mercoledì 27 luglio 2011

La Tessera del Tifoso, facciamo chiarezza.


La rubrica di oggi vuole fare un po' di chiarezza sulla “tessera del tifoso” che dopo quasi due anni dalla sua introduzione, continua a suscitare forti polemiche tra il mondo del tifo organizzato, le istituzioni e molti protagonisti dei campi di calcio.
La tessera del tifoso è uno strumento di fidelizzazione adottato dalle società calcistiche in Italia volto all'identificazione, da parte della Questura, di tifosi di club calcistici o della nazionale italiana di calcio. La tessera è stata adottata con la direttiva del 14 giugno 2009 del Ministro dell'Interno Maroni ed è rilasciata nella quasi totalità dei casi dalle banche o dal circuito Lottomatica. Il prezzo varia dalle promozioni in atto: è gratuita nei casi i quali venga sottoscritta in determinati periodi di tempo o attraverso determinate banche, mentre viene fatta pagare fino a 10 euro nel caso venga richiesta in periodi differenti o a promozione scaduta.
E' entrata in vigore ufficialmente nella stagione 2010/2011, con un anno di ritardo, poiché le norme non si potevano attuare avendo le società riscontrato numerosi problemi, per la maggior parte burocratici, nell'attuare tutte le disposizioni in tempi brevi.

- Che cos'è?

E' una normale carta di credito ricaricabile (formato A8) con validità di 5 anni con nominativo e foto del possessore. È utilizzata per seguire la propria squadra in trasferta ed entrare nei settori dello stadio riservati agli ospiti, ma può servire anche per snellire il controllo dei documenti ai varchi, o dalle società per incrementare il merchandising. Spesso ai possessori vengono riservati un paio di giorni nei quali hanno diritto alla prelazione sui biglietti di un evento.

- Perché è stata creata?

Il principale obiettivo è quello di combattere gli atti di violenza all’interno e nelle immediate vicinanze degli stadi. La funzione svolta sarebbe sia quella di deterrenza, rendendo gli spettatori consci della loro identificabilità in caso di atti illeciti, sia di prevenzione, impedendo a persone potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico di entrare nelle strutture.
Secondo il Ministero degli Interni, sono esclusi dal programma i condannati per i reati da stadio (anche con sentenza non definitiva) entro i 5 anni successivi alla condanna e coloro che sono sottoposti a Daspo (divieto di accesso a manifestazioni sportive).

Risultati?

Tralasciando il fatto che i tesserati e i non tesserati si sono trovati spesso ad assistere al match nello stesso settore ospiti (mentre la tessera dovrebbe garantire un settore apposito), e tralasciando anche che in molti casi i tifosi sprovvisti di tessera pur di assistere al match in trasferta della loro squadra, hanno acquistato biglietti in settori di tifosi della società ospitante (con annessi scontri tra ultras contrapposti), siamo giunti ad una situazione nella quale ogni questore decide se aprire lo stadio ai tifosi in trasferta o meno.
Secondo il Viminale un tifoso tesserato ha la possibilità di andare a vedere tutte le partite della propria squadra in trasferta, senza restrizioni. La realtà è differente: se per esempio un tifoso del Genoa residente a Milano volesse andare a vedere Milan-Genoa, e il prefetto decidesse che per motivi di ordine pubblico non sarebbe stata aperta la vendita nella regione Lombardia (situazione che si è verificata spesso in diverse regioni), questo tifoso sarebbe costretto ad uscire dalla regione per acquistare un biglietto. In pratica si vieta ai residenti di un' intera regione, regolarmente tesserati, di andare a vedere la propria squadra in trasferta, semplicemente perché non si trova altro modo per gestire l'ordine pubblico. Le trasferte così diventano un incognita dipendentemente dai divieti applicati.
Inoltre è necessario affermare anche il fatto che non sia stata minimamente interpellata la Federazione Italiana Sostenitori Squadre di Calcio al fine di confrontarsi ed individuare la strategia migliore per poter tutelare l'ordine pubblico, il regolare svolgimento della partita e il rispetto dei tifosi.

L'ombra del guadagno.

I detrattori più accaniti della tessera vedono nella normativa un interesse commerciale che si maschera dietro la volontà di eliminare la violenza e i violenti dagli stadi. A supporto di questa tesi vi sono più aspetti: il fatto che venga rilasciata da Banca Intesa San Paolo, dalle Casse di risparmio, dalla Banca Popolare di Milano, Poste Italiane e Lottomatica per il semplice fatto che la tessera possa essere attivata anche come carta bancaria prepagata e si è chiesto di farla anche ai bambini. Tantissimi genitori si sono rifiutati di fare una prepagata a bambini in quanto non trovano giusto dover attuare questo tipo di formula per giovanissimi sostenitori. Molti tesserati hanno anche ricevuto offerte telefoniche al fine di aprire finanziamenti con agevolazioni.
Il Garante per la privacy si è ripetutamente pronunciato richiedendo maggiore trasparenza dalle banche circa l'utilizzo dei dati per finalità di marketing (le informative sono state dichiarate incomplete ed è stato fatto presente che il possessore dovesse essere lasciato libero di scegliere se estendere l'utilizzo della tessera ad attività che andassero oltre la questione sportiva e del club).
Gli operatori che lavorano all'interno di molte banche hanno ammesso la presentazione delle tessere in qualità di prodotti bancari. A Firenze ad esempio presso la Cassa di risparmio sono state offerte le tessere anche a coloro che non fossero tifosi della squadra viola. Questo permette di avere agevolazioni e tassi ridotti. Delle 36.000 tessere vendute nel capoluogo toscano, solo la metà sono poi diventate regolari abbonamenti per la tifoseria della squadra dei Della Valle.
In Inghilterra esiste dagli anni 80 una tessera analoga, ma è disposta dalle società ed ha fini esclusivamente commerciali.

In data 21giugno 2011 è stato firmato al Viminale il Protocollo d'Intesa tra il ministro Maroni ed i presidenti di CONI, FIGC, Serie A, Serie B e Lega Pro che introduce delle novita nella applicazione della Tessera del Tifoso:

- Trasferte ed abbonamenti riservati unicamente ai possessori della tessera del Tifoso;
- Riqualificazione ed ammodernamento dei settori riservati ai tifosi ospiti;
- Apertura di un tavolo di confronto tra l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e rappresentanti delle tifoserie organizzate.

Molti protagonisti del pallone si sono dichiarati contrari al provvedimento (Lippi, Totti, De Rossi, Zamparini, Cairo, Ulivieri, Zeman, Miccoli, Palombo e molti altri) mentre solo pochi hanno manifestato parere positivo (Lotito e Lo Monaco su tutti). Anche numerosi membri del mondo dello spettacolo hanno dichiarato di non volere la tessera (ad esempio Amendola, grande tifoso della Roma e Militello che frequenta assiduamente le curve con Striscia la Notizia).


La nostra personale impressione è che la recente serie di novità non possa risolvere le importanti problematiche relative agli stadi e alle tifoserie. Sarebbe necessario liberare il campo da qualsiasi chiara possibilità che si possa associare la Tessera a fini commerciali ed una maggiore lungimiranza da parte di coloro che decidono l'apertura o meno alle tifoserie in trasferta. Coloro che portano la violenza negli stadi devono essere puniti severamente e le punizioni devono essere garantite con inflessibilità e in tempi brevi. Il popolo dello stadio, in continua diminuzione a favore delle payperview, ha bisogno di maggiore chiarezza e di risposte convincenti. Non si può perdere la magia che riesce a garantire una partita allo stadio.




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