

Come leggere i numeri di queste tabelle? Le cifre accanto a ogni calciatore sono relative allo stipendio base percepito
dallo stesso, al netto cioè delle tasse e degli eventuali premi individuali o di squadra. Il monte ingaggi accanto a ogni squadra, invece, è calcolato al lordo: oltre agli stipendi netti, infatti, i club si fanno carico anche di tasse, dei premi ed eventualmente
a partecipazioni al pagamento di ingaggi di atleti militanti in altri club (prassi che capita spesso in caso di prestiti dalle big). Una parte variabile che porta un aggravio di spesa alle società fino al 25%.

(Clicca la tabella per vederla ingrandita)
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La Serie A continua a viaggiare al di sopra dei propri mezzi. Nella stagione 2009-10 il deficit aggregato è stato di 251 milioni. Il 68% del fatturato se ne va per pagare i dipendenti ma in alcuni casi raggiunge il 100%: così non va. Visto che il salary cap è utopia per il sistema calcistico europeo, ci vorrebbe un gentlemen agreement tra i club per calmierare gli stipendi. E invece i nuovi ricchi hanno alzato l’asticella. In Italia, però, i Berlusconi e i Moratti hanno deciso di chiudere i rubinetti: l’Inter ha già iniziato a
tagliare, il Milan lo farà. Prendete la Juve: è vero che il monte stipendi è diminuito, ma nel costo del lavoro si calcolano pure le «buonuscite», tecnicamente gli incentivi all’esodo dei vari Camoranesi e Trezeguet. Così nel bilancio intermedio al 31 marzo è stato registrato addirittura un aumento delle spese per il personale: da 94 a 97,5 milioni. Questo per dire che le politiche di risparmio richiedono tempo, molto tempo.





(Fonte: Gazzetta dello Sport)

lunedì 26 settembre 2011

Gonzalo Barreto


Nome: Gonzalo Barreto Mastropierro
Data di nascita: 22 Gennaio 1992, Montevideo
Nazionalità: Uruguay con passaporto italiano
Altezza: 1,73 cm
Piede preferito: destro
Squadra: Lazio Primavera - Campionato Primavera Girone C
Ruolo: Attaccante, seconda punta
Valore: 1.000.000 €



Il Sud America è da tempo riconosciuto per la produzione dei talenti. Ancora di più l'Uruguay, paese abbastanza piccolo che però ha una percentuale altissima di talenti. Negli ultimi anni si sono messi in mostra Diego Polenta e Edinson Cavani, ma è solo questione di tempo e anche il giovane Gonzalo Barreto, attaccante della Lazio, dimostrerà il suo valore.

Barreto è cresciuto nelle giovanili del Danubio di Montevideo. Ha esordito nella Primera Division a soli 17 anni contro il Tacuarembò. Grande prestazione per lui che ha conquistato il rigore grazie al quale il Danubio ha vinto la partita. Nel Danubio mette in mostra le sue qualità realizzative e, nonostante la giovane età, in 11 presenze fa ben 6 gol. Viene acquistato dal Danubio nell'agosto del 2009 per tre milioni di euro. Trattandosi di un giocatore minorenne, proveniente da federazione estera, non può essere tesserato prima del compimento del 18° anno di età e deve pertanto attendere la riapertuta delle liste di trasferimento di gennaio 2010. Il tesseramento avviene, infatti, a fine gennaio 2010. Il 20 luglio durante il ritiro con la squadra il giocatore apprende che la madre è stata uccisa dal suo convivente a sua volta suicidatosi. Una notizia che avrebbe potuto destabilizzare il ragazzo che è stato molto seguito dai compagni e dalla Lazio intera che si è stretta attorno a lui e lo ha protetto e gli ha concesso tutto il tempo necessario per superare il gravissimo trauma. Così il suo esordio con la squadra Primavera della Lazio avviene il 6 Febbraio 2010 nel Torneo di Viareggio.

Con la Lazio Primavera ha giocato già 22 partite, condite da 5 reti.

Le sue caratteristiche principali sono il fiuto del gol, la rapidità e l'impegno. Ha un gran destro che riesce a sfruttare anche dalla distanza. In patria lo accostano a Diego Forlan, ma lui si ispira a Lionel Messi. Infatti è un attaccante di movimento, il classico attaccante stile spagnolo, che preferisce sfruttare gli spazi invece di proteggere la palla. Bravo anche nel dribbling. Deve leggermente migliorare nel fisico e soprattutto gli manca l'esperienza giusta per giocare in Serie A.

Ha partecipato al Campionato sudamericano di calcio Under-15 2007 segnando 2 gol al Perù e 3 gol all'Argentina, risultando capocannoniere della propria squadra, e al Campionato sudamericano di calcio Under-17 2009 arrivando terzo con la sua nazionale e segnando 4 gol risultando cosi il capocannoniere della sua squadra e vicecapocannoniere della manifestazione. Ha disputato il Campionato mondiale di calcio Under-17 2009 in Nigeria. In totale 2 reti in 6 presenze con l'Under-16 e 4 reti in 9 presenze con l'Under-17.

Barreto aveva svolto un provino con il Chelsea e uno con il Real Madrid, ma le dirigenze dei due grandi club europei non lo consideravano adatto e pronto per un'esperienza simile. La Lazio l'ha strappato alla forte concorrenza del Genoa. I biancocelesti puntano forte sul calciatore che però viene seguito dal Valencia in Spagna e dal Napoli in Italia.

E' un giocatore dal grandissimo talento. Attaccante completo, per il fisico e le caratteristiche tecnico-tattiche è perfetto per il calcio spagnolo. Esagerato paragonarlo a Forlan, somiglia di più a Zarate.








Pubblicato il 26/09/2011

domenica 25 settembre 2011

Le foto della settimana

Neymar e Robinho: i brasiliani hanno uno stile tutto loro...


Mario Balotelli: ma Mario non va d'accordo nemmeno con i propri gusti? Molto "Piume di struzzo" comunque...


Gennaro Gattuso: una benda attaccata all'occhiale sinceramente è la prima volta che la vediamo.

venerdì 23 settembre 2011

Concluso il sondaggio: "Qual'è il miglior vivaio Nazionale?"...Spagna


Si è concluso il sondaggio che vi chiedeva quale fosse il vivaio Nazionale migliore, quello che si è maggiormente distinto per gli sforzi ed i risultati ad esso connessi, e che ha avuto il maggior impatto nella Nazionale maggiore e in quelle giovanili.
Il risultato è pienamente a favore della Spagna che conquista il 45% delle vostre preferenze, questo dovuto sia all'impatto che ha avuto il Barcelona non solo nel calcio spagnolo ma ad ogni livello con la maggioranza dei giocatori "costruiti" in casa dei quali moltissimi catalani DOC, sia della Nazionale maggiore che ha conquistato con tutti i favori dei pronostici il Campionato Europeo del 2008 e il Mondiale sudafricano del 2010. A tutto ciò bisogna aggiungere la convincente vittoria nell'Europeo Under21 del 2011, la bella prestazione al Mondiale Under20 a cui le giovani furie rosse hanno perso ai quarti di finale contro il Brasile ai calci di rigore e al secondo posto all'Europeo Under19 del 2010.
In tutto il movimento calcistico spagnolo qualcosa è cambiato negli ultimi anni, i lavori e gli sforzi sono stati molti ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti e attualmente la Spagna si merita altamente il primo posto nel ranking FIFA per Nazioni.

Ecco le percentuali del sondaggio "Qual'è il miglior vivaio Nazionale?" scaduto il 23 settembre 2011:

1)Spagna (45%)
2)Brasile (28%)
3)Germania (15%)
4)Messico (1%)
5)Argentina (1%)
6)Francia (1%)
7)Ghana (1%)
8)Olanda (1%)
9)Colombia (0%)
10)Nigeria (0%)


Una menzione spetta anche alla seconda classificata: il Brasile, da sempre forse la più grande fucina di talenti mondiale non può competere con lo strapotere economico Europeo e ha fatto dell'allevamento dei giovani campioni una vera e propria arte. Le Nazionali verdeoro di qualunque categoria sono sempre state al top in ogni competizione, ed i 5 Campionati del Mondo sono l'esempio maggiore delle enormi qualità dei brasiliani nel crescere giocatori di talento. Ma d'altronde in Brasile il calcio è più che una religione più che in ogni altro Paese del mondo, come dice un famoso detto: "Se il calcio ha un'anima essa è a Copacabana".

Non bisogna inoltre mancare di citare la terza classificata: la Germania, forse la numero uno al mondo come tecniche e modalità di lavoro. Ciò si rispecchia nell'impatto che hanno le Nazionali tedesche assolute protagoniste di ogni competizione sia a livello maschile che femminile. La Germania dovrebbe essere un punto di arrivo nel modus operandi di molti Paese, un tempo calcisticamente nobili, ma che hanno perso in qualche modo la strada corretta nell'operare.


Nel prossimo sondaggio Prossimi Campioni vi chiede: "Qual'è il giovane che più impressionerà nel Campionato 2011/2012?"

Le scelte a disposizione sono:

-Gabriel Torje (Udinese), appena arrivato e già elemento fisso negli schemi di Guidolin. A lui il difficile compito di non far rimpiangere Sanchez accanto al sempiterno Di Natale.

-Elijero Elia (Juventus), oggetto del mistero in questo inizio di campionato scoppiettante dei bianconeri. Le qualità ci sono resta da valutare l'impatto con gli schemi di Conte.

-Stephan El Shaarawi (Milan), debutto col botto e gol del pareggio contro l'Udinese. Dopo la bella annata a Padova vuole imporsi da protagonista anche in rossonero, la personalità c'è.

-Ricky Alvarez (Inter), con Gasperini faceva un po l'esterno un po il centrale, adesso con Ranieri potrebbe finalmente trovare la sua dimensione negli schemi dell'Inter. Di talento per esplodere ce n'è in abbondanza.

-Arturo Vidal (Juvenus), arrivato a Torino in punta di piedi, nonostante il diverbio Marotta-Rumenigge, ha dimostrato subito di che pasta è fatto e Conte pare apprezzavlo molto. La sua duttilità potrebbe essere una fortuna per la Juve

-Bojan (Roma), di presentazione ne necessità poche, arrivato direttamente da Barcelona in cerca di riscatto dopo un periodo buio. Una volta assimilato il calcio italiano potrebbe essere devastante, se si decidesse a esplodere definitivamente.

-Erik Lamela (Roma), tra tante pretendenti la spuntano i giallorossi. Un po martoriato da piccoli infortuni fastidiosi in questo inizio di Campionato resta la vera incognita a Trigoria.

-Eran Zahavi (Palermo), piccolo-grande colpo di Zamparini e del suo entourage. Le qualità ci sono basti vedere il "Golazo" rifilato al Cagliari dopo venti secondi.

-Maxi Moralez (Atalanta), il più basso giocatore del campionato dall'"alto" dei suoi 160cm ha incantato tutti al debutto contro il Genoa realizzando una splendida doppietta. Con 3 gol in 4 partite finora giocate pare che l'Atalanta abbia fatto un vero colpaccio.

Mattia Perin


Nome: Mattia Perin
Data di nascita: 10 novembre 1992, Latina
Nazionalità: Italia
Altezza: 188cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Padova Calcio - Serie B (in prestito dal Genoa)
Ruolo: Portiere
Valore: 800.000€



Il lavoro che ha fatto il Genoa nel settore giovanile, e l'impatto che hanno avuto questi giocatori in Serie A e B, ha pochi eguali nel nostro campionato. Il talento più grande, Stephan El Shaarawi sembra destinato a una bella carriera, il giovane difensore Diego Polenta è conteso nientemeno che dal Barcelona in persona e il giovane attaccante Yadom Boakye sta ben figurando al Sassuolo in Serie B con una partenza strepitosa. Un altro giovane ha avuto modo di affacciarsi alla lega maggiore con la maglia rossoblu prima di andare a fare esperienza in B a Padova, un'altra società che sui giovani punta molto. Stiamo parlando del portiere Mattia Perin che ha ricevuto elogi sia da parte del Genoa con il Presidente Enrico Preziosi che più volte ha ribadito le intenzioni di tenere il giocatore a Genova, resistendo alle pressioni di alcune squadre d'oltremanica, che da parte di suoi colleghi, alcuni oramai in pensione, che a più riprese hanno ben parlato delle qualità del giovane portiere di Latina.

Il Genoa acquista il giovane portiere nel 2008, prelevandolo dalla Pistoiese, e lo aggrega subito alla selezione Primavera viste le sue ottime qualità. Nella stagione 2009/2010 la selezione genoana vince il Campionato di categoria, con Mattia grande protagonista in positivo, e si aggiudica la manifestazione con la miglior difesa del torneo. Disputa con la Nazionale Under17 il Campionato Europeo di categoria nel 2009, concluso al terzo posto, giocato interamente da titolare, eccetto una partita dove ha dovuto scontare un turno di squalifica. Proprio durante l'Europeo molte squadre cominciano ad interessarsi al giovane portiere e arrivano le prime richieste di informazioni al Genoa, che ribadisce la volontà a non privarsi del giocatore. Sempre nel 2009 è ancora titolare della Nazionale italiana al Mondiale Under17, dove gli azzurrini vengono eliminati ai quarti di finale dalla Svizzera, ma Mattia viene consacrato come uno dei migliori portiere dell'intero Campionato.
Dopo la vittoria del Campionato Primavera viene aggregato alla prima squadra come terzo portiere, andando in panchina in quattro occasioni e debuttando nel massimo campionato all'ultima giornata della stagione 2010/2011 contro il Cesena. Partita vinta 3-2 dai rossoblu e il giovane Perin autore di una buona prestazione con due parate decisive. Nell'estate 2011 il Genoa si accorda con il Padova per la cessione in prestito del portiere con diritto di riscatto per i padovani e controriscatto per i genoani.
L'11 agosto 2010 in occasione dell'amichevole tra l'Italia Under21 e i pari età della Danimarca, Perin fa il suo debutto ufficiale a soli diciassette anni.

Mattia è un portiere dall'ottimo potenziale, dotato di un ottimo atletismo riesce con sicurezza a coprire tutto lo specchio della porta, inoltre è un vero specialista nelle uscite. Dispone di un ottimo tempismo e notevoli riflessi.
Come ogni ruolo che concerne la fase difensiva il bisogno di giocare e quindi di accumulare esperienza ad alti livelli è fondamentale per un giocatore, in quest'ottica l'esperienza a Padova non potrà che fargli bene per farlo trovare ancora più pronto al ritorno in Serie A.

Come già detto è un elemento molto apprezzato dai vari Commissari Tecnici delle Nazionali giovanili. Mattia conta infatti 12 presenze in Under17, 4 in Under18, 6 in Under19 e 2 in Under21 a vent'anni ancora da compiere.

Il Genoa ha sempre detto di puntare molto sul giovane portiere e proprio in quest'ottica a resistito alle offerte sia delle squadre straniere che di quelle italiane interessate al ragazzo. L'obbiettivo è quello di fargli fare quanta più esperienza possibile per farlo poi tornare al Ferraris a difendere i pali dei grifoni.



Intervista di Mattia al termine della partita del debutto contro il Cesena






Pubblicato il 23/09/2011

mercoledì 21 settembre 2011

Un allenatore contro tutti, Zdenek Zeman


"A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un'industria e sempre meno un gioco"

Con questa frase si può racchiudere il pensiero di un grande allenatore del mondo del calcio degli ultimi 30 anni, sempre in contrasto con tutti. Zdenek Zeman, saggio e irriverente nello stesso tempo, ha senza alcun dubbio scritto le pagine della storia del calcio, non solo a livello tattico e di calcio giocato, ma proprio riguardo il pensiero morale e pedagogico di questo sport.
Zdenek Zeman nasce a Praga il 2 Maggio 1997, in un quartiere residenziale sulle rive della Moldavia. Il padre Karel era primario ospedaliero mentre la madre, Květuše Vycpálková, era una casalinga.
Nel 1968 parte insieme con la sorella Jarmila per andare a trovare lo zio materno Čestmír Vycpálek, ex allenatore della Juventus, in Sicilia. Proprio in questo periodo l'URSS invade Praga e lui così è costretto a rimanere in Italia. Qui ottiene la cittadinanza italiana nel 1975. Ma non solo. All'ISEF di Palermo si laurea con una tesi sulla medicina dello sport con il massimo voti.Proprio in questi anni comincia la sua carriera da allenatore, accettando la panchina del Cinisi, squadra di dilettanti di un paese alla periferia di Palermo. Fa esperienze anche allenando il Bacigalupo, il Carini, il Misilmeri e l’Esakalsa.
Nel 1979 prende il patentino a Coverciano. Da professionista, grazie all'intervento dello zio, entra nelle Giovanili del Palermo che allena fino al 1983. Grazie al gioco espresso dalla squadra da lui allenata, il presidente del Licata, Giuseppe Alabisio, decide di affidare la panchina della squadra proprio al tecnico boemo.
Arrivano i primi successi per Zeman. Dodicesimo il primo anno nel girone D della serie C 2, ottiene poi la promozione l'anno successivo. I numeri sono da capogiro: in 34 partite vanta 15 vittorie, 14 pareggi e solo 5 sconfitte; 58 gol realizzati contro i 30 subiti. Nel campionato 1985/86 si salva piazzandosi al dodicesimo posto del girone B della serie C 1.
Nel 1986 i fratelli Casillo assumono come consulente del Foggia Giuseppe Pavone, che affascinato dai metodi rivoluzionari di Zeman lo consiglia per la panchina pugliese che allena nella stagione 1986/1987 nel campionato di C1 ma viene esonerato alla ventisettesima giornata in quanto, secondo il presidente Casillo, si è già accordato con il Parma. Al Parma, in serie B, dura solo per 7 giornate di campionato. Viene esonerato dopo la vittoria in Coppa Italia sul Milan ai calci di rigore.
Ritorna in Sicilia dove allena nel 1988 il Messina in serie B, conquistando l’ottavo posto e scoprendo un grandissimo talento come Totò Schillaci, capocannoniere della cadetteria con 23 gol.
Il Foggia neopromosso in serie B, pentitosi per averlo mandato via, lo richiama a se' nel 1989: nasce così il "Foggia dei miracoli" con il presidente Casillo, il direttore sportivo Pavone ed il mister Zeman. Nella squadra pugliese gioca Beppe Signori che ripaga la fiducia del tecnico boemo con 14 gol, contribuendo così al raggiungimento dell’ottavo posto in serie B. Il Foggia dei miracoli nasce in realtà solo l’anno successivo quando Zeman, con un calcio spettacolare affidato all'intoccabile 4-3-3, conquista l'agognata promozione in serie A. Ancora una volta numeri strepitosi: 38 partite, 51 punti, 67 gol.
Allena la squadra pugliese per 3 anni in serie A conquistando, contro ogni previsione che lo voleva subito retrocesso, un nono, un undicesimo ed un nono posto sfiorando la qualificazione in Coppa Uefa. In questi anni scopre giocatori di grande livello come Signori e Schillaci, già citati, ma anche Baiano, Rambaudi, Shalimov, Petrescu e Chamot. Giocatori che poi faranno le fortune di altre squadre più prestigiose della modesta squadra pugliese.
Per la stagione 1994-1995 viene ingaggiato dalla Lazio. Il presidente Sergio Cragnotti decide di puntare sul tecnico per portare la Lazio al "tavolo delle grandi"; dopo anni di grigiore calcistico è la via del bel gioco quella che secondo Cragnotti porta in Paradiso.
Nella Lazio ritrova Beppe Signori e riesce a convincere il presidente biancoceleste ad acquistare Rambaudi e Chamot.
Nonostante il passaggio ad una squadra con maggiori ambizioni il mister non cambia i sistemi di allenamento, la filosofia è sempre la stessa: è solo con il lavoro che si possono ottenere dei risultati.
Con la compagine biancoceleste riesce ad ottenere buoni risultati, centrando al suo primo anno di Lazio il secondo posto, dopo aver battagliato per un certo periodo per lo scudetto ed offerto prestazioni esaltanti come il roboante 8 a 2 alla Fiorentina.
L'anno seguente raggiunge il terzo posto nel campionato scoprendo al centro della difesa il giovane Alessandro Nesta, futura perla del calcio italiano.
Il 27 Gennaio 1997 viene però esonerato dopo un avvio infelice con i biancocelesti, ma non senza sorprese. Ancora una volta è Zeman a scoprire uno dei talenti più fulgidi del calcio mondiale: Nedved.
Brutto e triste l’addio dalla Lazio, avvenuto durante l’annuale incontro fra allenatori e capitani di squadre a Coverciano, annunciatogli dai giornalisti.
6 Maggio 1997: il presidente della A.S. Roma Franco Sensi convoca Zeman all'Hotel Cicerone e gli propone la panchina giallorossa. Il mister accetta volentieri l'incarico e si prepara ad affrontare il campionato 1997/98 che dovrà segnare il rilancio della compagine Capitolina, giunta dodicesima l’anno precedente. Chiude la stagione al quarto posto con il miglior attacco della serie A, qualificando così la squadra per la Coppa Uefa.Nel Luglio del 1998 scoppia il caso doping. Zeman comincia la sua lotta personale contro tutti e per questo la squadra viene danneggiata durante la stagione. Troppi i rigori non dati e le decisioni arbitrali sfavorevoli alla Roma. Nonostante tutto Zeman riesce a portare la Roma al quinto posto. Ancora una volta miglior attacco del campionato.
E’ l’anno della consacrazione di Francesco Totti, scoperta di Zeman, Damiano Tommasi, Eusebio Di Francesco, A.C. Zago, Di Biagio e Delvecchio.
Alla fine della stagione però Sensi non conferma Zeman, che rimane quindi deluso dalla scelta del presidente giallorosso.
Il 6 Ottobre 1999 Zeman viene contattato dal presidente del Fenerbahçe Aziz Yildimir. Ovviamente il boemo accetta questa nuova grande sfida che però si conclude dopo solo tre mesi, quando il boemo, poiché la squadra di Istanbul ha conquistato solo tre vittorie, si dimette.
Ritorna così in Italia e il 16 Giugno 2000 diventa nuovo allenatore del Napoli, appena promossa in serie A. Però non c’è il feeling giusto con il nuovo presidente degli azzurri Corbelli che non accontenta le richieste del suo allenatore. Così i risultati non sono positivi e, dopo aver conquistato solo 2 punti in 6 partite, Zeman si dimette.
Lascia Napoli ma non la Campania. Infatti, Zeman il 2 Luglio 2001 viene presentato dalla Salernitana. Dopo un ottimo inizio di stagione e un proseguo con alti e bassi, la Salernitana chiude la sua stagione al sesto posto in serie B e con il terzo miglior attacco del campionato ma la peggior difesa del campionato. Per la prima volta nella storia della cadetteria la squadra con la peggior difesa non retrocede. Nonostante diverse riunioni volte a garantire al boemo le sue richieste, il 27 Dicembre 2002 la dirigenza salentina decide di interrompere il rapporto con Zeman.
Il 16 Giugno 2003 Zeman firma il contratto con l’Avellino, diventando così allenatore della squadra irpina. La stagione però è molto negativa e si conclude con la retrocessione della squadra e con il non rinnovo del contratto al boemo.
Per la stagione 2004-2005 Zeman torna in serie A e allena il Lecce. La squadra al termine della stagione si salva, grazie al secondo miglior attacco della serie A. Ancora una volta un record per Zeman: prima volta che nella massima serie italiana la squadra con la peggior difesa non retrocede. A Lecce scopre giocatori importanti come Mirko Vucinic e Valeri Bojinov, ceduto poi alla Fiorentina a metà stagione. Però c’è del bruciato sotto. Infatti, l’estate successiva sarà quella di Calciopoli, grazie al quale si scoprirà che il Lecce ha subito, nella stagione con Zeman come allenatore, molti torti arbitrali e situazioni sfavorevoli.
Il 5 Marzo 2006 però Zeman è pronto a tornare in sella e allena così il Brescia, ma solo per le restanti ultime 11 partite. La stagione non finisce con il botto (rimane in cadetteria) e Zeman non rinnova il contratto.
Il 21 Giugno 2006 succede l’incredibile. Infatti, dopo la clamorosa decisione della dirigenza pugliese nella stagione 2004-2005 di non rinnovare il contratto a Zeman nonostante l’importante piazzamento finale, Zeman torna ad allenare proprio il Lecce. Ma il boemo non riesce a ripetere le grandi cose fatte nell’esperienza passata e così, dopo 10 sconfitte in 18 partite, alla vigilia di Natale del 2006 viene esonerato.
Il 17 Giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa di Belgrado. I risultati però sono estremamente deludenti. Eliminazione dalla Coppa Uefa per mano dell’Apoel Nicosia e un punto in tre partite di campionato con zero gol segnati. Zeman viene così esonerato.
Dopo due anni di inattività Zeman torna ad allenare proprio la squadra che più di tutte gli ha dato grandi soddisfazioni. Il 20 Luglio 2010, infatti, Pasquale Casillo riacquista ufficialmente il Foggia e richiama come allenatore proprio Zeman, ricostruendo così la vecchia triade con Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Dopo aver concluso la stagione al sesto posto, con il miglior attacco e la peggior difesa, il 23 Maggio 2011 in conferenza stampa Zeman dichiara la sua avventura con il Foggia terminata perché deluso dai risultati conseguiti.
Il 21 Giugno 2011 diventa il nuovo allenatore del Pescara, neopromossa in B.
Dopo un quarto posto in campionato con la Roma, nel luglio del 1998 Zeman lancia la sua accusa di abuso di farmaci nei confronti del mondo del calcio. Le polemiche si estesero all'intero campionato italiano coinvolgendo lo stesso Zeman, a cui si imputò l'aver fatto assumere per pochi giorni la creatina ai giocatori della Lazio nel periodo durante il quale ne era allenatore. Da tali dichiarazioni di Zeman, ebbe luogo un’indagine diretta dal pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello che coinvolse diverse squadre, alcune anche molto importanti. Il 26 aprile 2005, la Camera di Arbitraggio dello Sport (CAS), su richiesta presentata dalla Commissione Scientifica Antidoping del CONI il 7 marzo dello stesso anno, sancì che «l'uso di sostanze farmacologiche che non sono espressamente proibite dalla legge sportiva, e che non possono essere considerate come sostanze simili o associate a quelle espressamente proibite non può essere sanzionato con provvedimenti disciplinari [...]».
L’organizzazione di gioco di Mister Zdenek Zeman è perfetta.
I movimenti difensivi del 4-3-3 di Zeman consistono nel pressare la palla e nel coprire gli spazi. I difensori sono quattro, schierati seguendo il profilo di una mezzaluna, ma i due esterni sono molto più inclini alla fase offensiva che a quella difensiva. Dei centrocampisti, il centrale è il fulcro di tutta la manovra, il regista della squadra, mentre i due laterali macinano chilometri per tamponare il gioco avversario, ma soprattutto per creare superiorità numerica sulle fasce, collaborando con il terzino e con l'attaccante, due mediani incontristi e incursori nello stesso tempo. I giocatori del tridente offensivo devono essere veloci e tecnici, sempre pronti a sfruttare le numerosissime occasioni da rete . Non esiste un unico finalizzatore delle azioni di attacco perché dipende dalla situazione che si crea sul campo. Comunque gli attaccanti devono tornare a coprire a centrocampo quando la sfera è in mano all’avversario, nei suoi movimenti difensivi infatti la posizione degli attaccanti laterali dipende da dove si trova la palla.
Un calcio dinamico quindi, in cui l’organizzazione domina sull’improvvisazione.
In un’intervista di qualche anno fa, Zeman spiegò i motivi del 4-3-3: "E' il modo più razionale per coprire gli spazi. E' geometria".
"Non c’è nulla di disonorevole nell’essere ultimi. Meglio ultimi che senza dignità"


Alcune perle del Boemo:

"Tutte le partite partono dallo 0-0, sta alla squadra cambiare il risultato"
"Non importa quanto corri, ma dove corri e perché corri."

"Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente."

"Dovrei parlare di arte? Di politica? Di economia? Io sono uno che sta nel calcio, se un giornalista viene da me lo fa perché vuole avere un'opinione competente, altrimenti fuori dal calcio io sono uno qualunque e il mio parere conta come quello di un contadino. Eppure dal contadino non va nessuno."

"Pretendo che ogni giocatore dia il meglio di se stesso, nel rispetto dell'esigenza di fare spettacolo. Se non vinciamo, nessun dramma. Mi basta che i ragazzi abbiano dato il massimo."

"Nel calcio non esistono più le bandiere: ormai comandano la politica e l'economia."

"Cosa cambierei se potessi tornare indietro? Niente, proprio niente, rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto. Né credo che questo esonero pregiudicherà il mio futuro di allenatore, il calcio che io insegno non finisce con la fine di questa mia esperienza parmense, qualcuno avrà ancora fiducia in me."

"Non ho rapporti con la stampa o la televisione. Voglio essere  giudicato per quello che faccio con la mia squadra, non mi interessano altre esibizioni."

"Raramente mi capita di dire una bugia. Per questo mi sento solo. E' un mondo, il nostro, in cui se ne dicono tante."
"Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole."
"La mia verità è la verità di tutti."


Zdenek Zeman





Pubblicato da Ben

lunedì 19 settembre 2011

Paco Alcacer



Nome: Paco Alcacer
Data di nascita: 30 agosto 1993, Torrent
Nazionalità: Spagna
Altezza: 1,74m
Piede preferito: Entrambi
Squadra: Valencia - Liga BBVA
Ruolo: Attaccante centrale
Valore: n/d

E' rischioso sbilanciarsi sul talento di ragazzini poco più che diciottenni, ma è impossibile non farlo con un giocatore come quello che vi proponiamo oggi: Paco Alcacer. Parliamo di uno degli attaccanti più prolifici del panorama giovanile spagnolo, e del giocatore di punta della cantera del Valencia, sempre ai vertici del calcio giovanile iberico al quale ha regalato giocatori come Angulo, Albiol, Navarro e David Silva.
Mentre la Spagna Campione del Mondo in carica, vince L'Europeo Under 21 con De Gea, Thiago Alcantara e Muniain, ecco che le nuove leve scalpitano, soprattutto in attacco con la punta del Valencia come protagonista assieme all'altra stella Juanmi del Malaga.

Francisco Alcácer García detto "Paco" nasce a Torrent, a 7 chilometri da Valencia ed entra fin da piccolissimo nelle giovanili della prima squadra della comunità valenciana. La scalata fino alla formazione B è repentina e costante e lo porta a debuttare a soli 16 anni nella seconda divisione spagnola, stagione 2009/2010. Con il Valencia B il ragazzo colleziona addirittura 15 presenze e segnando 3 reti che non sono bastate per evitare la retrocessione in terza divisione con una squadra imbottita di giovani.
La stagione successiva Alcacer è il grande protagonista con giocate da vero fuoriclasse, freddezza sotto porta e personalità da vendere: 39 presenze e 30 reti messe a segno. Il piccolo attaccante cresciuto a pochi passi da Valencia ha dimostrato di essere un vero e proprio tesoro per la società del presidente Manuel Llorente. L'11 novembre 2010 è arrivato anche il debutto con la prima squadra nella vittoria casalinga contro il Logroñés in Coppa del Re (4 a 1 e immancabile marcatura all'esordio da parte di Paco).
Quest'anno è stato stabilmente aggregato alla prima squadra ed è tenuto sotto costante osservazione dal tecnico Emery che lo reputa l'alternativa più intrigante alle punte Aduriz e Soldado.

Durante la preparazione estiva il piccolo Alcacer ha passato una notte terribile che inizialmente lo aveva riempito di gioia e successivamente si è trasformata in tragedia. Dopo il match amichevole contro la Roma al Mestalla, nel quale Alcacer aveva dato spettacolo e segnato la rete del 3 a 0 finale, il padre del ragazzo ha accusato una forte fitta al petto. Nell'accompagnare il figlio trionfante fuori dagli spogliatoi, l'uomo è stato colto da infarto e si è accasciato a terra tra le braccia del figlio. A nulla sono valsi gli interventi dei medici che hanno tentato di rianimarlo per oltre trenta minuti. Inutile dire che tutta la squadra si è stretta attorno al ragazzo che, disperato, ha visto morire il padre in una notte che doveva essere indimenticabile per ben altre motivazioni. Dopo alcuni giorni il giocatore è tornato ad allenarsi, sembra per scopi "terapeutici" al fine di superare il lutto e sfogare la rabbia per questo triste epilogo.

Paco Alcacer è un attaccante centrale brevilineo e molto freddo sotto porta. Ha caratteristiche tecniche importanti, infatti calcia molto bene con entrambi i piedi e grazie al baricentro basso è molto rapido anche palla al piede. Assomiglia moltissimo ad un'altra stella indimenticata che ha vestito la camiseta del Valencia, David Villa e in molti sperano che possa ripercorrere le sue orme non solo con la squadra di Emery ma anche con la Spagna.
A proposito di nazionale, il ragazzo vanta uno score invidiabile con tutte le selezioni nelle quali è stato convocato: 14 reti in 11 presenze con la Spagna Under 17, 5 reti in 3 presenze con l'Unger 18 e 4 reti in 7 presenze con l'Under 19 Campione d' Europa di categoria (3 a 2 in finale alla Repubblica Ceca e doppietta proprio di Alcacer). Scontato il suo imminente approdo in Under 21.

Il Valencia sta tentando in tutti i modi di blindarlo. Al momento sembra che il giocatore sia sotto contratto fino al 2014 con una clausola rescissoria pari a 9 milioni di €, anche se i vertici del club di Llorente sono sul punto di sottoscrivere un nuovo contratto con aumento della stessa. In Spagna il Villareal e il Real Madrid hanno fatto più di un sondaggio e il Barcellona si è addirittura spinto ad offrire 3 milioni di € per portarlo subito in Catalogna e fargli fare una stagione nel Barca B, ma il Valencia ha resistito nonostante i problemi. Sulle tracce di Alcacer ci sono principalmente Arsenal, Bayern Monaco, Manchester United, l'onnipresente Manchester City e le italiane Inter e Roma. Sarà difficile che lasci Valencia a gennaio e probabilmente si cercherà di trattenerlo anche la prossima stagione, ma il ragazzo è in rampa di lancio e può davvero arrivare in alto.





domenica 18 settembre 2011

Le foto della settimana

Daniele De Rossi: versione Trainspotting per un giovane De Rossi agli inizi in maglia giallorossa. Ve lo immaginate che corre per la vie di Roma con Born Slippy degli Underworld come colonna sonora?


Carles Puyol e fidanzata: la Bella e la Bestia. La fidanzata sta aspettando cada l'ultimo petalo della rosa.


Wayne Rooney: pensate la gioia del giovane Wayne quando una mattina di qualche settimana fa si è guardato allo specchio e ha visto molti più capelli...

venerdì 16 settembre 2011

Jeffrey Bruma


Nome: Jeffrey Bruma
Data di nascita: 13 novembre 1991, Rotterdam
Nazionalità: Olanda
Altezza: 1,86m
Piede preferito: Destro
Squadra: Amburgo - Bundesliga (in prestito dal Chelsea)
Ruolo: Difensore centrale, terzino destro
Valore: 2.000.000 €



L'Olanda è un paese straordinario per i talenti del calcio che esprime, e raccoglie solo in parte le fortune di vivai calcistici sempre moderni e concreti. Questo è dovuto non solo ad una nazionale che possiede sempre tutto per vincere, ma che si disunisce spesso sul più bello, ma soprattutto alla minore potenza economica dei club olandesi che non riescono a mantenere i propri talenti e si trovano costretti a cederli, abbassando inevitabilmente il livello dell' Eredivisie (campionato di serie A olandese). Un esempio lampante può essere la gloriosa formazione del Feyenoord di Rotterdam che ogni anno si trova costretta a far fronte a problemi finanziari cedendo le numerose stelle del proprio efficientissimo vivaio. L'ultimo è stato Luc Castaignos, uno dei più promettenti attaccanti del panorama mondiale, ceduto all'Inter per una cifra irrisoria (attualmente i nerazzurri lo stanno facendo crescere tranquillamente a Milano, proteggendolo dalle pressioni).

Ma oggi parliamo di un altro talento scuola Feyenoord, letteralmente scippato dal Chelsea alla tenera età di 15 anni: Jeffrey Bruma.
Jeffrey Kevin van Homoet Bruma è uno di quei difensori che sembrano possedere tutte le caratteristiche necessarie per fare una carriera da campione. Nasce a Rotterdam da genitori originari del Suriname ed entra presto nel settore giovanile del Feyenoord, una delle formazioni più titolate d'Olanda assieme a PSV Eindhoven e ovviamente Ajax (inoltre il Feyenoord è l'unica squadra olandese a non essere mai retrocessa). Dopo aver mostrato parte del suo grande potenziale, viene contattato direttamente dagli emissari del Chelsea che stavano rastrellando l'Europa in cerca di talenti da portare nella loro academy, sfruttando la possibilità di offrire grosse somme di denaro a dei giovanissimi e di poterli prelevare pagando solo un indennizzo (non essendo loro ancora professionisti). Bruma accetta la proposta del club londinese e nel 2006 passa ai Blues per la cifra irrisoria di 100.000 sterline.

In Inghilterra il ragazzo dimostra subito di che pasta è fatto e ci mette pochissimo ad imporsi come uno dei più giovani giocatori ad essere inseriti nella squadra riserve. Nella stagione 2007/2008 gioca tutte le partite dell' FA Youth Cup (l'FA Cup dei giovani compresi tra i 15 e i 18 anni) e si deve arrendere solo in finale contro il Manchester City (4 a 2 per i Citizen). La stagione 2008/2009 disputa un ottimo Campionato riserve, venendo spesso aggregato alla prima squadra negli allenamenti, e nella stagione successiva entra ufficialmente nella rosa dell'ex tecnico del Chelsea Carlo Ancelotti (strappando anche un posto in lista Champions ed una panchina nel match con il Porto). Il debutto in prima squadra arriva alla decima giornata, il 24 ottobre 2009 nella vittoria casalinga dei Blues (5 a 0) contro il Blackburn Rovers. Nel 2010 vince l' FA Youth Cup battendo l'Aston Villa 3 a 2 ed entra stabilmente nella rosa di Drogba e compagni, strappando un'altra presenza in campionato. Nel gennaio 2011 il Chelsea lo cede in prestito al Leicester City in Premiership (campionato assai difficile per i giovani) e conclude la stagione alternando ottime prestazioni a presenze abbastanza dignitose. Nella sessione di mercato per la stagione 2011/2012 il Chelsea lo cede in prestito in Germania all'Amburgo per due stagioni per dargli modo di crescere e tornare, probabilmente come sostituto del capitano Terry. Ad ora 2 buone presenze con la squadra di Oenning in questo inizio di stagione.

Bruma è un difensore centrale molto forte fisicamente e dotato di una buonissima tecnica di base. Le sue caratteristiche gli permettono di ricoprire anche il ruolo di mediano e la sua discreta rapidità, a dispetto di una stazza imponente, gli permette anche di giocare come terzino destro. Il ragazzo è molto bravo nei calci piazzati e in generale nelle palle alte, ha un buon senso della posizione e discreta scelta dei tempi. E' sicuramente in possesso di un grande talento e se limita la sua irruenza può diventare un pilastro del Chelsea e della Nazionale olandese. Ha bisogno di giocare ad alto livello e fare esperienza in modo tale da poter rappresentare una sicurezza anche se già ora è piuttosto affidabile ad alti livelli.

Ha fatto tutta la trafila delle selezioni olandesi: 6 presenze in Under 17, 6 in Under 19 e 13 con l'Unger 21 (da capitano). E' stato recentemente convocato dal C.t Van Marvijk con la Nazionale maggiore ed ha debuttato al fianco di Sneijder, Robben e compagni nel pareggio in amichevole contro l'Ucraina. Ad ora ha collezionato 2 presenze con l'Olanda e i media orange sostengono rappresenti il prossimo centrale titolare dei vice-campioni del Mondo.
Bruma è un talento di livello assoluto e può benissimo essere annoverato nella lista dei difensori della nuova generazione, e cioè potenti, veloci e dotati anche di discreta tecnica. Assomiglia vagamente al belga Vincet Kompany ma probabilmente è leggermente meno pulito negli interventi e probabilmente più potente. Deve crescere tanto per difendere in una Big, ma l'età e il talento sono dalla sua parte.





mercoledì 14 settembre 2011

I 10 giocatori più brutti

Molto spesso abbiamo l'immaginario del calciatore belloccio, in forma fisicamente che ha successo con le donne. Ma in altri casi può capitare che quello che madre natura ti dona in talento lo può togliere da altre parti, come ad esempio il fascino o la bellezza. La rubrica di oggi è dedicata a quei giocatori che non si possono propriamente definire affascinanti, anzi tutt'altro, oggi ProssimiCampioni vi propone la classifica dei 10 giocatori più brutti degli ultimi anni.

10 classificato: Dirk Kuyt

L'olandese del Liverpool non può proprio essere considerato un bel ragazzo, pensare che il Sun l'avevo inserito al terzo posto nella classifica dei più brutti della Premier.


9 classificato: Robert Prosinecki

Centrocampista di sostanza che ha militato tra le altre anche nel Real Madrid e nel Barcelona.


8 classificato: Trifon Ivanov

Ex Nazionale bulgaro negli anni 90, pare abbia spopolato con la sua caratteristica barba. Noi ci chiediamo come?


7 classificato: Martin Skrtel

Per la gioia delle tifose del Liverpool ecco un altro Reds nella nostra classifica. Martin non è proprio Mister Slovacchia, ma il suo lavoro lo sa fare.


6 classificato: David Hopkin

In caso ve lo stiate chiedendo: si è inglese!


5 classificato: Luke Chadwick

Ed ecco a voi colui che a detta di tutti è stato il più brutto giocatore ad aver vestito la maglia di una qualunque selezione Nazionale inglese, anche se solo Under21. Ci credereste mai che è stato la riserva di David Beckham?!


4 classificato: Ronaldinho

Servono presentazioni?


3 classificato: Iain Dowie

La medaglia di bronzo va al giocatore più brutto di tutto il Regno Unito. Direttamente dal Nord Irlanda, l'ex allenatore di QPR e Hull City, Iain Dowie.


2 classificato: Carlos Tevez

Non poteva mancare Carlitos, da noi affettuosamente soprannominato "Blanka", in onore della somiglianza con il noto personaggio della saga Street Fighter.


1 classificato: Franck Ribery

Non poteva che non vincere lui. Tanto forte quanto poco affascinante, la medaglia d'oro gli appartiene di diritto.





Si ringrazia Silvia per aver suggerito l'argomento della rubrica odiera.

lunedì 12 settembre 2011

Gabriel Appelt Pires


Nome: Gabriel Appelt Pires
Data di nascita: 18 Settembre 1993, Resende
Nazionalità: Brasile
Altezza: 184 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Juventus Primavera - Campionato Primavera Girone A
Ruolo: Centrocampista, mediano
Valore: 50.000€



La Juventus in Brasile non aveva puntato solo sul trequartista Lucas Piazon, andato poi al Chelsea per 7,5 milioni di euro, ma anche su i fratelli Appelt Pires, Gabriel e Guilherme. Ma il più interessante dei due è proprio il primo e più giovane dei fratelli Appalt Pires, ossia Gabriel. Il centrocampista brasiliano è stato pagato 2 milioni di euro (1 milione il fratello) più bonus, ma sicuramente sono soldi ben spesi.

Nato calcisticamente nel Resende, squadra di un sobborgo vicino Rio de Janeiro, Gabriel è stato aggregato in Prima squadra nel corso della Coppa del Rio dello scorso anno. Da lì, è iniziata una velocissima scalata. Ha iniziato in realtà come terzino sinistro, è stato il tecnico dei bianconeri (Resende) a trasformarlo in centrocampista. Ha fatto parlare di sé soprattutto dopo la partita contro il Flamengo, appiccicandosi come un mastino al Gaucho Ronaldinho. Ma non solo ha annullato l’ex Pallone d’Oro 2005. Infatti, Gabriel ha fatto altre prestazioni di grandissimo livello come quella contro il Vasco da Gama, dove ha annichilito Carlos Alberto e Felipe, fonti del gioco offensivo della squadra avversaria.

Gioca come centrocampista difensivo. nonostante sia molto bravo nell’interdizione e nel recuperare palloni, ha un piede sinistro davvero notevole che gli permette di far ripartire velocemente l’azione con lanci lunghi e precisi. Bravo anche nel supportare la manovra d’attacco con passaggi filtranti grazie alla sua eccezionale visione di gioco. Gli manca un po’ di esperienza.

Il giocatore, come detto, è stato acquistato dalla Juventus per una cifra molto alta. Strappato alla concorrenza dell’Inter, che avrebbe voluto ripetere l’ottima operazione effettuata in precedenza con Coutinho. Piaceva anche in Spagna al Villareal e in Inghilterra all’Arsenal e al Liverpool.

Considerando le sue capacità difensive ed offensive, è il prototipo del centrocampista completo. Infatti riesce a unire entrambe le sue capacità difensive ed offensive senza perdere niente in una fase né nell’altra. Somiglia un po’ a Cambiasso e un po’ a Pizarro. Se continuerà a lavorare con umiltà potrà raggiungere i livelli dei due giocatori prima citati.



domenica 11 settembre 2011

Le foto della settimana

Puntata "HOT" di: Le foto della settimana!

Frank Ribery: sappiamo che questo francese ha sempre avuto un gran bel vizzietto...


Cristiano Ronaldo: in quel di Manchester... Non vogliamo sapere.


David Beckham: c'è poco da scherzare, abbiamo pensato tanto prima di pubblicare questa foto ma non possiamo non sputtanare uno cha fa una foto del genere. Lasciamo a voi i commenti... Ci viene solo da dire: "ma è possibile... ?"

venerdì 9 settembre 2011

M'Baye Niang


Nome: M’Bayer Niang
Data di nascita: 19 Dicembre 1994, Meulan
Nazionalità: Francia (con passaporto senegalese)
Altezza: 1,84 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Caen, Ligue 1
Ruolo: Attaccante, seconda punta, prima punta, trequartista
Valore: 1.000.000 €



Dopo Varane, Kakuta e Sanogo, ecco l’altro enfant prodige del calcio francese. Si tratta dell’appena 16enne attaccante del Caen, M’Baye Niang.
Nato il 19 dicembre del 1994 a Meulan-en-Yvelines, Ile de France, inizia a tirare i primi calci ad un pallone all’età di sette anni, quando entrò a far parte della scuola calcio del C.O. Basse-Seine Les Mureaux. Dopo un paio d’anni, quindi, ecco il suo passaggio nell’AS Poissy, società semi-professionistica piuttosto importante della sua regione. A 13 anni, infine, ecco il definitivo salto di qualità: David Lasry e Laurent Glaize si accorgono di lui e restano impressionati, decidendo così di portarlo a Caen. Due soli anni e Niang debutta nella squadra riserve, attirando su di sè l’attenzione dei tecnici federali. Che non perdono un minuto, e lo rendono uno dei punti forte delle rappresentative giovanili under 16 e 17. Le sue doti impressionano tutti così che Jean-François Fortin, Presidente della società, decide di fargli firmare, nel corso dello scorso febbraio, un contratto, rendendolo, così precocemente, un professionista. Debutta il 24 aprile seguente, quando dopo aver realizzato cinque reti in sedici match nel Championnat Amateur de France col Caen B viene promosso in pianta stabile nella rosa a disposizione di Franck Dumas e Patrice Garande. Che ne fanno quasi subito un titolare assoluto. La sua prima rete arriva invece il 7 maggio contro il Lens. Questa rete, per altro, lo rende, secondo France Football, il secondo più giovane marcatore nella storia della Ligue 1 dopo Laurent Roussey. Segna di nuovo contro il Rennes dopo soli quattro giorni.

Può contare già 3 reti in 10 presenze con il Caen.
Attaccante che all'occorrenza può fungere da trequartista, Niang possiede un fisico notevole per la sua età. Tecnicamente discreto, riesce a saltare gli avversari con estrema facilità nonostante la stazza e si serve del possente fisico per difendere con caparbietà il possesso del pallone. E' un calciatore che parte dall'esterno e si accentra per provare la conclusione. Deve sicuramente acquistare esperienza. Troppo evidenti i suoi errori. A Niang piace giocare sulla linea del fuorigioco, ma non è molto attento. Come non riesce sempre a sfruttare al meglio il suo possente fisico. Infatti, deve sicuramente migliorare nel difendere il pallone. E, infine, deve migliorare anche dal punto di vista tecnico, dove sembra avere qualche lacuna.
Nel 2009 e nel 2010, Niang è stato regolarmente selezionato per la Nazionale Under-16 e Under-17, ma a causa di un litigio con l’allenatore Patrick Gonfalone, ha saltato la Coppa del Mondo Under-17 del 2011. Nel Giugno 2011 è stato poi convocato da Abdoullaye Sarr, selezionatore della Nazionale del Senegal che parteciperà alle qualificazioni per i Giochi Olimpici del 2012. Ma ha potuto rispondere alla chiamata per un problema di carattere amministrativo. E’ ancora conteso dalla Nazionale maggiore del Senegal e le nazionali giovanili francese.
Il giocatore può contare 3 reti in 6 partite con l’Under-16 francese, 8 presenze con l’Under-17 senza reti e una presenza ed una rete con l’Under-21.

Il giocatore viene seguito particolarmente dal Manchester City, Juventus, Arsenal, Tottenahm, Liverpool, Siviglia e Barcellona all’estero e da PSG e Bordeaux in patria. Il giocatore però dovrebbe rimanere fino alla maggiore età al Caen, almeno è questo il sogno del piccolo club francese.
Un giocatore che sicuramente non è ancora pronto per il salto di qualità. Dalle capacità si può prevedere un buon futuro nel campionato francese ma sicuramente è ancora in forte dubbio una possibile buona carriera nei massimi campionati europei. Per caratteristiche tecniche, fisiche e tattiche può essere considerato un misto tra Thierry Henry e Karim Benzema. Gli auguriamo che possa raggiungere i livelli dei due campioni.





Allo 0:33 il goal di Niang contro il Clermont.


Pubblicato da Ben

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