domenica 22 aprile 2012

ESCLUSIVA: ProssimiCampioni intervista Paolo Poggi




A margine della conferenza stampa tenutasi a Mogliano Veneto (TV) il 20 aprile 2012, nella quale veniva presentato il progetto "Paolo&Nik Football Camp 2012" (progetto che in futuro ProssimiCampioni avrà il piacere di raccontarvi e che potete conoscere attraverso il link al sito ufficiale), Paolo Poggi, ex bomber di Venezia, Udinese e Roma, ci ha concesso una bella intervista nella quale ci ha parlato del suo passato da calciatore professionista, del suo impegno con i giovani e delle sue opinioni riguardo il panorama giovanile nazionale e internazionale.

Di seguito le parole di Paolo Poggi direttamente a ProssimiCampioni.com:

- Lei ha alle spalle una carriera da attaccante professionista lunga e importante, in particolare con le maglie di Udinese e Venezia. Cosa ricorda dell'esperienza in queste due società?

Il Venezia Calcio è la squadra della mia città, per la quale faccio il tifo e per la quale rimane la soddisfazione nell'averci giocato. Indossare quella maglia mi dava ogni partita un senso d'appartenenza particolare e quindi ha significato tanto per me. Rappresentavo tanta gente che conoscevo ed ero uno dei ragazzi della curva. Nell'Udinese ho fatto il passaggio da ragazzo a uomo. A Udine mi sono sposato, è nato mio figlio e ho passato anni importanti della mia carriera e della mia vita.

- Quali sono stati i momenti migliori della sua carriera e qual'è il goal che ricorda con particolare piacere?

I momenti migliori sono state le prime stagioni a Udine, quelle della Coppa UEFA sicuramente le più significative. Il goal più bello per me è stato quello del mio ritorno a Venezia fatto allo stadio di Sant' Elena contro l'Atalanta. Dopo tanti anni il goal al ritorno in una partita importante abbiamo vinto contro chi non aveva ancora perso in quella stagione.

- Dopo il ritiro ha continuato a lavorare nel mondo del calcio e poco dopo ha iniziato ad occuparsi dei giovani. Cosa l'ha spinta a decidere di dedicarsi a ragazzi?

L'idea di lavorare con i ragazzi è partita sicuramente prima di terminare l'ultima stagione anche se la spinta decisiva è stata l'esperienza da dirigente a Mantova. Ho lavorato con i professionisti e mi sono reso conto che non fosse esattamente quello che mi piaceva. Ho capito che per me sarebbe stato più gratificante trasmettere conoscenza ed esperienza ai ragazzi perché assorbono molto di più e sono più predisposti ad ascoltare i consigli, alla fine ti danno più soddisfazione.

- Cosa pensa della situazione del calcio giovanile italiano?

In generale credo ci sia stato un abbassamento della qualità dovuto al fatto che le società professionistiche, che sono da traino per tutto il mondo del calcio giovanile, purtroppo si affidano spesso a giocatori stranieri fin dal settore giovanile. C'è da dire che la vittoria dell'Inter primavera nella Champions League dei giovani ha dato lustro al nostro calcio. Sono molto favorevole a competizioni di questo tipo perché le prime squadre in Italia non danno la possibilità a molti giovani di fare esperienze importanti ad alto livello. La Next Gen è un'opportunità e pur non essendo come giocare in Serie A è un banco di prova importante.

- Sappiamo che lei è molto attento ai giovani e segue il calcio giovanile costantemente. C'è qualche giocatore o qualche squadra che l'ha particolarmente impressionata?

Senza fare nomi specifici posso dire che avendo contatti con un'agenzia che lavora in Repubblica Ceca ho notato la classe 94 e 95 come davvero interessante. In Svezia per esempio c'è un'annata, la classe 97, molto promettente. A livello giovanile in Veneto c'è un ragazzo del 1997 che gioca a Marghera (VE) che mi ha impressionato per qualità tecniche e fisiche. Credo che nella regione Veneto la classe 2002, se trattata nella maniera giusta, potrà dare grande soddisfazione.

-In conclusione le facciamo una domanda che esula dal calcio giocato. Ci può dire cosa significa essere stato una figurina introvabile ? (per chi non lo sapesse nella stagione 1997/1998 vennero commercializzati dei mini-album le quali figurine venivano distribuite attraverso la vendite di gomme da masticare che le racchiudevano all'interno della carta. Completando l'album si poteva richiedere un premio ma le figurine di Sergio Volpi (Bari) e Paolo Poggi (Udinese) erano a dir poco introvabili (link della vicenda).

(Ride)... Mah... Al momento angoscia. Ho saputo della vicenda attraverso la trasmissione "Mi manda Lubrano" (trasmessa su Rai3). Pensavo di aver combinato qualcosa di strano finché mi hanno informato del tutto, se non sbaglio una specie di truffa. Le figurine c'erano, quella mia e di Volpi, ma sono state nascoste da qualche parte. Oggi so che esistono addirittura dei gruppi su Facebook e comunque mi viene ricordata continuamente. 

ProssimiCampioni.com ringrazia Paolo Poggi per la grande disponibilità e la simpatia dimostrata. I migliori auguri a Paolo Poggi, Nicola Marangon e Mattia Collauto per il loro bellissimo progetto (Paolo & Nik Football Camp) e per i loro impegni futuri finalizzati alla crescita e all'educazione sportiva di tanti giovani atleti. 

Paolo Poggi in conferenza stampa insieme a Nicola Marangon (ex giocatore di Bologna, Brescia, Verona e Venezia).


L'autografo che Paolo Poggi ha fatto a ProssimiCampioni e a tutti i suoi lettori.



Paolo Poggi nasce a Venezia il 16 febbraio 1961 e cresce nel settore giovanile lagunare che gli permette di esordire tra i professionisti nel 1989 in Serie C1 (corrispondente all'attuale Lega Pro prima divisione). Con il Venezia trascorre 3 anni nei quali conquista la promozione in Serie B, segnando 15 reti in 66 partite e trasferendosi al Torino in Serie A dalla stagione 1992/1993. Con i granata debutta in Serie A nel derby di Torino contro la Juventus (1-2 per i bianconeri) e trascorre due importanti stagioni nelle quali segna 6 reti in 43 partite. La svolta nella carriera di Poggi arriva al suo passaggio all'Udinese dalla stagione 1994/1995. In sei stagioni con il club friulano Poggi conquista il primo storico quinto posto che consegna la prima partecipazione in Europa per la società dei Pozzo in Coppa UEFA (l'attuale Europa League). Con Marcio Amoroso e Oliver Bierhoff forma un trio d'attacco eccellente e nella stagione 1997/1998 segna 10 reti in 31 partite in campionato che valgono il terzo storico posto in classifica, dietro solo a Juventus e Inter (senza dimenticare le 2 reti in 4 presenze di Coppa UEFA, una al Widzew Lodz e una all'Ajax). Dopo 50 reti in 233 presenze con l'Udinese, dal mercato invernale della stagione 2000/2001 passa alla Roma di Capello con la quale gioca 11 partite senza reti. Dopo una breve ma ottima esperienza con il Bari (17 presenze e 4 reti) passa al Parma e poco dopo al Piacenza. Con i biancorossi segna la rete più veloce in Serie A: 8 secondi dal fischio d'inizio. L'anno dopo, stagione 2002/2003, torna nell'amata Venezia in Serie B realizzando in due anni segna 14 reti in 60 presenze (intervallate da una breve parentesi in serie A con l'Ancona nel 2003). Nel 2004 scende in C1 con il Mantova e conquista prima la serie B e poi i playoff per la promozione con 14 reti in 60 presenze in due anni e termina la carriera a Venezia nella quale trascorre gli ultimi tre anni da professionista. Si ritira ufficialmente nella stagione 2008/2009.


1 commento:

  1. Bella ragazzi!
    Stupenda la domanda riguardo le figurine!

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