mercoledì 24 ottobre 2012

Il calcio alle Paraolimpiadi

Si è chiusa il 9 settembre la XIV edizione estiva dei Giochi Paraolimpici, che si tengono ufficialmente dal 1960 e seguono le Olimpiadi per gli atleti normodotati. Come in ogni Olimpiade che si rispetti sono scese in campo le varie rappresentative Nazionali del gioco più noto del mondo, il calcio.
La particolarità che ha colpito gli appassionati del "classico" pallone è stata la grande difficoltà che ovviamente questi alteti devono superare per poter giocare lo sport più semplice del mondo. Ed in questo si vede la grande universalità del gioco che unisce ogni tipo di persone grazie al divertimento e allo spirito di unione.

Le specialità calcistiche alle Paraolimpiadi sono due:

-Calcio a 7-un-lato
-Calcio a 5-un-lato

andiamo ad analizzare le varie differenze.


Calcio a 7-un-lato

Il calcio a 7 fa parte del programma paraolimpico dall'edizione di Los Angeles del 1984, questa particolare modalità non è giocata nel nostro Paese. Le regole sono le stesse adottate dagli atleti normodotati ed i giocatori in campo hanno diversi tipi di disabilità, le principali sono le lesioni cerebrali.

Non viene utilizzata la regola del fuorigioco e le rimesse laterali possono essere battute ad una mano, facendo però rotolare il pallone per terra e non lanciandolo. Queste sono le uniche differenze a livello regolamentare.
Le partite sono divise in due tempi da 30 minuti, con un intervallo di 15 minuti. In campo i giocatori sono divisi in diverse classi di disabilità, così da rendere le squadre quanto più equilibrate possibili. I vari livelli sono:

-C5 - E' il livello più alto di disabilità e comprende giocatori che hanno difficoltà nel camminare, ma che riescono a stare in piedi ed a calciare il pallone senza fatica
-C6 - Riguarda gli atleti con difficoltà di coordinazione agli arti superiori, soprattutto quando corrono
-C7 - Comprende gli atleti affetti da emiplegia, ovvero un deficit motorio causato da una lesione cerebrale dovuto solitamente al danneggiamento del 1° motoneurone che trasporta gli input motori al midollo spinale.
-C8 - Categoria di atleti con disabilità minori

Le regole citano che ogni squadra è tenuta a schierare in campo un giocatore di classe C5 o C6 per tutta la partita, e si possono schierare un massimo di due calciatori di classe C8 per volta.


Calcio a 5-un-lato

Il calcio a 5-un-lato è un ulteriore variante che riguarda unicamernte gli atleti con disabilità di tipo visive, ipovisione e cecità. Si gioca secondo le regole della FIFA con opportune variazioni di carattere tecnico.
Questa particolare disciplina è gestita dall'International Blind Sports Association (IBSA);  fondata a Parigi nel 1981.

Il campo di gioco è delle misure standard del calcio a 5, ovvero lunghezza compresa tra i 38 e i 42 metri e una larghezza tra i 18 e i 22 metri. Il rettangolo di gioco è circondato lateralmente da sponde in policarbonato alte 130 centimetri in modo da non avere le rimesse laterali, ma solo rimesse dal fondo.
La vera particolarità sta nel pallone, opportunamente modificato così da emettere un segnale acustico per essere individuato.
Le squadre inoltre possono servirsi di guide vedenti posizionate a bordocampo insieme all'allenatore in modo da guidare i giocatori.

Le partite hanno una durate di 25 minuti per tempo intervallati da una pausa di 10 minuti. Le squadre sono chiaramente formate da cinque giocatori, portiere compreso, che può essere anche un vedente, purchè non sia stato un tesserato FIFA per i cinque anni precedenti. Gli altri giocatori sono tutti bendati, così che non ci possano essere vantaggi di sorta tra gli ipovedenti e gli affetti da cecità totale.

Le competizioni si dividono in due categorie, che si differenziano in base al grado di disabilità degli atleti:

-Categoria B1 - riservata agli atleti che non percepiscono in alcun modo la luce, o che la percepiscono ma non sono in grado di riconoscere la forma di una mano da alcuna distanza o direzione. I portieri invece possono essere di categoria B2, B3 o vedenti.

-Categori B2/3 - vi possono giocare giocatori che riconoscono la forma di una mano e di vedere con un parametro di 2/60 (due sessantesimi) o inferiore e il cui campo visivo sia inferiore ai 5 gradi (B2), sia atleti che possono vedere chiaramente con un parametro che varia tra i 2/60 e i 6/60, con un campo visivo superiore ai 5 gradi ma inferiore ai 20 gradi (B3).

In campo devono essere presenti almeno due giocatori di categoria B2 per squadra.

Questa particolare specialità è molto diffusa in Sudamerica, soprattutto in Brasile dove esiste un campionato di questa categoria sin dal 1980.
Nel nostro continente è sbarcato nel 1986 in Spagna, mentre gli altri campionato europei e americani sono nati nel 1997, seguiti dalla prima edizione della Coppa del Mondo giocata nel 1998. Dal 2004 fa parte del programma paraolimpico.

In Italia si era diffusa una particolare variante ispirata più al calciotto. Solamente dal 2000 il nostro Paese si è uniformato agli altri standard passando ai cinque giocatori ed utilizzando i campi appositi.
Sotto la Federazione, FISPIC, sio gioca il Campionato italiano, la Coppa italia e la Supercoppa italiana.


Negli ultimi anni le Paraolimpiadi stanno avendo sempre più seguito mediatico, avendo superato con successo lo scoglio della "novità" mediatica. Questa manifestazione è una sponsorizzazione giusta e differente per lo sport che amiamo tanto, e negli ultimi anni soprattutto nel nostro Paese c'è sempre più bisogno di un lato "pulito" e di una facciata completamente nuova per il mondo del pallone.




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